mai
il mare è stare nel cavo dell'onda, così che l'orizzonte è a tre metri da te , ma sapendo che poi arrivi sul colmo e la randa che ora è sventata riprenderà il vento... e devi essere pronto al colpo che darà
il mare è l'increspatura della raffica che arriva, e la scotta che laschi a tempo o scuffi
il mare è il blu infinito che vedi da sotto, e non sai quale animale può venirti incontro dall'abisso
il mare è la schiuma salata che ti si posa addosso in gocce e che, sciolta dal sudore, ti brucia gli occhi che non puoi tergere con la mano stretta al timone
il mare e il vento sono fratelli e non ci amano nè ci odiano: sono potenti e indifferenti, e sei tu a cercare fra loro l'equilibrio, il poròs , il mezzo di usare la loro disattenzione per portare la tua barca dove vuoi
nulla di questo in una crociera, dove altri scelgono per te
prescindo dall'orrore della foto della nave da crociera in S Marco: come se fosse possibile capire l'anima di una città facendo violenza alla sua natura di laguna e imponendo tonnellate di acciaio incuranti del fondale senza sapere che si sta facendo la stessa rotta di chi il mare lo viveva davvero, per mesi, su imbarcazioni che non permettevano se non di dormire all'aperto (vengono i brividi solo a pensarci)
e nulla a dire con Claire beninteso:
ma distinguo il viaggio e la meta, il fine e i mezzi
l'unico viaggio che si fa è dentro a sè stessi:
il mezzo che scegliamo per creare una emozione ( sia un ricordo, una nave, un libro o il vento)
è scelta individuale