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Domenica 20 Settembre 2003
FIAT, Telecom, bancari, Mibtel, Argentina, Roncadin, ERG, Carifirenze e Credito Artigiano.
Buonasera,
Venerdì, la giornata di Piazza Affari si anima subito in mattinata grazie alle dichiarazioni del presidente dell'Unrae Salvatore Pistola, che si è detto fiducioso sul dato delle immatricolazioni di Settembre 2003, poiché conta sui nuovi modelli di casa FIAT. Nel primo pomeriggio arrivano le prime conferme da parte del consigliere di amministrazione del Lingotto, l'avvocato Franzo Grande Stevens, che afferma un andamento migliore delle previsioni per il piano di risanamento di FIAT. Il titolo vive così una giornata sugli scudi andando a chiudere a 7,23 €, con una performance giornaliera pari al +4,23%.
In posizione diametralmente opposta a FIAT la giornata di contrattazioni di Telecom, che chiude a 2,25 €, con un passivo dell’1,57%. Le contrattazioni della prima compagnia di telefonia fissa italiana è stata condizionata da rumors legati ad un presunto scambio azionario tra azioni Telecom Italia e Telecom Italia Media. A poco è valsa la secca smentita delle due società interessate, poiché giustamente il Mercato è andato a muoversi nella direzione dettata dal rumors, ossia gli operatori compravano Telecom Italia Media e vendevano le azioni Telecom Italia.
Corrono ancora i bancari, su tutti BNL e Capitalia. Entrambi i titoli si muovono sui soliti rumors ormai persistenti negli ultimi mesi, ossia BNL si giova dei rumors infondati sulla nomina di un a.d. vicino a San Paolo Imi, lasciando sottointendere possibili scenari comuni tra i due gruppi bancari e Capitalia guadagna sulle solite voci speculative legate al rinnovo del patto di sindacato.
Intanto il nostro Mibtel, tra rumors speculativi e mezze notizie si è riportato a ridosso dei massimi annui, andando a sfiorare quota 19.415 punti della chiusura dell’08/09. Noi ribadiamo che sopra questa quota ci attendiamo un apprezzamento minimo dell’indice, per ulteriori margini di guadagno che non superino il 6%, corrispondenti alla soglia dei 20.380/20.500 punti, forte area di resistenze.
L’essere vicini ai massimi annui sicuramente è motivo di euforia per il Mercato, ma attenzione a non pensare che il toro sia arrivato ed ormai i listini siano destinati ad una corsa al rialzo senza limiti: in questo momento i Mercati Azionari stanno scontando quasi esclusivamente le notizie e gli eventi positivi, andando a basare il rialzo principalmente sul ritrovato equilibrio geo-politico internazionale e sul prezzo degli idrocarburi a livelli relativamente bassi, se consideriamo lo storico degli ultimi trent’anni. Volendo citare degli esempi pertinenti, la riprova della debolezza societaria ci arriva indirettamente dall’ormai giornaliera lista di S.p.A. che ricorre a prestiti privati attraverso l’emissione di bond. Oggi ad esempio, è stata la volta di Mondadori, Popolare Lodi e AEM, con la prima società che ha effettuato emissioni obbligazionarie solo per gli istituzionali, registrando da subito adesioni notevolmente superiori all’offerta. Quando una società ricorre a prestiti obbligazionari presso privati o istituzionali non è mai un buon segnale di salute per i propri conti.
Un altro esempio di notizia sottovalutata dal Mercato e dai risvolti negativi arriva dal FMI, che deve gestire una riunione bollente poiché si dovranno stabilire tempi e modi per elargire l’ennesimo finanziamento triennale all’Argentina. Ricordiamo che il Paese sudamericano è già andato in default per quanto riguarda titoli di stato per un controvalore di 90 miliardi di dollari. A nostro avviso il FMI sta avendo funzione di “tappo” in questa vicenda, poiché continua ad elargire prestiti incrementando i debiti di Buenos Aires e accontentandosi, a parziale garanzia dei finanziamenti, degli obiettivi di bilancio davvero irrisori. Questa ultima affermazione potrà sembrare un po’ cinica a molti, poiché non tiene conto della situazione economica della popolazione e dei suoi bisogni, ma a nostro avviso sarebbe decisamente peggio ritrovarsi tra 4 o 5 anni ad avere un’Argentina priva di investimenti esteri, in fuga da una spirale da bancarotta; in altre parole, non vorremmo che il FMI stesse solo rimandando un destino amaro, permettendo a tutte le società impegnate nel Paese di mettere al riparo altrove i propri interessi.
Tra le notizie più interessanti della giornata vi è senza alcun dubbio l’annuncio di Arena, azionista di riferimenti di Roncadin, dell’annuncio di un’OPA totalitaria su questa ultima, in adempimento dell’obbligo di OPA dovuto al superamento del 30% del capitale sociale. La quota attualmente in possesso da Arena è pari al 31,74% circa e il prezzo sull’OPA residuale dovrebbe essere pari a 0,33604 € per azione, quindi ben al di sotto del prezzo di riferimento di Giovedì pari a 0,484 €. Come inevitabile conseguenza il titolo Roncadin oggi ha perso il 9,03%, andando a chiudere a 0,440 €. Sicuramente il prezzo di OPA non è affatto vantaggioso, soprattutto alla luce degli ultimi mesi di rialzo del titolo, ma l’a.d. di Arena, Giovanni Barberis è stato molto chiaro in merito: l’operazione va a puro vantaggio della controllante e può sfruttare la mancata adesione dell’altro socio di maggioranza del gruppo, Cibus, che detiene il 23,88% e non aderirà all’offerta, facendo praticamente ridurre il costo dell’operazione a circa 20 milioni di euro in caso di piena adesione. Il nostro consiglio, a chi ha un prezzo di carico del titolo notevolmente superiore al prezzo dell’OPA, è di non aderire all’offerta, poiché il futuro di Roncadin sarà ancora a Piazza Affari e la struttura del capitale sociale vedrà l’incorporazione di Arena in Roncadin; quindi, chi non vuole monetizzare la perdita può benissimo mantenere il titolo in attesa di ritorni nel lungo periodo e manterrà sempre i privilegi di trasparenza e controllo legati ad una società quotata.
Venerdì ha presentato la semestrale ERG, che registra un incremento dell’utile netto pari al 162% rispetto al risultato pro forma del primo semestre 2002, attestandosi a quota 34 milioni di euro circa. Il MOL registra un incremento del 60% rispetto all’analogo periodo del 2002. Erg, aggiunge a margine del comunicato, prevede per la seconda parte del 2002 risultati in linea con quelli registrati nel corso del primo semestre. Il titolo chiude in rialzo dell’1,33%, a 4,39 €, confermando la nostra view positiva sul comparto energetico di Piazza Affari.
Infine, riprendiamo a parlare del comparto bancario, ribadendo un nostro interesse per le sue small caps, che come già ripetuto nel corso dei precedenti appuntamenti di questa mailing list, rappresentano ancora una buona occasione di acquisto poiché non hanno adeguatamente usufruito del rialzo dell’indice settoriale, né, dal punto di vista dei fondamentali, hanno tratto adeguati vantaggi da un innalzamento del P/E medio del settore. Di seguito vi proponiamo l’analisi tecnica di due titoli da noi particolarmente preferiti.
CARIFIRENZE LAST 1,214 € var.giorn. +2,36%: il titolo era rimasto compresso all’interno di una zona di congestione tra 1,16 € e 1,20 €: di particolare importanza era proprio la resistenza visto che più di una volta durante il 2003 aveva tentato di romperla confermandolo in chiusura senza però riuscirvi. Venerdì il titolo ha aperto a 1.188 facendo un minimo a 1.18 per poi salire e rompere finalmente quota 1,20 chiudendo poi ben sopra a tale livello. I volumi, esplosivi, dimostrano l’importanza della rottura. Gli indicatori sono positivi. Da acquistare con obiettivi a 1,29 € e stop sotto 1,16 €.
Credito Artigiano LAST 3,19 € var.giorn. +2,12%: giornata ottima per il titolo che da vita ad una “rising window” che va a creare un gap up proprio sulla rottura della forte resistenza a 3,12: un buonissimo segnale rialzista confermato dai volumi veramente forti. Adesso possiamo notare una resistenza anche se non tanto forte a 3,22, successivamente spazio fino al nostro TP di 3,35. Indicatori di brevissimo e di medio-breve positivi.
FIAT, Telecom, bancari, Mibtel, Argentina, Roncadin, ERG, Carifirenze e Credito Artigiano.
Buonasera,
Venerdì, la giornata di Piazza Affari si anima subito in mattinata grazie alle dichiarazioni del presidente dell'Unrae Salvatore Pistola, che si è detto fiducioso sul dato delle immatricolazioni di Settembre 2003, poiché conta sui nuovi modelli di casa FIAT. Nel primo pomeriggio arrivano le prime conferme da parte del consigliere di amministrazione del Lingotto, l'avvocato Franzo Grande Stevens, che afferma un andamento migliore delle previsioni per il piano di risanamento di FIAT. Il titolo vive così una giornata sugli scudi andando a chiudere a 7,23 €, con una performance giornaliera pari al +4,23%.
In posizione diametralmente opposta a FIAT la giornata di contrattazioni di Telecom, che chiude a 2,25 €, con un passivo dell’1,57%. Le contrattazioni della prima compagnia di telefonia fissa italiana è stata condizionata da rumors legati ad un presunto scambio azionario tra azioni Telecom Italia e Telecom Italia Media. A poco è valsa la secca smentita delle due società interessate, poiché giustamente il Mercato è andato a muoversi nella direzione dettata dal rumors, ossia gli operatori compravano Telecom Italia Media e vendevano le azioni Telecom Italia.
Corrono ancora i bancari, su tutti BNL e Capitalia. Entrambi i titoli si muovono sui soliti rumors ormai persistenti negli ultimi mesi, ossia BNL si giova dei rumors infondati sulla nomina di un a.d. vicino a San Paolo Imi, lasciando sottointendere possibili scenari comuni tra i due gruppi bancari e Capitalia guadagna sulle solite voci speculative legate al rinnovo del patto di sindacato.
Intanto il nostro Mibtel, tra rumors speculativi e mezze notizie si è riportato a ridosso dei massimi annui, andando a sfiorare quota 19.415 punti della chiusura dell’08/09. Noi ribadiamo che sopra questa quota ci attendiamo un apprezzamento minimo dell’indice, per ulteriori margini di guadagno che non superino il 6%, corrispondenti alla soglia dei 20.380/20.500 punti, forte area di resistenze.
L’essere vicini ai massimi annui sicuramente è motivo di euforia per il Mercato, ma attenzione a non pensare che il toro sia arrivato ed ormai i listini siano destinati ad una corsa al rialzo senza limiti: in questo momento i Mercati Azionari stanno scontando quasi esclusivamente le notizie e gli eventi positivi, andando a basare il rialzo principalmente sul ritrovato equilibrio geo-politico internazionale e sul prezzo degli idrocarburi a livelli relativamente bassi, se consideriamo lo storico degli ultimi trent’anni. Volendo citare degli esempi pertinenti, la riprova della debolezza societaria ci arriva indirettamente dall’ormai giornaliera lista di S.p.A. che ricorre a prestiti privati attraverso l’emissione di bond. Oggi ad esempio, è stata la volta di Mondadori, Popolare Lodi e AEM, con la prima società che ha effettuato emissioni obbligazionarie solo per gli istituzionali, registrando da subito adesioni notevolmente superiori all’offerta. Quando una società ricorre a prestiti obbligazionari presso privati o istituzionali non è mai un buon segnale di salute per i propri conti.
Un altro esempio di notizia sottovalutata dal Mercato e dai risvolti negativi arriva dal FMI, che deve gestire una riunione bollente poiché si dovranno stabilire tempi e modi per elargire l’ennesimo finanziamento triennale all’Argentina. Ricordiamo che il Paese sudamericano è già andato in default per quanto riguarda titoli di stato per un controvalore di 90 miliardi di dollari. A nostro avviso il FMI sta avendo funzione di “tappo” in questa vicenda, poiché continua ad elargire prestiti incrementando i debiti di Buenos Aires e accontentandosi, a parziale garanzia dei finanziamenti, degli obiettivi di bilancio davvero irrisori. Questa ultima affermazione potrà sembrare un po’ cinica a molti, poiché non tiene conto della situazione economica della popolazione e dei suoi bisogni, ma a nostro avviso sarebbe decisamente peggio ritrovarsi tra 4 o 5 anni ad avere un’Argentina priva di investimenti esteri, in fuga da una spirale da bancarotta; in altre parole, non vorremmo che il FMI stesse solo rimandando un destino amaro, permettendo a tutte le società impegnate nel Paese di mettere al riparo altrove i propri interessi.
Tra le notizie più interessanti della giornata vi è senza alcun dubbio l’annuncio di Arena, azionista di riferimenti di Roncadin, dell’annuncio di un’OPA totalitaria su questa ultima, in adempimento dell’obbligo di OPA dovuto al superamento del 30% del capitale sociale. La quota attualmente in possesso da Arena è pari al 31,74% circa e il prezzo sull’OPA residuale dovrebbe essere pari a 0,33604 € per azione, quindi ben al di sotto del prezzo di riferimento di Giovedì pari a 0,484 €. Come inevitabile conseguenza il titolo Roncadin oggi ha perso il 9,03%, andando a chiudere a 0,440 €. Sicuramente il prezzo di OPA non è affatto vantaggioso, soprattutto alla luce degli ultimi mesi di rialzo del titolo, ma l’a.d. di Arena, Giovanni Barberis è stato molto chiaro in merito: l’operazione va a puro vantaggio della controllante e può sfruttare la mancata adesione dell’altro socio di maggioranza del gruppo, Cibus, che detiene il 23,88% e non aderirà all’offerta, facendo praticamente ridurre il costo dell’operazione a circa 20 milioni di euro in caso di piena adesione. Il nostro consiglio, a chi ha un prezzo di carico del titolo notevolmente superiore al prezzo dell’OPA, è di non aderire all’offerta, poiché il futuro di Roncadin sarà ancora a Piazza Affari e la struttura del capitale sociale vedrà l’incorporazione di Arena in Roncadin; quindi, chi non vuole monetizzare la perdita può benissimo mantenere il titolo in attesa di ritorni nel lungo periodo e manterrà sempre i privilegi di trasparenza e controllo legati ad una società quotata.
Venerdì ha presentato la semestrale ERG, che registra un incremento dell’utile netto pari al 162% rispetto al risultato pro forma del primo semestre 2002, attestandosi a quota 34 milioni di euro circa. Il MOL registra un incremento del 60% rispetto all’analogo periodo del 2002. Erg, aggiunge a margine del comunicato, prevede per la seconda parte del 2002 risultati in linea con quelli registrati nel corso del primo semestre. Il titolo chiude in rialzo dell’1,33%, a 4,39 €, confermando la nostra view positiva sul comparto energetico di Piazza Affari.
Infine, riprendiamo a parlare del comparto bancario, ribadendo un nostro interesse per le sue small caps, che come già ripetuto nel corso dei precedenti appuntamenti di questa mailing list, rappresentano ancora una buona occasione di acquisto poiché non hanno adeguatamente usufruito del rialzo dell’indice settoriale, né, dal punto di vista dei fondamentali, hanno tratto adeguati vantaggi da un innalzamento del P/E medio del settore. Di seguito vi proponiamo l’analisi tecnica di due titoli da noi particolarmente preferiti.
CARIFIRENZE LAST 1,214 € var.giorn. +2,36%: il titolo era rimasto compresso all’interno di una zona di congestione tra 1,16 € e 1,20 €: di particolare importanza era proprio la resistenza visto che più di una volta durante il 2003 aveva tentato di romperla confermandolo in chiusura senza però riuscirvi. Venerdì il titolo ha aperto a 1.188 facendo un minimo a 1.18 per poi salire e rompere finalmente quota 1,20 chiudendo poi ben sopra a tale livello. I volumi, esplosivi, dimostrano l’importanza della rottura. Gli indicatori sono positivi. Da acquistare con obiettivi a 1,29 € e stop sotto 1,16 €.
Credito Artigiano LAST 3,19 € var.giorn. +2,12%: giornata ottima per il titolo che da vita ad una “rising window” che va a creare un gap up proprio sulla rottura della forte resistenza a 3,12: un buonissimo segnale rialzista confermato dai volumi veramente forti. Adesso possiamo notare una resistenza anche se non tanto forte a 3,22, successivamente spazio fino al nostro TP di 3,35. Indicatori di brevissimo e di medio-breve positivi.
