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Tajani: l'emergenza gas ci suggerisce di riaprire il dibattito sul nucleare
«Sul problema dell'approvvigionamento del gas all'Italia bisogna dire la verità senza fare dell'allarmismo, ma mi sembra che ora sulla scelta del nucleare una riflessione vada fatta. L'incidente alla centrale di Chernobyl fu la fine del comunismo e il disastro alla centrale atomica di Fukushima in Giappone è stato più un problema legato allo tsunami», dice nella sede del Sole 24 ore a Milano Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per la politica industriale in visita in città per partecipare tra l'altro alla Mobility Conference 2012.
«La Commissione europea è neutrale rispetto alla scelta nucleare, questa è una scelta che spetta ai governi ma forse il dibattito sul nucleare è stato chiuso troppo in fretta», ricorda Tajani che invita «a non drammatizzare problemi di approvigionamento del gas metano che sono seri ma legati alla contingenza».
D. Non è dunque preoccupato per la scarsità del gas?
R. «Non esiste un problema di approvvigionamento del gas metano in Italia ma delle difficoltà temporanee legate a fattori metereologici che impediscono l'attracco di navi per rifornire il rigassificare nel Polesine».
D. Uscendo dal contingente e guardando più in prospettiva che cosa sta preparando la Commissione europea per la sicurezza energatica?
R. Dal punto di vista strategico l'Unione europea si pone da tempo nell'ottica di rispondere alle sfide dell'approvvigionamento dell'energia attraverso la diversificazione delle vie di approvvigionamento in modo da garantire il servizio, la differenziazione delle risorse energetiche, le liberalizzazioni, l'innovazione, l'efficienza e la ricerca.
D. C'è un obiettivo ambizioso della Commissione europea in materia di politica energetica?
R. Nel Consiglio europeo del febbraio 2011 abbiamo stabilito che entro il 2014 avremmo avuto una mercato unico europeo dell'energia e non più 27 diversi mercati. Non bisogna sottovalutare che la soluzione del problema energetico è un fattore di competitività economico e del settore industriale europeo. La Cina ha un vantaggio dei prezzi energetici rispetto all'Unione europea del 200% e l'Italia paga più dei partner l'energia, un fattore che penalizza soprattutto la Pmi italiane».
D. Qual è la soluzione strategica del problema enegertico?
R. Servono liberalizzazioni, separazioni tra chi vende e chi deve distribuire (come avvenuto in passato tra Terna ed Enel ad esempio) e preparare un terza rivoluzione industriale di cui parla l'economista americano Jeremy Rifkin, aprirsi cioè alla Green Economy: questa è la vera chiave per l'innovazione.
«Sul problema dell'approvvigionamento del gas all'Italia bisogna dire la verità senza fare dell'allarmismo, ma mi sembra che ora sulla scelta del nucleare una riflessione vada fatta. L'incidente alla centrale di Chernobyl fu la fine del comunismo e il disastro alla centrale atomica di Fukushima in Giappone è stato più un problema legato allo tsunami», dice nella sede del Sole 24 ore a Milano Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e responsabile per la politica industriale in visita in città per partecipare tra l'altro alla Mobility Conference 2012.
«La Commissione europea è neutrale rispetto alla scelta nucleare, questa è una scelta che spetta ai governi ma forse il dibattito sul nucleare è stato chiuso troppo in fretta», ricorda Tajani che invita «a non drammatizzare problemi di approvigionamento del gas metano che sono seri ma legati alla contingenza».
D. Non è dunque preoccupato per la scarsità del gas?
R. «Non esiste un problema di approvvigionamento del gas metano in Italia ma delle difficoltà temporanee legate a fattori metereologici che impediscono l'attracco di navi per rifornire il rigassificare nel Polesine».
D. Uscendo dal contingente e guardando più in prospettiva che cosa sta preparando la Commissione europea per la sicurezza energatica?
R. Dal punto di vista strategico l'Unione europea si pone da tempo nell'ottica di rispondere alle sfide dell'approvvigionamento dell'energia attraverso la diversificazione delle vie di approvvigionamento in modo da garantire il servizio, la differenziazione delle risorse energetiche, le liberalizzazioni, l'innovazione, l'efficienza e la ricerca.
D. C'è un obiettivo ambizioso della Commissione europea in materia di politica energetica?
R. Nel Consiglio europeo del febbraio 2011 abbiamo stabilito che entro il 2014 avremmo avuto una mercato unico europeo dell'energia e non più 27 diversi mercati. Non bisogna sottovalutare che la soluzione del problema energetico è un fattore di competitività economico e del settore industriale europeo. La Cina ha un vantaggio dei prezzi energetici rispetto all'Unione europea del 200% e l'Italia paga più dei partner l'energia, un fattore che penalizza soprattutto la Pmi italiane».
D. Qual è la soluzione strategica del problema enegertico?
R. Servono liberalizzazioni, separazioni tra chi vende e chi deve distribuire (come avvenuto in passato tra Terna ed Enel ad esempio) e preparare un terza rivoluzione industriale di cui parla l'economista americano Jeremy Rifkin, aprirsi cioè alla Green Economy: questa è la vera chiave per l'innovazione.