Monte dei Paschi, banca canaglia

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gennaio 2010 |
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Autore: Nicoletta Forcheri | Stampa questo articolo Da quando la banca Monte dei Paschi è stata privatizzata, nel 1998, è diventata una banca canaglia, vicepresidente Caltagirone, struttura proprietaria come segue:
Francesco Gaetano Caltagirone, 4,724%
JP Morgan Chase & Co. Corporation, 5,614%
Fondazione Monte dei Paschi di Siena, 46,317%
Axa SA, 2,525%
Unicoop Firenze Soc. Coop. a RL, 2,427%
(fonte: consob )

Nel cda di Monte dei Paschi è rappresentata quindi Axa, nel cui cda siede a sua volta il presidente amministratore delegato – Gérard Méstrallet – del potentato Suez Gaz de France a sua volta mostro parzialmente pubblico – il 35% appartiene al governo francese – ma sostanzialmente privato (azionista di riferimento Albert Frère con GBL e CNP), che si assicura in tal modo di potere influire pesantemente sulle decisioni della banca MPS e del suo territorio, come ad esempio nella privatizzazione dell’acqua cui partecipa, nel progetto di aeroporto di Siena e in genere in qualsiasi azione di depredazione del territorio. A tale scopo, il presidente Mussari è stato cooptato nel cda di Axa che appartiene in parte a Citygroup e in parte a BNP Paribas, la banca che ha preso il controllo della BNL, e che è la principale socia nella partecipazione di numerose imprese dell’azionista di riferimento di Suez… Albert Frère.

Albert Frère controlla, assieme alla Power Corporation del Canada (50/50) il fondo di investimento belga Groupe Bruxelles Lambert (GBL) che vanta nel suo portafoglio azioni di Total, di Lafarge, di Pernod Ricard, Imerys, Iberdrola e … SUEZ (GDF Suez e Suez Environnement). Assieme alla BNP Paribas controlla anche la società di investimenti belga CNP (Compagnie Nationale à Portefeuille) con partecipazioni in Banca Leonardo, Transcor Astra Group (trading e distribuzione di prodotti petroliferi, di gas, carbone ecc.) e… GBL.
Cioé, BNP Paribas controlla indirettamente, assieme a Frère e Power Corporation del Canada, le stesse partecipazioni di GBL (vedi sopra): un bel sodalizio… Un sodalizio che comprende il governo francese, azionista di maggioranza anche di BNP Paribas (oltre a Belgio e Lussemburgo) e le scatole “cinesi” di diritto olandese e svizzero dagli oscuri mandanti. Oscuri mandanti che in conflitto di interessi tra banche, governi e proprietà di determinate multinazionali cruciali, stanno imponendo, attraverso la loro potente rete di pressione – la privatizzazione dell’acqua, la proliferazione di aeroporti privati, le trivelle un po’ ovunque nel nostro territorio, inceneritori e rigassificatori, inquinamento visivo con l’illuminazione pubblica ecc. e che lavorano più per la frase vuota “le rayonnement de la France” che per il bene, come dicono, dei paesi in cui pretendono di “investire”. Tutte balle. Montaggi finanziari.
Si ricordi anche che la Monte dei Paschi è l’unica banca ancora italiana, assieme forse a IMI, a figurare sulla lista degli unti del signore, cioé quella degli specialisti dei titoli di Stato autorizzati a partecipare alle aste del debito pubblico e che per primi possono acquistarlo e rivenderlo, oops cartolarizzarlo, lucrando non poco, presumibilmente (?) con fresco denaro direttamente iniettato dalla BCE…(rif. Elenco specialisti titoli di Stato ).
Uno strano colonialismo continua imperterrito dietro la facciata della “paritetica” Europa: fondi sovrani dei soliti paesi che investono e succhiano fondi pubblici in altri paesi, segnatamente il nostro, deturpandone nel contempo irrimediabilmente il territorio, l’identità culturale e la sovranità popolare.
N. Forcheri
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ECCO DOVE VANNO I SOLDI CHE PRIMA RITORNAVANO AD OPERE PUBBLICHE E SOCIALI DEL TERRITORIO SENESE
QUANDO LA MONTE DEI PASCHI ERA PUBBLICA COMUNALE
Monte dei Paschi legato a speculazione simil-Borgo La Bagnaia dove si approva hotel ma si realizzano ville/apartamenti
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da La Nuova Sardegna, 5 novembre 2009

Dopo la denuncia delle associazioni ecologiste sul piano Benetton-Monte dei Paschi a Capo Spartivento e Tuerredda
Ville di lusso e niente hotel: indaga la Procura
«Volumetrie trasferite e cambio di destinazione d’uso senza autorizzazione». L’ok del comune di Teulada che cambia il Puc. Mauro Lissia


CAGLIARI. Dovevano essere strutture ricettive, sono diventate ville di lusso. Accade tra capo Malfatano e capo Spartivento, il progetto immobiliare è quello della Sitas, 140 mila metri cubi sul mare cristallino di Tuerredda. Ora della vicenda si occupa la Procura della Repubblica.
A denunciare la «traslazione di volumetrie», che sarebbe illegale, sono stati gli Amici della Terra e ilGruppo di intervento giuridico, che agli uffici della Procura hanno trasmesso documenti utili a provare quanto sostengono nell’esposto. Ed è proprio dagli atti del comune di Teulada che l’operazione varata dalla Sitas sul litorale che va da Chia a Porto Pino risulta: si tratta di 33.500 metri cubi già autorizzati che l’impresa ha ottenuto di trasferire. Come dire: le strutture alberghiere destinate a sorgere in base a una delibera del 3 ottobre 2008 a Cala Antoni Areddu-Capo Spartivento e a Tuerredda andrebbero a finire in un’area diversa. Non solo: anzichè hotel, la Sitas si prepara a realizzare seconde case (nel sito della società Sansedoni, azionista di maggioranza, vengono definite residenze di lusso) e per agevolare la società privata l’amministrazione di Teulada si impegna a modificare il piano urbanistico.
Ma questa procedura – secondo l’esposto – è illegale: per ottenere l’autorizzazione al trasferimento delle volumetrie e la modifica della destinazione d’uso è indispensabile ripetere l’iter autorizzatorio, compresa la valutazione degli impatti ambientali. Qui invece Sitas e comune di Teulada sarebbero andati avanti in piena autonomia. Come se – osserva Stefano Deliperi del Gruppo di intervento giuridico – la prima autorizzazione valesse per qualsiasi intervento successivo: «In realtà – è scritto nell’esposto – visto che il precedente piano di trasformazione turistico-edilizia viene radicalmente modificato, esso dev’essere nuovamente esaminato dalle amministrazioni pubbliche statali e regionali». Perchè al di là delle procedure di legge, la costa di Capo Malfatano-Spartivento con la magnifica spiaggia di Tuerredda «è una delle più belle e integre del Mediterraneo» e per questo merita la massima attenzione e salvaguardia. Titolare del progetto – che viene definito eco-compatibile – è la Malfatano resort, una joint venture composta da Sansedoni spa (40% gruppo Fondazione Monte dei Paschi di Siena), famiglia Benetton attraverso la Ricerca Finanziaria spa (25%), gruppo Toffano (24%) e Silvano Toti spa (11%). Sull’operazione c’è anche un forte interesse da parte del gruppo Marcegaglia, che già controlla il Forte Village di Santa Margherita di Pula e che verrebbe coinvolto nella gestione della parte ricettiva. L’investimento dichiarato sarebbe di circa cinquanta milioni di euro per hotel, centro congressi e alcune ville da proporre sul mercato internazionale.
http://www.sansedonispa.com/img/insert/Microsoft Word - Cos Capo Malfatano.pdf
http://www.sansedonispa.it/prog_monteroni_d_arb01.asp?mnu=5&lan
 

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