FORTEBRACCIO
Forumer attivo
Sono contrario all’egemonia culturale dei delinquenti.
Per questo ogni volta che a Milano si commemora Craxi come un illuminato statista, mi presento.
In nome di Sandro Pertini, che affermava che la politica va fatta con le mani pulite.
Rispetto per i morti, per carità. Ma verità per i vivi.
E qui sta il punto.
Si vuole riprogrammare la memoria: ve ne siete accorti?
Oltre a targhe votive e intitolazioni di vie all’illuminato statista, nell’aria c’è anche una fiction Rai.
Si vuole far passare un ladro di Stato per vittima sacrificale dell’orco giustizialista.
L’operazione fa comodo a chi ha interesse ad annullare la differenza fra lecito e illecito, in nome della doppia morale e della doppia giustizia: una per gli illuminati statisti e i loro famigli, l’altra per i comuni mortali.
In gran parte ci sono riusciti, la servitù giornalistica e gli avvocati su misura in questi anni hanno lavorato bene.
Ma ricordare la verità storica, le condanne, i traffici, i privilegi, l’arricchimento e gli affari illeciti di quella “banda di gangster” della politica (definizione di Enrico Berlinguer), ha un valore in sé.
Anche perché il craxismo ha incubato il berlusconismo.
Ed è una parabola losca, ancora in divenire, che ha prodotto danni incalcolabili, anzitutto culturali, di corruzione spinta fino all’eversione, da contrastare sempre, per quel che è ancora possibile.
L’altra sera al circolo della stampa di Milano, si presentava un libretto del Cognato Paolo Pillitteri sul giovane Bettino.
Tra i relatori: Fedele Confalonieri, Bruno Tabacci, Giuliano Ferrara, Roberto Formigoni.
Attendevamo con ansia anche Mario Chiesa, ma il “mariuolo isolato” non era nella lista degli invitati.
E nemmeno Maurizio Raggio, Silvano Larini e gli altri prestanome.
In strada abbiamo diffuso un VOLANTINO soft con il curriculum giudiziario dell’ “esule” di Hammamet.
Abbiamo sondato l’umore dei convenuti con qualche intervista. E poi abbiamo fatto qualche numero con i vip.
Fedele Confalonieri ha negato ogni addebito su leggi su misura e decreti di favore con questo limpido concetto: “Ma credi che eravamo così coglioni da non saper fare le cose?!”.
Risposta: sì. In una seria democrazia a economia di mercato, certa gente non sarebbe andata molto oltre le orchestrine sulle navi da crociera.
Giulianone Ferrara, aborto del Pci, è parte di quella storia, ma di fronte alle nostre curiosità ha preferito sgusciar via: si trova più a suo agio in tv o davanti ai giovani plaudenti di Cl.
Quando gli abbiamo chiesto un commento sulla corruzione della banda Craxi, di cui era speaker, e chiarimenti su soldi presi dalla Cia e da Tanzi, il sottile dottore s’è rifugiato in ascensore, ma l’attrezzo non ha retto, la porta si è aperta e allora sulle scale, per salvarlo, s’è dovuto mettere in mezzo come guardia del corpo Filippo Facci, quel tipetto che funge da editorialista del Giornale fondato da Montanelli e diretto da Giordano.
Per evitare la rissa, ho lasciato in pace la graziosa Stefania Craxi, deputatessa forzista per merito del cognome, sempre in bilico fra l’ansia di vendetta e l’esibizione del dolore.
Il fratello Bobo, che invece ha ereditato uno strapuntino da sottosegretario, non è venuto: tra i due eredi non corre buon sangue. Poi è arrivato il turno di Bruno Tabacci, la “coscienza critica” del centrodestra di Dell’Utri Cuffaro Previti e Berlusconi.
Un vero struzzo, assai stimato, incapace di comprendere che il dovere della buona politica, come affermava Paolo Borsellino, è cacciare dai partiti e dalle istituzioni le mele marce senza dover attendere le eventuali sentenze della Cassazione.
Torneremo a interpellarlo. Di Formigoni, che dire? S’è tagliato la barba, ostenta fair play, ma quando ci vede gira la testa e affretta il passo.
Che abbia paura di fare figuracce di fronte a una domanda fuori copione?
Mi raccomando: create un’ “avanguardia colitica” (citazione da Gaber) anche nella vostra città! Diventate anche voi portatori sani del vizio della memoria e della libertà di critica!
Pieroricca.org
Per questo ogni volta che a Milano si commemora Craxi come un illuminato statista, mi presento.
In nome di Sandro Pertini, che affermava che la politica va fatta con le mani pulite.
Rispetto per i morti, per carità. Ma verità per i vivi.
E qui sta il punto.
Si vuole riprogrammare la memoria: ve ne siete accorti?
Oltre a targhe votive e intitolazioni di vie all’illuminato statista, nell’aria c’è anche una fiction Rai.
Si vuole far passare un ladro di Stato per vittima sacrificale dell’orco giustizialista.
L’operazione fa comodo a chi ha interesse ad annullare la differenza fra lecito e illecito, in nome della doppia morale e della doppia giustizia: una per gli illuminati statisti e i loro famigli, l’altra per i comuni mortali.
In gran parte ci sono riusciti, la servitù giornalistica e gli avvocati su misura in questi anni hanno lavorato bene.
Ma ricordare la verità storica, le condanne, i traffici, i privilegi, l’arricchimento e gli affari illeciti di quella “banda di gangster” della politica (definizione di Enrico Berlinguer), ha un valore in sé.
Anche perché il craxismo ha incubato il berlusconismo.
Ed è una parabola losca, ancora in divenire, che ha prodotto danni incalcolabili, anzitutto culturali, di corruzione spinta fino all’eversione, da contrastare sempre, per quel che è ancora possibile.
L’altra sera al circolo della stampa di Milano, si presentava un libretto del Cognato Paolo Pillitteri sul giovane Bettino.
Tra i relatori: Fedele Confalonieri, Bruno Tabacci, Giuliano Ferrara, Roberto Formigoni.
Attendevamo con ansia anche Mario Chiesa, ma il “mariuolo isolato” non era nella lista degli invitati.
E nemmeno Maurizio Raggio, Silvano Larini e gli altri prestanome.
In strada abbiamo diffuso un VOLANTINO soft con il curriculum giudiziario dell’ “esule” di Hammamet.
Abbiamo sondato l’umore dei convenuti con qualche intervista. E poi abbiamo fatto qualche numero con i vip.
Fedele Confalonieri ha negato ogni addebito su leggi su misura e decreti di favore con questo limpido concetto: “Ma credi che eravamo così coglioni da non saper fare le cose?!”.
Risposta: sì. In una seria democrazia a economia di mercato, certa gente non sarebbe andata molto oltre le orchestrine sulle navi da crociera.
Giulianone Ferrara, aborto del Pci, è parte di quella storia, ma di fronte alle nostre curiosità ha preferito sgusciar via: si trova più a suo agio in tv o davanti ai giovani plaudenti di Cl.
Quando gli abbiamo chiesto un commento sulla corruzione della banda Craxi, di cui era speaker, e chiarimenti su soldi presi dalla Cia e da Tanzi, il sottile dottore s’è rifugiato in ascensore, ma l’attrezzo non ha retto, la porta si è aperta e allora sulle scale, per salvarlo, s’è dovuto mettere in mezzo come guardia del corpo Filippo Facci, quel tipetto che funge da editorialista del Giornale fondato da Montanelli e diretto da Giordano.
Per evitare la rissa, ho lasciato in pace la graziosa Stefania Craxi, deputatessa forzista per merito del cognome, sempre in bilico fra l’ansia di vendetta e l’esibizione del dolore.
Il fratello Bobo, che invece ha ereditato uno strapuntino da sottosegretario, non è venuto: tra i due eredi non corre buon sangue. Poi è arrivato il turno di Bruno Tabacci, la “coscienza critica” del centrodestra di Dell’Utri Cuffaro Previti e Berlusconi.
Un vero struzzo, assai stimato, incapace di comprendere che il dovere della buona politica, come affermava Paolo Borsellino, è cacciare dai partiti e dalle istituzioni le mele marce senza dover attendere le eventuali sentenze della Cassazione.
Torneremo a interpellarlo. Di Formigoni, che dire? S’è tagliato la barba, ostenta fair play, ma quando ci vede gira la testa e affretta il passo.
Che abbia paura di fare figuracce di fronte a una domanda fuori copione?
Mi raccomando: create un’ “avanguardia colitica” (citazione da Gaber) anche nella vostra città! Diventate anche voi portatori sani del vizio della memoria e della libertà di critica!
Pieroricca.org