alingtonsky
Forumer storico
Il Daily Bell è onorato di presentare un'esclusiva intervista ad Hans-Hermann Hoppe *.
...
Daily Bell: Se la democrazia ha fallito cosa metterebbe al suo posto? Qual'è la società ideale? L'anarco-capitalismo?
Hans-Hermann Hoppe: Preferisco il termine "società della legge privata". In una società della legge privata ogni individuo è soggetto ad una stessa serie di leggi. Non c'è nessuna legge pubblica che garantisce privilegi a persone specifiche, né esistono funzioni in questa società. C'è solo la legge privata (e la proprietà privata), ugualmente applicabile ad ogni persona. A nessuno è permesso acquisire la proprietà se non attraverso l'appropriazione originale di cose precedentemente non possedute, attraverso la produzione oppure attraverso lo scambio volontario, e nessuno possiede il privilegio di tassare ed espropriare. Per di più a nessuno è permesso di proibire a nessun altro di usare la sua proprietà in modo da entrare in qualsiasi linea di produzione che desidera e competere contro chiunque desideri.
Daily Bell: Come legge ed ordine potrebbero essere forniti in questa società? Come funzionerebbe il suo ideale di giustizia?
Hans-Hermann Hoppe: In una società della legge privata la produzione di legge ed ordine – di sicurezza – sarebbe intrapresa da individui liberamente finanziati ed agenzie che competono per una clientela volontariamente pagante (o non pagante) – proprio come la produzione di tutti gli altri beni e servizi. Come funzionerebbe questo sistema può essere meglio compreso, al contrario di quello presente che è un sistema statalista fin troppo familiare. Se uno volesse riassumere in una parola la differenza decisiva – ed il vantaggio – di una industria della sicurezza competitiva in paragone all'attuale pratica statalista, quella parola sarebbe: contratto.
Lo Stato opera in un vuoto legale. Non ci sono contratti tra lo Stato ed i suoi cittadini. Non è contrattualmente fissato chi possiede cosa e cosa, di conseguenza, deve essere protetto. Non è fissato quale servizio lo Stato debba fornire, cosa accadrebbe se lo Stato fallisse nel suo compito e nemmeno quale sia il prezzo che il "cliente" di tale "servizio" debba pagare. Piuttosto lo Stato fissa unilateralmente le regole del gioco e può cambiarle durante il gioco. Ovviamente tale comportamento è inconcepibile per i fornitori di sicurezza liberamente finanziati. Provate ad immaginare un fornitore di sicurezza, che sia la polizia, un assicuratore o un arbitro, la cui offerta consista in qualcosa di simile: non ti garantirò contrattualmente niente. Non ti dirò cosa mi obbligherò a fare se, secondo la tua opinione, non soddisferò il mio servizio verso di te – ma in ogni caso, mi riservo il diritto di determinare unilateralmente il prezzo che tu mi devi pagare per tale servizio indefinito. Un simile fornitore di sicurezza scomparirebbe immediatamente dal mercato a causa di una completa mancanza di clienti.
Ogni produttore di sicurezza liberamente finanziato e privato deve invece offrire ai potenziali clienti un contratto. E questi contratti devono, in ordine da apparire accettabili per i consumatori che pagano volontariamente, contenere descrizioni chiare sulla proprietà come anche servizi ed obblighi reciproci chiaramente definiti. Ogni parte nel contratto, per la durata o fino al soddisfamento del contratto, sarebbe legata dai suoi termini e dalle sue condizioni; e ogni cambiamento di termini o di condizioni richiederebbe il consenso unanime di tutte le parti interessate.
Nello specifico, in modo da apparire accettabili ai compratori della sicurezza, questi contratti devono contenere condizioni su cosa sarà fatto nel caso di un conflitto o disputa tra il protettore o l'assicuratore ed il suo protetto o i suoi clienti assicurati come anche nel caso di un conflitto tra protettori differenti o assicuratori ed i loro rispettivi clienti. Ed a tale riguardo esiste solo una soluzione reciprocamente concordabile: in questi casi le parti in conflitto concordano contrattualmente al giudizio da parte di una terza parte indipendente ma reciprocamente considerata affidabile. E per questa terza parte: anch'essa è liberamente finanziata e rimane in competizione con altri arbitri o agenzie di arbitri. I suoi clienti, per esempio gli assicuratori e l'assicurato, si aspettano da essa che porti un verdetto che viene riconosciuto giusto ed onesto da entrambe le parti. Solo arbitri capaci di formare simili giudizi avranno successo nel mercato degli arbitri. Gli arbitri incapaci di ciò e considerati non obiettivi e parziali, scompariranno dal mercato.
Daily Bell: Sta negando, quindi, che abbiamo bisogno dello Stato per difenderci?
Hans-Hermann Hoppe: Infatti. Lo Stato non ci difende; piuttosto lo Stato ci aggredisce ed usa la nostra proprietà confiscata per difendere se stesso. La definizione standard dello Stato è questa: lo Stato è un'agenzia caratterizzata da due uniche e logicamente connesse caratteristiche. Primo, lo Stato è un'agenzia che esercita un monopolio territoriale di ultima parola su tutto. Cioè, lo Stato è l'arbitro e giudice ultimo in ogni caso di conflitto, inclusi i conflitti che coinvolgono se stesso ed i suoi agenti. Non c'è alcun appello al di sopra ed oltre lo Stato. Secondo, lo Stato è un'agenzia che esercita un monopolio territoriale della tassazione. Cioè, è un'agenzia che può unilateralmente fissare il prezzo che i suoi sottoposti devono pagare per i servizi dello Stato stesso, poichè giudice ultimo. Basandosi su questo scenario istituzionale si possono tranquillamente prevedere le conseguenze. Primo, invece di impedire e risolvere il conflitto, un monopolio sulle decisioni ultime causerà e provocherà conflitto in modo da risolverlo a proprio vantaggio. Cioè, lo Stato non riconosce e non protegge la legge esistente, ma la corrompe attraverso la legislatura. Contraddizione numero uno: lo Stato infrange la stessa legge che deve proteggere. Secondo, invece di difendere e proteggere qualcuno o qualcosa, un monopolio della tassazione si sforzerà immancabilmente di massimizzare le sue spese sulla protezione ed allo stesso tempo minimizzerà l'attuale produzione di protezione. Più denaro lo Stato può spendere e meno dovrà lavorare per questo denaro, meglio sarà per esso. Contraddizione numero due: lo Stato è un esproriatore di proprietà che invece dovrebbe difendere.
Daily Bell: Ci sono buone leggi e regolamentazioni?
Hans-Hermann Hoppe: Si. Ce ne sono un paio, semplici buone leggi che quasi ognuno intuitivamente riconosce e che possono essere anche dimostrate "vere" e "buone". Primo: se non ci fossero conflitti interpersonali e vivessimo tutti in perfetta armonia non ci sarebbe alcuna legge o norma. E' lo scopo delle leggi o delle norme aiutare ad evitare conflitti altrimenti inevitabili. Solo le leggi che raggiungono ciò, possono essere chiamate leggi buone. Una legge che genera conflitto piuttosto che aiutare ad evitarlo, va contro la natura del fine delle leggi, ovvero è una legge anomala o corrotta.
Secondo: i conflitti sono possibili solo se ed in quanto i beni sono scarsi. Le persone si scontrano perchè vogliono usare lo stesso ed unico bene in modi differenti ed incompatibili. Se vinco io si fa a modo mio o se vinci tu si fa a modo tuo. Non possiamo "vincere" entrambi. Nel caso dei beni scarsi, quindi, abbiamo bisogno di regole o leggi che ci aiutino a decidere tra le pretese rivali ed in conflitto. Al contrario dei beni che sono "liberi", per esempio i beni che esistono in super-abbondanza, che sono inesauribili o infinitamente riproducibili e non sono e non possono essere una fonte di conflitto. Qualora usassi un bene non scarso ciò non diminuisce la quantità di questo bene disponibile per te. Posso farci quello che voglio ed anche tu puoi farci quello che vuoi. Nessuno ci perde. Vinciamo entrambi; e pertanto, fintanto che si discute dei beni non-scarsi, non ci sarà mai bisogno di leggi.
Terzo: tutti i conflitti che riguardano i beni scarsi, quindi, possono essere evitati se solo ogni bene è posseduto privatamente, per esempio esclusivamente controllato da uno specifico individuo/i rispetto ad un altro, e sia sempre chiaro quale cosa è posseduta, da chi e da chi non lo è. Ed in modo da evitare tuti i conflitti possibili dall'inizio dell'umanità in poi, è solo necessario avere una regola che regolamenta la prima appropriazione originale (come proprietà privata) di beni dati dalla natura e precedentemente non posseduti da alcuno. Per riassumere quindi, ci sono essenzialmente tre "buone leggi" che assicurano l'interazione priva di conflitti o di "pace eterna": a) chi si appropria per primo di qualcosa precedentemente non posseduto è il suo possessore esclusivo (visto che il primo appropriatore non può essere entrato in conflitto con nessun'altro poichè gli altri sono arrivati sulla scena dopo); b) colui che produce qualcosa col suo corpo è il possessore del suo prodotto, a patto che in tal modo non danneggi l'integrità fisica della proprietà altrui; c) colui che acquisisce qualcosa da un possessore precedente attraverso lo scambio volontario, per esempio uno scambio che è considerato reciprocamente benefico, è il suo possessore.
Daily Bell: Come si può, quindi, definire la libertà? Come l'assenza della coercizione dello Stato?
Hans-Hermann Hoppe: Una società è libera se ogni persona è riconosciuta come il possessore esclusivo del proprio (scarso) corpo fisico, se ognuno è libero di appropriarsi di cose precedentemente non possedute come proprietà privata, se ognuno è libero di usare il proprio corpo per produrre qualsisi cosa voglia produrre (senza pertanto danneggiare l'intergrità fisica della proprietà di altre persone) e se ognuno è libero di contrattare con altri riguardo le loro rispettive proprietà in ogni modo considerato reciprocamente benefico. Qualsiasi interferenza con ciò costituisce un atto di aggressione ed una società non è libera nell'intensità di tale aggressione.
...
*Il dottor Hans-Hermann Hoppe, nato nel 1949 a Peine, Germania Ovest, ha studiato filosofia, sociologia, economia, storia e statistica alla University of the Saarland a Saarbruecken, alla Johann Wolfgang Goethe University a Frankfurt am Main ed alla University of Michigan ad Ann Arbor. Ha ricevuto il suo dottorato (Filosofia, 1974, sotto Juergen Habermas) e la sua laurea "d'Abilitazione" (Fondamenti di Sociologia ed Economia, 1981) alla Goethe University in Frankfurt. Nel 1985 Hoppe andò a New York per lavorare con Murray N. Rothbard (1926-1995), lo studente americano di spicco dell'economista Austriaco Ludwig von Mises (1881-1973). Nel 1986 Hoppe seguì Rothbard alla University of Nevada, Las Vegas, dove è stato professore d'economia fino al suo pensionamento nel 2008. Dopo la morte di Rothbard è stato per molti anni il redattore del Quarterly Journal of Austrian Economics e dell'interdisciplinare Journal for Libertarian Studies. Hoppe è un Distinto Membro del Ludwig von Mises Institute, a Auburn, Alabama, e fondatore e presidente della Property and Freedom Society.
...
Read more: Johnny Cloaca's Freedonia: Hans-Hermann Hoppe sull'Impraticabilità di un Governo Unico Mondiale ed il Fallimento della Democrazia Occidentale
...
Daily Bell: Se la democrazia ha fallito cosa metterebbe al suo posto? Qual'è la società ideale? L'anarco-capitalismo?
Hans-Hermann Hoppe: Preferisco il termine "società della legge privata". In una società della legge privata ogni individuo è soggetto ad una stessa serie di leggi. Non c'è nessuna legge pubblica che garantisce privilegi a persone specifiche, né esistono funzioni in questa società. C'è solo la legge privata (e la proprietà privata), ugualmente applicabile ad ogni persona. A nessuno è permesso acquisire la proprietà se non attraverso l'appropriazione originale di cose precedentemente non possedute, attraverso la produzione oppure attraverso lo scambio volontario, e nessuno possiede il privilegio di tassare ed espropriare. Per di più a nessuno è permesso di proibire a nessun altro di usare la sua proprietà in modo da entrare in qualsiasi linea di produzione che desidera e competere contro chiunque desideri.
Daily Bell: Come legge ed ordine potrebbero essere forniti in questa società? Come funzionerebbe il suo ideale di giustizia?
Hans-Hermann Hoppe: In una società della legge privata la produzione di legge ed ordine – di sicurezza – sarebbe intrapresa da individui liberamente finanziati ed agenzie che competono per una clientela volontariamente pagante (o non pagante) – proprio come la produzione di tutti gli altri beni e servizi. Come funzionerebbe questo sistema può essere meglio compreso, al contrario di quello presente che è un sistema statalista fin troppo familiare. Se uno volesse riassumere in una parola la differenza decisiva – ed il vantaggio – di una industria della sicurezza competitiva in paragone all'attuale pratica statalista, quella parola sarebbe: contratto.
Lo Stato opera in un vuoto legale. Non ci sono contratti tra lo Stato ed i suoi cittadini. Non è contrattualmente fissato chi possiede cosa e cosa, di conseguenza, deve essere protetto. Non è fissato quale servizio lo Stato debba fornire, cosa accadrebbe se lo Stato fallisse nel suo compito e nemmeno quale sia il prezzo che il "cliente" di tale "servizio" debba pagare. Piuttosto lo Stato fissa unilateralmente le regole del gioco e può cambiarle durante il gioco. Ovviamente tale comportamento è inconcepibile per i fornitori di sicurezza liberamente finanziati. Provate ad immaginare un fornitore di sicurezza, che sia la polizia, un assicuratore o un arbitro, la cui offerta consista in qualcosa di simile: non ti garantirò contrattualmente niente. Non ti dirò cosa mi obbligherò a fare se, secondo la tua opinione, non soddisferò il mio servizio verso di te – ma in ogni caso, mi riservo il diritto di determinare unilateralmente il prezzo che tu mi devi pagare per tale servizio indefinito. Un simile fornitore di sicurezza scomparirebbe immediatamente dal mercato a causa di una completa mancanza di clienti.
Ogni produttore di sicurezza liberamente finanziato e privato deve invece offrire ai potenziali clienti un contratto. E questi contratti devono, in ordine da apparire accettabili per i consumatori che pagano volontariamente, contenere descrizioni chiare sulla proprietà come anche servizi ed obblighi reciproci chiaramente definiti. Ogni parte nel contratto, per la durata o fino al soddisfamento del contratto, sarebbe legata dai suoi termini e dalle sue condizioni; e ogni cambiamento di termini o di condizioni richiederebbe il consenso unanime di tutte le parti interessate.
Nello specifico, in modo da apparire accettabili ai compratori della sicurezza, questi contratti devono contenere condizioni su cosa sarà fatto nel caso di un conflitto o disputa tra il protettore o l'assicuratore ed il suo protetto o i suoi clienti assicurati come anche nel caso di un conflitto tra protettori differenti o assicuratori ed i loro rispettivi clienti. Ed a tale riguardo esiste solo una soluzione reciprocamente concordabile: in questi casi le parti in conflitto concordano contrattualmente al giudizio da parte di una terza parte indipendente ma reciprocamente considerata affidabile. E per questa terza parte: anch'essa è liberamente finanziata e rimane in competizione con altri arbitri o agenzie di arbitri. I suoi clienti, per esempio gli assicuratori e l'assicurato, si aspettano da essa che porti un verdetto che viene riconosciuto giusto ed onesto da entrambe le parti. Solo arbitri capaci di formare simili giudizi avranno successo nel mercato degli arbitri. Gli arbitri incapaci di ciò e considerati non obiettivi e parziali, scompariranno dal mercato.
Daily Bell: Sta negando, quindi, che abbiamo bisogno dello Stato per difenderci?
Hans-Hermann Hoppe: Infatti. Lo Stato non ci difende; piuttosto lo Stato ci aggredisce ed usa la nostra proprietà confiscata per difendere se stesso. La definizione standard dello Stato è questa: lo Stato è un'agenzia caratterizzata da due uniche e logicamente connesse caratteristiche. Primo, lo Stato è un'agenzia che esercita un monopolio territoriale di ultima parola su tutto. Cioè, lo Stato è l'arbitro e giudice ultimo in ogni caso di conflitto, inclusi i conflitti che coinvolgono se stesso ed i suoi agenti. Non c'è alcun appello al di sopra ed oltre lo Stato. Secondo, lo Stato è un'agenzia che esercita un monopolio territoriale della tassazione. Cioè, è un'agenzia che può unilateralmente fissare il prezzo che i suoi sottoposti devono pagare per i servizi dello Stato stesso, poichè giudice ultimo. Basandosi su questo scenario istituzionale si possono tranquillamente prevedere le conseguenze. Primo, invece di impedire e risolvere il conflitto, un monopolio sulle decisioni ultime causerà e provocherà conflitto in modo da risolverlo a proprio vantaggio. Cioè, lo Stato non riconosce e non protegge la legge esistente, ma la corrompe attraverso la legislatura. Contraddizione numero uno: lo Stato infrange la stessa legge che deve proteggere. Secondo, invece di difendere e proteggere qualcuno o qualcosa, un monopolio della tassazione si sforzerà immancabilmente di massimizzare le sue spese sulla protezione ed allo stesso tempo minimizzerà l'attuale produzione di protezione. Più denaro lo Stato può spendere e meno dovrà lavorare per questo denaro, meglio sarà per esso. Contraddizione numero due: lo Stato è un esproriatore di proprietà che invece dovrebbe difendere.
Daily Bell: Ci sono buone leggi e regolamentazioni?
Hans-Hermann Hoppe: Si. Ce ne sono un paio, semplici buone leggi che quasi ognuno intuitivamente riconosce e che possono essere anche dimostrate "vere" e "buone". Primo: se non ci fossero conflitti interpersonali e vivessimo tutti in perfetta armonia non ci sarebbe alcuna legge o norma. E' lo scopo delle leggi o delle norme aiutare ad evitare conflitti altrimenti inevitabili. Solo le leggi che raggiungono ciò, possono essere chiamate leggi buone. Una legge che genera conflitto piuttosto che aiutare ad evitarlo, va contro la natura del fine delle leggi, ovvero è una legge anomala o corrotta.
Secondo: i conflitti sono possibili solo se ed in quanto i beni sono scarsi. Le persone si scontrano perchè vogliono usare lo stesso ed unico bene in modi differenti ed incompatibili. Se vinco io si fa a modo mio o se vinci tu si fa a modo tuo. Non possiamo "vincere" entrambi. Nel caso dei beni scarsi, quindi, abbiamo bisogno di regole o leggi che ci aiutino a decidere tra le pretese rivali ed in conflitto. Al contrario dei beni che sono "liberi", per esempio i beni che esistono in super-abbondanza, che sono inesauribili o infinitamente riproducibili e non sono e non possono essere una fonte di conflitto. Qualora usassi un bene non scarso ciò non diminuisce la quantità di questo bene disponibile per te. Posso farci quello che voglio ed anche tu puoi farci quello che vuoi. Nessuno ci perde. Vinciamo entrambi; e pertanto, fintanto che si discute dei beni non-scarsi, non ci sarà mai bisogno di leggi.
Terzo: tutti i conflitti che riguardano i beni scarsi, quindi, possono essere evitati se solo ogni bene è posseduto privatamente, per esempio esclusivamente controllato da uno specifico individuo/i rispetto ad un altro, e sia sempre chiaro quale cosa è posseduta, da chi e da chi non lo è. Ed in modo da evitare tuti i conflitti possibili dall'inizio dell'umanità in poi, è solo necessario avere una regola che regolamenta la prima appropriazione originale (come proprietà privata) di beni dati dalla natura e precedentemente non posseduti da alcuno. Per riassumere quindi, ci sono essenzialmente tre "buone leggi" che assicurano l'interazione priva di conflitti o di "pace eterna": a) chi si appropria per primo di qualcosa precedentemente non posseduto è il suo possessore esclusivo (visto che il primo appropriatore non può essere entrato in conflitto con nessun'altro poichè gli altri sono arrivati sulla scena dopo); b) colui che produce qualcosa col suo corpo è il possessore del suo prodotto, a patto che in tal modo non danneggi l'integrità fisica della proprietà altrui; c) colui che acquisisce qualcosa da un possessore precedente attraverso lo scambio volontario, per esempio uno scambio che è considerato reciprocamente benefico, è il suo possessore.
Daily Bell: Come si può, quindi, definire la libertà? Come l'assenza della coercizione dello Stato?
Hans-Hermann Hoppe: Una società è libera se ogni persona è riconosciuta come il possessore esclusivo del proprio (scarso) corpo fisico, se ognuno è libero di appropriarsi di cose precedentemente non possedute come proprietà privata, se ognuno è libero di usare il proprio corpo per produrre qualsisi cosa voglia produrre (senza pertanto danneggiare l'intergrità fisica della proprietà di altre persone) e se ognuno è libero di contrattare con altri riguardo le loro rispettive proprietà in ogni modo considerato reciprocamente benefico. Qualsiasi interferenza con ciò costituisce un atto di aggressione ed una società non è libera nell'intensità di tale aggressione.
...
*Il dottor Hans-Hermann Hoppe, nato nel 1949 a Peine, Germania Ovest, ha studiato filosofia, sociologia, economia, storia e statistica alla University of the Saarland a Saarbruecken, alla Johann Wolfgang Goethe University a Frankfurt am Main ed alla University of Michigan ad Ann Arbor. Ha ricevuto il suo dottorato (Filosofia, 1974, sotto Juergen Habermas) e la sua laurea "d'Abilitazione" (Fondamenti di Sociologia ed Economia, 1981) alla Goethe University in Frankfurt. Nel 1985 Hoppe andò a New York per lavorare con Murray N. Rothbard (1926-1995), lo studente americano di spicco dell'economista Austriaco Ludwig von Mises (1881-1973). Nel 1986 Hoppe seguì Rothbard alla University of Nevada, Las Vegas, dove è stato professore d'economia fino al suo pensionamento nel 2008. Dopo la morte di Rothbard è stato per molti anni il redattore del Quarterly Journal of Austrian Economics e dell'interdisciplinare Journal for Libertarian Studies. Hoppe è un Distinto Membro del Ludwig von Mises Institute, a Auburn, Alabama, e fondatore e presidente della Property and Freedom Society.
...
Read more: Johnny Cloaca's Freedonia: Hans-Hermann Hoppe sull'Impraticabilità di un Governo Unico Mondiale ed il Fallimento della Democrazia Occidentale
Ultima modifica: