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ECONOMIC OUTLOOK

Ocse, in Italia la recessione è finita
"ma la ripresa procede lentamente"
"Un rimbalzo parzialmente di natura tecnica" la crescita del Pil registrata nel primo trimestre. Ma i fondamentali del Paese rimangono deboli, a cominciare dall'export, che dovrebbe invece conquistare nuove quote di mercato. La disoccupazione crescerà ancora nel 2011



PARIGI - La recessione in Italia "è finita a metà del 2009", ma "la ripresa secondo le previsioni procederà a passo limitato nel complesso del 2010, rinforzandosi un po' nel 2011". Lo scrive l'Ocse, nella sezione dedicata all'Italia del suo Economic outlook. "La ripresa attesa è debole - spiega ancora l'organizzazione parigina a proposito del nostro Paese - ma generalmente in linea con le performance di crescita nel decennio precedente alla recessione". Le previsioni sono di un incremento del Pil dell'1,1 per cento sul 2010, e dell'1,5 il prossimo anno. Stime che confermano quelle di sei mesi fa. Nello stesso periodo, calcola ancora l'organizzazione, il Pil reale dell'area euro crescerà rispettivamente dell'1,2 per cento e 1,8 per cento, e quello complessivo dei 30 Paesi Ocse del 2,7 e 2,8 per cento.

"La politica del governo ha aiutato a contenere la disoccupazione, che continuerà comunque a crescere lentamente nel 2011", prosegue l'Ocse, secondo le cui stime il tasso di disoccupazione in Italia sarà dell'8,7% nell'insieme del 2010 e dell'8,8% nel 2011. "L'occupazione è calata nettamente senza segni evidenti di rallentamento - aggiunge il rapporto - La perdita di posti di lavoro si è concentrata tra lavoratori autonomi e dipendenti con contratti a breve termine, nonostante la possibilità di accesso a schemi lavorativi a tempo ridotto, prima riservata a lavoratori di determinati settori con contratti permanenti, sia stata ampliata". Il tasso di disoccupazione italiano, sempre secondo le stime Ocse, resta comunque inferiore a quello complessivo della zona euro (10,1% nel 2010 e 2011) e a quello degli Stati Uniti (9,7% nel 2010, 8,9% nel 2011).

Non c'è dubbio che l'Italia abbia dunque agganciato la ripresa, lo dimostra il +0,5% registrato dal Pil nel primo trimestre, ma l'attuale andamento rialzista della performance di crescita, precisa la pubblicazione Ocse, "è parzialmente di natura tecnica, essendo riflesso del ribaltamento del ciclo di inventario". In altre parole, è cresciuto per contrasto con l'anno scorso, anno in cui aveva registrato un crollo. In tale situazione, "un miglioramento delle condizioni finanziarie potrebbe aiutare a stabilizzare l'investimento imprenditoriale, che è rimasto debole all'inizio del 2010, mentre le aziende si trovano davanti a carenze di flussi di cassa e accesso difficoltoso al finanziamento esterno".

L'economia italiana fatica in particolare, spiega ancora l'Ocse, sul versante delle esportazioni, che "hanno cominciato ad aumentare, ma a un passo più lento che in molti altri Paesi", a causa di "ulteriori aumenti nel costo unitario del lavoro" che "amplificano la difficoltà per l'Italia nell'evitare di perdere quote di mercato". L'export nostrano, prevede l'organizzazione parigina, "risponderà alla crescita della domanda mondiale e all'euro più basso, ma data la posizione competitiva dell'Italia e la sua specializzazione, continuerà a perdere quote di mercato". In questa situazione, conclude l'Ocse, una "svolta più marcata in positivo" della ripresa italiana sarà possibile solo tramite "il successo della penetrazione in nuovi mercati degli esportatori italiani, che rallenti o inverta il trend in ribasso della quota di mercato".

A proposito della crisi greca, l'organizzazione rileva che, grazie alla capacità dell'Italia di "mantenere un basso deficit primario, all'interno dei livelli stabiliti" e alle cifre che mostrano come "l'indebitamento del governo centrale fino ad aprile 2010 è significativamente inferiore a un anno prima", c'è stata "fino ad ora una limitata diffusione dei problemi del debito greco ai tassi d'interesse italiani" relativi ai titoli di Stato. "Il governo - aggiunge - è riuscito a mantenere insolitamente bassa la crescita della spesa complessiva per il 2009".

Anche nel 2010 e 2011, prosegue l'Ocse, si prevede una crescita "bassa" della spesa pubblica italiana, ma allo stesso tempo "anche gli introiti dovrebbero restare abbastanza contenuti". Per questo, conclude, "il raggiungimento della riduzione del deficit prevista nel piano aggiornato del governo sul patto di stabilità Ue richiede tagli alle uscite più ambiziosi".

Repubblica.it
 
OECD Headlines – The OECD is holding a meeting that wraps up Fri. and a number of headlines out of the meeting have been hitting throughout the morning. The most significant likely being an increase to its global economic growth forecast. The OECD now sees global growth of 4.6% in 2010 and 4.5% in 2011 vs. prev. +3.4% and +3.7%. The Nikkei reports however that the OECD communiqué will caution investors to expect a tepid recovery. The OECD’s chief economist also said that a return to recession in Europe is unlikely and that the recent drop in the euro could provide a boost to exports (Reuters).
 

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