Claire
ἰοίην
Io sì.
Interminabili pranzi di Natale dalla nonna.
Non ti alzavi da tavola fino al pomeriggio inoltrato.
Pranzo, "grandi" che parlavano, panettone e frutta secca. E "grandi" che parlavano, parlavano...
Poi si giocava a tombola e poi ancora frutta secca. Spesso saltava fuori un Risiko e "i grandi" giocavano anche con quello
E noi bambine, intanto che "i grandi" parlavano, cercavamo di rompere le noci o di farle rompere "ai grandi", in modo che si spaccassero esattamente lungo la linea che unisce le due parti.
Di candele e accendini in giro sul tavolo se ne trovavano sempre.
Un po' di cera, uno stuzzicadenti e un quadrato di carta.
Se ne riuscivano almeno 3, si chiamavano inevitabilmente Niña, Pinta e Santa Maria.
Le facevamo galleggiare sul tavolo, visto che non potevamo alzarci finché non ci davano il permesso: nei bicchieri, nelle coppette da macedonia o nelle tazzine di caffè.
Per qualche giorno, finché le vele o gli alberi non cedevano, diventavano il gioco preferito.
Le facevate anche voi?
Interminabili pranzi di Natale dalla nonna.
Non ti alzavi da tavola fino al pomeriggio inoltrato.
Pranzo, "grandi" che parlavano, panettone e frutta secca. E "grandi" che parlavano, parlavano...
Poi si giocava a tombola e poi ancora frutta secca. Spesso saltava fuori un Risiko e "i grandi" giocavano anche con quello
E noi bambine, intanto che "i grandi" parlavano, cercavamo di rompere le noci o di farle rompere "ai grandi", in modo che si spaccassero esattamente lungo la linea che unisce le due parti.
Di candele e accendini in giro sul tavolo se ne trovavano sempre.
Un po' di cera, uno stuzzicadenti e un quadrato di carta.
Se ne riuscivano almeno 3, si chiamavano inevitabilmente Niña, Pinta e Santa Maria.
Le facevamo galleggiare sul tavolo, visto che non potevamo alzarci finché non ci davano il permesso: nei bicchieri, nelle coppette da macedonia o nelle tazzine di caffè.
Per qualche giorno, finché le vele o gli alberi non cedevano, diventavano il gioco preferito.
Le facevate anche voi?