In questa strana storia, si suppone che Bodhidharma abbia raggiunto una "Improvvisa Illuminazione," la cui caratteristica non è solo quella di essere improvvisa ma anche di essere inspiegabile. Non c'è nulla nel muro, o in ciò che Bodhidharma stava pensando (se mai stava pensando qualcosa) che spieghi perché o come raggiunse l'illuminazione. Ciò risale ad una caratteristica fondamentale del pensiero Buddista, e cioè che non tutta la realtà è o può essere spiegata. Perciò, quando Budda veniva interrogato su alcune cose, diceva che erano "domande che non tendevano all'edificazione" e si rifiutava di rispondere. Il Budda disse:
"Tenete sempre a mente che cosa non ho spiegato e che cosa ho spiegato. E che cosa non ho spiegato? Non ho spiegato che il mondo è eterno; non ho spiegato che il mondo non è eterno; non ho spiegato che il mondo è finito; non ho spiegato che il mondo è infinito; non ho spiegato che l'anima ed il corpo sono identici; non ho spiegato che l'anima è una cosa ed il corpo un'altra; non ho spiegato che il santo [arhat, colui che raggiunge l'illuminazione nel Buddismo Theravâda] esista dopo la morte; non ho spiegato che il santo non esiste dopo la morte; non ho spiegato che il santo esiste e al tempo stesso non esiste dopo la morte; non ho spiegato che il santo né esiste né non esiste dopo la morte. E perché non l'ho spiegato? Perché non giova, né ha a che fare con i fondamenti della religione, né tende all'avversione, all'assenza di passione, alla cessazione, all'inerzia, alle facoltà sovrannaturali, alla suprema saggezza e al Nirvana; perciò non l'ho spiegato.
E che cosa ho spiegato? Ho spiegato l'Infelicità [duhkha, dolore, sofferenza -- dalla radice du, bruciare, dolore, tormento]; ho spiegato l'origine dell'infelicità; ho spiegato la cessazione dell'infelicità; ed ho spiegato il sentiero che conduce alla cessazione dell'infelicità [cioè le Quattro Nobili Verità]. E perché ho spiegato questo? Perché giova, ha a che fare con i fondamenti della religione, e tende all'avversione, all'assenza di passione, alla cessazione, all'inerzia, alle facoltà sovrannaturali, alla suprema saggezza e al Nirvana; perciò l'ho spiegato. [Henry Clarke Warren, Buddhism in Translation, Harvard University Press, 1896, Atheneum, 1962-1987, p.122 -- Sutta-Pit.aka, Majjhima-Nikâya, Sutta 63]