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Forumer storico
Industria e occupazione, le spie d’allarme per l’economia italiana
c’è la crisi tedesca che comincia a mordere.La Berco è un’azienda controllata da Tyssenkrupp. Specializzata nella produzione di componenti per macchine movimento terra cingolate e relative attrezzature per la revisione e la manutenzione.
Gli stabilimenti di Copparo (Ferrara) e Castelfranco Veneto (Treviso) impiegano 1.372 lavoratori. Il 17 ottobre, Berco ha annunciato 550 esuberi, di cui 480 a Copparo.
Licenziamenti che diverranno operativi entro 3 mesi. La ragione? Calo degli ordinativi del 30% che ha reso non più derogabile la razionalizzazione. Nonostante da 13 giorni, azienda e sindacati stessero trattando.
Nel sito veneto, dal 1 novembre ai 150 addetti verrà cancellato ogni beneficio dal contratto integrativo.
E attenzione, Berco è un nome noto. Con numeri che fanno rumore. E sindacati che protestano.
Ma la stragrande maggioranza di terzisti e subfornitori (soprattutto di componentistica) dell’industria tedesca è rappresentata da PMI con poche decine di addetti. La loro morte sarà una silenziosa eutanasia. In alcuni casi e in alcune aree, già iniziata.
E non è solo la Germania a piangere. La crisi nera degli elettrodomestici ha infatti portato in regalo alla Electrolux di Solaro (Milano) un maxi-taglio delle ore lavorate, fino al 65%. E con esse, il salario. Contratto di solidarietà. Uomini e donne che assemblano lavastoviglie. Per ora, unici a essere salvi i dipendenti dell’impianto del Trevigiano.
E la Spoon River occupazionale potrebbe proseguire. Ho preso i due esempi più recenti. In aree ricche e industrializzate del Paese: Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Forse, il vero rating lo si capisce dal numero di controversie aperte al ministero dello Sviluppo economico.
E facendo un salto in banca il 15 del mese, quando partono le chiamate a freddo per sconfinamenti da Rid sul conto corrente. Magari per un astronomico ammontare di ben 38 euro.