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L'ex ministro all'ambiente Clini arrestato per peculato
L'ex ministro all'ambiente Clini arrestato per peculato
L'ex ministro dell'Ambiente Corrado Clini è stato arrestato dalla Guardia di finanza. Nei suoi confronti, e di un imprenditore, sono stati disposti gli arresti domiciliari. Il reato ipotizzato è peculato in concorso ai danni del ministero dell'Ambiente.
L'inchiesta che ha portato all'arresto dell'ex ministro Clini è quella relativa a un finanziamento di 54 milioni destinato dal Ministero a un progetto volto alla protezione e preservazione dell'ambiente e delle risorse idriche, da realizzarsi in Iraq: in questo contesto Clini - secondo l'accusa formulata nell'indagine dei finanzieri del Nucleo speciale spesa pubblica e del Comando di Ferrara - avrebbe distratto fondi per oltre 3 milioni di euro, in concorso con l'altra persona arrestata. L'ipotesi di reato è peculato ai danni del ministero dell'Ambiente.
L'indagine è stata condotta in collaborazione con la Procura della Repubblica di Roma, il Nucleo Speciale Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza di Roma, la Procura Federale Svizzera di Lugano e la Polizia Giudiziaria Federale elvetica.
Prosegue instancabile l'occupazione di tutti gli spazi di potere da parte della piramide vincente. L'arresto di Clini, la potentissima eminenza grigia (nera) per troppi anni alla guida del Ministero dell'Ambiente, non è che l'ennesimo segnale forte e chiaro. Chi ha orecchie per intendere, intenda...
28/05/2014 ore 09.18 Due inchieste giudiziarie incrociate riguardano l'ex ministro dell'ambiente Corrado Clini. Quella della Procura di Ferrara...
Due inchieste giudiziarie incrociate riguardano l'ex ministro dell'ambiente Corrado Clini.
L'ex ministro Clini indagato anche a Roma.A Ferrara l'accusa di aver sottratto un milione su un progetto del governo in Iraq
Quella della Procura di Ferrara, che due giorni fa ha disposto gli arresti domiciliari per l'ex ministro con l'accusa di peculato e quella a Roma del pm Alberto Galanti, che ieri ha rinviato a giudizio Clini per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, con l'aggravante della transnazionalità.
La prima riguarda i finanziamenti per la riqualificazione ambientale in Iraq, la seconda i progetti in Cina e Montenegro.
Clini, spiega il gip di Ferrara nell'ordinanza, avrebbe sottratto oltre un milione di euro dai fondi del governo destinati al progetto in Iraq. Denaro finito su un conto cifrato in Svizzera, denominato 'Pesce".
Rubavano e rubano tutti, e insieme, sempre, regolarmente, scientificamente, indefessamente, su ogni grande e piccola opera, grande e piccolo evento, appalto, consulenza, incarico.
questo il titolo dell'editoriale scritto da Marco Travaglio su Fatto Quotidiano di oggi, 5 giugno. Il giornalista approfondisce il tema del giorno: il caso delle presunte tangenti pagate per gli appalti del Mose a Venezia. Travaglio comincia così il suo editoriale:
Se esistesse ancora un minimo di decenza, milioni di persone perbene - elettori, giornalisti, intellettuali, eventuali politici e imprenditori - dovrebbero leggersi l'ordinanza dei giudici di Venezia sul caso Mose e poi chiedere umilmente scusa a Beppe Grillo e ai suoi ragazzi. Anni e anni sprecati ad analizzare il suo linguaggio, a spaccare in quattro ogni sua battuta, a deplorare il suo populismo, autoritarismo, giustizialismo, a domandarsi se fosse di destra o di centro o di sinistra, a indignarsi per le sue parolacce, a scandalizzarsi per le sue espulsioni, ad argomentare sui boccoli di Casaleggio e sul colore del suo trench, a irridere le gaffes dei suoi parlamentari, a denunciare l'alleanza con l'improbabile Farage (l'abbiamo fatto anche noi, ed era giusto farlo, ma in un paese normale: dunque non in Italia). Intanto destra, sinistra e centro - quelli che parlano forbito e non hanno i boccoli - rubavano. Rubavano e rubano tutti, e insieme, sempre, regolarmente, scientificamente, indefessamente, su ogni grande e piccola opera, grande e piccolo evento, appalto, consulenza, incarico.
La "Grande Razzia" è sopravvissuta a Mani Pulite, prosegue il giornalista, mettendo in evidenza il fatto che rubare è una prerogativa della classe politica-imprenditoriale italiana.
Leggiamo:
Anzi, ogni grande e piccola opera, grande e piccolo evento, appalto, consulenza, incarico servono soltanto a far girare soldi per poterli rubare. Tutti i più vieti luoghi comuni del qualunquismo bar - sono tutti d'accordo, è tutto un magnamagna - diventano esercizi di minimalismo davanti alla Cloaca Massima che si spalanca non appena si intercetta un telefono, si pedina un vip, si interroga un imprenditore. Basta sollevare un sasso a caso per veder fuggire sorci, pantegane, blatte e bacherozzi maleodoranti con i nostri soldi in bocca, o in pancia (il Mose doveva costare 2 miliardi, ne costerà 6 e ora sappiamo perché). La Grande Razzia che ha divorato l'Italia e continua a ingoiarsene le ultime spoglie superstiti è sopravvissuta a Mani Pulite, agli scandali degli ultimi vent'anni e alla crisi finanziaria, nutrendosi dell'impunità legalizzata, dell'illegalità sdoganata e dell'ipocrisia politichese di chi vorrebbe ancora convincerci che esistono i partiti, le idee, i valori della destra, del centro e della sinistra.
Travaglio prosegue nella sua accusa citando anche l'articolo 27 della Costituzione che disciplina la presunzione di colpevolezza. Secondo il giornalista, questo articolo ha perso il suo significato.
Invece esiste soltanto una gigantesca, trasversale, post-ideologica associazione per delinquere che si avventa famelica su ogni occasione per rubare, grassare e ingrassare a spese di quei pochi fessi che ancora si ostinano a pagare le tasse. A ogni scandalo ci raccontano la favola delle mele marce, la frottola della lotta alla corruzione, l'annuncio di regole più severe, la promessa del rinnovamento, della rottamazione.E intanto continuano a rubare, secondo un sistema oliato e collaudato di larghe intese del furto che precede e spiega le larghe intese di governo. E la totale mancanza di opposizione a sinistra negli anni del berlusconismo rampante e rubante. Anche l'art.27 della Costituzione, quello della presunzione di non colpevolezza, diventa una barzelletta se si leggono le carte delle indagini su Expo e sul Mose, dove i protagonisti delinquono in diretta telefonica, o a favore di telecamera: non c'è bisogno della Cassazione, e nemmeno della sentenza di primo grado, per capire che rubavano davvero. Politici, imprenditori, funzionari, generali della Finanza, giudici amministrativi e contabili. Il solito presepe di sempre, che avvera un'altra celebre battuta da bar: a certi livelli "non esistono innocenti, solo colpevoli non ancora presi". Renzi non ruba, e i suoi fedelissimi sono lì da troppo poco tempo.
In conclusione, ecco la stoccata a Piero Fassino:
Ma rischia di diventare il belletto per mascherare un partito marcio con cui - per prenderne il controllo - ha accettato troppi compromessi. Marcio nella testa prim'ancora che nelle tasche. Ieri, senz'aver letto un rigo dell'ordinanza, l'ineffabile Piero Fassino già giurava sulla leggendaria probità del sindaco Orsoni appena arrestato ("chi lo conosce non può dubitare della sua onestà e correttezza"), invitando i giudici ad appurarne al più presto l'innocenza per "consentirgli di tornare alla funzione di sindaco". Perché, se ne appurassero la colpevolezza cosa cambierebbe? Fassino lo promuoverebbe a suo braccio destro, come ha fatto con Quagliotti pregiudicato per tangenti?
Andreas Vannì ha pubblicato qualcosa in Il grido degli innocenti Andreas Vannì 5 giugno 11.44.19 Dopo lo scandalo dell'Expò, un altro macigno si è abbattuto su questo povero e martoriato paese: lo scandalo del Mose di Venezia. Oramai il sistema è marcio, maligno. Un paese questo oramai allo stremo, con gravi responsabilità politiche, e non solo, alle spalle.Detto questo, vorrei qui rammentare un triste fatto, dove la mala politica HA GRAVI RESPONSABILITà. Lo scandalo dell'azienda agricola il Forteto in Toscana. Il Forteto era in parte, una sorta di lager finanziato dalla regione Toscana, dal 1997 al 2010 con oltre 1,2 milioni, dove si "sperimentava" omosessualità, pedofilia, zoofilia, e tutto ciò che è contro natura. Tutto questo coperto da quel sistema di potere, che soffoca mortalmente il paese. Era una setta, dove bambini, ragazzi disabili, madri affidatarie, ne sono state le vittime. L'obbiettivo principale della setta, finanziata dalla regione, pare fosse la "distruzione della normalità", e l'approdo ad una società distopica della confuzione sessuale. Ora la regione Toscana si costituirà parte civile nel processo, ma è troppo tardi. Legacoop toscana, a cui l'azienda agricola è associata, si preoccupa dei suoi affari e del suo buisness, dicendo che è giusto far luce sui reati, ma che bisogna difendere l'azienda agricola...