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Redivo (MediaCom): "I vecchi giornali? Non reggono, quel mondo è finito"
Gli editori italiani? "Abbiano più coraggio". Le aziende? "Capiscano che il web è bidirezionale". Facebook? "E' interessante il modello Spotify". Ecco la comunicazione secondo Attilio Redivo, Ceo di MediaCom Italia, un centro media con 118 dipendenti e circa 400 milioni di amministrato. "Con internet il nostro lavoro è diventato molto più complicato". Le aziende - spiega Redivo ad Affaritaliani.it- sono abituate al marketing a una direzione e fanno fatica a capire che internet è il mezzo del dialogo".
Ma a dover cambiare sono anche gli editori: ""In passato sono stati coccolati. Hanno goduto di rendite di posizione. Ci sono giornalisti che scrivono due articoli l'anno guadagnando migliaia di euro e altri pagati due euro al pezzo. Oggi quel mondo è finito. Quel sistema va ripensato perché ha costi rigidi e ricavi volatili". Google? "Siamo loro antagonisti perché aiutiamo le aziende a usare Google senza fidarsi ciecamente di quello che ti offre". La vendita all'asta degli spot? "Meno casuale di quel che sembra". Tra i circa 60 clienti di MediaCom, "internet è molto popolare", anche se "prevale una logica di short term".
Quale futuro per l'Italia? "All'estero - ammette Redivo - sono sempre più in imbarazzo". Per ora il mercato offre "segnali contrastanti". MediaCom si attende per il 2014 "conti in linea con quelli di quest'anno". Redivo ha appena conquistato un cliente importante come Gsk. E confessa di aver "vivisezionato" l'intervista di Affari alla direttrice Media della casa farmaceutica, Alessia Pilla.
Gli spiragli di crescita non mancano. "Il web è usato ancora con metodi tradizionali".Il mobile ha un potenziale enorme, rallentato in Italia dai costi di navigazione e da wifi assente". I social network sono un terreno poco esplorato: "In molti Paesi Facebook è in calo, sostituito da altri social con condizioni più chiare. La gratuità è un'utopia".
Qual è la dieta mediatica di un professionista della comunicazione? "Leggo un paio di quotidiani sul mio ipad - afferma Redivo -. Ascolto la radio in auto. Guardo Internet. In tv soprattuto sport, calcio. Molto mobile. E qualche affissione esterna".
GUARDA LA VIDEOINTERVISTA AD ATTILIO REDIVO, CEO DI MEDIACOM ITAILA
Gli editori italiani? "Abbiano più coraggio". Le aziende? "Capiscano che il web è bidirezionale". Facebook? "E' interessante il modello Spotify". Ecco la comunicazione secondo Attilio Redivo, Ceo di MediaCom Italia, un centro media con 118 dipendenti e circa 400 milioni di amministrato. "Con internet il nostro lavoro è diventato molto più complicato". Le aziende - spiega Redivo ad Affaritaliani.it- sono abituate al marketing a una direzione e fanno fatica a capire che internet è il mezzo del dialogo".
Ma a dover cambiare sono anche gli editori: ""In passato sono stati coccolati. Hanno goduto di rendite di posizione. Ci sono giornalisti che scrivono due articoli l'anno guadagnando migliaia di euro e altri pagati due euro al pezzo. Oggi quel mondo è finito. Quel sistema va ripensato perché ha costi rigidi e ricavi volatili". Google? "Siamo loro antagonisti perché aiutiamo le aziende a usare Google senza fidarsi ciecamente di quello che ti offre". La vendita all'asta degli spot? "Meno casuale di quel che sembra". Tra i circa 60 clienti di MediaCom, "internet è molto popolare", anche se "prevale una logica di short term".
Quale futuro per l'Italia? "All'estero - ammette Redivo - sono sempre più in imbarazzo". Per ora il mercato offre "segnali contrastanti". MediaCom si attende per il 2014 "conti in linea con quelli di quest'anno". Redivo ha appena conquistato un cliente importante come Gsk. E confessa di aver "vivisezionato" l'intervista di Affari alla direttrice Media della casa farmaceutica, Alessia Pilla.
Gli spiragli di crescita non mancano. "Il web è usato ancora con metodi tradizionali".Il mobile ha un potenziale enorme, rallentato in Italia dai costi di navigazione e da wifi assente". I social network sono un terreno poco esplorato: "In molti Paesi Facebook è in calo, sostituito da altri social con condizioni più chiare. La gratuità è un'utopia".
Qual è la dieta mediatica di un professionista della comunicazione? "Leggo un paio di quotidiani sul mio ipad - afferma Redivo -. Ascolto la radio in auto. Guardo Internet. In tv soprattuto sport, calcio. Molto mobile. E qualche affissione esterna".
