[LINK:cbb8d7446e]PARMALAT[/LINK:cbb8d7446e]: RISCHIO CLASS ACTION USA
(ANSA) - MILANO, 2 LUG - Parmalat resta invischiata nella class action che centinaia di creditori americani ed europei travolti dal crac di Collecchio stanno promuovendo negli Stati Uniti.
Il giudice distrettuale della Corte di New York, Lewis Kaplan, ha infatti respinto la richiesta avanzata dal gruppo di Collecchio di essere escluso dalla lista di soggetti citati a rispondere del default nell'azione di massa.
Immediata la risposta della societa' che ha impugnato l'ordinanza. La notizia, diffusasi verso fine seduta a Piazza Affari, ha travolto le azioni di Collecchio provocandone il collasso verticale (i titoli hanno toccato un minimo di 2,83, in calo del 9,7%) e costringendo Borsa Italiana a sospenderle dalle contrattazioni per alcuni minuti.
Alla fine Parmalat ha limitato i danni, chiudendo in ribasso del 4,43% a 3 euro. Secondo quanto spiegato in una nota da Collecchio, il giudice Kaplan ha ritenuto che la Nuova Parmalat di Bondi sia subentrata in tutto e per tutto alla Vecchia Parmalat di Calisto Tanzi ereditandone ''oltre ai diritti, 'tutti' gli obblighi'' quindi anche quelli verso i creditori.
Una valutazione che, per Parmalat, ''non e' congruente con il concordato omologato dal Tribunale di Parma e con le decisioni di altri giudici italiani'' secondo cui la Nuova Parmalat non potrebbe considerarsi gravata dalle obbligazioni contratte della precedente gestione. Di diverso avviso e' stato pero' Kaplan secondo cui la Nuova Parmalat, sotto la legge italiana, deve essere considerata responsabile per quanto commesso dalla Vecchia Parmalat.
''La decisione di Kaplan prepara la strada per un risarcimento sostanziale'' ha commentato soddisfatto l'avvocato Stuart Grant, uno dei legali degli investitori. E' ancora presto per sapere se il gruppo di Collecchio siedera' come convenuto, accanto a banche come Citigroup, Bank Of America, Morgan Stanley, Banca Intesa, ai revisori Deloitte e Grant Thornton, e al management di Parmalat - tutti citati nella class action - per risarcire i creditori coinvolti nel crac che stanno promuovendo l'azione negli Usa e che, secondo i legali che li rappresentano, hanno perso fino a 8 miliardi di dollari.
Di certo non saranno chiamati a rispondere Credit Suisse First Boston e Bnl che, nello scorso novembre, hanno preferito transare versando 25 milioni di dollari a testa.