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Meta, in Borsa con più capitale
Approvata dal Consiglio la procedura definitiva per la collocazione a Piazza Affari

MODENA (14 gen. 2003) - Stesura finale ieri in Consiglio comunale per la struttura di offerta che accompagnerà Meta Spa in borsa. Il documento, approvato dalla maggioranza con l'astensione dal voto di Rc e il no di tutto il centro destra, modifica in alcune parti il percorso precedente senza nulla variare, però, nei capitoli relativi ai possibili tempi d'ingresso rimasti tarati sulla "finestra" di fine febbraio, inizio marzo.
Nessun cambiamento di rotta, dunque, ma semplicemente - come ha sottolineato il sindaco - "una doverosa operazione di ritaratura per rafforzare la nostra proposta d'offerta oltre che per perfezionare le sue capacità difensive di fronte ad un mercato sempre più segnato da forti indeterminatezze".
La nuova struttura di offerta, disegnata su indicazione di BNP Paribas quale advisor del Comune di Modena e Banca Intesa, rispetto alla precedente punta in misura maggiore su un aumento di capitale di Meta, cioè sull'emissione di nuove azioni che potranno essere sottoscritte da investitori privati e istituzionali. Con l'emissione di nuove azioni i fondi raccolti saranno così destinati a sostenere lo sviluppo della società ed il suo piano industriale. Si punta in questo modo ad un rafforzamento patrimoniale della società e della sua capacità di crescita.
Intervenendo nel dibattito Giorgio Barbolini, capogruppo di Fi, ha fortemente criticato la Giunta per l'ennesima modifica della struttura d'offerta. Quello che ci viene proposto oggi non è altro che una ulteriore conferma di quello che da anni Fi sostiene. Lo sbarco in borsa, oltre che estremamente ritardato, si configura come un goffo tentativo del Comune di far cassa, tanto più grave oggi che questa Giunta ha svenduto tutto quanto è possibile e impossibile.
Per Ercole Toni (Ds), pur in presenza di tempi difficili e di forti preoccupazioni per le nuove quotazioni in borsa, la finestra che sui apre a febbraio è una occasione da non perdere.
Di tutt'altro segno l'intervento di Andrea Galli (An) per il quale la nuova strutturazione d'offerta si configura come una vera e propria stampella per cercare di evitare il tracollo in borsa.
Non giova certamente all'azienda e alla città - ha detto Antonio Finelli (Ds) presentare Meta - come spesso fanno le forze del centro destra - in disfatta economica e finanziaria. E' un atteggiamento grave non solo perchè non corrispondente al vero: Meta è una struttura sana e strutturata. E' grave anche e soprattutto perché si rende un pessimo servizio ad un patrimonio di servizi, di professionalità e di tecnologie che è di tutta la città.
Come in precedenza aveva sostenuto il consigliere Galli, Olga Vecchi (Fi) non ha esitato a giudicare "in svendita" Meta e la sua struttura. Essa sta pagando pesantemente il volere del suo unico padrone vero che è il Comune di Modena.
Marta Andreoli (Rc) la nuova procedura non fa che confermare un quadro già in passato segnalato di forti difficoltà. Si è privilegiato il tecnicismo rinunciando colpevolmente ad ogni traduzione politica delle scelte. Anche per questo appare difficile capire quali saranno i vantaggio o i non vantaggi per i cittadini.
Come Margherita - ha detto Giandomenico Glorioso - non abbiamo sicuramente certezze sulle proposte di modifica. Dai tecnici vengono indicazioni precise che consideriamo importanti e responsabilizzate per l'individuazione delle soluzioni migliori. Dal capogruppo della Margherita, poi, è venuto l'invito a valutare come possibile e per lui anche auspicabile la soluzione di un ingresso in borsa magari non più a febbraio marzo ma ad aprile maggio con il bilancio 2002 di Meta già approvato.
Achille Caropreso (Fi) ha scelto - come lui stesso ha voluto precisare - la politica criticando l'atteggiamento assunto da Rc. La vostra non partecipazione al voto che significa di fatto astensione è qualche cosa di molto diverso rispetto alle vostre passate critiche alle privatizzazioni. Di queste svolte verso la maggioranza io credo debbano essere informati gli elettori.
In molti interventi del Centro destra - ha detto Giorgio Pighi, capogruppo dei Ds - ho colto una preoccupante confusione tra solidità di una azienda e valore delle sue azioni. Meta è una azienda solida e da questo bisogna partire se si vuole ragionare di percorso verso la borsa. Nel merito della proposta occorre sottolineare la scelta di aumentare il capitale particolarmente positiva e significativa rispetto alla soluzione - comunque anche questa possibile - della vendita delle azioni.
Adolfo Morandi (Fi) ha detto che "le manovre che vengono proposte sembrano indicare che non sia ha più fiducia nell'ingresso in borsa di Meta e questo è quanto di peggiore si possa offrire nel momento che si decide comunque e in ogni caso di procedere con la quotazione".
Particolarmente critico l'intervento di Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori). In questi anni di discussione e di percorsi verso la borsa abbiamo assistito a decine di svolte senza direzione a cominciare dal piano industriale già cambiato almeno quattro volte. L'unica cosa che non muta è la caparbietà del sindaco a volere entrare in borsa. Quella di oggi è la terza volta che ci viene proposto una diversa struttura di offerta; il tutto senza tenere in considerazione che le condizioni per una scelta del genere volgono ormai da tempo al peggio. Appare evidente, dunque, che si deve andare avanti a tutti i costi. Ulteriori attese potrebbero portare la decisione a ridosso delle elezioni e la cosa preoccupa sia il sindaco che la maggioranza.
Dopo un breve intervento del capogruppo di An, Gianpaolo Verna, teso a conoscere le future strategie verso la borsa se il mercato continuerà a manifestare segni pesantemente negativi, è stata la volta di Antonio Maienza (Udeur). Della nuova proposta di struttura della offerta credo vada positivamente sottolineata l'ulteriore perfezionamento delle soluzioni di flessibilità di fronte alle dinamiche del mercato. Dopo aver sottolineato la natura della operazione - a suo dire certamente non di cassa ma di strategia industriale - Maiernza ha concluso auspicando una entrata in borsa da concretizzarsi possibilmente entro il 2003 sfruttando la "finestra" migliore .
Per Francesco Frieri, capogruppo di Rc, tra i nuovi dispositivi della struttura d'offerta va analizzata con attenzione la possibilità da parte dei dipendenti ed ex dipendenti di Meta di accedere all'acquisto di azioni con percorsi privilegiati utilizzando il Tfr. La soluzione va analizzata attentamente - ha detto - e forse per questo occorreva più tempo, anche per discuterne direttamente con gli interessati.
La colpa della grave situazione vissuta oggi da Meta, ha detto Vittorio Corsini (Udc), non può essere imputata solo al sindaco, pure fortemente responsabile. Assieme a Barbolini hanno contribuito alla disfatta di Meta anche tutti i partiti dio maggioranza, a cominciare dalla Margherita che sia in Comune che a Meta siedono su importanti poltrone, prime fra tutte quelle riservate al Vice sindaco e al Vice presidente.

Meta, in Borsa con più capitale
Approvata dal Consiglio la procedura definitiva per la collocazione a Piazza Affari

MODENA (14 gen. 2003) - Stesura finale ieri in Consiglio comunale per la struttura di offerta che accompagnerà Meta Spa in borsa. Il documento, approvato dalla maggioranza con l'astensione dal voto di Rc e il no di tutto il centro destra, modifica in alcune parti il percorso precedente senza nulla variare, però, nei capitoli relativi ai possibili tempi d'ingresso rimasti tarati sulla "finestra" di fine febbraio, inizio marzo.
Nessun cambiamento di rotta, dunque, ma semplicemente - come ha sottolineato il sindaco - "una doverosa operazione di ritaratura per rafforzare la nostra proposta d'offerta oltre che per perfezionare le sue capacità difensive di fronte ad un mercato sempre più segnato da forti indeterminatezze".
La nuova struttura di offerta, disegnata su indicazione di BNP Paribas quale advisor del Comune di Modena e Banca Intesa, rispetto alla precedente punta in misura maggiore su un aumento di capitale di Meta, cioè sull'emissione di nuove azioni che potranno essere sottoscritte da investitori privati e istituzionali. Con l'emissione di nuove azioni i fondi raccolti saranno così destinati a sostenere lo sviluppo della società ed il suo piano industriale. Si punta in questo modo ad un rafforzamento patrimoniale della società e della sua capacità di crescita.
Intervenendo nel dibattito Giorgio Barbolini, capogruppo di Fi, ha fortemente criticato la Giunta per l'ennesima modifica della struttura d'offerta. Quello che ci viene proposto oggi non è altro che una ulteriore conferma di quello che da anni Fi sostiene. Lo sbarco in borsa, oltre che estremamente ritardato, si configura come un goffo tentativo del Comune di far cassa, tanto più grave oggi che questa Giunta ha svenduto tutto quanto è possibile e impossibile.
Per Ercole Toni (Ds), pur in presenza di tempi difficili e di forti preoccupazioni per le nuove quotazioni in borsa, la finestra che sui apre a febbraio è una occasione da non perdere.
Di tutt'altro segno l'intervento di Andrea Galli (An) per il quale la nuova strutturazione d'offerta si configura come una vera e propria stampella per cercare di evitare il tracollo in borsa.
Non giova certamente all'azienda e alla città - ha detto Antonio Finelli (Ds) presentare Meta - come spesso fanno le forze del centro destra - in disfatta economica e finanziaria. E' un atteggiamento grave non solo perchè non corrispondente al vero: Meta è una struttura sana e strutturata. E' grave anche e soprattutto perché si rende un pessimo servizio ad un patrimonio di servizi, di professionalità e di tecnologie che è di tutta la città.
Come in precedenza aveva sostenuto il consigliere Galli, Olga Vecchi (Fi) non ha esitato a giudicare "in svendita" Meta e la sua struttura. Essa sta pagando pesantemente il volere del suo unico padrone vero che è il Comune di Modena.
Marta Andreoli (Rc) la nuova procedura non fa che confermare un quadro già in passato segnalato di forti difficoltà. Si è privilegiato il tecnicismo rinunciando colpevolmente ad ogni traduzione politica delle scelte. Anche per questo appare difficile capire quali saranno i vantaggio o i non vantaggi per i cittadini.
Come Margherita - ha detto Giandomenico Glorioso - non abbiamo sicuramente certezze sulle proposte di modifica. Dai tecnici vengono indicazioni precise che consideriamo importanti e responsabilizzate per l'individuazione delle soluzioni migliori. Dal capogruppo della Margherita, poi, è venuto l'invito a valutare come possibile e per lui anche auspicabile la soluzione di un ingresso in borsa magari non più a febbraio marzo ma ad aprile maggio con il bilancio 2002 di Meta già approvato.
Achille Caropreso (Fi) ha scelto - come lui stesso ha voluto precisare - la politica criticando l'atteggiamento assunto da Rc. La vostra non partecipazione al voto che significa di fatto astensione è qualche cosa di molto diverso rispetto alle vostre passate critiche alle privatizzazioni. Di queste svolte verso la maggioranza io credo debbano essere informati gli elettori.
In molti interventi del Centro destra - ha detto Giorgio Pighi, capogruppo dei Ds - ho colto una preoccupante confusione tra solidità di una azienda e valore delle sue azioni. Meta è una azienda solida e da questo bisogna partire se si vuole ragionare di percorso verso la borsa. Nel merito della proposta occorre sottolineare la scelta di aumentare il capitale particolarmente positiva e significativa rispetto alla soluzione - comunque anche questa possibile - della vendita delle azioni.
Adolfo Morandi (Fi) ha detto che "le manovre che vengono proposte sembrano indicare che non sia ha più fiducia nell'ingresso in borsa di Meta e questo è quanto di peggiore si possa offrire nel momento che si decide comunque e in ogni caso di procedere con la quotazione".
Particolarmente critico l'intervento di Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori). In questi anni di discussione e di percorsi verso la borsa abbiamo assistito a decine di svolte senza direzione a cominciare dal piano industriale già cambiato almeno quattro volte. L'unica cosa che non muta è la caparbietà del sindaco a volere entrare in borsa. Quella di oggi è la terza volta che ci viene proposto una diversa struttura di offerta; il tutto senza tenere in considerazione che le condizioni per una scelta del genere volgono ormai da tempo al peggio. Appare evidente, dunque, che si deve andare avanti a tutti i costi. Ulteriori attese potrebbero portare la decisione a ridosso delle elezioni e la cosa preoccupa sia il sindaco che la maggioranza.
Dopo un breve intervento del capogruppo di An, Gianpaolo Verna, teso a conoscere le future strategie verso la borsa se il mercato continuerà a manifestare segni pesantemente negativi, è stata la volta di Antonio Maienza (Udeur). Della nuova proposta di struttura della offerta credo vada positivamente sottolineata l'ulteriore perfezionamento delle soluzioni di flessibilità di fronte alle dinamiche del mercato. Dopo aver sottolineato la natura della operazione - a suo dire certamente non di cassa ma di strategia industriale - Maiernza ha concluso auspicando una entrata in borsa da concretizzarsi possibilmente entro il 2003 sfruttando la "finestra" migliore .
Per Francesco Frieri, capogruppo di Rc, tra i nuovi dispositivi della struttura d'offerta va analizzata con attenzione la possibilità da parte dei dipendenti ed ex dipendenti di Meta di accedere all'acquisto di azioni con percorsi privilegiati utilizzando il Tfr. La soluzione va analizzata attentamente - ha detto - e forse per questo occorreva più tempo, anche per discuterne direttamente con gli interessati.
La colpa della grave situazione vissuta oggi da Meta, ha detto Vittorio Corsini (Udc), non può essere imputata solo al sindaco, pure fortemente responsabile. Assieme a Barbolini hanno contribuito alla disfatta di Meta anche tutti i partiti dio maggioranza, a cominciare dalla Margherita che sia in Comune che a Meta siedono su importanti poltrone, prime fra tutte quelle riservate al Vice sindaco e al Vice presidente.

Meta, in Borsa con più capitale
Approvata dal Consiglio la procedura definitiva per la collocazione a Piazza Affari

MODENA (14 gen. 2003) - Stesura finale ieri in Consiglio comunale per la struttura di offerta che accompagnerà Meta Spa in borsa. Il documento, approvato dalla maggioranza con l'astensione dal voto di Rc e il no di tutto il centro destra, modifica in alcune parti il percorso precedente senza nulla variare, però, nei capitoli relativi ai possibili tempi d'ingresso rimasti tarati sulla "finestra" di fine febbraio, inizio marzo.
Nessun cambiamento di rotta, dunque, ma semplicemente - come ha sottolineato il sindaco - "una doverosa operazione di ritaratura per rafforzare la nostra proposta d'offerta oltre che per perfezionare le sue capacità difensive di fronte ad un mercato sempre più segnato da forti indeterminatezze".
La nuova struttura di offerta, disegnata su indicazione di BNP Paribas quale advisor del Comune di Modena e Banca Intesa, rispetto alla precedente punta in misura maggiore su un aumento di capitale di Meta, cioè sull'emissione di nuove azioni che potranno essere sottoscritte da investitori privati e istituzionali. Con l'emissione di nuove azioni i fondi raccolti saranno così destinati a sostenere lo sviluppo della società ed il suo piano industriale. Si punta in questo modo ad un rafforzamento patrimoniale della società e della sua capacità di crescita.
Intervenendo nel dibattito Giorgio Barbolini, capogruppo di Fi, ha fortemente criticato la Giunta per l'ennesima modifica della struttura d'offerta. Quello che ci viene proposto oggi non è altro che una ulteriore conferma di quello che da anni Fi sostiene. Lo sbarco in borsa, oltre che estremamente ritardato, si configura come un goffo tentativo del Comune di far cassa, tanto più grave oggi che questa Giunta ha svenduto tutto quanto è possibile e impossibile.
Per Ercole Toni (Ds), pur in presenza di tempi difficili e di forti preoccupazioni per le nuove quotazioni in borsa, la finestra che sui apre a febbraio è una occasione da non perdere.
Di tutt'altro segno l'intervento di Andrea Galli (An) per il quale la nuova strutturazione d'offerta si configura come una vera e propria stampella per cercare di evitare il tracollo in borsa.
Non giova certamente all'azienda e alla città - ha detto Antonio Finelli (Ds) presentare Meta - come spesso fanno le forze del centro destra - in disfatta economica e finanziaria. E' un atteggiamento grave non solo perchè non corrispondente al vero: Meta è una struttura sana e strutturata. E' grave anche e soprattutto perché si rende un pessimo servizio ad un patrimonio di servizi, di professionalità e di tecnologie che è di tutta la città.
Come in precedenza aveva sostenuto il consigliere Galli, Olga Vecchi (Fi) non ha esitato a giudicare "in svendita" Meta e la sua struttura. Essa sta pagando pesantemente il volere del suo unico padrone vero che è il Comune di Modena.
Marta Andreoli (Rc) la nuova procedura non fa che confermare un quadro già in passato segnalato di forti difficoltà. Si è privilegiato il tecnicismo rinunciando colpevolmente ad ogni traduzione politica delle scelte. Anche per questo appare difficile capire quali saranno i vantaggio o i non vantaggi per i cittadini.
Come Margherita - ha detto Giandomenico Glorioso - non abbiamo sicuramente certezze sulle proposte di modifica. Dai tecnici vengono indicazioni precise che consideriamo importanti e responsabilizzate per l'individuazione delle soluzioni migliori. Dal capogruppo della Margherita, poi, è venuto l'invito a valutare come possibile e per lui anche auspicabile la soluzione di un ingresso in borsa magari non più a febbraio marzo ma ad aprile maggio con il bilancio 2002 di Meta già approvato.
Achille Caropreso (Fi) ha scelto - come lui stesso ha voluto precisare - la politica criticando l'atteggiamento assunto da Rc. La vostra non partecipazione al voto che significa di fatto astensione è qualche cosa di molto diverso rispetto alle vostre passate critiche alle privatizzazioni. Di queste svolte verso la maggioranza io credo debbano essere informati gli elettori.
In molti interventi del Centro destra - ha detto Giorgio Pighi, capogruppo dei Ds - ho colto una preoccupante confusione tra solidità di una azienda e valore delle sue azioni. Meta è una azienda solida e da questo bisogna partire se si vuole ragionare di percorso verso la borsa. Nel merito della proposta occorre sottolineare la scelta di aumentare il capitale particolarmente positiva e significativa rispetto alla soluzione - comunque anche questa possibile - della vendita delle azioni.
Adolfo Morandi (Fi) ha detto che "le manovre che vengono proposte sembrano indicare che non sia ha più fiducia nell'ingresso in borsa di Meta e questo è quanto di peggiore si possa offrire nel momento che si decide comunque e in ogni caso di procedere con la quotazione".
Particolarmente critico l'intervento di Paolo Ballestrazzi (Modena a Colori). In questi anni di discussione e di percorsi verso la borsa abbiamo assistito a decine di svolte senza direzione a cominciare dal piano industriale già cambiato almeno quattro volte. L'unica cosa che non muta è la caparbietà del sindaco a volere entrare in borsa. Quella di oggi è la terza volta che ci viene proposto una diversa struttura di offerta; il tutto senza tenere in considerazione che le condizioni per una scelta del genere volgono ormai da tempo al peggio. Appare evidente, dunque, che si deve andare avanti a tutti i costi. Ulteriori attese potrebbero portare la decisione a ridosso delle elezioni e la cosa preoccupa sia il sindaco che la maggioranza.
Dopo un breve intervento del capogruppo di An, Gianpaolo Verna, teso a conoscere le future strategie verso la borsa se il mercato continuerà a manifestare segni pesantemente negativi, è stata la volta di Antonio Maienza (Udeur). Della nuova proposta di struttura della offerta credo vada positivamente sottolineata l'ulteriore perfezionamento delle soluzioni di flessibilità di fronte alle dinamiche del mercato. Dopo aver sottolineato la natura della operazione - a suo dire certamente non di cassa ma di strategia industriale - Maiernza ha concluso auspicando una entrata in borsa da concretizzarsi possibilmente entro il 2003 sfruttando la "finestra" migliore .
Per Francesco Frieri, capogruppo di Rc, tra i nuovi dispositivi della struttura d'offerta va analizzata con attenzione la possibilità da parte dei dipendenti ed ex dipendenti di Meta di accedere all'acquisto di azioni con percorsi privilegiati utilizzando il Tfr. La soluzione va analizzata attentamente - ha detto - e forse per questo occorreva più tempo, anche per discuterne direttamente con gli interessati.
La colpa della grave situazione vissuta oggi da Meta, ha detto Vittorio Corsini (Udc), non può essere imputata solo al sindaco, pure fortemente responsabile. Assieme a Barbolini hanno contribuito alla disfatta di Meta anche tutti i partiti dio maggioranza, a cominciare dalla Margherita che sia in Comune che a Meta siedono su importanti poltrone, prime fra tutte quelle riservate al Vice sindaco e al Vice presidente.



Meta in Borsa puntando sull'aumento di capitale
Lunedì in Consiglio comunale a Modena la delibera che potrebbe portare al collocamento delle azioni a febbraio e alla quotazione al Mercato Telematico Azionario nel mese di marzo

MODENA (10 gen. 2003) - All'ordine del giorno del Consiglio comunale di lunedì prossimo 13 gennaio c'è la discussione della delibera con cui vengono aggiornati e completati gli adempimenti in vista della quotazione in borsa di Meta SpA, quotazione che potrebbe avvenire già nel mese di marzo 2003. BNP Paribas quale advisor del Comune di Modena e Banca Intesa, quale Global Coordinator, hanno formulato una serie di indicazioni, riassunte nella delibera in questione, che, nella conferma dell'obiettivo della quotazione in borsa di Meta (visti anche i dati di pre-chiusura del bilancio 2002 di Meta attesi più che positivi), modificano i termini in cui tale Offerta verrà proposta ai mercati. In sostanza, mentre la precedente ipotesi prevedeva una quotazione che puntava in misura maggiore su una cessione di quote da parte di alcuni Comuni soci (il Comune di Modena detiene attualmente il 75.01%), ora si punta in misura maggiore su un aumento di capitale di Meta, cioè sull'emissione di nuove azioni che p!
otranno essere sottoscritte da investitori privati e istituzionali. Con l'emissione di nuove azioni i fondi raccolti saranno così destinati a sostenere lo sviluppo della società ed il suo piano industriale. Si punta così ad un rafforzamento patrimoniale della società e della sua capacità di crescita. Le azioni di nuova emissione saranno pari a circa il 55% dell'offerta totale, contro una quota di circa 45% di azioni messe in vendita da parte di alcuni Comuni soci. A tali quote sono poi da aggiungere le azioni destinate alla cosidetta opzione Greenshoe (cioè a quella opzione che potrà essere esercitara dal global coordinator nei 30 giorni successivi al collocamento), il cui ammontare sarà in linea con la prassi di mercato e le azioni destinate alla Bonus Share. L'introduzione della Bonus share è una delle novità che vengono introdotte e consiste nel fatto che il sottoscrittore delle azioni nell'ambito dell'offerta riservata al retail (inclusi i residenti nei comuni soci d!
i Meta) avrà diritto ad avere azioni gratuite, nei termini ch!
e saranno successivamente comunicati, a condizione che mantenga il possesso delle azioni sottoscritte per un determinato periodo. Per i dipendenti ed i pensionati di Meta e delle società del Gruppo sarà invece prevista l'assegnazione di azioni gratuite in numero maggiore rispetto a quelle assegnate al pubblico retail, sempre mantenendo il possesso delle azioni sottoscritte per un certo periodo di tempo.
Con la nuova struttura dell'offerta, il flottante (cioè la quota di capitale effettivamente in circolazione e quindi liberamente negoziabile sul mercato) sarà inizialmente attorno al 27% e si potrà incrementare a seguito dell'esercizio della Greenshoe e dell'assegnazione della Bonus Share. Verrà quindi richiesta l'ammissione del titolo nel Mercato Telematico Azionario, con la possibilità comunque (trascorso un anno dalla quotazione) di richiedere, avendone ormai i requisiti, l'ammissione al segmento Star (titoli ad alti requisiti).
L'indicazione elaborata da advisor e global coordinator prevede che il Comune di Modena (così come gli altri Comuni soci) metta in vendita il 16% delle quote possedute. Il ricavato delle vendita di queste azioni, per un importo di oltre 25 milioni di euro, servirà a riacquistare da Meta due tranche di obbligazioni convertibili, emesse al momento della nascita della società stessa. Nel rispetto dei termini previsti (cioè dopo almeno 9 mesi dalla quotazione) il Comune potrà decidere se convertire le obbligazioni in azioni (vedendo così salire la propria quota nel capitale sociale a circa il 57%), oppure metterle sul mercato.
 

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MILANO, 18 febbraio (Reuters) - La quotazione di Meta di Modena dovrebbe avvenire entro fine marzo, slittando solo leggermente rispetto ai tempi inizialmente ipotizzati. Lo dice a Reuters una fonte vicina alla società.

"L'ok delle autorità di Borsa potrebbe arrivare all'inizio di marzo e il debutto verso la fine del mese, con un paio di settimane di ritardo rispetto a quanto ipotizzato all'inizio", dice la fonte. Per il 27 febbraio (o 28) è convocata l'assemblea per la nomina della nuova società di revisione, dopo che la Horwath & Horwath è stata cancellata dall'Albo dalla Consob. "L'ipotesi più probabile è che il mandato venga affidato alla Horwath Italia appena costituita, per non perdere tempo", dice ancora la fonte.

L'accordo definitivo di Meta con il partner industriale Suez -Acea - Electrabel dovrebbe essere chiuso "a giorni". La cordata franco-italo-belga entrerà con una quota del 30-40% in MetaEnergy, una nuova società che venderà energia al mercato, e potrebbe "anche entrare nel capitale di Meta stessa".

In sede di Ipo, il prezzo indicativo delle azioni "non dovrebbe discostarsi dall'1,9 euro prudenziale che discende dalla valutazione del patrimonio netto", aggiunge la fonte.

La valorizzazione indicativa della società sarebbe in questo caso sui 257 milioni di euro.

Per un analista che chiede di rimanere anonimo "un prezzo intorno a 1,9 potrebbe essere fair". Pur non ritenendo inadeguato "un valore leggermente superiore" lo stesso analista lo ritiene difficile da raggiungere "per il timing dell'Ipo, decisamente sfortunato".

Per Meta, quotarsi entro il 2003 significa evitare lo scorporo della proprietà delle reti dalla loro gestione, altrimenti imposto dalla Finanziaria. Un gestore sottolinea che i prezzi delle utility più piccole hanno continuato a scivolare verso il basso, dall'Ipo in poi: "Non si può parlare veramente di titoli difensivi in questo momento", dice.

Autorità permettendo, con il collocamento finirà sul mercato circa il 27% del capitale; l'operazione sarà una opvs, con circa metà dell'offerta proveniente dall'aumento di capitale approvato a gennaio. Dei 43,7 milioni di titoli in offerta, il 75% massimo sarà riservato agli investitori istituzionali.

Seguono l'operazione Bnp Paribas (advisor del comune di Modena e joint book runner), Banca Intesa (global coordinator e sponsor) e Intermonte (co-sponsor).

Oggi le 12 utility quotate a Milano rappresentano poco più del 9% della capitalizzazione della Borsa, come ha notato l'AD Massimo Capuano qualche giorno fa. A marzo dovrebbe però iniziare a muoversi anche l'altra matricola Hera, capeggiata dalla Seabo di Bologna.
 

Aikman

Forumer attivo
Conosco l'azienda perche' ci ho avuto a che fare tempo fa per motivi di lavoro.

Non la compro neanche sotto tortura.

Aik
 

hig

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Dopo aver letto perchè si quotano,penso che non sbagli niente.Tu ,avendoli conosciuti,avrai anche altri motivi.Mi sembra sufficente per stare alla finestra.
cc
hig
 

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