mancanza di legittimazione elettorale everba ex cathedra

Amleto

Forumer attivo
da Radiocor
03 giu 2005 19:51
Euro: Cisl, referendum meglio farlo su Maroni

Radiocor - Roma, 03 giu - 'Il referendum dovremmo farlo sul ministro Maroni e non sull'Euro'. Cosi' il segretario confederale della Cisl, Raffaele Bonanni, che aggiunge: 'Noi pensiamo che il ministro Maroni abbia voglia di scherzare o una inguaribile fame di protagonismo con questa sua ultima trovata del referendum sull'Euro. Bastano e avanzano i referendum sui quali gli italiani saranno chiamati ad esprimersi nei prossimi giorni. Invece di ipotizzare consultazioni popolari, Maroni si dovrebbe concentrare sui problemi del lavoro del nostro Paese'.

Qualunque sia l'opinione che un cittadino possa nutrire sulla proposta del ministro, solo quest'ultimo e non l'esponente sindacale si è presentato alle elezioni popolari ed è legittimato ad esprimere gli orientamenti di una compagine politica che è stata votata o meno dal corpo elettorale.
Come si possa giungere ad affermare che si dovrebbe tenere un 'referendum sul ministro' anche solo come pour parler mi sembra sotto il profilo della legittimazione democratica inaccettabile e sintomo di una grave confusione dei piani istituzionali. Il sindacato è una privata associazione di cittadini, e così i suoi esponenti, un ministro della repubblica è un pubblico ufficiale, spesso eletto al parlamento con elezioni generali. L'eco che un'associazione pur numerosa può avere sulla stampa non dovrebbe essere affatto paragonata ad un organo pubblico che ha affrontato la competizione elettorale generale.
Saluti
 
accettando le osservazioni sul rispetto alle istituzioni
mi pare che ultimamente tale rispetto sia venuto spesso a mancare
e spesso proprio da parte della Lega, oibhò

attendo quindi, per par condicio, altrettanta riprovazione su ciascuno degli attacchi alle nostre istituzioni, partendo magari dalla principale, la Costituzione, o dal massimo esponente dei 'pubblici ufficiali', il Presidente della Repubblica
:lol: :lol:
 
Potrebbe spiegarsi meglio? Non mi è molto chiara la sua affermazione sulla par condicio. Che cosa dovrei fare per par condicio?
Non vedo alcuna attinenza tra gli esempi che lei propone e d'altra parte nessun rilievo che il ministro in questione appartenga al partito della Lega Nord.
Saluti
 
capisco i suoi dubbi, Amleto ... :lol:
chiedevo a Lei stesso, sig. Amleto, un nuovo intervento,
dato che la Sua giusta indignazione per un attacco ad un ministro non può certo essere inferiore ad analoghe azioni contro altri 'eventuali' attacchi alla Costituzione ed al Presidente della Repubblica o ad altre Istituzioni, da parte di qualunque forza politica

il riferimento alla Lega era da parte mia una osservazione, statistica, sulla relativa frequenza da parte di tale forza politica negli attacchi verbali a tali Istituzioni, e quindi era un suggerimento a Lei per cercare altre facili occasioni di commento

inoltre, un commento di par condicio Le permetterebbe di superare ogni dubbio di faziosità nel Suo precedente commento, segnando le Sue osservazioni come spinte da un puro spirito democratico

mi permetto di semplificare la Sua ricerca allegando un link:
http://www.erasmi.it/monografie/sentenza-bossi.html
relativo al vilipendio alla bandiera Italiana

oppure alla seguente notizia:
Roberto Maroni (deputato Lega Nord e ministro Lavoro):
condannato definitivamente a 4 mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale.

il problema del rispetto alle nostre istituzioni è quindi ampio, e si presta a numerosi interventi

cordialmente
suo Orazio :lol: aka f4f


"" . Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante non ne sogni la tua filosofia. "" Hamlet, atto primo, scena quinta
 
Preg.mo sig. Orazio
mi fa piacere che anche ella si diletti a leggere le opere di 'mio' padre.
Quanto alla sua non tanto velata attribuzione al sottoscritto di faziosità nil est dictu facilius come diceva Terenzio.
Ribadisco che sit venia verbo gli esempi che lei porta sono incongrui perchè disomogenei: ma ammesso e non concesso che si voglia assecondare la sua provocazione nei miei riguardi sottolineo che i supremi organi dello stato persona, appartengano al potere esecutivo piuttosto che a quello neutro in cui si riconosce il capo dello stato, godono di medesima legittimazione, indiretta, democratica. Non il primo più del secondo nè viceversa. Espressione entrambi di due branche dello stato i loro rapporti dovrebbero informarsi a regole di correttezza costituzionale che non escludono alcuno dall'esercizio della libertà di espressione del pensiero ai sensi dell'Articolo 21 Cost.
Le disposizioni penali a tutela di alcune cariche per compotamenti che configurino semplice esercizio del suddetto diritto sono retaggio ancora delle strutture di uno stato etico basato sulla assilogica preminenza gerarchica di un sovrano che un tempo si identificava con il monarca persona fisica, intangibile da osservazioni e critiche verbali. Espressioni di tal genere venivano ricondotte al concetto di 'lesa maestà'.
Da quando si è riconosciuto che la sovranità appartiene al popolo nella nostra Costituzione del 1948 i cd reati di opinione laddove non si spingano a configurare diffamzioni o ingiurie (le cui vittime possono essere tutti i cittadini e non solo i titolari delle cariche da lei citate) si pongono senza dubbio in contrasto con i precetti costituzionali e pertanto la loro applicazione potrebbe essere disattesa da chi nella prospettiva di un sindacato giurisdizionale futuro ritenga di riuscire a dimostrarne l'illegittimità.
Saluti
 
ahimè, perbacco !

gentile Amleto, la Sua pregiata risposta adombra nell'eloquio concetti che non son di facile discernimento
a mero titolo di esempio, non comprendo perchè un '' esempio disomogeneo'' diventi ipso facto incongruo: ma certo tale mancata comprensione è da imputare ad una mia mancanza, anzichè alla espressione da Lei adottata

Rimarcherei, ove possibile, che il mio intervento era ovviamente un incoraggiamento a spiegare perchè, tra gli infiniti esempi di spregio alle istituzioni, Lei ne abbia scelto uno che, ancorchè significativo, giudicherei minore; infatti anche il ministro Maroni non pare aver dato seguito a tale attacco.
Le offrivo pertanto di estendere la Sua ricerca in altre direzioni, e dimostrare che lo Stato è vilipeso assai, qui in Danimanrca, da ogni fazione politica; così argomentando, Lei avrebbe potuto mostrare come lo Stato appartenga a ogni cittadino, e non ad una sola parte.

Mi premeva inoltre esemplificare come taluni rappresentanti delle nostre Istituzioni si siano in passato resi altrettanto riprendibili nel mancato rispetto alle Istituzioni stesse, creando così un malo andazzo che facilmente il volgo segue: ero curioso di rilevare da parte Sua altrettanta indigniazione, per 'par condicio' .

Per quanto attiene all'ultimo periodo, temo di vedere un 'bias' valutativo da parte sua; la Costituzione, benchè emendabile, ora è in vigore, e quindi che la sua applicazione possa essere "disattesa da chi in futuro ritenga di riuscire a dimostrarne la illegittimità" mi sembra una proposizione che difficilmente si concilia col rispetto attuale delle Istituzioni ( eziandio mi pare persino un discorso che presta il fianco ad evoluzioni anarchiche, contrarie ad uno spirito come il nostro che si offende appunto per il mancato rispetto delle norme);

le sentenze di condanna emesse da un Tribunale dello Stato mi pare siano invece da rispettare già da subito, senza attendere future diverse valutazioni, come da rispettare è ogni altra azione dello Stato o ogni suo Rappresentante ( direi a questo punto 'pro-tempore' rappresentante, nuove votazioni possono anche contraddire le maggioranze attuali, a mio parere anche più rapidamente )
Solo subordinatamente poi osservo che l'attacco al Ministro non è avvenuto in merito ad una sua azione quale Ministro, ma ad un intervento che definirei politico: la questione dell'Euro non pertiene infatti al Ministro del Lavoro ma a quello dell'Economia, che infatti si è espresso su tale questione in modo molto chiaro. Ergo diventa possibile ritenere di poter incorrere nella applicazione "dell'esercizio della libertà di espressione del pensiero ai sensi dell'Articolo 21 Cost" da Lei pocanzi invocato.
Nulla vien tolto chiaramente al rispetto dovuto ad un Parlamentare regolarmente eletto, ovviamente, il mio spirito democratico ben comprende il valore della legittimazione espressa dal voto dei miei concittadini.

Ma ahimè signore, la distanza che forse ci separa è ampia, il tempo tiranno, il vento siede sulla spalla delle vele ( :lol: questa è la mia preferita), Rosenkrantz e Guildenstern già La chiamano ed io odo Fortebraccio laggiù.
Vado, ed auguro un felice epilogo a noi ed alla Danimarca tutta .
Addio

Vostro fidato
Orazio aka f4f
 
Preg.mo sig. Orazio
i suoi esempi erano 'incongrui perchè disomogenei' (quale è il motivo di aggiungere 'ipso facto'? per inficiare la mia riflessione descrivendola come assiomatica e quindi supponente? non credo siamo homines trioboli nè lei nè io, tali da avere bisogno di serivrci di artifizi retorici) in quanto l'episodio cui io mi riferivo riguardava da un lato l'esponente di un'associazione privata dall'altro un membro di un organo del potere esecutivo.
Richiedere a me di censurare, come da lei suggerito, espressioni e comportamenti di chi appartiene ad ambiti diversi (i.e. ministri, presidente della repubblica) e pretendere rispetto ad essi un'analoga valutazione è incongruo e ultroneo rispetto al tema. Avessi inteso occuparmi di quell'argomento, avrei aperto un altro thread.
Se avessi manifestato una valutazione connotativa rispetto ad un membro del governo e/o del Parlamento in rapporto ad un soggetto appartenente ad un'altra istituzione rappresentativa pubblica, il suo argomentare avrebbe avuto una giustificazione: diversamente, non sequitur.
C'è un qui pro quo nelle sue osservazioni rispetto alle mie parole, che alludono forse ad una sua inclinazione valutativa specifica, assente dalla denotatività delle mie parole: il soggetto della frase erano i reati d'opinione ed ellitticamente (sottintenendo le disposizioni che essi contemplano) scrivevo: "la loro applicazione potrebbe essere disattesa da chi nella prospettiva di un sindacato giurisdizionale futuro ritenga di riuscire a dimostrarne l'illegittimità". La disapplicazione riguarda il soggetto della prima proposizione, vale a dire i reati d'opinione. Dunque, le conseguenze ulteriori che lei prospetta non seguono dalle mie parole che pongono al vertice dell'osservanza da parte dei cittadini i principi fondamentali costituzionali.
Avevo precisato 'nella prospettiva di un sindacato giurisdizionale futuro' in quanto il comportamento di colui che ritenga illegittimi alcuni reati d'opinione sarebbe probabilmente oggetto di verifica giurisdizionale, laddove ponesse in essere fattispecie in essi rientranti. Se così fosse, il cittadino che si sentisse persuaso di ottenere in sede giurisdizionale l'accoglimento della propria interpretazione (contrasto della norma primaria con la norma costituzionale) vedrebbe confermata giudizialmente la sua disapplicazione della disposizione che prevede il cd. reato di opinione, perchè contrastante con la disposizione gerarchicamente superiore costituita dall'articolo 21 Cost.
D'altra parte, ubi maior, tale era la posizione del Prof. Livio Paladin, più volte ministro e Presidente della Corte Costituzionale, espressa chiaramente in molti scritti giuridici.
Saluti e non navighi oltre le colonne d'Ercole per tornare ad Elsinore dai miei amati cittadini.
 
Piacevolissimo lo scambio d'opinioni
che proseguirò solo brevemente, in quanto, ovviamente, a me tocca seguitare col 'minor cessat' alla opinione di un illustre studioso.

Unica quindi la mia ultima perorazione, cui spero lei darà seguito:
l'osservazione da Lei fatta in merito alla estemporanea ed improvvida esternazione del privato cittadino Bonanni ( chè nè Lei nè io diamo valenza istituzionale al suo ruolo quale sindacalista, in questa sede) non potrebbe rientrare nell'"esercizio della libertà di espressione del pensiero ", in quanto le frasi citate del ministro erano state fatte a livello politico? intendo quindi che quella del Referendum contro un ministro sia una mera boutade, tale da intendere, senza confusioni sulla sua effettiva operatività. (operatività che per altro troverei di difficile applicazione anche per il referendum sull'Euro, relegando anche queste osservazioni a provacazioni politiche e non a effettive richieste)
Intendo perciò qui valutare il mero aspetto giuridico della vicenda, mentre prima abbiamo dibattuto del più generale concetto del rispetto dovuto alle Istituzioni .

Solo per inciso, la ringrazio per gli auguri per il mio viaggio, ma come ricorderà io debbo, per esigenze sceniche, restare qui ad Elsinore ad attender Fortebraccio, e sarà invece Lei a partere tra breve per l'Inghilterra con Rosenkrantz e Guildenstern (senza arrivare... :-? :lol: ).
Ora vado, Polonio s'è fatto inquieto e temo per la sorte di quella pazzerella d'Ofelia.

Vostro fidato
Orazio aka f4f
 
gentile Amleto
del tutto a parte, desidero ringraziare per l'occasione offertami di ricordare una delle più belle opere che abbia mai letto

vorrei contraccambiare segnalando il film 'Rosenkrantz e Guidenstern sono morti' , una chicca per chi ama Shakespeare ,
anche se temo sia difficile da reperire :rolleyes:


vostro fidato
Orazio
 
preg. mo sig. Orazio
quanto al nostro ficcante dialogo, la ringrazio perchè sento utile e stimolante avere degli interlocutori sagaci con cui confrontare le mie idee, valutare le posizioni altrui, mutare orientamento quando avverto la bontà degli argomenti.
Il 'maior' non si riferiva certo a lei, ma a me medesimo che non intendeva spendere come mio prodotto del tutto originale un pensiero che aveva altra paternità.
Senza dubbio desidero affrontare l'argomento sotto il profilo giuridico (e non della scienza sociale come abbiamo fatto finora) in un'ottica di teoria generale del diritto piuttosto che di disposizioni singole che sono di più agevole reperibilità in qualsiasi codice di diritto pubblico. Tuttavia ha proprio ragione, sto per attraversare il mare e non solo la Manica ma a little bit farther. Prometto che tornerò.
in the brackets forse abbiamo gli stessi gusti: rosencrantz and guildenstern are dead by Tom Stoppard, faber and faber editors, london boston 1967 has such a wit stagencraft and verbal verve that's become a contemporary classic è nella mia biblioteca da circa 12 anni, ignoravo ci fosse anche un film. Grazie.
Have my best and so long
Saluti
 

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