Lombardia, l’approvazione del referendum apre lo scontro con lo stato

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LOMBARDIA, L’APPROVAZIONE DEL REFERENDUM APRE LO SCONTRO CON LO STATO

Di Leonardo , il 21 febbraio 2015 1 Comment


di STEFANO CRIPPA


Dopo più di cinque ore di dibattito il Consiglio Regionale della Lombardia ha votato a larghissima maggioranza (2/3 dei consiglieri), cosi come previsto dallo Statuto d’Autonomia, l’indizione di un referendum consultivo riguardante la richiesta di maggiori competenze legislative, quindi anche di quattrini, da parte della Regione Lombardia nei confronti del Governo centrale.


Il voto favorevole alla proposta di legge è arrivato, oltre che da tutta la maggioranza, anche dai nove consiglieri del Movimento Cinque Stelle e da un consigliere del PD, unico del suo gruppo ad aver votato SI’.


Questa ampia maggioranza va perfettamente nella direzione, ipotizzata dal Collettivo Avanti durante la sua prima convention svoltasi a Monza a fine gennaio, di una sempre maggiore “sovranizzazione”, intesa come presa di coscienza, sia delle istituzioni lombarde che della popolazione residente in Regione Lombardia.


Non dubito, ovviamente, che il governo centrale cercherà di impedire lo svolgersi del referendum sopra citato.


Il Governo centrale metterà ovviamente in atto la sua arma più micidiale per fermare il processo referendario: la Corte Costituzionale che da buon ramo dell’esecutivo difenderà gli interessi del proprio datore di lavoro rendendo incostituzionale la legge votata dal Parlamento lombardo.


Il Governo non ha paura tanto degli effetti giuridici di questa legge referendaria, in quanto il quesito proposto è molto blando e moderato, ma ne teme gli effetti politici.


Il Governo teme la presa di coscienza da parte dei cittadini della Lombardia, teme che si accorgano di essere speciali, teme che si accorgano che la loro Regione, malgrado tutto, è la più avanzata ed efficiente del paese, teme che si accorgano che è meglio che si governino da soli e teme più di ogni altra cosa che i lombardi si accorgano della rapina (il residuo fiscale, di oltre 54 miliardi di Euro all’anno) e delle violazioni dei propri diritti che stanno subendo da parte di un governo che si trova a più di 600 km di distanza.


Tutto questo emergerebbe nei dibattiti precedenti il voto referendario; se fino ad adesso il muro del silenzio ha retto, potrebbero finalmente scorgersi le prime crepe e il vento di un nuovo lombardismo, moderno e giovane, potrebbe spirare fra le menti assonnate dei lombardi. Questi potrebbero accorgersi di essere speciali e di meritare qualcosa di più rispetto a quello che hanno ora.


Con questo voto l’istituzione regionale ha fatto un passo avanti verso la riscoperta del suo ruolo principale cioè quello di interporsi fra i diritti individuali dei lombardi e il Governo centrale di Roma che, come ogni centro di potere lasciato libero di agire senza ostacoli, tende ad accentrarlo in pochissime mani dando, di fatto, il via libera alla formazione di una tirannia.


L’asticella dello scontro dovrà essere alzata, ne sono sicuro; l’autogoverno della nostra regione è in pericolo e rischia di essere risucchiato nelle sabbie mobili del centralismo che con la nuova riforma costituzionale il Governo generale tenta di imporre, ma “poiché il governo,” come ha scritto molti anni fa Alessandro Vitale, “è creato per l’utilità dei cittadini, esso deve essere soggetto alla loro supervisione, possibile solo con l’autogoverno, che si realizza nell’attribuzione di ciò che l’occhio di ciascuno riesce a sorvegliare direttamente.”







Questo referendum, per quanto moderato, ha dato inizio ad uno scontro il cui esito è incerto e che dipenderà fondamentalmente dalla volontà politica e dalla capacità dei lombardi e delle loro istituzioni di rendersi sempre più indipendenti da uno Stato che si è rivelato inadatto a difendere la vita, la libertà e il diritto alla proprietà degli uomini.
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anche il Veneto verso il referendum
JESOLO (VE), LA GIUNTA INVITA LA REGIONE AD ATTUARE LA LEGGE 16 SUL REFERENDUM

Di Leonardo , il 20 febbraio 2015 0 Comment


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Referendum Indipendenza: la Giunta di Jesolo invita la Regione a dare attuazione alla legge che chiede ai veneti di esprimersi sull’autonomia del Veneto. Il sindaco Zoggia: «Il consiglio comunale ha già dato parere favorevole all’attuazione del referendum come strumento democratico di consultazione che consente di dar voce ai cittadini»
La Giunta di Jesolo ha approvato un ordine del giorno in cui sollecita la Giunta Regionale, il Consiglio Regionale e i Capi gruppo Consiliari di adoperarsi, ciascuno per sua competenza, di dare seguito alla legge regionale n.16 del 19 giugno 2014 che prevede l’indizione del referendum consultivo sull’indipendenza del Veneto.
Il consiglio comunale di Jesolo ha già approvato un ordine del giorno in cui si dichiara favorevole allo svolgimento del referendum, la Giunta, quindi, si aspetta che la Regione avvii le procedure per la convocazione dei comizi elettorali referendari, visto anche che non comporta riflessi diretti o indiretti sulla situazione economico-finanziaria dell’ente comunale stesso. «Chiediamo, come Giunta, che venga solo data attuazione alla legge già approvata – commenta il sindaco Valerio Zoggia – E quindi sollecita l’attuazione di una legge che lo stesso consiglio comunale ha condiviso e votato come strumento democratico di consultazione con i cittadini».







Ufficio Stampa Comune di Jesolo
Raffaele Rosa
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