News, Dati, Eventi finanziari le NEWS del 30 ottobre 2007

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Forumer storico
Per un panorama completo delle news di oggi, e per discuterle insieme, vi invito a navigare il consueto topic sul Forum di Piazza Affari.

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Tokyo chiude in lieve ribasso

Tokyo chiude in lieve ribasso

L'indice Nikkei ha concluso le contrattazioni con una flessione dello 0,28% a 16.651,01 punti ed il Topix con un +0,04% a quota 1.607,21.
Tra le altre borse asiatiche, Seul ha archiviato un ribasso dello 0,51%
 
Giappone: tasso disoccupazione settembre sale al 4%

Giappone: tasso disoccupazione settembre sale al 4%

Il tasso di disoccupazione giapponese nel mese di settembre è aumentato al 4% rispetto al 3,8% del mese precedente.
 
Giappone: spese famiglie settembre +3%

Giappone: spese famiglie settembre +3%

Nel mese di settembre le spese delle famiglie giapponesi sono salite del 3% in termini nominali e del 3,2% in termini reali, lo ha comunicato l'Ufficio statistico nazionale del Giappone. Sempre nel mese di agosto i redditi disponibili per le famiglie operaie sono salite dello 0,2% nominale e dello 0,4% reale, a fronte di consumi che salgono del 5,3% nominale e del 5,5% reale
 
Bca Italease: nei nove mesi perdita netta pari a 479 mln

[LINK:dd35d4caa1]BIl[/LINK:dd35d4caa1]: nei nove mesi perdita netta pari a 479 mln

Il Consiglio di Amministrazione di Banca Italease riunitosi ieri ha approvato la relazione trimestrale consolidata al 30 settembre 2007.
Questi in sintesi i risultati del Gruppo al 30 settembre 2007:
Perdita netta pari a 479,0 milioni di euro;
Margine di interesse pari a 216,8 milioni di euro (+2,6%);
Commissioni nette pari a 84,9 milioni di euro (-47,0%);
Costi operativi pari a 141,8 milioni di euro (+46,0%);
Crediti totali per 21,7 miliardi di euro (+6,6% rispetto al 31.12.2006);
Sofferenze su crediti al netto delle rettifiche di valore pari allo 0,92%;
Volume di stipulato Leasing pari a 4,6 miliardi di euro (+0,8%);
Volume di avviato Leasing pari a 4,6 miliardi di euro (+4,1%);
Volume di erogato Medio e Lungo Termine per 965,2 milioni di euro (+35,5%);
Turnover Factoring pari a 13,6 miliardi di euro (+18,8%).

In particolare, la perdita netta di Gruppo pari a 479,0 milioni di euro, rispetto all'utile netto al 30 settembre 2006 pari a 143,2 milioni di euro, va principalmente attribuita al risultato netto negativo dell'attività di negoziazione in derivati, per un importo pari a 701,0 milioni di euro. Lo si legge in una nota.
Il risultato al lordo delle imposte, qualora rettificato della perdita per attività di negoziazione in derivati per euro 701 milioni, e delle rettifiche di valore aggiuntive per euro 51,4 milioni, originate dagli accantonamenti effettuati anche a seguito delle indicazioni dell'Organo di Vigilanza (per un totale di euro 60 milioni a Stato Patrimoniale), si attesterebbe a euro 68 milioni.
Al 30 giugno 2007 il risultato al lordo delle imposte rettificato per perdita da attività di negoziazione su derivati (euro 685 milioni) e per rettifiche di valore su crediti (euro 51,4 milioni) risultava pari ad euro 41 milioni.
Il confronto tra i due periodi evidenzia un risultato del terzo trimestre 2007 al lordo delle imposte - rettificato per perdita da attività di negoziazione e per rettifiche di valore su crediti sopra menzionati - pari ad euro 27 milioni. Tale risultato - che è altresì influenzato da: i) un incremento significativo del costo della raccolta; ii) da oneri straordinari per spese legali e consulenziali e che iii) afferisce ad un trimestre ciclicamente più debole in termini di attività commerciali - fornisce indicazioni coerenti con le previsioni incorporate nel piano industriale triennale recentemente predisposto.
Si evidenzia comunque che il riflesso economico delle attività caratteristiche del Gruppo è stato positivo, generando un incremento del margine di interesse pari al 2,6%, passato da euro 211,2 milioni al 30 settembre 2006 ad euro 216,8 milioni al 30 settembre 2007.
In particolare, rispetto al 31 dicembre 2006, nel corso dei primi nove mesi dell'anno i crediti per l'attività di leasing sono saliti a 16,8 miliardi di euro (+8,2%), i crediti per i finanziamenti a M/L termine hanno superato i 2,2 miliardi di euro (+26,4%) e gli impieghi nel factoring si sono attestati a 2,3 miliardi di euro (-13,7%) - il calo appare in linea con la tipica ciclicità che caratterizza il terzo trimestre dell'anno per questo tipo di attività.
Il risultato netto dell'attività di negoziazione è negativo per euro 701,0 milioni. Tale risultato è principalmente dovuto alla chiusura con le controparti di mercato delle posizioni in essere su derivati speculari a quelle con la clientela. L'incremento delle perdite per contratti derivati rispetto ai 685 milioni di euro registrati al 30 giugno 2007 è dovuta principalmente a costi di chiusura di contratti derivati con le controparti di mercato sostenuti nel terzo trimestre 2007 (in totale tali chiusure hanno determinato un esborso complessivo di circa euro 778 milioni al 23 luglio 2007 come peraltro già reso pubblico mediante comunicato stampa del 27 luglio scorso).
Il margine di intermediazione del Gruppo è quindi risultato negativo per un importo pari ad euro 399,7 milioni, rispetto al risultato netto positivo per euro 379,6 milioni relativi ai primi nove mesi del 2006.
In particolare, il margine di intermediazione al 30 settembre 2007 ripartito sulle aree di business del Gruppo, registra un risultato negativo pari a 427,6 milioni di euro per il segmento leasing - particolarmente influenzato dalla perdita su derivati registrata dal secondo trimestre 2007-, un risultato positivo pari a 62,1 milioni di euro per il factoring, un risultato negativo pari a 32,8 milioni di euro per i rimanenti segmenti di business tra cui il business finanziamenti a M/L anch'esso influenzato dalla perdita su derivati ed un valore negativo di 1,5 milioni di euro come differenze di consolidamento.
A seguito delle perdite sostenute il patrimonio netto al 30 settembre 2007 si attesta a 891,2 milioni di euro (-22,2% rispetto al 31 dicembre 2006).
Per quanto attiene la qualità del credito, l'incidenza delle sofferenze sui crediti totali al netto delle rettifiche di valore, è pari allo 0,92% (0,74% al 31 dicembre 2006), con relativa copertura pari al 43,2% (45,3% al 31 dicembre 2006), mentre il rapporto fra incagli e crediti totali al netto delle rettifiche di valore si attesta allo 0,70% (0,44% al 31 dicembre 2006), con una copertura pari al 23,0% (23,95% al 31 dicembre 2006).

da www.teleborsa.it
 
Tlc: Consiglio Stato, Governo restituisca 846mln a Telecom e

Tlc: Consiglio Stato, Governo restituisca 846mln a [LINK:09c3f9d056]Tit[/LINK:09c3f9d056] e Vodafone

Lo Stato dovra' restituire a Telecom e Vodafone circa 846 milioni, interessi compresi, di contributi non dovuti, imposti dalla Finanziaria 1999. Il Consiglio di Stato, come risulta a Radiocor, ha respinto i ricorsi con cui i ministeri delle Comunicazioni e dell'Economia avevano chiesto l'annullamento della sentenza del Tar del 2006 che aveva imposto di dare completa esecuzione a una precedente pronuncia con cui aveva imposto la restituzione delle somme.
Il 24 ottobre dello scorso anno i due ministeri avevano impugnato davanti ai giudici di Palazzo Spada le pronunce con cui, il 21 giugno del 2006, il Tar del Lazio, accogliendo i ricorsi delle due societa' telefoniche, aveva chiesto di dare esecuzione a una precedente pronuncia del 2005 dello stesso Tribunale amministrativo.
Con tale sentenza, il Tar aveva annullato il decreto del marzo 2000 che, in base a quanto stabilito dalla Finanziaria del 1999, aveva imposto il pagamento di un contributo a carico delle aziende di telecomunicazione (3% del fatturato di quell'anno e, a scalare, fino al 2% per gli anni successivi) e aveva riconosciuto il diritto delle medesime aziende di ottenere la restituzione di quanto indebitamente versato.
La sentenza di Palazzo Spada mette la parola fine alla vicenda. Lo Stato dovra' restituire a Telecom 546 milioni di euro (piu' 100 milioni circa di interessi) e a Vodafone 190 milioni di euro (piu' una decina circa di interessi).
I giudici della sesta sezione del Consiglio di Stato, preseduta da Gaetano Trotta, hanno riconosciuto come 'infondato' l'appello presentato dai ministeri delle Comunicazioni e dell'Economia, che reputavano inammissibili i ricorsi presentati e vinti nel 2006 da Telecom e Vodafone in quanto volti 'a conseguire l'adempimento da parte dei ministeri di un obbligo, quello restitutorio delle somme' a suo tempo pagate, non riconosciuto espressamente dalla sentenza del Tar del 2005. Nel respingere gli appelli, i giudici affermano che deve invece ritenersi 'che l'annullamento di un provvedimento che pone l'obbligo di pagare una somma di denaro abbia come conseguenza la restituzione della somma riscossa in base all'atto impugnato'. Avrebbe poco senso, infatti, 'annullare un provvedimento se alla pronuncia caducatoria non seguisse l'obbligo dell'Amministrazione di ripristinare la situazione di fatto o di diritto esistente prima del provvedimento impugnato'. Il privato, infatti, conclude il collegio, 'e' interessato non tanto alla caducazione dell'atto quanto soprattutto a conseguire il bene illegittimamente sottrattogli dall'illegittimo esercizio del potere amministrativo'.

da www.ilsole24ore.com
 
Germania: tasso disoccupazione dest. ottobre cala all'8,7%

Germania: tasso disoccupazione dest. ottobre cala all'8,7%

Il tasso di disoccupazione destagionalizzato della Germania nel mese di settembre è sceso all'8,7% dall'8,8% di settembre. Lo comunica il Federal Labour Office, aggiungendo che i disoccupati risultano in diminuzione di 40 mila unità (dato destagionalizzato).
 
ISTAT: prezzi alla produzione settembre +0,5% m/m +3,5% a/a

ISTAT: prezzi alla produzione settembre +0,5% m/m +3,5% a/a

L'Istituto nazionale di statistica comunica che, sulla base degli elementi finora disponibili, nel mese di settembre 2007 l'indice generale dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali venduti sul mercato interno con base 2000=100 è risultato pari a 121,9 con un aumento dello 0,5 per cento rispetto al mese precedente e un aumento dell'3,5 per cento rispetto al mese di settembre 2006.
L'indice calcolato al netto dell'energia ha registrato una variazione congiunturale pari a più 0,1 per cento, mentre quella tendenziale è stata pari a più 3,1 per cento.
La variazione della media dell'indice generale negli ultimi dodici mesi rispetto a quella dei dodici mesi precedenti è risultata pari a più 3,6 per cento.
La variazione della media dell'indice generale nei primi nove mesi del 2007 rispetto a quella dei primi nove mesi del 2006 è stata pari a più 3,1 per cento.
 
Consob sui derivati:per gli enti locali difficile evitare le

Consob sui derivati:per gli enti locali difficile evitare le perdite

Sarà molto complicato disinnescare la mina derivati per gli Enti locali. Le possibilità di beneficiare della rinegoziazione dei contratti è, infatti, «assai remota». E se si pensa che nel 2006 l'esposizione di Comuni, Province e Regioni rappresentava un nozionale di 13 miliardi, pari al 36% dell'indebitamento, si intuisce che la situazione è perlomeno seria.

I dati sono stati forniti dal direttore generale della Consob, Massimo Tezzon, nel corso di un'audizione alla Camera. «Le recenti operazioni di rinegoziazione dei contratti derivati, a seguito di operazioni di ristrutturazione del debito - ha detto Tezzon - prevedono già in partenza condizioni di sfavore per gli Enti o implicano l'assunzione di rischi aggiuntivi che fanno sì che la probabilità che gli Enti stessi possano effettivamente beneficiare da tali contratti, in termini di protezione dal rischio di tasso d'interesse, rimase assai remota».

«In alcuni casi ancora più estremi - ha aggiunto Tezzon - all'atto della rinegoziazione, nonostante il valore di mercato negativo della posizione originaria, l'intermediario ha riconosciuto alll'Ente una somma di denaro 'up front', rendendo le condizioni contrattuali ancora più penalizzanti per l'Ente, spesso spostando in avanti nel tempo gli oneri collegati a taloi condizioni più penalizzanti. Ciò ha aggiunto ulteriori elementi di opacità e di complessità alle rinegoziazioni dei contratti derivati, rendendo oltremodo complessa la verifica della congruità delle condizioni di prezzo».

Il problema è che , specie in caso di copertura per i rischi sui tassi di interesse e ancor più in caso di rinegoziazione, i derivati sono strumenti che «per essere valutati compiutamente richiedono sofisticate competenze matematiche e finanziarie, tipicamente presenti solo fra il personale degli stessi intermediari. È verosimile, quindi, che gli Enti non siano in grado di valutare la correttezza del pricing delle clausole aggiuntive, più complesse presenti in questo tipo di derivati».

Nel documento presentato in Commissione, la Consob rileva che i contratti per gestire il rischio tassi connesso alle emissioni obbligazionarie (i cosiddetti "interest rate swap"), soprattutto quando prevedono un tetto ("cap") e un valore minimo ("floor"), «sono particolarmente complessi e pongono notevoli profili di criticità, sia dal punto di vista della effettiva capacità di mitigare il rischio di tasso sia dal punto di vista della valutazione e del pricing».

«Il settore più esposto ai derivati - ha dichiarato ancora Tezzon - in termini di controvalore nozionale delle posizioni, è quello delle banche, che a fine 2006 detenevano posizioni per 4.723 miliardi di euro, di cui il 5% circa in contropartita con soggetti non finanziari (soggetti pubblici, imprese e persone fisiche). Il valore nozionale dei derivati risultava pari a oltre 2 volte il totale delle attività in bilancio (222%). Il valore di mercato dei derivati detenuti dal sistema bancario risultava positivo per 0,9 miliardi di euro».

E mentre, sempre secondo la Consob, «l'esposizione degli Enti Locali ai derivati è probabilmente più ampia» delle cifre ufficiali, a fine 2005, l'esposizione delle imprese quotate in derivati era pari a un nozionale di 110 miliardi, addirittura il 69% dei debiti finanziari. Per le società non quotate (ma i dati risalgono 2004) l'esposizione è pari a 121 miliardi di nozionale, pari al 22% dei debiti finanziari.


da www.ilsole24ore.com
 
Cir: utile netto primi nove mesi +49,8%, fatturato +2,4%

[LINK:8a022d88ba]Cir[/LINK:8a022d88ba]: utile netto primi nove mesi +49,8%, fatturato +2,4%

Nei primi nove mesi dell'anno, il Gruppo CIR ha conseguito un utile netto consolidato di 116,1 milioni di euro, con un incremento del 49,8% rispetto a 77,5 milioni nel corrispondente periodo del 2006.
La contribuzione dei gruppi operativi, dice una nota, è stata positiva per 87 milioni di euro (+5,2% rispetto a 82,7 milioni nel corrispondente periodo del 2006).
Il risultato netto consolidato ha beneficiato di proventi non ricorrenti per 30,3 milioni di euro derivanti dalla sottoscrizione di aumenti di capitale riservati a soci terzi nelle società Sorgenia e HSS.
Il fatturato consolidato del Gruppo è stato di 3.041,9 milioni di euro, rispetto a 2.971,8 milioni nello stesso periodo del 2006 (+2,4%).
Il margine operativo lordo (EBITDA) consolidato è stato di 378,4 milioni di euro (12,4% dei ricavi), in aumento del 13% rispetto a 334,8 milioni (11,3% dei ricavi) del corrispondente periodo del 2006.
Il margine operativo (EBIT) consolidato è aumentato del 9,4%, passando da 261 milioni di euro (8,8% dei ricavi) nei primi nove mesi del 2006 a 285,6 milioni (9,3% dei ricavi) nello stesso periodo del 2007.
Il capitale investito netto consolidato al 30 settembre 2007 si è attestato a 3.096,7 milioni di euro, rispetto a 2.830,5 milioni al 31 dicembre 2006, con un incremento di 266,2 milioni principalmente dovuto ai significativi investimenti effettuati nel periodo nei gruppi Sorgenia e HSS.
La posizione finanziaria netta consolidata al 30 settembre 2007 presentava un indebitamento di 1.025,4 milioni di euro (rispetto a 850,6 milioni al 31 dicembre 2006 e 812,4 milioni al 30 giugno 2007), determinato da un'eccedenza finanziaria di 108,6 milioni (rispetto a 258,2 milioni al 31 dicembre 2006), relativa a CIR e società finanziarie interamente controllate e da un indebitamento complessivo di 1.134 milioni per i gruppi operativi (1.108,8 milioni al 31 dicembre 2006). La diminuzione dell'eccedenza finanziaria per 149,6 milioni è attribuibile principalmente a esborsi per investimenti in partecipazioni, crediti finanziari e azioni proprie.
 

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