ma allora banca intesa e capitalia convolano a nozze?

tu dici che l' intesa lanci un opa ostile ?
cmq cap. è corsa ai ripari..... :(

finalmente avremo il campione nazionale :rolleyes:

proprio i 2 gruppi che meno sopporto...ma tant' è che se son felici loro... :-o
 
ma che dici :rolleyes:
recentemente hai postato soprattutto intesa
anzi
solo intesa varie volte ed una volta stm
pensavo ti fossi innamorato :)
 
giuseppe.d'orta ha scritto:
Capitalia ha preso il 2% di Intesa, a scanso di equivoci.
Risiko bancario/ Capitalia, il blitz su Intesa? "Per bloccare la speculazione"
Lunedí 13.03.2006 09:45
Tonfo dell'istituto romano a Piazza Affari. La borsa, infatti, ha bocciato la mossa difensiva di Capitalia con cui Arpe e soci hanno acquistato venerdì scorso il 2,02% di Intesa. In apertura di contrattazioni, il titolo della banca capitolina, infatti, ha perso oltre il 2%.


L'acquisizione della piccola quota di Ca' de Sass da parte di Capitalia è una mossa difensiva del tutto conforme ad operazioni di mercato che lascia sul tappeto solo 3 opzioni: un'opa ostile da parte di Banca Intesa (sul 60% cash), un accordo amichevole con un passo indietro di Capitalia, oppure ipotesi più probabile, lo stop all'aggregazione. Almeno per il momento.

Da Via Minghetti (sede dell'istituto guidato da Matteo Arpe) precisano ad Affari, però, che la mossa si è resa necessaria per "stroncare la speculazione" innescata dalle insistenti voci su un imminente matrimonio con la prima banca italiana.

La spiegazione non è molto convincente. Capitalia, infatti, nell'ultima settimana, ha accumulato un rialzo del 7,2% e di oltre il 30% nell'ultimo mese con un'accellerazione impressionante nelle ultime sedute, quando è passato di mano quasi il 10% del capitale. Movimenti che hanno portato parecchia liquidità nelle casse di Via Minghetti (con molta probabilità anche i manager dell'istituto capitolino avranno in parte venduto le loro stock options) e che, oltretutto, avrebbe reso più dispendioso per Intesa un'operazione con Capitalia.
Tutto sommato, quindi, la speculazione non avrebbe nuociuto alla gestione del duo Arpe-Geronzi. Piuttosto, il management romano ha voluto difendersi dalle mire di Ca' de Sass, ma in chiave offensiva. Evitando un'operazione amichevole da parte di Intesa con il solito carta contro carta, l' enfante prodige del mercato bancario italiano e il banchiere cattolico molto vicino all'ex governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, infatti, si sono messi ora nella condizione di poter strappare un prezzo di loro gradimento in un'eventuale operazione di fusione con l'istituto milanese.

E, visto che il problema era anche quello della governance, trattare meglio un eventuale scambio di poltrone. Ti faccio, cioè, uno sconto se mi assicuri un posto di prestigio nel board del mega-istituto. Insomma, se Capitalia è destinata a ed esser preda, Arpe e Geronzi si sono mossi per vender cara la pelle.

Secondo altre fonti, però, il nodo di fondo sarebbe costituito dalla presenza dei francesi in Banca Intesa, dove il Credit Agricole con la partecipazione del 16% è il principale azionista dell'Istituto presieduto da Giovanni Bazoli e per di più avrebbe una sorta di golden share su decisioni strategiche. In una eventuale fusione fra Banca Intesa e Capitalia la partecipazione del Credit Agricole risulterebbe diluita, e questa è una prospettiva che non piacerebbe ai francesi, a meno di ricevere qualcosa in
cambio.
E in proposito qualcuno avanza già l'ipotesi che la Banca Lombarda potrebbe essere oggetto di scambio. Per contro se i francesi, attraverso accordi con altri azionisti o acquisti sul mercato, dovessero conservare la stessa rilevante quota di partecipazione anche dopo la fusione, di fatto il gruppo transalpino finirebbe per avere un ruolo ancora più importante di quello che ha oggi in Banca Intesa con influenza anche in Mediobanca e Generali a loro volta partecipate dal nuovo gruppo che verrebbe costituito.

Ora comunque la partita è di nuovo ai nastri di partenza. Anzi, a voler ben guardare la prossima mossa toccherebbe a Banca Intesa. Come ha affermato l'economista Marco Onado bisogna soprattutto tutelarsi dal ''rischio che il mercato possa esser manipolato da voci e smentite e, più in generale, che qualcuno rimanga con il cerino acceso''.

Secondo Onado non bisogna mai dimenticare che le acquisizioni di successo sono quelle decise dal management sulla base di piani industriali solidi e portati a segno con blitz napoleonici. Mentre le fusioni a fuoco lento, attese e smentite più volte al giorno sono solo pericolose e non compaiono in nessun manuale di strategia.

Andrea Deugeni


http://canali.libero.it/affaritaliani/economia/capitaliaeccì.html
 

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