JOACKIN
joakin
- 23:34 26/04/09
- Il buon senso dice che l'istinto di affondare 40 volte il coltello nel tuo fratellino di sei anni e un centinaio di volte in tua madre che si difende non c'entra con lo studiare filosofia e lo studiare e laurearsi non cura questi istinti
A riprova i peggiori assassini della storia come Hitler, Stalin e Mao erano lettori voraci e tipi "intellettuali"
Nel caso di Hitler scrisse un best-seller nel 1923 in prigione quando non era ancora nessuno infarcito di storia e filosofia, maldigerita e mediocre fin che vuoi, ma che denota la lettura di parecchi libri. In precedenza la sua aspirazione giovanile era stata l'arte, candidato respinto all'accademia di vienna aveva vagato come bozzettista e pittore mediocre prima della guerra negli ambienti boeheme-artistici di Monaco. Una volta diventato un famoso leader passava intere giornate a leggere romanzi, aveva la passione di Wagner, si interessava sistematicamente di architettura (in modo dilettantesco ma che sfogava gli interessi artistici di gioventù) ed è noto che ha insistito per non bombardare Parigi, Rome a Firenze
Stalin era un vero intellettuale, molto bravo a scuola, al confino studiava e scriveva molto e una volta acquisito il potere passava giornate a leggere di tutto specialmente filosofia, storia e teatro. La sua biblioteca era enorme e viveva circondato da libri, scriveva saggi brevi su ogni questione artistica e a volte con una certa competenza, incontrava gli intellettuali dell'epoca spesso fino a metà anni '30 (poi ha ammazzato anche loro. Per dettagli vedi Seban Montefiore il più noto biografo di Stalin). Lenin o come noto era anche più studioso ed è tuttora considerato un pensatore, al confino studiava solo, però una volta avuto il potere invocava la fame di massa nelle campagne per stroncare i contadini e ha lasciato centinaia di lettere e comunicati che invocano lo sterminio di questi e quelli e ha inventato il termine il terrore rosso.
Mao, che come è ormai stabilito è responsabile della morte di almeno 70 milioni di cinesi ed ha promosso sistermaticamente la tortura in pubblico come strumento di affermazione personale e politica fin dall'inizio della sua carriera, scriveva poesie e passava il tempo a leggere di tutto, viveva in mezzo ai libri. Durante la Lunga Marcia lo portavano su una specie di baldacchino e lui leggeva romanzi e testi di filosofia mentre gli altri marciavano. Una volta capo del partito, non usciva mai di casa, quando non era impegnato in intrighi, viveva immerso nei libri e leggeva letteratura, filosofia e storia sia occidentali che cinesi. Poi però incitava a uccidere sempre torturando in pubblico perchè diceva che era più efficace
Gente che aveva i suoi difetti insomma, ma per la cultura bisogna lasciarli stare, erano più istruiti di molti di quelli che sterminavano. In generale la maggioranza dei nazisti e comunisti erano dei mezzi intellettuali, degli intellettuali mediocri se vuoi, ma gente completamente estranea al mondo della tecnica e degli affari e infarcita invece di idelogia ricavata da nutrite letture di filosofia e storia (maldigerite)
Forse per gli assassini congeniti lavorare invece a produrre qualcosa, in un orto, alla macchina da cucire, in un laboratorio, qualcosa di concreto, tangibile e faticoso sarebbe più salutare e comunque compenserebbe un poco del loro costo (sui 40 mila euro l'anno)