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Febbre suina, allarme dagli Stati Uniti «Forse tardi per fermare l'epidemia»
In Messico migliaia di contagiati, 20 morti certi più 40 decessi sospetti. Sospese attività pubbliche nella capitale
A Città del Messico la gente gira per le strade indossando le mascherine (Reuters)CITTÀ DEL MESSICO - È allarme in Messico e negli Stati Uniti, per un nuovo tipo di febbre suina che si starebbe trasmettendo da uomo a uomo e che potenzialmente potrebbe dar vita ad una pandemia. Il virus che è stato rilevato prima in Messico e poi negli Stati Uniti, secondo l'agenzia governativa americana per la salute Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta, è un mix inedito di virus di solito presenti tra maiali, uccelli e esseri umani. Il Cdc di Atlanta teme che sia «probabilmente troppo tardi» per riuscire a contenere una nuova epidemia di influenza suina. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto sapere che già sabato potrebbe essere convocata una riunione di emergenza.
MESSICO - La situazione peggiore è al momento a Città del Messico dove prima le scuole e le università sono state chiuse e poi anche altri luoghi pubblici, come biblioteche, musei e teatri. Il sindaco Marcelo Ebrard ha anche ordinato la sospensione di ogni attività pubblica, in ottemperanza delle raccomandazioni emanate dal ministero della Sanità. Il governo messicano ha annunciato che sono 20 le vittime accertate nel Paese per il nuovo ceppo dell'influenza suina, mentre sono in corso accertamenti su altre 40 vittime. Il ministro della Salute di Città del Messico, Jose Angel Cordova, ha rivisto le precedenti stime, sottolineando che il tasso di mortalità si è ridotto. I casi di contagio nel Paese centro-americano sono 1.004. L'Oms, l'organizzazione mondiale della Sanità, parla di 70 vittime, anche se non è ancora chiaro se tutti i decessi siano da attribuire allo stesso tipo di virus.
USA - Negli Stati Uniti invece al momento i casi confermati sono 8, ma 7 delle persone che sono state contagiate non risultano adesso avere più sintomi e sono guarite. I primi ad ammalarsi negli States sono stati un ragazzo e una ragazza nelle due Contee più a Sud della California. Poi sono stati scoperti altri 6 casi attraverso la rete di sorveglianza della normale influenza. Nessuno dei pazienti, che presentavano sintomi molto simili all'influenza, ha avuto alcun contatto diretto con i maiali. Fra i contagiati, due sedicenni che frequentano la stessa scuola a San Antonio e un padre e una figlia. Secondo il Cdc, dunque, la malattia si starebbe trasmettendo da uomo a uomo. In ogni caso il presidente degli Stati Uniti Barack Obama viene aggiornato e sta seguendo la vicenda ora per ora.
I CASI - La maggior parte dei casi finora rilevati si concentrano soprattutto a Città del Messico - la cui area urbana rappresenta una megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti - ma sono stati scoperti anche a San Luis Potosì, nella Baja California (nord) e a Oaxaca (sud). Il ministero della Sanità ha chiesto ai cittadini di prendere misure di protezione per evitare il contagio: non visitare luoghi affollati, mantenersi lontani da persone con problemi respiratori, lavarsi le mani con acqua e sapone, non condividere i pasti, ventilare le case e gli uffici e pulire gli strumenti di uso condiviso.
VACCINAZIONI DI MASSA - Il ministro messicano della Sanità, Josè Angel Cordova Saavedra, ha spiegato successivamente che l'epidemia di influenza suina è causata da «un virus mutante altamente contagioso», mentre le autorità di Città del Messico hanno annunciato una vasta campagna di vaccinazione contro la malattia. «Siamo di fronte ad un nuovo virus influenzale i cui sintomi sono: febbre superiore ai 39 gradi che si presenta all'improvviso, tosse, mal di testa intenso, dolori muscolari e alle articolazioni, irritazione degli occhi» ha detto Cordova. Il virus noto come H1N1, ha sottolineato il ministro, «ha subito una mutazione dai maiali agli esseri umani» ed è comparso per la prima volta circa due mesi fa nel sud degli Stati Uniti, e anche se è diverso «da quello dell'influenza aviaria, che è molto più aggressivo» non è detto che i vaccini disponibili finora risultino efficaci. Il responsabile della Sanità di Città del Messico ha annunciato da parte sua una «vasta campagna di vaccinazione». In una conferenza stampa, Armando Ahued ha informato che circa un milione di dosi di vaccini saranno inviati alle autorità della capitale dal governo federale, aggiungendo però che teme che non siano sufficienti.
UE - La Commissione europea segue da vicino i casi di influenza suina segnalati negli Stati Uniti e in Messico in «stretto contatto» con l'Oms. Lo ha detto la portavoce della commissaria Ue alla salute Androulla Vassiliou. L'esecutivo europeo «segue da vicino la situazione», ha detto la portavoce Nina Papadoulaki sottolineando che questo avviene in stretto contatto con l'Organizzazione mondiale della sanità, con gli Stati Uniti e l'Agenzia per la prevenzione e il controllo delle malattie europea che ha sede a Stoccolma.
ISTITUTO DI SANITÀ - Se fosse confermato che la trasmissione del virus dell'influenza suina nei casi segnalati in Messico sia avvenuta da uomo a uomo, questo indicherebbe un salto di specie compiuto dal virus: il virus potrebbe quindi essere capace di infettare e propagarsi nell'uomo innescando il rischio di pandemia. È quanto afferma il direttore del reparto di Epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) Stefania Salmaso. Al momento, ha precisato l'esperta, «non vi sono vaccini disponibili, poichè non si tratta di un virus di origine umana». Se l'ipotesi di una trasmissione diretta uomo-uomo fosse confermata, ciò indicherebbe, ha spiegato l'esperta, «che il rischio pandemia nell'uomo potrebbe arrivare non solo dal virus H5N1 dell'influenza aviaria degli uccelli, come finora maggiormente temuto dall'opinione pubblica, ma anche da virus influenzali tipici di specie più vicine all'uomo, come appunto i maiali». Tale eventualità, ha inoltre precisato, «non coglierebbe comunque gli esperti impreparati, poichè era già noto che il virus influenzale dei suini poteva rivelarsi potenziale origine di virus pericolosi per l'uomo». Va detto, ha aggiunto, che «la preparazione ad un'eventuale pandemia nell'uomo è già in corso in quasi tutti i Paesi del mondo». L'esperta ha infine invitato ad evitare gli allarmismi: «In Italia e in Europa - ha detto - non ci sono casi segnalati di influenza da suini nell'uomo, e sono in atto sistemi di sorveglianza e monitoraggio degli animali».
OMS - Alcuni dei campioni di virus prelevato presso malati in Messico hanno la stessa struttura genetica del virus che ha colpito la California, ha affermato a Ginevra l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). L'Oms segue la situazione da vicino ed esamina le informazioni disponibili, ha detto una portavoce. Il portavoce Gregory Hartl ha peraltro detto che l'Oms convocherà, in un prossimo futuro, un comitato di emergenza che valuterà se la situazione costituisce un evento di sanità pubblica da preoccupazione internazionale.
IL VICEMINISTRO DELLA SALUTE - «La situazione non è al massimo livello di guardia, è alla fase 3 non 4, quindi per il momento è semplicemente un'allerta che riguarda gli istituti superiori di sanità e i medici: stiamo osservando la situazione». Lo ha detto il viceministro alla salute Ferruccio Fazio. «Noi siamo in collegamento con l'Oms, abbiamo allertato la rete Influnet che utilizziamo nei casi di allerta per la sorveglianza sia epidemiologica sia sindromica». «In queste ore - ha aggiunto Fazio - si sta anche valutando l'opportunità di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere». L'Italia non importa suini o carne di maiale dal Messico mentre quella arrivata dagli Stati Uniti nel 2008 è inferiore alle 100 tonnellate - spiega la Coldiretti -, ma di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono servono misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare.
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MESSICO - La situazione peggiore è al momento a Città del Messico dove prima le scuole e le università sono state chiuse e poi anche altri luoghi pubblici, come biblioteche, musei e teatri. Il sindaco Marcelo Ebrard ha anche ordinato la sospensione di ogni attività pubblica, in ottemperanza delle raccomandazioni emanate dal ministero della Sanità. Il governo messicano ha annunciato che sono 20 le vittime accertate nel Paese per il nuovo ceppo dell'influenza suina, mentre sono in corso accertamenti su altre 40 vittime. Il ministro della Salute di Città del Messico, Jose Angel Cordova, ha rivisto le precedenti stime, sottolineando che il tasso di mortalità si è ridotto. I casi di contagio nel Paese centro-americano sono 1.004. L'Oms, l'organizzazione mondiale della Sanità, parla di 70 vittime, anche se non è ancora chiaro se tutti i decessi siano da attribuire allo stesso tipo di virus.
USA - Negli Stati Uniti invece al momento i casi confermati sono 8, ma 7 delle persone che sono state contagiate non risultano adesso avere più sintomi e sono guarite. I primi ad ammalarsi negli States sono stati un ragazzo e una ragazza nelle due Contee più a Sud della California. Poi sono stati scoperti altri 6 casi attraverso la rete di sorveglianza della normale influenza. Nessuno dei pazienti, che presentavano sintomi molto simili all'influenza, ha avuto alcun contatto diretto con i maiali. Fra i contagiati, due sedicenni che frequentano la stessa scuola a San Antonio e un padre e una figlia. Secondo il Cdc, dunque, la malattia si starebbe trasmettendo da uomo a uomo. In ogni caso il presidente degli Stati Uniti Barack Obama viene aggiornato e sta seguendo la vicenda ora per ora.
I CASI - La maggior parte dei casi finora rilevati si concentrano soprattutto a Città del Messico - la cui area urbana rappresenta una megalopoli di oltre 20 milioni di abitanti - ma sono stati scoperti anche a San Luis Potosì, nella Baja California (nord) e a Oaxaca (sud). Il ministero della Sanità ha chiesto ai cittadini di prendere misure di protezione per evitare il contagio: non visitare luoghi affollati, mantenersi lontani da persone con problemi respiratori, lavarsi le mani con acqua e sapone, non condividere i pasti, ventilare le case e gli uffici e pulire gli strumenti di uso condiviso.
VACCINAZIONI DI MASSA - Il ministro messicano della Sanità, Josè Angel Cordova Saavedra, ha spiegato successivamente che l'epidemia di influenza suina è causata da «un virus mutante altamente contagioso», mentre le autorità di Città del Messico hanno annunciato una vasta campagna di vaccinazione contro la malattia. «Siamo di fronte ad un nuovo virus influenzale i cui sintomi sono: febbre superiore ai 39 gradi che si presenta all'improvviso, tosse, mal di testa intenso, dolori muscolari e alle articolazioni, irritazione degli occhi» ha detto Cordova. Il virus noto come H1N1, ha sottolineato il ministro, «ha subito una mutazione dai maiali agli esseri umani» ed è comparso per la prima volta circa due mesi fa nel sud degli Stati Uniti, e anche se è diverso «da quello dell'influenza aviaria, che è molto più aggressivo» non è detto che i vaccini disponibili finora risultino efficaci. Il responsabile della Sanità di Città del Messico ha annunciato da parte sua una «vasta campagna di vaccinazione». In una conferenza stampa, Armando Ahued ha informato che circa un milione di dosi di vaccini saranno inviati alle autorità della capitale dal governo federale, aggiungendo però che teme che non siano sufficienti.
UE - La Commissione europea segue da vicino i casi di influenza suina segnalati negli Stati Uniti e in Messico in «stretto contatto» con l'Oms. Lo ha detto la portavoce della commissaria Ue alla salute Androulla Vassiliou. L'esecutivo europeo «segue da vicino la situazione», ha detto la portavoce Nina Papadoulaki sottolineando che questo avviene in stretto contatto con l'Organizzazione mondiale della sanità, con gli Stati Uniti e l'Agenzia per la prevenzione e il controllo delle malattie europea che ha sede a Stoccolma.
ISTITUTO DI SANITÀ - Se fosse confermato che la trasmissione del virus dell'influenza suina nei casi segnalati in Messico sia avvenuta da uomo a uomo, questo indicherebbe un salto di specie compiuto dal virus: il virus potrebbe quindi essere capace di infettare e propagarsi nell'uomo innescando il rischio di pandemia. È quanto afferma il direttore del reparto di Epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) Stefania Salmaso. Al momento, ha precisato l'esperta, «non vi sono vaccini disponibili, poichè non si tratta di un virus di origine umana». Se l'ipotesi di una trasmissione diretta uomo-uomo fosse confermata, ciò indicherebbe, ha spiegato l'esperta, «che il rischio pandemia nell'uomo potrebbe arrivare non solo dal virus H5N1 dell'influenza aviaria degli uccelli, come finora maggiormente temuto dall'opinione pubblica, ma anche da virus influenzali tipici di specie più vicine all'uomo, come appunto i maiali». Tale eventualità, ha inoltre precisato, «non coglierebbe comunque gli esperti impreparati, poichè era già noto che il virus influenzale dei suini poteva rivelarsi potenziale origine di virus pericolosi per l'uomo». Va detto, ha aggiunto, che «la preparazione ad un'eventuale pandemia nell'uomo è già in corso in quasi tutti i Paesi del mondo». L'esperta ha infine invitato ad evitare gli allarmismi: «In Italia e in Europa - ha detto - non ci sono casi segnalati di influenza da suini nell'uomo, e sono in atto sistemi di sorveglianza e monitoraggio degli animali».
OMS - Alcuni dei campioni di virus prelevato presso malati in Messico hanno la stessa struttura genetica del virus che ha colpito la California, ha affermato a Ginevra l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). L'Oms segue la situazione da vicino ed esamina le informazioni disponibili, ha detto una portavoce. Il portavoce Gregory Hartl ha peraltro detto che l'Oms convocherà, in un prossimo futuro, un comitato di emergenza che valuterà se la situazione costituisce un evento di sanità pubblica da preoccupazione internazionale.
IL VICEMINISTRO DELLA SALUTE - «La situazione non è al massimo livello di guardia, è alla fase 3 non 4, quindi per il momento è semplicemente un'allerta che riguarda gli istituti superiori di sanità e i medici: stiamo osservando la situazione». Lo ha detto il viceministro alla salute Ferruccio Fazio. «Noi siamo in collegamento con l'Oms, abbiamo allertato la rete Influnet che utilizziamo nei casi di allerta per la sorveglianza sia epidemiologica sia sindromica». «In queste ore - ha aggiunto Fazio - si sta anche valutando l'opportunità di assumere iniziative relative a controlli alle frontiere». L'Italia non importa suini o carne di maiale dal Messico mentre quella arrivata dagli Stati Uniti nel 2008 è inferiore alle 100 tonnellate - spiega la Coldiretti -, ma di fronte alle emergenze sanitarie che si rincorrono servono misure strutturali con un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l'origine di tutti gli alimenti, come elemento di trasparenza per produttori e consumatori e a garanzia della sicurezza alimentare.
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