Banca Pop Italiana (BPI) LEGA NORD LADRONA ED IMBROGLIONA?

tontolina

Forumer storico
B.Antonveneta: soldi alla Lega, i pm accelerano (Repubblica)

ROMA (MF-DJ)--C'e' un flusso di denaro che dalla B.P.Italiana finisce nelle casse di esponenti della Lega Nord. E' quanto scrive La Repubblica, spiegando che questo flusso, individuato nelle scorse settimane dai pm milanesi Francesco Greco, Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, e' contestato negli ultimi interrogatori a Gianpiero Fiorani e Gianfranco Boni nell'ambito della scalata a B.Antonveneta. Due sono gli uomini attorno a cui si snodava il rapporto tra la banca e il Carroccio: il ministro delle Riforme Roberto Calderoli e il segretario della Lega Nord lombarda Giancarlo Giorgetti. La Procura, prosegue il quotidiano, sta cercando di ricostruire nel dettaglio il canale attraverso cui si faceva arrivare a destinazione il denaro e soprattutto le causali di questi pagamenti. red/ren (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. January 10, 2006 03:37 ET (08:37 GMT)



certo che Fiorani sapeva come farsi gli amici
tutti hanno un prezzo
anche il grassoccio del carroccio?
 
Bancopoli/ Soldi ai politici, il Carroccio nel mirino
Martedí 10.01.2006 09:25

Al centro dell'ultimo capitolo del controverso legame tra la Banca Popolare Italiana e la politica c'è un flusso di denaro che finisce nelle casse di esponenti della Lega Nord. Questo flusso, individuato nelle scorse settimane dai magistrati milanesi Francesco Greco, Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, è stato contestato negli ultimi interrogatori a Gianpiero Fiorani e Gianfranco Boni ed è attualmente in attesa di riscontri da parte degli uomini della Guardia di finanza.

Secondo quanto riportato dal quotidiano la Repubblica, due sono gli uomini attorno a cui si snodava il rapporto tra la banca e il partito. Il primo risponde al nome di Roberto Calderoli, ministro alle Riforme. Il secondo è una new entry assoluta: Giancarlo Giorgetti, giovane rampante purosangue padano, parlamentare e attivissimo segretario della Lega Nord lombarda, considerato l'uomo più vicino a Umberto Bossi. A lui sarebbero finiti, secondo una o più testimonianze, parecchi quattrini. La Procura sta cercando di ricostruire nel dettaglio il canale attraverso cui si faceva arrivare a destinazione il denaro e soprattutto le causali di questi pagamenti. In particolare interessa capire se questi soldi venissero prelevati dalla disponibilità della banca oppure dai conti personali di Fiorani e Boni. Questi conti vengono scandagliati in queste ore alla ricerca di riscontri.
Per capire il ruolo di Giorgetti in questa vicenda, bisogna però partire da quello di Calderoli. Che negli anni si era affermato come un interlocutore stabile di Gianpiero Fiorani. Era il suo uomo all'interno della Lega Nord e della maggioranza di governo. Un incarico che gli permette di chiedere e ottenere favori a ripetizione per sé e per la compagna, non accontentandosi di finanziamenti e fidi e pretendendo soldi contanti. Una condizione di privilegiato che viene compromessa all'improvviso quando appare sulla scena, appunto, Giancarlo Giorgetti. L'occasione per il cambio di cavallo da parte di Fiorani è il salvataggio di Credieuronord, la banca leghista sull'orlo della bancarotta.

Il momento della crisi tra Calderoli e Fiorani è stato raccontato alla procura da un testimone: Donato Patrini, ex manager della Bpi. Calderoli "ha chiesto due favori: una casa a Lodi in affitto o acquisto (incaricai di trovare la casa al geometra Negri di Bpl Real Estate); e un affidamento di 800mila euro garantito da ipoteca a favore dell'azienda della sua nuova compagna che era in difficoltà con Unicredit. Mi rivolsi a Fiorani mandandogli una relazione scritta ma lui non volle portare avanti la cosa e Mondani, suo segretario, mi disse che i rapporti con la Lega ormai erano tenuti con Giorgetti divenuto intimo di Fiorani".
Ma l'indagine sui soldi ai politici va avanti anche su altri fronti. In particolare Fiorani avrebbe raccontato ai magistrati di aver pagato anche altri esponenti italiani per poter contare sul loro appoggio nelle varie "battaglie" condotte dalla banca, attività, per dirla con le parole dello stesso Fiorani, di lobbismo puro.

Capitolo per ora solamente affine, quello relativo ai soldi presi da Giovanni Consorte, ex numero uno di Unipol. Ieri è spuntato un terzo bonifico (dal valore di 600mila euro) in suo favore disposto dall'agente finanziario Bruno Bertagnoli. L'uomo, accompagnato dal suo legale, Antonella Augimeri, ha raccontato nei dettagli lo scambio di azioni Unipol-Bpi ordinatogli da Boni. Parte dell'enorme plusvalenza realizzata con quell'operazione fu girata a Consorte su due conti cifrati, con due bonifici, per un totale di quasi 2 milioni e mezzo, estero su estero, alla banca Ubs di Montecarlo. Adesso quei due conti cifrati sono in mano alla Procura che nei prossimi giorni andrà ad analizzarli.



http://canali.libero.it/affaritaliani/finanza/fioranileganord.html
 
B.Antonveneta: ispettori ministero in Procura Milano

MILANO (MF-DJ)--Gli ispettori del Ministero di Giustizia sono arrivati questa mattina in Procura a Milano. La decisione da parte del Ministro Castelli di inviare gli ispettori a Milano e' seguita alla fuga di notizie sulle intercettazioni telefoniche che coinvolgono alcuni parlamentari nella vicenda delle scalate Antonveneta e Bnl. mcn/ds (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. January 11, 2006 04:10 ET (09:10 GMT)

il vero guaio è che ci sta pure Calderoli che vuole i danè...e subito il ministro Borderline si da da fare
se non fosse ministro di grazia ed ingiustizia sarebbe pure simpatico :ciao:
 
Antonveneta/ Bossi: mai aiuti e soldi alla Lega dalla Banca Popolare di Lodi
Mercoledí 11.01.2006 10:19

Unipol/ La direzione Ds verso l'ok compatto al documento di Fassino

Sondaggio Apcom–Ipsos/ Per sei italiani su dieci gli scandali legati alle scalate bancarie riguardano il mondo politico e il mondo finanziario con identiche responsabilità

Sono arrivati in procura a Milano gli ispettori inviati dal ministro della Giustizia, Roberto Castelli, per effettuare alcune verifiche in merito alla fuga di notizie avvenuta nei giorni scorsi con la pubblicazione su Il Giornale delle conversazioni intercettate, ma mai trascritte, tra Giovanni Consorte e il segretario dei Ds Piero Fassino.

La scalata a Telecom Italia nel mirino dei pm. Tutti i dettagli

Unipol/ Stefanini: continuare a crescere anche con Mps. Nessuna iniziativa contro Consorte

Bnl/ E' ufficiale: la Banca d'Italia ha bocciato l'opa lanciata da Unipol. Lo speciale di Affari
Poche parole, secche e precise, con le quali il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, nega qualsiasi coinvolgimento nell'inchiesta sulla scalata all'Antonveneta. "Smentisco di conoscere alcun dirigente della Banca Popolare di Lodi. E smentisco che la dirigenza della Banca Popolare di Lodi abbia mai aiutato la Lega Nord in qualsiasi modo, tantomeno con i soldi". Così il Senatur, attraverso un comunicato reso noto dall'ufficio stampa del Carroccio, in merito a notizie di stampa secondo le quali avrebbe avuto cento milioni di lire dall'istituto di credito lodigiano.

Secondo quanto scritto dal quotidiano la Repubblica, anche il nome di Umberto Bossi, segretario federale e leader della Lega Nord, entra nei verbali dell'indagine Antonveneta. Ieri, mentre i magistrati delle Procure di Milano e di Roma che conducono le inchieste sul risiko delle scalate bancarie dei mesi scorsi si incontrano, si scambiano informazioni e stendono progetti comuni, in una stanza accanto a quella del vertice viene interrogato di nuovo uno dei collaboratori più stretti di Gianpiero Fiorani, l'ex presidente di Bpi. Ed è nel corso di questo interrogatorio che viene messo nero su bianco l'episodio che fa compiere un nuovo passo avanti alle indagini sulle protezioni politiche di Fiorani e della sua banca.

Al Senatur sarebbe stata versata una cifra tutt'altro che astronomica: circa cento milioni di vecchie lire, pagate in contanti. Cifra modesta ma linfa preziosa per le casse della Lega nel periodo in cui il Carroccio - relegato all'opposizione - versava in una crisi di liquidità quasi drammatica. A parlarne ai magistrati è Donato Patrini, il funzionario di Bpl che gestiva una serie di contatti politici per conto di Fiorani.

Nei mesi scorsi, interrogato in gran segreto, Patrini aveva indicato una serie di nomi di beneficiari della generosità della banca lodigiana: dai deputati Luigi Grillo e Ivo Tarolli, al sottosegretario alle Riforme Aldo Brancher (Forza Italia), fino al ministro per le Riforme Roberto Calderoli, leghista. Che la Lega Nord fosse particolarmente cara a Fiorani lo aveva confermato anche la comparsa, negli ultimi verbali del banchiere in carcere, anche del nome di Giancarlo Giorgetti, segretario della Lega in Lombardia. Nei vecchi verbali di Patrini, il nome di Bossi era rimasto sullo sfondo, citato in qualche passaggio ma non come diretto percettore di finanziamenti. Ieri Patrini viene convocato, interrogato di nuovo: e parla dei soldi per Bossi. In contemporanea, in un'altra stanza, viene interrogato a sorpresa anche il segretario di Fiorani, Rosario Mondani. "Stiamo facendo una serie di controlli incrociati", spiega uno dei pm lasciando la Procura.

Che il tema dei finanziamenti ai politici stia - al di là dell'understatement ufficiale - abbastanza a cuore alla Procura lo conferma anche la scelta di interrogare d'urgenza Patrini e Mondani in una giornata già densa di altri impegni. Su tutti il summit con i magistrati romani del dopo-Toro. L'incontro - che ha avuto un preambolo cordiale nella notte di lunedì quando i magistrati e investigatori si sono ritrovati a cena - è durato quasi tutta la mattina. Moltissimi gli argomenti trattati: dalle scalate ad Antonveneta e a Bnl fino alle imprese di Ricucci, in particolare la scalata su Rizzoli-Corriere della Sera e gli intrecci di interessi, immobili e quattrini con l'ex presidente di Confcommercio Sergio Billé. Un capitolo a parte, sul quale si è insistito molto, quello della vigilanza di Banca d'Italia.

I timori di uno scontro tra le procure, come voleva un antico schema fisso che negli anni ha visto contrapposti magistrati romani a quelli milanesi, sono stati chiaramente smentiti dalle parole degli stessi pm ancor più che dalla cena della notte precedente: "Ci siamo visti - hanno spiegato un po' tutti i protagonisti dell'incontro - per razionalizzare al massimo il nostro lavoro, ci siamo scambiati punti di vista, idee e documenti". Né sono stati prospettati gli annunciati e temutissimi conflitti di competenza: "Lavoreremo per condurre un'indagine comune".

A differenza di quanto sostenuto da alcune indiscrezioni, magistrati milanesi e romani non avrebbero parlato del filone Telecom dell'inchiesta. Filone per il quale, tuttavia, rimane vivo l'interesse. Nelle prossime settimane gli investigatori tenteranno di ricostruire l'intera vicenda: dalla scalata iniziale della Bell (guidata da quelli che Massimo D'Alema definì "capitani coraggiosi", Colaninno, Gnutti e Consorte) fino alle vicende successive, al proliferare di operazioni sospette che passano da paradisi off-shore fino all'uscita di scena dei raider bresciani e all'arrivo di Tronchetti Provera. Di questi intrecci, quelli emersi sino ad ora - i 48 milioni di euro incassati da Consorte e Sacchetti all'estero - sarebbero solamente una piccola parte.



http://canali.libero.it/affaritaliani/finanza/Bossicentomilioni.html
 
Lunedì 16 Gennaio 2006, 10:17
BPI: Ubs alza il prezzo obiettivo a 4,7 euro


Quotazioni

UBS AG
UBSN.VX
133.40
-0.82%



MIB 30 Migliori & Peggiori

Per gli analisti di Ubs (Virt-X: UBSN.VX - notizie) il titolo della Banca Popolare Italiana può valere fino a 4,70 euro dai precedenti 4,30 euro. Merito di quella speculazione che vuole l'istituto finito nell'occhio del ciclone quest'estate per l'accoppiata Fazio-Fiorani preda. Ebbene secondo questi esperti, che confermano il consiglio di acquisto della banca nella nota uscita oggi e raccolta da Finanza.com, Bpi è un possibile candidato nella giostra dell'M&A data la sua struttura azionaria e lo spazio ancora per un taglio dei costi. In particolare "in uno scenario M&A BPI potrebbe essere valere nel peggior dei casi 4,7 euro assumendo un risparmio dei costi base esistenti del 9%", spiegano gli analisti. "Secondo noi BPI merita un premio nella valutazione, un opzione embedded per lo scenario M&A non ancora prezzato". Gli esperti di Ubs hanno anche rivisto leggermente al rialzo le stime di EPS 2005 e 2006 di circa il 3% e il 4%.
Per ulteriori informazioni visita il sito di Finanza.com
http://it.biz.yahoo.com/16012006/57/bpi-ubs-alza-prezzo-obiettivo-4-7-euro.html

ma questi signori non si sono accorti che la BPI quota il doppio? :rolleyes:
 
B.P.Italiana:Fiorani,pagato politici per salvare Fazio (Rep)

ROMA (MF-DJ)--I "prestiti allegri" di B.P.Italiana "furono il prezzo per comprare alcuni politici e metterli al servizio della causa cruciale: il salvataggio di Antonio Fazio". Sarebbe questo, secondo quanto rivela Repubblica, uno dei passaggi dei numerosi interrogatori sostenuti da Gianpiero Fiorani, ex a.d. di B.P.Italiana, nel carcere milanese di San Vittore. I politici chiamati in causa da Fiorani sarebbero il ministro per le Riforme, Roberto Calderoli, ed il suo vice, Aldo Brancher; due nomi che, scrive Repubblica, sarebbero gia' iscritti nel registro degli indagati della Procura di Milano, nonostante le smentite di quest'ultima. Fiorani avrebbe anche rivelato che l'acquisto di Credieuronord faceva parte dell'accordo per dare sostegno a Fazio. red/bac (END) Dow Jones Newswires Copyright (c) 2006 MF-Dow Jones News Srl. February 10, 2006 03:01 ET (08:01 GMT)
 

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