le sfide che l'Italia deve affrontare sono drammatiche, molto forti

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Ft,manovra Monti oscura Nyt, si prepara fine euro

Le misure del premier 'avvolte nella nebbia'. New York Times, banche pronte a crisi moneta

26 novembre, 10:24
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Mario Monti


ROMA - "La Commissione europea è un partner del governo italiano, lavoreremo insieme". Lo sottolinea il vicepresidente Olli Rehn, indicando che "le sfide che l'Italia deve affrontare sono drammatiche, molto forti". Ma "ha le carte in regola" per superarle. Rehn ha giudicato "ottimi" i colloqui di oggi con governo e Bankitalia. "Non vedo assolutamente una tendenza al crollo dell'euro" ha proseguito Olli Rehn. "Non c'é nessun motivo per fare congetture di questo tipo - aggiunge -. L'Italia è un partner importante che farà la sua parte. I rendimenti raggiunti dai Btp e lo spread con il benchmark tedesco rappresentano "un elemento di grave preoccupazione. Se lo spread dovesse continuare ad essere così alto a lungo avrà certamente un impatto negativo sull'economia".
"Siamo molto lieti e plaudiamo al fatto che ci sia una rinnovata presenza dell'Italia sulla scena europea, con un ruolo attivo in Europa" ha sottolineato Olli Rehn, ricordando che "l'Italia ha bisogno dell'Europa ma anche l'Europa ha bisogno di un forte ruolo dell'Italia".
"Consolidamento fiscale, misure per la crescita ed equità sociale, sono tre obiettivi tutti molto importanti". Il vicepresidente della Commissione Ue con delega agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, commenta così i pilastri del governo Monti. Gli impegni presentati dall'Italia in Europa rappresentano "primi passi positivi, poi ce ne saranno altri". Dell'azione del governo italiano Rehn ha apprezzato "il forte mandato per portare avanti le riforme e la condivisione dell'urgenza".
"Consolidamento fiscale, misure per la crescita ed equità sociale, sono tre obiettivi tutti molto importanti". Il vicepresidente della Commissione Ue con delega agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, commenta così i pilastri del governo Monti. Gli impegni presentati dall'Italia in Europa rappresentano "primi passi positivi, poi ce ne saranno altri". Dell'azione del governo italiano Rehn ha apprezzato "il forte mandato per portare avanti le riforme e la condivisione dell'urgenza".

CRISI:NYT; MAGGIORI BANCHE MONDO SI PREPARANO A ROTTURA EURO - Le maggiori banche al mondo si preparano a quello che, fino a poco fa, sembrava impensabile: la disintegrazione dell'area euro. Lo riporta il New York Times, sottolineando che molti istituti di credito, quali Merrill Lynch, Barclays Capital e Nomura hanno pubblicato decine di rapporti in settimana nei quali esaminano la possibilità di una disintegrazione dell'area euro. Nel Regno Unito, Royal Bank of Scotland mette a punto piani di emergenza nel caso in cui l'impensabile diventi realtà. Negli Stati Uniti le autorità di regolamentazione spingono le banche, fra le quali Citigroup, a ridurre la loro esposizione verso l'area euro. "Le banche in Francia e in Italia non stanno mettendo a punto piani di emergenza perché hanno concluso che una disintegrazione dell'area euro è impossibile" evidenzia il New York Times. TUI, il gigante del turismo tedesco, ha di recente spedito una lettera alle catene alberghiere della Grecia chiedendo che i contratti vengano rinegoziati in dracme per tutelarli da eventuali perdite se la Grecia uscisse dall'euro. Secondo un sondaggio di Barclays Capital su 1.000 clienti, la metà ritiene che almeno un paese lascerà l'area euro, il 35% ritiene che sarà solo la Grecia e uno su 20 ritiene che tutti i paesi della periferia dell'Europa usciranno il prossimo anno.
MONTI, TEMPI RAPIDI PER MISURE CRESCITA -
"Monti ha sottolineato che l'Italia ha dimostrato nel suo recente passato di aver compiuto progressi significativi in materia di consolidamento fiscale, mentre l'impegno a rendere tale consolidamento sostenibile sarà attuato in tempi rapidi con misure di impulso alla crescita". Lo si legge nel comunicato del Consiglio dei ministri. Da Sarkozy e Merkel "piena fiducia" nel presidente Monti e nel suo Governo e sostegno all'Italia "consapevoli che un nostro crollo porterebbe inevitabilmente alla fine dell'euro, provocando uno stallo del processo di integrazione europea dalle conseguenze imprevedibili". Mario Monti ha riconfermato a Merkel e Sarkozy "l'impegno a raggiungere gli obiettivi stabiliti in sede europea (ed in particolare il pareggio di bilancio nel '13)'' identificando con chiarezza riforme strutturali 'eque ma incisive' da perseguire con il consenso delle parti sociali. Il premier Monti ha illustrato "il programma di riforme strutturali 'equo ma incisivo' da perseguire con il consenso delle parti sociali" sulla base "del suo discorso al Senato del 17 novembre scorso". Nell'incontro tra Monti, Merkel e Sarkozy si è espressa "la convinzione dell'impegno, da parte del terzo Paese più importante nella Ue, nello sforzo comune volto a trovare soluzioni alla grave crisi finanziaria ed economica della zona euro".

BARNIER, ITALIA NON E' SOTTO TUTELA ''L'Italia non e' sotto tutela'' e il fatto che il premier Monti abbia incontrato ieri la Merkel e Sarkozy dimostra che ''c'e' uguaglianza''. Lo ha detto il commissario europeo per il mercato interno, Michel Barnier, al termine dell'incontro con Monti. ''Non abbiamo parlato nel dettaglio del piano di rigore, ci sta lavorando''. Cosi' il commissario europeo per il Mercato interno Michel Barnier, lasciando Palazzo Chigi, ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se, durante il colloquio con Monti, fosse stato affrontato il tema delle misure concrete che l'Italia intende mettere in campo

REHN: 'ITALIA DAVANTI SFIDE FORMIDABILI' - E' "urgente e necessario produrre risultati senza ritardi" nell'affrontare la crisi nell'area euro. Lo ha detto il vicepresidente della Commissione europea e responsabile per gli Affari economici, Olli Rehn, nel corso di un'audizione alla Camera.

"L'Italia ha davanti sfide formidabili, anche per le debolezze antiche. Oltre al consolidamento di bilancio, sono necessarie ambiziose misure per rilanciare la crescita, garantendo l'equità sociale". Lo ha detto Olli Rehn aggiungendo che sono risultati "raggiungibili".

"Il contagio" della crisi dei debiti sovrani si sta diffondendo "dai paesi periferici" a quelli centrali, 'core', dell'Unione europea.

La costante ripresa economica che avevamo visto fino al 2009 è ora in una fase di stallo". Il vicepresidente della Commissione europea e responsabile per gli Affari economici ha aggiunto inoltre che "non sono previsti miglioramenti nel mercato del lavoro".

La crisi sta avendo in Europa un forte impatto sociale e "preoccupa soprattutto la disoccupazione giovanile così elevata, uno spreco enorme di talenti che l'Europa non può permettersi".

"L'Italia è uno dei Paesi maggiormente impegnati a sostenere il metodo comunitario, siamo dello stesso avviso:l'Europa va costruita sulla base del metodo comunitario,non possiamo fare affidamento esclusivo ai direttori a due o più Paesi". Ha detto il vicepresidente della Commissione Ue.
 
prima di allegare l'articolo del NYT

voglio ricordare che
qualcuno disse:"ne usciremo meglio degli altri"


http://www.investireoggi.it/forum/p...e-ne-usciremo-meglio-degli-altri-vt47426.html


a me non pare che se usciremo dall'euro
lo faremo0 meglio degli altri

è un vero disastro

e ringranziamo Berlusconi per aver raddoppiato il debito lasciato da Craxi
guardatevi tutto il viedeo ... vengono sciornati una serie di numeri nei quali è evidente che berlusconi e un gran ballista e ci ha imbrogliato tutti

a lui bastavano le sue feste con bambine e gli aerei
tutto a spese nostre

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=_830Sz1S5_A&feature=related]Debito pubblico? i governi Berlusconi sono i maggiori responsabili (Oscar Giannino, Set2011) - YouTube[/ame]
 
Economia Italia, Hot News
Il debito italiano e la crisi. Capiamone di più

La montagna del debito pubblico italiano mette a rischio fiducia dei mercati

21-11-2011, ore 11:05 - Commenta la notizia
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A QUANTO AMMONTA IL NOSTRO DEBITO, COSA E’ E CHI LO DETIENE – Alla fine del mese di giugno del 2011, il debito pubblico italiano risultava ammontare complessivamente a 1901 miliardi di euro, secondo le stime diramate dalla Banca d’Italia. Tuttavia, alla fine di settembre, esso risultava essere sceso in valore assoluto di qualche miliardo, appena sotto la soglia dei 1900 miliardi. Se consideriamo che il nostro pil alla fine del 2011 dovrebbe ammontare intorno ai 1600 miliardi di euro, ciò significa che il rapporto tra il nostro debito e il pil sarà a fine anno di circa il 119%. Detto in altri termini, ciò significa che l’indebitamento pubblico è superiore all’intera ricchezza che l’Italia produce in un anno. Se, per ipotesi, per un anno rinunciassimo a tutta la ricchezza che abbiamo prodotto (profitti, interessi, salari, stipendi, pensioni, etc.), ciò non basterebbe a ripagare tutto quanto il debito accumulato.
Tuttavia, molti economisti considerano il rapporto debito pubblico Pil una misura inconsueta e distorta della visione del grado di indebitamento di un Paese, in quanto il debito è un valore di stock, mentre il pil è una variabile di flusso. In parole povere, tale rapporto avverrebbe tra un valore di tipo “patrimoniale” e uno di reddito, mentre sarebbe più appropriato rapportare il debito alla ricchezza patrimoniale netta detenuta da un Paese, costituita dal suo patrimonio pubblico e privato.
Da questo punto di vista, l’Italia avrebbe un rapporto invidiabile agli altri stati, grazie alla notevole ricchezza privata accumulata dalle famiglie e dalle imprese, pari a 5,5 volte il nostro pil, a cui si dovrebbe aggiungere la ricchezza dei beni pubblici, valutati intorno a 1,5 volte il pil.
In totale, avremmo una ricchezza complessiva pari a circa 7 volte il nostro pil, per un debito pari a 1,19 volte il pil annuo. Una situazione per nulla drammatica.


COSA E’ IL DEBITO PUBBLICO: VEDIAMOCI CHIARO

Soffermiamoci ora su cos’è il debito pubblico. Esso è dato dai debiti accumulati negli anni dallo stato, compresi gli enti locali. A loro volta, essi sono dati dalla differenza tra ciò che lo stato è riuscito a incassare e ciò che ha speso. Tale differenza si chiama deficit e la somma dei deficit è il debito pubblico.
Lo stato salda la differenza, indebitandosi, ossia emettendo titoli del debito, di varia durata (BoT, BTp, CcT, etc.). Ma chi sono i possessori dei titoli del debito? Stando ai dati di fine giugno, il 56,4% di loro risulta essere italiano, mentre il 43,6% è straniero. Andando, invece, a studiare la tipologia dei possessori, si scopre che solo il 12,7% di questi sono famiglie, mentre per il resto si tratta di investitori istituzionali e, in particolare, i soggetti istituzionali italiani possiedono una quota di debito uguale a quella posseduta dai soggetti istituzionali stranieri. La Banca d’Italia possiede il 3,6% del nostro debito, le banche commerciali italiane il 26,2%, assicurazioni e fondi italiani il 13,8%, banche straniere il 10,8%, fondi stranieri il 32,8%.

GLOSSARIO DELLA CRISI. PARLIAMO DI SPREAD E MERCATO SECONDARIO

In queste settimane drammatiche della crisi sui mercati finanziari e dei titoli di stato, si è soliti fare molta confusione su alcuni concetti base, che vanno chiariti. Lo spread Btp Bund, ossia il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi, per ciascuna scadenza uguale (i Bund tedeschi si prendono a riferimento, perchè fungono da benchmark per il mercato, essendo quelli con rendimento più basso e la valutazione migliore delle agenzie di rating), le cui oscillazioni seguiamo ogni giorno con attenzione, riguarda l’andamento del mercato secondario dei bond governativi. Si tratta, cioè, non dei rendimenti e dei differenziali dei titoli emessi all’asta dal Tesoro, bensì di quelli che si registrano sul mercato, in seguito alle contrattazioni “tra privati”. In sostanza, chi compra, ad esempio, un BTp a dieci anni, il giorno stesso può rivenderlo sul mercato “secondario” e lì, sulla base della legge della domanda e dell’offerta, esso renderà di più (titolo perde valore) o di meno (titolo acquista valore).
Ovviamente, i rendimenti del mercato secondario e quelli alle aste sono legati nel medio termine, come dimostrano anche i risultati degli ultimi collocamenti di titoli da parte del Tesoro. Ciò è dovuto al fatto che il secondario generalmente registra con maggiore immediatezza la maggiore fiducia o sfiducia dei mercati, ma col tempo il dato si trasmette anche al mercato primario. Inoltre, per una questione di arbitraggio, se i rendimenti dei titoli fossero molto diversi tra i due mercati, converrebbe comprare laddove il titoli vale meno e rende di più, con ciò tendendo ad annullare le divergenze.


IL PERCHE’ DELLA CRISI DI FIDUCIA E QUALI POSSIBILI RIMEDI

Da mesi, i titoli di stato italiani sono sotto attacco, dopo quelli della Grecia, di Portogallo e Spagna, causando ciò un aumento dei rendimenti sia sul mercato primario che sul secondario, come frutto di un forte disinvestimento da parte degli operatori del mercato. A cosa è dovuta tale sfiducia?
Il fatto è che con la crisi del 2008-2009, tutti i governi hanno mediamente aumentato la spesa pubblica e registrato un calo delle entrate, per effetto della recessione. Ciò ha creato un aumento dell’indebitamento complessivo, con una maggiore offerta di titoli sui mercati dei bond, mentre la domanda, nel migliore dei casi, è rimasta immutata. Questo dato ha indotto gli investitori a “scremare” più di prima i bond su cui investire, preferendo puntare per i propri investimenti in titoli considerati più sicuri, sulla base del minore indebitamento e di migliori fondamentali economici (crescita, rapporto debito/pil, deficit/pil).
Ora, l’Italia ha un rapporto tra debito e pil sostanzialmente simile da circa venti anni e, pertanto, il timore di un default non è affatto giustificato, perchè il nostro Paese ha già dimostrato di essere in grado di gestire una tale situazione. Ma quello che si chiedono i mercati è: per quanto tempo, un Paese che non cresce e che mostra una tendenza al declino da un punto di vista delle prospettive di crescita, occupazione e investimenti, potrà continuare a sostenere un debito così alto? Ciò, in particolare, osservando la tendenza italiana a non riformare mai i meccanismi di spesa e a non porre rimedio alle gravi inefficienze pubbliche, che sono alla base della generazione continua di nuovo debito.
Per questo, soprattutto le banche straniere hanno iniziato a vendere titoli italiani, che si sono così deprezzati, rendendo di più. C’è poi la questione speculativa, ossia le banche (francesi e Goldman Sachs, in testa) hanno puntato a vendere i nostri bond, con la speranza che perdendo questi molto valore, potranno riacquistarli in seguito a prezzi molto più bassi, realizzando guadagni capitale notevoli e appropriandosi di una grossa fetta del debito italiano (per potere influenzare così di più il nostro governo?).


RAPPORTO DEBITO PUBBLICO PIL: DA COSA DIPENDE

Ad ogni modo, il rapporto tra debito e pil dipende da tre fattori essenziali: deficit fiscale, crescita del pil e inflazione. Tale rapporto cresce sulla base di questa equazione: deficit fiscale (in rapporto al livello di debito) – crescita del pil reale + tasso inflazione.
Non potendo puntare per ovvie ragioni sulla crescita dell’inflazione (oltre che deleterio, la politica monetaria è nelle mani della BCE), quindi, rinunciando alla cosiddetta monetizzazione del debito, le uniche due cose che il governo italiano dovrà fare per i prossimi anni saranno il contenimento del deficit di bilancio, con l’obiettivo di raggiungere il pareggio e l’adozione di politiche per la crescita.
Così facendo, come ci chiedono UE e BCE, l’Italia non genererebbe più alcun aumento del debito in valore sia assoluto che percentuale (il deficit sarebbe zero), e la maggiore crescita del pil ridurrebbe il peso dell’indebitamento in termini percentuali. Per questo, l’Europa ci chiede di puntare su misure di austerità fiscale da un lato e su liberalizzazioni, flessibilità del lavoro e riduzione delle burocrazie dall’altro. A parità di spesa pubblica, infatti, queste ultime misure consentono all’economia di meglio raggiungere il proprio potenziale, ossia di crescere di più.


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la politica italiana deruba i cittadini e li sfrutta imponendo loro la povertà

Befera percepisce uno stipendio TRIPLO rispetto al Presidente degli Stati Uniti


L'AD di EQUITALIA guadagna 456.733 Euro all'ANNO!!!
FACCIAMO GIRARE L'ENNESIMA VERGOGNA ITALIANA... Attilio Befera, Amministratore Delegato di "Agenzia delle Entrate Equitalia" - 456.733 Euro di stipendio annuo (fonte Agenzia delle Entrate) - QUANTO SPENDE LO STATO PER PAGARE I DIRIGENTI DELL'AGENZIA CHE ROVINA FAMIGLIE E AZIENDE??? QUANTE NE DEVONO ROVINARE PER PAGARE STIPENDI COME QUESTO AI DIRIGENTI???di: Cose che nessuno ti dirà di nocensura.com
 
i nostri politicastri hanno bisogno di soldi per poter vivere ancora molto da nababbi sulle spalle dei nostri figli e nopoti?

E l'Fmi prepara una cura
da 600 miliardi per l'Italia
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Trattative tra Lagarde e Roma: se la situazione peggiora un prestito per dare a Monti 18 mesi di tempo per le riforme
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http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/finestrasullamerica/grubrica.asp?ID_blog=43&ID_articolo=2264
 
Sempre lo stesso brodo. Suvvia troppo comodo dare le colpe ad una persona e basta. Solo perchè così si nasconde "il resto".

Pensiamo che solo i parlamentari con vitalizi oltre i 90mila euro pagheranno il contributo solidarietà. Ergo la pagheranno solo 412 su 2238 vitalizi.
 
Sempre lo stesso brodo. Suvvia troppo comodo dare le colpe ad una persona e basta. Solo perchè così si nasconde "il resto".

Pensiamo che solo i parlamentari con vitalizi oltre i 90mila euro pagheranno il contributo solidarietà. Ergo la pagheranno solo 412 su 2238 vitalizi.
però con lui il debito è raddoppiato

anche solo il costo sei superaerei blu

tanto che Monti quando si è visto l'aereo enorme per il Premier
ha deciso di chiederne uno più piccolo e a minor costo

cmque queste sembrano le misure che Monti adotterà per salvare l?italia dal default imminiente

Però spero che mettano fine a questa ruberia generalizzata per mano dei politici
che pare percepiscano addirittuta 2 vitaliazi [UNo è troppo poco per i ladroni]
Insomma o UN vitaliazio oppure l'indennità parlamentare/regionale a scelta...!!!

i sacrifici li dobbiamo fare sempre noi e Loro rubano a 4 dentiere!
SuperIci, Iva e una patrimoniale-choc Ecco la stangata "impressionante" di Monti

Dentro al pacchetto del governo ci dovrebbero essere il ritorno dell’Ici progressiva con la rivalutazione delle rendite catastali (una patrimoniale mascherata che porterebbe in cassa 5 miliardi); l’aumento dell’Iva ordinaria (che vale dai 6 agli 8 miliardi); un più rapido innalzamento dell’età pensionabile; blocco dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione; una stretta all’evasione fiscale abbassando l’utilizzo del contante a 300-500 euro
http://www.ilgiornale.it/interni/su...-11-2011/articolo-id=559247-page=0-comments=1
 
la politica italiana deruba i cittadini e li sfrutta imponendo loro la povertà

Befera percepisce uno stipendio TRIPLO rispetto al Presidente degli Stati Uniti


L'AD di EQUITALIA guadagna 456.733 Euro all'ANNO!!!
FACCIAMO GIRARE L'ENNESIMA VERGOGNA ITALIANA... Attilio Befera, Amministratore Delegato di "Agenzia delle Entrate Equitalia" - 456.733 Euro di stipendio annuo (fonte Agenzia delle Entrate) - QUANTO SPENDE LO STATO PER PAGARE I DIRIGENTI DELL'AGENZIA CHE ROVINA FAMIGLIE E AZIENDE??? QUANTE NE DEVONO ROVINARE PER PAGARE STIPENDI COME QUESTO AI DIRIGENTI???di: Cose che nessuno ti dirà di nocensura.com

[ame=http://www.youtube.com/watch?v=E3bKWDQvhnw&feature=mfu_in_order&list=UL]Gianni Dragoni e gli stipendi dei manager - di Redazione - settima puntata - Servizio Pubblico - YouTube[/ame]
 

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