Finmeccanica (FNC) LEONARDO

tontolina

Forumer storico
da https://www.investireoggi.it/finanza-borsa/quotazioni-FNC

il risultato netto ordinario è pari a 272 milioni di euro, in calo del 20,7% rispetto ai primi nove mesi del 2016 per effetto, oltre che dell’andamento dell’Ebita, della maggior incidenza di oneri non ricorrenti e per ristrutturazioni oltre che di maggiori oneri finanziari. L’indebitamento netto di Gruppo è pari a 4 miliardi euro, contro i 3,89 di 12 mesi prima.
 
da https://www.investireoggi.it/finanza-borsa/quotazioni-FNC

il risultato netto ordinario è pari a 272 milioni di euro, in calo del 20,7% rispetto ai primi nove mesi del 2016 per effetto, oltre che dell’andamento dell’Ebita, della maggior incidenza di oneri non ricorrenti e per ristrutturazioni oltre che di maggiori oneri finanziari. L’indebitamento netto di Gruppo è pari a 4 miliardi euro, contro i 3,89 di 12 mesi prima.

questo classico balletto prima di rimabalzetto (non si vende),,poi salitone alla prima news +, film visto 4 volte su fca, ,,, entro fine anno ne riparliamo quanto vale
 
LEONARDO
AZIONI ITALIA
10,1400
-3,80

allora? altri titoli arrivano a MENO 20............alla faccia del cacio cavallo
 
nozze fra Airbus Space e Thales Alenia Space?
Spazio, il piano di Macron per la leadership Ue: 3,6 miliardi e fusione Airbus-Thales. Italia ha due strade per non essere ridimensionata - Il Fatto Quotidiano


Spazio, il piano di Macron per la leadership Ue: 3,6 miliardi e fusione Airbus-Thales. Italia ha due strade per non essere ridimensionata
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Parigi vuole mettere le mani sull'industria spaziale europea, "una delle più competitive al mondo" e con "un potenziale ancora inesplorato". In gioco ci sono miliardi di euro e il controllo dei cieli. Per questo il capo dell'Eliseo sogna la creazione di un campione “spaziale”, ma dovrà fare i conti con Leonardo che ha diritto di veto su operazioni straordinarie

di Fiorina Capozzi | 28 Luglio 2019


L’industria spaziale europea è in crescita. E la Francia si prepara a fare la parte del leone nonostante l’Italia abbia un ruolo di primo piano nel settore attraverso Leonardo. Non è un caso infatti che a settembre a Parigi nascerà un nuovo comando spaziale francese. Servirà a gestire i 3,6 miliardi di budget che il presidente Emmanuel Macron ha deciso di investire nella strategia spaziale nel periodo 2019-2025. Il comando sarà parte di un progetto ben più ambizioso in cui la Francia punta a diventare capofila dell’industria spaziale europea anche grazie ad eventuali nozze fra Airbus Space e Thales Alenia Space. Tuttavia sull’ipotetica fusione Parigi dovrà però fare i conti con Leonardo che ha diritto di veto su operazioni straordinarie sulle due joint venture franco italiane Telespazio (67% Leonardo, 33% Thales) e Thales Alenia Space (67% Thales, 33% Leonardo). Senza contare che il governo francese dovrà ottenere anche il via libera di Roma che può esercitare il golden power sulle infrastrutture strategiche.


Ma quali sono le ragioni del dinamismo francese sullo spazio? E perché il presidente Macron si spinge fino ad immaginare la fusione fra due società quotate? L’interesse di Parigi è strategico, ma anche industriale. Indirettamente le motivazioni industriali le fornisce un report di Bruxelles datato giugno 2018, dove si delineano le grandi potenzialità del comparto cui viene destinato un budget europeo da 16 miliardi nel periodo 2021-2027. “L’industria spaziale europea è una delle più competitive al mondo – spiega il report – Impiega più di 231mila persone e genera un valore aggiunto stimato fra i 53 e i 62 miliardi di euro. L’Europa fabbrica un terzo dei satelliti prodotti nel mondo”. E poi aggiunge: “Le attività spaziali dell’Unione racchiudono un potenziale ancora inesplorato che potrebbe aiutarci a rispondere all’evoluzione dei nostri bisogni in materia di sicurezza e di elaborazione delle nostre politiche”. Una visione con cui concorda anche Leonardo che nel bilancio 2018 puntualizza come “il mercato dei sistemi e servizi spaziali è stimato nel decennio 2018-2027 in un valore pari a 1.152 miliardi di euro”. Con una crescita attesa attorno all’1% per le attività manifatturiere (satelliti e sonde, sistemi di lancio ed accesso allo spazio, infrastrutture orbitanti) e dell’8% per i servizi (comunicazioni satellitari, servizi di geo-informazione, servizi di operazioni satellitari).

Se l’Italia con Leonardo è ben piazzata sul fronte servizi con la maggioranza nell’azionariato di Telespazio, la Francia è invece meglio posizionata sul fronte manifattura, non solo per la maggioranza del capitale di Thales Alenia Space, ma anche per la sua presenza nel capitale di Airbus che, nel segmento spazio, è concorrente diretta di Thales Alenia Space. Due aziende, Thales Alenia Space e Airbus Space, che assieme creerebbero un campione “spaziale” da 27 miliardi di fatturato. Ma che oggi competono per le stesse risorse pubbliche. Basti pensare che secondo quanto riferisce il giornale francese Capital dello scorso 17 luglio, Thales Alenia Space rischia di dover annunciare a settembre 450 esuberi sui siti di Toulouse e Cannes perché ha perso la commessa del Centre National d’Etudes Spatiales (CNES) finita appunto ad Airbus Space. La vicenda non è andata giù all’Eliseo che ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco davanti ai danni occupazionali di una concorrenza sostanzialmente interna alla nazione (Thales Alenia Space impiega 7500 dipendenti di cui 2.200 in Italia su quattro siti).

Se fin qui ci sono le ragioni industriali, più in profondità restano le motivazioni strategiche e militari che hanno spinto la Francia ad inaugurare una nuova politica spaziale che ha come pivot proprio Thales Alenia Space. “Tra tutti i satelliti militari attivi nel 2017, circa 150 sarebbero americani, 40 sarebbero russi e meno di 50 cinesi – spiega Giuseppe Gagliano, presidente del Centro Studi Strategici Carlo De Cristoforis – L’Europa chiude con 35 satelliti militari, di cui otto francesi, sette per ciascuno degli eserciti tedeschi, britannici e italiani, due spagnoli e quattro fatti in ambito europeo”. Segno che la strada da percorrere in Europa è ancora lunga. Tanto più che “se il budget dello spazio militare russo è di 1,5 miliardi di dollari e quella della Cina è di circa 2 miliardi, quello degli Stati Uniti arriva a circa 40 miliardi”, aggiunge l’esperto. Facile immaginare quindi che l’impegno di Bruxelles si moltiplicherà negli anni favorendo non tanto i produttori di servizi che crescono grazie alle innovazioni tecnologie (fra cui il 5G), ma soprattutto la manifattura che dipende sostanzialmente dagli investimenti pubblici. Tradotto: per chi è leader di produzione, come la Francia, significa assicurarsi al tempo stesso nuove commesse e occupazione in un settore strategico. Due ottime buone ragioni per “ridisegnare” la strategia spaziale francese attorno a Thales Alenia Space.


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INDUSTRIE MILITARI. L’italiana Leonardo si fonde con l’israeliana RADA
Maurizio Blondet 29 Giugno 2022

Pagine Esteri, 27giugno 2022Leonardo SpA è sempre più made in Israel. Il 21 giugno la società a capo del complesso miltare-industriale nazionale ha comunicato che la controllata statunitense Leonardo DRS e l’azienda israeliana RADA Electronic Industries Ltd. (leader nella fornitura di radar tattici militari e software avanzati) hanno firmato un accordo vincolante di fusione.

Nello specifico Leonardo DRS acquisirà il 100% del capitale sociale di RADA in cambio dell’assegnazione del 19,5% agli attuali azionisti della società israeliana.

Il gruppo italiano a capitale pubblico, tramite la propria controllata statunitense Leonardo Holding, continuerà a possedere l’80,5% della società combinata.

Al perfezionamento dell’operazione, previsto entro la fine del 2022, Leonardo DRS sarà quotata sia al NASDAQ che alla borsa di Tel Aviv con il simbolo DRS.

L’operazione finanziaria che darà vita ad una società dal fatturato annuo superiore ai 2,7 miliardi di dollari è stata commentata favorevolmente dal Ministero della difesa italiano. “L’accordo per la fusione di Rada in Leonardo DRS è molto positivo e rappresenta un’importante opportunità per l’industria militare italiana della Difesa”, ha dichiarato il ministro Lorenzo Guerini (Pd). “Questa notizia conferma l’eccellenza internazionale del nostro settore industriale della Difesa e sicurezza”. (1) Ancora più enfatiche le parole del management del gruppo Leonardo (ex Finmeccanica). “Siamo orgogliosi di questa nostra importante mossa strategica in un segmento importante e in rapida crescita del mercato della difesa di oggi e di domani”, ha commentato l’amministratore delegato Alessandro Profumo. “Negli ultimi anni, Leonardo ha rafforzato il posizionamento competitivo Leonardo DRS, e attraverso la combinazione con RADA fa ora un significativo passo avanti strategico, aggiungendo un solido business nelle soluzioni di difesa attive”.
Secondo il piano degli investitori la neonata società si concentrerà in quattro settori strategici: il rilevamento avanzato, le reti informatiche, la force protection, l’energia elettrica e i sistemi di propulsione, puntando in particolare allo sviluppo e produzione di sistemi di “difesa aerea” a corto raggio per contrastare gli attacchi con droni, missili, artiglierie e mortai, nonché di apparecchiature per la protezione di veicoli da combattimento. “Si prevede che la combinazione dei radar tattici di RADA e dei punti di forza di Leonardo DRS come principale fornitore di difesa mid-tier renderà la società combinata un leader nel mercato in rapida crescita della force protection”, ha spiegato l’amministratore di Leonardo DRS, William J. Lynn III, già sottosegretario alla Difesa degli Stati Uniti d’America con l’amministrazione Clinton e vicesegretario con Barack Obama. “RADA ha anche una forte complementarità con il resto del Gruppo Leonardo”, ha aggiunto William J. Lynn. “I suoi radar tattici avanzati integrano il portafoglio di sensori di Leonardo. L’operazione aggiunge inoltre una presenza domestica in Israele e supporta lo sviluppo del mercato internazionale per Leonardo, consentendo allo stesso tempo a RADA di accedere a opportunità nei mercati e programmi europei”. (2)
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Intervistato dalla testata specializzata Breaking Defense, l’ex vicesegretario Usa ha pure rilevato che la fusione DRS-RADA giunge in un momento storico cruciale che non potrà non avere effetti sulla domanda mondiale di sistemi anti-drone e anti-missile. “Il conflitto in Ucraina ha mostrato la vulnerabilità delle forze armate agli attacchi dei velivoli senza pilota e ha evidenziato la necessità di sistemi di protezione moderni ed efficienti”, ha dichiarato William J. Lynn III. “Ciò non sta solo accelerando le richieste degli Stati Uniti di questi sistemi, ma sta anche spingendo i paesi europei, che sono vicini a quest’area di guerra, ad acquistare sempre più numerosi assetti per la difesa delle proprie forze. Oltre all’odierno conflitto in Europa, la lotta al terrorismo e contro le minacce di Cina, Russia ed altri paesi, faranno accrescere la domanda di tecnologie avanzate prodotte dalla Compagnia Combinata”. (3)
Fondata nel 1970, RADA Electronic Industries Ltd. ha il quartier generale nella città di Netanya, nel Distretto Centrale, a una trentina di km a nord di Tel Aviv. In Israele occupa più di 250 dipendenti e possiede anche un centro di ricerca nell’High-Tech Park di Beer’Sheva (Negev) e uno stabilimento nella città settentrionale di Beit She’an. Il gruppo vanta consiglieri d’amministrazione e manager con lunga esperienza nelle forze armate israeliane e nelle maggiori aziende del comparto bellico internazionale.


Presidente del Cda è Yossi Ben Shalom, fondatore della finanziaria DBSI investments ed ex responsabile di Europcar Israel, American Express Israel e Scopus Technologies. Nel board dei direttori di RADA compaiono poi il generale (in pensione) Guy Tzur, già comandante delle forze terrestri israeliane dal 2013 al 2016 e prima ancora comandante del Centro nazionale di addestramento dell’Esercito; l’ex generale Alon Dumanis (già a capo del Comando Materiali delle forze armate); Joseph Weiss (ex comandante della Marina, già presidente del consiglio di amministrazione di IAI – Israel Aerospace Industries Ltd., la più grande società del settore aerospaziale del paese e attualmente anche nel Cda dell’Istituto di Tecnologia “Technion” di Haifa e direttore di UVision Air Ltd., nota azienda produttrice di droni da guerra e munizioni auto esplodenti); l’ex generale Alon Dumanis (ingegnere aerospaziale già a capo del Comando Materiali dell’Aeronautica); gli ex piloti di caccia Elan Sigal e Dov Dubi Sella; Oleg Kiperman (già ingegnere dell’Israeli Air Force Weapons Control Branch); Alon Amitay (dal 1991 al 1998 project manager presso il quartier generale dell’Aeronautica israeliana e successivamente dirigente di Rafael Advanced Defense Systems Ltd.); Ilan Wittenberg (ex ufficiale del settore di intelligence, poi manager di Elbit Systems – Elisra Ltd.); Gil Schwartz (già pilota di elicotteri d’attacco anch’egli poi a servizio di Elbit Systems); Rann Marom (ex ufficiale dell’Israeli Intelligence Corps e ideatore di innovativi sistemi a pilotaggio remoto per conto di Silver Arrow, società acquistata da Elbit); Scott R. Wood (responsabile esecutivo delle controllate statunitensi di RADA, ex ufficiale della componente subacquea di US Navy ed ex manager dei colossi Lockheed Martin e Raytheon e pure di DRS Leonardo).
I sistemi e le tecnologie d’intelligence prodotti da RADA Electronic Industries vengono impiegati per la “protezione militare attiva” e delle infrastrutture critiche e per la sorveglianza delle frontiere. I radar sono montati a bordo di carri armati e veicoli tattici, aerei e unità navali “per identificare minacce, localizzare i punti di lancio e consentire il massimo tempo di risposta”, come spiega il management di RADA. L’azienda realizza anche sistemi avionici e di navigazione per i droni da guerra, mentre i software possono essere integrati con le apparecchiature di comando, controllo, comunicazioni e intelligence (C4I), o con altri radar e sensori militari. RADA Electronic Industries Ltd. ha venduto i propri sistemi di guerra alle forze armate di una trentina di paesi (in particolare all’esercito e all’aeronautica israeliana, a US Army e US Air Force, al Corpo dei Marines e alle Forze speciali Usa). “Noi operiamo a stretto contatto con le principali aziende militari mondiali come Rafael Advanced Defense Systems, Elbit Systems, Israel Aerospace Industries (IAI), Lockheed Martin, Boeing, Leonardo DRS, Rheinmetall Air Defense, ELT, Hindustan Aeronautics Ltd, Embraer, ecc.”, affermano i manager di RADA. “In campo aerospaziale stiamo fornendo i digital video recorder per i cacciabombardieri F16 e per altri velivoli dell’Israel Air Force”. (4) Nel 2021 il 72% del fatturato è stato conseguito negli USA, il 15% in Israele, l’8% in Asia e il 4% in Europa.
Molti degli affari dell’azienda israeliana sono legati ai “successi” di alcuni dei sistemi impiegati dalle forze armate di Tel Aviv nelle ultime operazioni d’attacco contro la Striscia di Gaza. RADA ha contribuito a realizzare alcune componenti chiave del sistema d’arma mobile per la “difesa antimissile” Iron Dome, sviluppato dall’holding Rafael e utilizzato per la prima volta nel marzo 2011 contro le postazioni di Hamas a Gaza. Anche il più moderno sistema anti-aereo Drone Dome di Rafael, operativo dal 2016, ospita apparecchiature e sensori RADA: il radar RPS-42, il sistema d’immagini CONTROP Precision Technologies e i sistemi rilevatori di segnali radio. (5)
Nel maggio 2021 l’azienda fusasi oggi in Leonardo DRS ha ricevuto un riconoscimento ufficiale da parte delle forze armate di Israele per i radar anti-mortaio, anti-artiglieria e anti-missile forniti nel corso di “Protective Edge” (Margine di Protezione), l’operazione militare dell’estate 2014 che costò la morte ad oltre 2.300 cittadini palestinesi, tra cui 570 bambini. “Oggi la nostra rete radar copre l’intera Striscia di Gaza, ed è pienamente operativa in tempo di pace e dimostra tutto il suo valore nel corso delle ostilità”, spiegano i manager di RADA. “I radar sono gli unici che individuano i colpi di mortaio e i missili a corto raggio lanciati contro i villaggi, le città e le basi militari israeliani, fornendo adeguati tempi di allerta e intercettazione”. (6) Recentemente i radar di RADA Electronic Industries Ltd. sono stati integrati nel sistema di “protezione attiva hard-kill” Iron Fist APS realizzati dal consorzio IMI/Elbit Systems per i nuovi veicoli corazzati da combattimento “Eitan AFV” dell’esercito israeliano.
Lo scorso anno il gruppo RADA ha firmato un accordo con l’industria militare indiana Alpha Design Technologies Pvt. Ltd. per costituire una joint venture a cui affidare la produzione e la vendita di sistemi radar nel grande paese asiatico. (7) Sono stati ampliati inoltre gli stabilimenti delle società controllate negli Stati Uniti d’America (RADA Technologies LLC, RADA Innovations LLC e RADA Sensors Inc.), tutte con sede a Germantown, Maryland. Rilevanti in termini di fatturato e portata strategica le più recenti commesse ottenute negli Usa. RADA è subcontractor del gruppo Rafael per la fornitura dei sistemi Trophy APS di “protezione attiva” da eventuali attacchi simultanei di razzi e missili, destinati ai carri armati “Abrams M1A2 ed M1A1” di US Army e del Corpo dei Marines; inoltre ha fornito i radar RPS-10 per i sistemi di “protezione” anti-missile Artis Iron Curtain e Iron Fist APS, destinati rispettivamente ai veicoli da combattimento “Stryker” e “Bradley” dell’Esercito Usa. (8) Nell’ottobre 2020 la società israeliana ha ottenuto da General Dynamics Land Systems una commessa per un radar tattico da impiegare nel sistema contraereo e anti-drone IM-SHORAD, anch’esso destinato al veicolo d’attacco “Stryker” che sarà consegnato al Pentagono entro il settembre 2025. (9)
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