Mastella ha dichiarato: De Magistris ha perso e io ho vinto

tontolina

Forumer storico
e l'Italia è disgustata

questo è un sepolcro imbancato
che dice di essere cristiano
che è sostenuto dai cattolici
dal papato ecc.......



ma questa gente continua ad ucciderci
uccidono la nostra dignità
il nostro senso di giustizia
ci derubano tassandoci eccessivamente e distraendo poi i contributi


e sarebbero CRISTIANI questi ASSASSINI?
poi fingono di proteggere il feto... forse per poterlo uccidere poi

falsi profeti
disgustosi
 
Why Not

Essendo un uomo colto, il ministro Mastella forse ricorda quel che accadde dalle sue parti nel 275 a.C. E, se non lo ricorda, può farselo spiegare da uno che ha studiato: in quell’anno i romani respinsero l’avanzata di Pirro II re dell’Epiro alleato con tarantini e sanniti, a Maleventum, che fu ribattezzata per l’occasione Beneventum e oggi sta in provincia di Ceppaloni.
4 anni prima Pirro aveva esordito in Magna Grecia con la strepitosa vittoria sugli elefanti a Heracleia e poi ad Ascoli Satriano, subendovi tuttavia perdite così ingenti che il trionfo fu per lui peggio di una sconfitta. Una «vittoria di Pirro», appunto.

L’altro giorno, alla notizia dell’avocazione dell’inchiesta Why Not da parte del Pg «facente funzioni» Dolcino Favi, Mastella ha dichiarato: «De Magistris ha perso e io ho vinto», come se uno potesse vincere una partita facendo espellere l’arbitro che gli fischia un rigore contro.

Ecco: se sapesse far tesoro della storia (e dunque non fosse Mastella), forse il ministro non sarebbe così sicuro e baldanzoso, ma comincerebbe a domandarsi se la sua vittoria nella battaglia di Catanzaro non somigli a quella di Pirro.

E vero, è riuscito a liberarsi del pm che indagava su di lui e sul suo premier.

È vero, ha incassato la quotidiana dichiarazione di solidarietà da Prodi (bella forza, un indagato che solidarizza con il coindagato contro il pm che li indaga).

È vero, ieri ha ottenuto lo scalpo di Petruccioli, non perchè due anni fa era stato nominato Presidente Rai con l’accordo di Berlusconi, ma perché non ha punito Floris né chiuso Annozero.

È vero, ostenta una calma olimpica (ieri era a pranzo a Roma in via delle Zoccolette) come se avesse tutti ai suoi piedi. Ma, se desse un’occhiata alle mailing list dei magistrati, scoprirebbe qualcosa che non gli piacerebbe per nulla.

La «pax mastelliana» con le toghe, costruita sapientemente a botte di manuale Cencelli sistemando al ministero esponenti di tutte e quattro le correnti della magistratura assodata, tanto quelle conservatrici quanto quelle progressiste, come ben documenta un dossier dei Radicali, è ufficialmente finita.
L’idea che si dovesse trattarlo con indulgenza perché «comunque non è Castelli», in un’ottica di «riduzione del danno», almeno nella base della magistratura è definitivamente tramontata.
Anche perché, come ha detto Antonio Ingroia, il danno causato da Mastella all’inchiesta che riguarda lui e il premier è molto peggio di quelli provocati da Castelli ai processi contro Berlusconi & C. Questi rimasero saldamente nelle mani dei pm e dei giudici di Milano; quello è stato tolto al titolare e ieri, alla velocità della luce, è atterrato al Tribunale dei ministri, dove finora nessun processo eccellente ha mai fatto strada alcuna.

Persino l’Anm - che pareva dispersa negli ultimi mesi, non avendo fatto un minuto di sciopero contro l’orrenda riforma dell’ordinamento giudiziario scritta da Mastella e peggiorata vieppiù dal Senato, e non aveva speso una parola per difendere Clementina Forleo e Luigi De Magistris insultati e attaccati per tutta l’estate - ha ritrovato la voce per deplorare il pericolo «per l’autonomia e l’indipendenza della magistratura», nonché l’«inopportunità» dell’avocazione di «Why Not».
Se si pensa che solo quest’estate la sezione catanzarese della stessa Anm sollecitava il ministro a ispezionare De Magistris (forse perché, indagando, metteva in cattiva luce molti colleghi), si può cogliere la portata della svolta.

Le mailing list dei magistrati di «base», secondo indiscrezioni, sarebbero tutte un ribollire di reazioni sempre più indignate a quanto sta facendo il ministro, spalleggiato dalla parte più pavida e più servile della magistratura (correnti don Abbondio e don Rodrigo).
Sono magistrati perlopiù giovani, o comunque toghe sciolte, anzi «toghe rotte» come s’intitola il bel libro di Bruno Tinti. Magistrati senza collare o comunque, anche se iscritti a questa o quella corrente, sempre più critici verso le derive corporativiste e collateraliste dell’associazionismo togato.
Qualcuno vorrebbe addirittura tenere una giunta straordinaria dell’Anm a Catanzaro; per far capire che quel che sta accadendo non è un battibecco fra De Magistris e Mastella, né una puntata dell’inesistente «scontro fra politica e magistratura».

Qui è in gioco l’art. 3 della Costituzione: se crolla Catanzaro, addio principio di eguaglianza, che poi si porta dietro l’obbligatorietà dell’azione penale e l’indipendenza della magistratura.
Se resiste Catanzaro, la legge può ancora essere uguale per tutti.
Persino a Ceppaloni. Persino in Magna Grecia.

Marco Travaglio
da l’Unità del 25 ottobre 2007
 
ROMA – E’ morta giovedì pomeriggio Giovanna Reggiani, la 47enne aggredita, seviziata e gettata in un fosso martedì sera a Roma a Tor di Quinto dal 24enne rumeno Romulus Nicolae Mailat. Il procuratore aggiunto di Roma, Italo Ormanni, e il sostituto Maria Bice Barborini, hanno richiesto la convalida dell’arresto con l'accusa di omicidio volontario. Intanto dal carcere il rumeno 24enne nega qualsiasi violenza, confermando solo di aver “rubato una borsetta”.

L’AGGRESSIONE - Secondo una prima ricostruzione effettuata dagli agenti del Commissariato di Polizia Ponte Milvio, la donna era appena scesa da un autobus per dirigersi verso casa. Successivamente è stata avvicinata dal giovane rumeno, Nicoale Tomulus Mailat, che l’avrebbe trascinata in una baracca nei pressi di viale Tor di Quinto a Roma. Qui è stata picchiata e quindi violentata. La donna ha cercato di difendersi dall’aggressione, ma inutilmente. Dopodichè il bruto avrebbe gettato il corpo della 47enne in un fossato nei pressi di viale di Tor di Quinto. Soccorsa e trasportata all’ospedale “Sant’Andrea” di Roma, dove la donna ricoverata in coma cerebrale. Le indagini, grazie all’aiuto di alcuni testimoni, hanno permesso di arrestare il giovane rumeno, trovato nella baraccopoli rumena abusiva. L’individuo è stato trovato con diverse escoriazioni e ferite sul volto. Ora si trova detenuto presso il carcere “Regina Coeli” a disposizione dell’autorità giudiziaria. Ad aggravare la posizione del rumeno fermato è stato il ritrovamento della borsa della vittima nel sua baracca. Il procuratore aggiunto Italo Ormanni e il pm Maria Bice Barborini hanno chiesto al gip la convalida del fermo. Al rom sarà contestata anche l'accusa di rapina aggravata.

Il capo della squadra mobile, Vittorio Rizzi, ha spiegato che non c'è ancora una prova scientifica che possa comprovare la violenza sessuale. La vittima è stata trovata con i pantaloni abbassati e senza mutande. Da un primo esame medico legale, eseguito dal professor Luigi Cipolloni dell'Università La Sapienza nominato consulente dal procuratore aggiunto Ormanni, ha stabilito che a determinare l’emoraggia endocranica mortale è stato un trauma cranico-facciale. La Reggiani "potrebbe essere stata colpita con oggetti contundenti, un sasso o anche lo stesso ombrello della donna". Ha precisato Rizzi, aggiungendo che "allo stato attuale gli elementi, i riscontri acquisiti e le testimonianze, conducono a un solo responsabile, anche se le indagini continuano" per stabilire se l'aggressore, Nicolae Romulus Mailat, abbia agito o meno con un complice.



LA TESTIMONIANZA - La testimone romena dell'aggressione a Giovanna Reggiani e della quale non è stata rivelata l'identità, gridava 'Mailat, Mailat' ai poliziotti. La donna al momento è in una struttura protetta, hanno riferito gli inquirenti. La testimone, che non parla italiano, si e' prima messa in mezzo alla strada davanti a un autobus di linea dell'Atac, per segnalare la donna che era nel fossato, e poi all'arrivo dei poliziotti ha mimato la scena di un uomo che portava sulle spalle la vittima, e gridando il nome di 'Mailat' ha indicato la baracca in cui si trovava il romeno.

ARRIVANO TRE INVESTIGATORI RUMENI – Sono giunti da Bucarest a Roma i primi tre investigatori rumeni richiesti espressamente mercoledì sera dal capo della Polizia, Antonio Manganelli, nel corso del colloquio con il nuovo capo della Polizia rumena George Popa, dopo la tragica aggressione subita da Giovanna Reggiani ad opera di un clandestino rumeno a Tor di Quinto.

“VERRA’ PROCESSATO IN ITALIA” - Il ministro della Giustizia, Clemente Mastella, ha confermato al termine di un incontro con il ministro della Giustizia rumeno, Tudor Chiuariu, che Nicolae Romulus Mailat, il cittadino rumeno 24ennne che ha ridotto in fin di vita Giovanna Reggiani, procurandole un coma irreversibile, sarà processato e sconterà la pena in Italia che provvederà a liberarlo dopo 2 anni per buona condotta come tutti i CAINI ....
I due ministri, in una nota congiunta nella quale esprimono la ferma condanna per l'aggressione, hanno sottolineato la necessità di rafforzare la cooperazione in campo giudiziario assicurare la certezza della pena per i soggetti che delinquono.
 
Il caso del gip Clementina Forleo

Destra e sinistra si accapigliano su tutto, anche sulle cose su cui sono d'accordo, perchè son provvedimenti che, alternativamente, han preso sia l'una che l'altra, e non si capisce perchè. O meglio, lo si capisce benissimo: gli uni vogliono mantenere a tutti i costi il potere, gli altri a tutti i costi toglierglielo. E mentre si azzuffano, non si accorgono, che l'Italia si sta sfasciando.

www.massimofini.it

http://www.canisciolti.info/articoli_dettaglio.php?id=10292
direi che ha veramente ragione
la CASTA non si è accorta che è la democrazia che è in pericolo
se già non c'è stato il golpe delinquenziale che comanda i politicanti
 
Vergognarsi dei propri governanti
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 1 Novembre 2007
http://www.italianiliberi.it/Edito07/vergognarsi.html


Non possiamo fare altro. Vergognarci.
Il degrado di tutte le istituzioni, ivi compresa la Magistratura, il continuo parlare soltanto di se stessi, dei propri interessi, dei propri partiti, da parte dei politici; la loro incapacità, ormai diventato un tratto dominante del loro carattere, della loro personalità, di ricordarsi che il potere gli è stato dato dal popolo italiano, sono giunti ormai al limite finale.
Noi italiani, gente comune, non possiamo fidarci di nessun partito, di nessun politico, neanche di quelli che occupano le massime cariche istituzionali e che avrebbero come unico dovere quello di garantire almeno le regole formali. Invece non lo fanno, e non si accorgono neanche di non farlo. Sarebbe sufficiente riflettere al fatto che sono stati cambiati i partiti che reggono il governo attuale senza dimissionare il governo stesso, per comprendere che viviamo nella illegittimità politica.
La nascita del Partito Democratico, infatti, non è stato un cambiamento di nome, sommando i due maggiori partiti che erano stati eletti nelle ultime votazioni politiche con a capo Romano Prodi e che gli hanno dato il diritto di formare il Governo. E’ stato costituito un nuovo Partito, eletto con nuove, anomale votazioni, con un nuovo programma e un nuovo leader, tanto che diversi parlamentari si trovano oggi privi del partito nel quale erano stati eletti, mentre Veltroni, attuale Sindaco di Roma, funziona ormai come un secondo capo del governo accanto a Prodi. Tutto questo nel silenzio generale da parte degli organismi preposti al controllo della legittimità democratica.
Assistiamo ogni giorno alla caricatura della democrazia, e ad un tale ottundimento etico da parte dei parlamentari da suscitare un vero e proprio sgomento nei cittadini.
Abbiamo perfino un Presidente della Repubblica Italiana il quale disprezza se stesso e la nazione di cui è il Capo. Ripete, infatti, ogni giorno che l’Italia da se stessa non può e non sa fare nulla, e invoca di continuo gli stranieri, le istituzioni europee, affinché ci sostituiscano:
l’Italia non sa e non può difendersi dalla immigrazione, non sa e non può controllare i propri confini, non sa e non può lavorare senza gli immigrati; e senza i loro ottimi cervelli “si bloccherebbe”.
Ma non basta: abbiamo un Capo dello Stato che arriva perfino ad indottrinare i bambini affinché si ribellino alle autorità, sventolando la bandiera dell’Europa e cantando l’inno tedesco, bandiera e inno che sono stati aboliti proprio perché ogni Popolo appartenente alla comunità europea non ha voluto rinunciare ai propri.
Tragico destino dell’Italia: avere montagne di morti inutili, sempre traditi e calpestati dai governanti.
Adesso, però, non ne possiamo più.
Tranne quei pochi che sono irretiti dai rituali della politica o perché ancora vi credono, oppure perché sperano di ottenerne qualche vantaggio per la loro attività o per la propria carriera, la maggior parte della gente “normale”, quella che non supera lo stipendio o la pensione mensile dei 1300 euro, quella che tutte le mattine si alza e va al lavoro, quella che ama la propria patria, la propria famiglia, la propria lingua, la propria religione, l’arte, la musica, la bellezza della terra d’Italia, adesso dice: basta.

Mi arrivano sempre più spesso le esortazioni a formare un Partito degli Italiani, o almeno un movimento che abbia come suo primo scopo la salvezza della civiltà italiana, mettendo fine in modo assoluto e definitivo all’immigrazione e all’opera di distruzione della identità italiana che è ormai con tutta evidenza l’unico scopo dei nostri politici.

Sebbene mi sia soffermata più volte sui motivi che rendono difficile l’attuazione di questo progetto, cercherò di esporre nel modo più conciso e più chiaro la situazione.
Per limitare immediatamente e nel modo più semplice e meno costoso l’immigrazione basterebbe che il governo sospendesse l’adesione dell’Italia al trattato di Schengen e ripristinasse le norme che chiudono i confini agli stranieri, anche se appartenenti alla comunità europea.
Proprio oggi Prodi sbandiera come un atto di forza, deciso in seguito al terribile episodio della signora aggredita e ridotta in fin di vita a Roma da un romeno, avere autorizzato i prefetti ad allontanare dal territorio gli stranieri pericolosi. Decisioni ridicole! Costosissime ed inutili!

Per quanto riguarda l’immigrazione da paesi dell’Africa e del Medio Oriente, ci dobbiamo convincere che il nostro farli giungere in Italia non è un atto di bontà o di compassione, ma piuttosto complicità nelle loro sofferenze.
Noi possiamo aiutarli soltanto se rimarranno nella loro patria (i motivi di questa affermazione li ho già esposti molte volte e rinvio i lettori, perciò, agli articoli presenti nel sito su questo argomento e ai libri “Omaggio agli Italiani" e “Il mulino di Ofelia”). Comunque, questi motivi possono essere riassunti in uno solo: la religione islamica tiene lontani i maschi dal lavoro della terra e questa è la causa fondamentale della loro povertà.
Noi, come ho detto, siamo complici delle loro sofferenze proprio perché ubbidiamo ai politici d’Europa che hanno proibito qualsiasi giudizio sulle religioni e in particolar modo sull’islamismo.
In ogni caso una cosa deve essere ben chiara: senza fermare immediatamente l’invasione del nostro territorio da parte degli stranieri, quale che sia la loro provenienza, l’Italia, la sua indipendenza, la sua civiltà, sono perdute.

So bene che molti di coloro che mi leggono, e anche alcuni di quelli che mi scrivono, pensano che saremmo più forti se lavorassimo insieme agli altri paesi d’Europa. Non posso ricominciare a spiegare in questo breve articolo il fatto che viceversa l’unione europea è stata voluta dai governanti proprio per distruggere l’Europa, l’indipendenza dei suoi Stati e l’occupazione del territorio da parte dei musulmani. Se non volete credere a quello che dico e che scrivo da tanti anni, vi prego di guardare ai fatti: ci troviamo come ci troviamo da quando si è incominciato a mettere in atto il trattato di Maastricht, ossia dall’attuazione della moneta unica, e in quel trattato c’è scritto appunto che le differenze fra le Nazioni non debbono più esistere, i confini non debbono più esistere, le lingue non debbono più esistere; e che la guida politica dell’Europa è assunta dagli economisti e dalla Banca Centrale, residente a Francoforte, testimone e suddita del primato tedesco.
L’unione europea è un progetto di distruzione dell’Europa, non di costruzione. Ammesso che all’inizio qualcuno dei governanti fosse in buona fede, si trattava comunque di una persona, come spesso accade a coloro che sono forniti di troppo potere, che fantasticava dietro ad un progetto allucinatorio, dettato dall’ignoranza e dalla presunzione.
Distruggere le culture significa distruggere i popoli. Infatti la nostra società è ormai una società patologica, priva di una meta, priva di logica e di buon senso.
Dunque noi potremo salvarci soltanto se agiremo subito, pensando esclusivamente agli interessi dell’Italia, sapendo che in questo modo agiamo anche nell’interesse di ogni singolo popolo, perché soltanto con un proprio territorio, con la propria lingua, con i propri costumi, con la propria religione, con la propria sensibilità e intelligenza, un popolo può essere e mantenersi “Popolo”. Se qualcuno, in Europa, vorrà imitarci, lo farà e ce ne sarà grato. Noi, però, dobbiamo cominciare da soli, senza aspettare l’aiuto di nessuno.

Vengo alle questioni pratiche. Mi si chiede di formare un partito o un movimento per la salvezza della civiltà italiana. Questo è esattamente il compito che si è prefisso, fin dall’inizio, l’associazione degli Italiani Liberi. Io ho fatto molti tentativi e ormai so, con assoluta certezza, che occorrono molti soldi e molta organizzazione. Cose che io non possiedo e che, almeno finora, nessuno mi ha offerto. Ho scritto migliaia di pagine: sono stanca anche di scrivere sempre le stesse cose.
Dunque lascio la parola ai lettori. Cosa propongono di concreto? E per concreto intendo: persone, organizzazioni, denaro. Io posso garantire una cosa sola: che sotto i miei occhi nessuno ruberà.

Roma, 1 Novembre 2007
 
tontolina ha scritto:
Vergognarsi dei propri governanti
di Ida Magli
ItalianiLiberi | 1 Novembre 2007
http://www.italianiliberi.it/Edito07/vergognarsi.html


Non possiamo fare altro. Vergognarci.
Il degrado di tutte le istituzioni, ivi compresa la Magistratura, il continuo parlare soltanto di se stessi, dei propri interessi, dei propri partiti, da parte dei politici; la loro incapacità, ormai diventato un tratto dominante del loro carattere, della loro personalità, di ricordarsi che il potere gli è stato dato dal popolo italiano, sono giunti ormai al limite finale.
Noi italiani, gente comune, non possiamo fidarci di nessun partito, di nessun politico, neanche di quelli che occupano le massime cariche istituzionali e che avrebbero come unico dovere quello di garantire almeno le regole formali. Invece non lo fanno, e non si accorgono neanche di non farlo. Sarebbe sufficiente riflettere al fatto che sono stati cambiati i partiti che reggono il governo attuale senza dimissionare il governo stesso, per comprendere che viviamo nella illegittimità politica.
La nascita del Partito Democratico, infatti, non è stato un cambiamento di nome, sommando i due maggiori partiti che erano stati eletti nelle ultime votazioni politiche con a capo Romano Prodi e che gli hanno dato il diritto di formare il Governo. E’ stato costituito un nuovo Partito, eletto con nuove, anomale votazioni, con un nuovo programma e un nuovo leader, tanto che diversi parlamentari si trovano oggi privi del partito nel quale erano stati eletti, mentre Veltroni, attuale Sindaco di Roma, funziona ormai come un secondo capo del governo accanto a Prodi. Tutto questo nel silenzio generale da parte degli organismi preposti al controllo della legittimità democratica.
Assistiamo ogni giorno alla caricatura della democrazia, e ad un tale ottundimento etico da parte dei parlamentari da suscitare un vero e proprio sgomento nei cittadini.
Abbiamo perfino un Presidente della Repubblica Italiana il quale disprezza se stesso e la nazione di cui è il Capo. Ripete, infatti, ogni giorno che l’Italia da se stessa non può e non sa fare nulla, e invoca di continuo gli stranieri, le istituzioni europee, affinché ci sostituiscano:
l’Italia non sa e non può difendersi dalla immigrazione, non sa e non può controllare i propri confini, non sa e non può lavorare senza gli immigrati; e senza i loro ottimi cervelli “si bloccherebbe”.
Ma non basta: abbiamo un Capo dello Stato che arriva perfino ad indottrinare i bambini affinché si ribellino alle autorità, sventolando la bandiera dell’Europa e cantando l’inno tedesco, bandiera e inno che sono stati aboliti proprio perché ogni Popolo appartenente alla comunità europea non ha voluto rinunciare ai propri.
Tragico destino dell’Italia: avere montagne di morti inutili, sempre traditi e calpestati dai governanti.
Adesso, però, non ne possiamo più.
Tranne quei pochi che sono irretiti dai rituali della politica o perché ancora vi credono, oppure perché sperano di ottenerne qualche vantaggio per la loro attività o per la propria carriera, la maggior parte della gente “normale”, quella che non supera lo stipendio o la pensione mensile dei 1300 euro, quella che tutte le mattine si alza e va al lavoro, quella che ama la propria patria, la propria famiglia, la propria lingua, la propria religione, l’arte, la musica, la bellezza della terra d’Italia, adesso dice: basta.

Mi arrivano sempre più spesso le esortazioni a formare un Partito degli Italiani, o almeno un movimento che abbia come suo primo scopo la salvezza della civiltà italiana, mettendo fine in modo assoluto e definitivo all’immigrazione e all’opera di distruzione della identità italiana che è ormai con tutta evidenza l’unico scopo dei nostri politici.

Sebbene mi sia soffermata più volte sui motivi che rendono difficile l’attuazione di questo progetto, cercherò di esporre nel modo più conciso e più chiaro la situazione.
Per limitare immediatamente e nel modo più semplice e meno costoso l’immigrazione basterebbe che il governo sospendesse l’adesione dell’Italia al trattato di Schengen e ripristinasse le norme che chiudono i confini agli stranieri, anche se appartenenti alla comunità europea.
Proprio oggi Prodi sbandiera come un atto di forza, deciso in seguito al terribile episodio della signora aggredita e ridotta in fin di vita a Roma da un romeno, avere autorizzato i prefetti ad allontanare dal territorio gli stranieri pericolosi. Decisioni ridicole! Costosissime ed inutili!

Per quanto riguarda l’immigrazione da paesi dell’Africa e del Medio Oriente, ci dobbiamo convincere che il nostro farli giungere in Italia non è un atto di bontà o di compassione, ma piuttosto complicità nelle loro sofferenze.
Noi possiamo aiutarli soltanto se rimarranno nella loro patria (i motivi di questa affermazione li ho già esposti molte volte e rinvio i lettori, perciò, agli articoli presenti nel sito su questo argomento e ai libri “Omaggio agli Italiani" e “Il mulino di Ofelia”). Comunque, questi motivi possono essere riassunti in uno solo: la religione islamica tiene lontani i maschi dal lavoro della terra e questa è la causa fondamentale della loro povertà.
Noi, come ho detto, siamo complici delle loro sofferenze proprio perché ubbidiamo ai politici d’Europa che hanno proibito qualsiasi giudizio sulle religioni e in particolar modo sull’islamismo.
In ogni caso una cosa deve essere ben chiara: senza fermare immediatamente l’invasione del nostro territorio da parte degli stranieri, quale che sia la loro provenienza, l’Italia, la sua indipendenza, la sua civiltà, sono perdute.

So bene che molti di coloro che mi leggono, e anche alcuni di quelli che mi scrivono, pensano che saremmo più forti se lavorassimo insieme agli altri paesi d’Europa. Non posso ricominciare a spiegare in questo breve articolo il fatto che viceversa l’unione europea è stata voluta dai governanti proprio per distruggere l’Europa, l’indipendenza dei suoi Stati e l’occupazione del territorio da parte dei musulmani. Se non volete credere a quello che dico e che scrivo da tanti anni, vi prego di guardare ai fatti: ci troviamo come ci troviamo da quando si è incominciato a mettere in atto il trattato di Maastricht, ossia dall’attuazione della moneta unica, e in quel trattato c’è scritto appunto che le differenze fra le Nazioni non debbono più esistere, i confini non debbono più esistere, le lingue non debbono più esistere; e che la guida politica dell’Europa è assunta dagli economisti e dalla Banca Centrale, residente a Francoforte, testimone e suddita del primato tedesco.
L’unione europea è un progetto di distruzione dell’Europa, non di costruzione. Ammesso che all’inizio qualcuno dei governanti fosse in buona fede, si trattava comunque di una persona, come spesso accade a coloro che sono forniti di troppo potere, che fantasticava dietro ad un progetto allucinatorio, dettato dall’ignoranza e dalla presunzione.
Distruggere le culture significa distruggere i popoli. Infatti la nostra società è ormai una società patologica, priva di una meta, priva di logica e di buon senso.
Dunque noi potremo salvarci soltanto se agiremo subito, pensando esclusivamente agli interessi dell’Italia, sapendo che in questo modo agiamo anche nell’interesse di ogni singolo popolo, perché soltanto con un proprio territorio, con la propria lingua, con i propri costumi, con la propria religione, con la propria sensibilità e intelligenza, un popolo può essere e mantenersi “Popolo”. Se qualcuno, in Europa, vorrà imitarci, lo farà e ce ne sarà grato. Noi, però, dobbiamo cominciare da soli, senza aspettare l’aiuto di nessuno.

Vengo alle questioni pratiche. Mi si chiede di formare un partito o un movimento per la salvezza della civiltà italiana. Questo è esattamente il compito che si è prefisso, fin dall’inizio, l’associazione degli Italiani Liberi. Io ho fatto molti tentativi e ormai so, con assoluta certezza, che occorrono molti soldi e molta organizzazione. Cose che io non possiedo e che, almeno finora, nessuno mi ha offerto. Ho scritto migliaia di pagine: sono stanca anche di scrivere sempre le stesse cose.
Dunque lascio la parola ai lettori. Cosa propongono di concreto? E per concreto intendo: persone, organizzazioni, denaro. Io posso garantire una cosa sola: che sotto i miei occhi nessuno ruberà.

Roma, 1 Novembre 2007
Ribadisco!
I nostri politicanti sono davvero poco credibili... cercano di difendere solo chi ci massacra... massacra i loro elettori...tanto loro hanno la scorta
SI VERGOGNINO


Ormai se sgozzi qualcuno in modo brutto il primo a trovarti in carcere è il politico di turno

Un deputato di Rifondazione va subito a trovare in carcere il rumeno che ha massacrato una povera madre alla fermata del treno a Roma e uno di AN si precipita a trovare in carcere l'americana che fa sgozzare dagli amici la compagna di stanza

(all'immigrato povero Assassino dall'est quelli di sinitra e all'americana ricca Assassina quelli di destra)

forse si identificano con chi compie crimini, forse non hanno un null'altro da fare di meglio
magari potrebbero cominciare a difendere i loro elettori e non solo gli assassini... e delinquenti vari...
è proprio vero:"DIO li fa e poi li Accoppia"
oppure
"Chi si assomiglia si piglia"


i nostri politicanti sono delinquenti e cercano i loro simili!
 
BRUTTO VIZIO IL taglia incolla ..............
sicuramente più incisivo il sunto con l'idea specifica di chiposta.......
...........
Io non sono un catastrofista ,non credo che l'italia sia sull'orlodella rovina,
sull'orlo del ridicolo si......Gia ampiamente dimostrato sopra da TONTOLINA.
Ma quello che reputo estremamente vergognoso è che un ministro alla giustizia
riesca ad esautorare un magistrato che indaga sul suo operato........
Ma ve lo immaginate il polverone se al posto del mastella ci fosse stato il berlusca.
 

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