Ogni volta che la Russia è stata invasa è uscita vittoriosa.

tontolina

Forumer storico
UN ALLARME RUSSO. (UN APPELLO CONTRO IL SUICIDIO DEL MONDO)

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DI E. GUREVICH, D. ORLOV, THE SAKER


Noi qui sotto firmatari siamo russi che vivono e lavorano negli USA. Stiamo assistendo con crescente ansia a come le attuali politiche statunitensi e NATO ci stiano portando verso una collisione pericolosissima con la Federazione Russa, così come con la Cina. Numerosi rispettati patrioti americani, come Paul Craig Roberts, Stephen Cohen, Philip Giraldi, Ray McGovern e molti altri hanno lanciato allarmi per il pericolo di un’incombente Terza Guerra Mondiale. Ma la loro voce si è persa nel chiasso di mass media zeppi di storie ingannevoli e inaccurate. Esse descrivono un’economia russa nel caos e un esercito russo debole.



Tutto senza prove. Tuttavia noi, conoscendo sia la storia russa sia lo stato attuale della società e delle forze armate russe, non possiamo ingoiare quelle bugie. E ora riteniamo che sia nostro dovere, in quanto russi che vivono negli USA, avvertire il popolo americano che gli viene mentito e che noi dobbiamo dirgli la verità. E la verità è semplicemente questa: se ci fosse una guerra con la Russia, gli Stati Uniti verrebbero con certezza distrutti e molti di noi infine morirebbero.

Facciamo un passo indietro e guardiamo in un contesto storico cosa sta avvenendo. La Russia ha sofferto moltissimo a causa di invasioni straniere. Nella II Guerra Mondiale ha perso 22 milioni di persone. Erano in maggioranza civili perché la nazione era stata invasa. E i Russi hanno quindi giurato di non permettere mai più un disastro simile.
Ogni volta che la Russia è stata invasa è uscita vittoriosa.
Nel 1812 Napoleone invase la Russia e nel 1814 Parigi era sotto gli zoccoli della cavalleria russa. Il 22 giugno del 1941 la Luftwaffe di Hitler bombardava Kiev e il 9 maggio 1945 le truppe sovietiche dilagavano per Berlino.
Ma le cose sono cambiate da allora.
Se Hitler attaccasse oggi la Russia, sarebbe bello che morto in 20 o 30 minuti, il suo bunker ridotto a una massa di macerie incandescenti per l’impatto di un missile supersonico da crociera Kalibr lanciato da una piccola nave russa da qualche parte nel Baltico. L’abilità operativa delle nuove forze armate russe è stata dimostrata nel modo più persuasivo durante le recenti azioni contro l’ISIS, al-Nusra e altri gruppi terroristici operanti in Siria e foraggiati dall’estero. Molto tempo fa la Russia avrebbe dovuto rispondere alle provocazioni combattendo battaglie di terra sul proprio territorio e poi lanciando una contro-invasione. Ma ora questo non è più necessario.
Le nuove armi russe permettono una rappresaglia istantanea, non rilevabile, impossibile da fermare e assolutamente letale.
Così, se domani dovesse scoppiare una guerra sponsorizzata tra gli USA e la Russia è assolutamente garantito che gli USA sarebbero devastati. Come minimo non ci sarebbero più una rete elettrica, internet, benzina, gas; non ci sarebbero più autostrade, trasporti aerei o navigazione basata su GPS. I centri finanziari sarebbero in rovina. Il Governo, ad ogni livello, cesserebbe di funzionare. Le forze armate statunitensi che stazionano per tutto il globo non sarebbero più rifornite. Nella peggiore delle ipotesi, l’intera massa continentale degli USA sarebbe coperta da uno strato di polvere radioattiva. Non lo diciamo perché siamo allarmisti ma perché in base a tutto ciò che conosciamo, siamo noi stessi allarmati. Se attaccata, la Russia non cederebbe, contrattaccherebbe e annichilirebbe totalmente il nemico.

La leadership statunitense ha fatto tutto ciò che poteva per spingere la situazione sull’orlo del disastro. Innanzitutto la sua politica antirussa ha convinto la leadership russa che fare concessioni o negoziare con l’Occidente è del tutto inutile. È sempre più evidente che l’Occidente sosterrà ogni individuo, movimento o governo antirusso. Siano essi gli oligarchi russi evasori fiscali, criminali di guerra ucraini imprigionati, terroristi wahhabiti in Cecenia sostenuti dai Sauditi o dissacratrici punk di cattedrali a Mosca.
Ora che la NATO, in violazione alle sue precedenti promesse, si è espansa fino ai confini russi, con le forze statunitensi dispiegate negli stati baltici a un tiro di artiglieria da San Pietroburgo, la seconda città della Russia, i Russi non hanno più modo di ritirarsi anche se lo volessero. Non attaccheranno, ma nemmeno cederanno o si arrenderanno. La leadership russa gode del sostegno di più dell’80% della popolazione. Il restante 20% pensa invece che essa sia troppo morbida con gli sconfinamenti dell’Occidente. La Russia non attaccherà mai per prima, ma contrattaccherà e così una provocazione o anche solo un semplice errore potrebbe scatenare una sequenza di eventi che finirebbe con milioni di americani morti e gli USA in rovina.
A differenza di molti Americani che vedono la guerra come una vittoriosa ed eccitante avventura in terre esotiche, i Russi odiano la guerra e ne hanno paura. Ma sono anche pronti a combatterla, e si stanno preparando da anni a farlo. E la loro preparazione è stata la più efficace. A differenza degli USA che sperperano un numero pauroso di miliardi in dubbi programmi di armamento a sovracosto, come il caccia multiruolo F-35, i Russi sono estremamente parsimoniosi con i loro rubli per la difesa e li fanno fruttare almeno 10 volte di più rispetto alla gonfiata industria della difesa americana. Mentre è vero che l’economia russa ha sofferto a causa del ribasso del prezzo dell’energia, è però ben lontana dall’essere nel caos e un ritorno alla crescita è atteso per il prossimo anno.
Il senatore John McCain una volta ha definito la Russia “una pompa di benzina mascherata da nazione”. Bene, mentiva. Sì, la Russia è il più grande produttore mondiale di petrolio e il secondo esportatore, ma è anche il più grande esportatore al mondo di cereali e di tecnologia per l’energia atomica.
Ha una società avanzata e sofisticata come quella degli Stati Uniti.
Le forze armate russe, sia convenzionali sia nucleari, oggi sono pronte a combattere. E sono più che all’altezza degli USA e della NATO, specialmente se una guerra dovesse scoppiare in un qualsiasi punto vicino ai confini della Russia.
Ma una simile battaglia sarebbe suicida da entrambi i lati.
Crediamo fermamente che una guerra convenzionale in Europa abbia una forte probabilità di diventare nucleare molto rapidamente e che ogni attacco nucleare di USA/NATO alle forze russe o al territorio russo automaticamente scatenerebbe un contrattacco nucleare russo sul continente statunitense. Al contrario di affermazioni irresponsabili fatte da alcuni propagandisti americani, i sistemi di missili antibalistici statunitensi sono incapaci di proteggere il popolo americano da un attacco nucleare russo. La Russia ha i mezzi per colpire bersagli negli USA con armi a lunga gittata, sia nucleari che convenzionali. L’unica ragione per cui gli USA e la Russia si trovano oggi in rotta di collisione invece di sciogliere tensioni e cooperare su un largo spettro di problemi internazionali, è il rifiuto ostinato della leadership statunitense di accettare la Russia come un partner alla pari. Washington è determinata a essere il “leader mondiale” e la “nazione indispensabile”, persino se la sua influenza diminuisce costantemente nella scia di disastri militari e di politica estera come l’Iraq, la Libia, la Siria, lo Yemen e l’Ucraina. Una continuata leadership globale americana è qualcosa che la Russia, la Cina e la maggioranza delle altre nazioni non hanno intenzione di accettare.
Questa graduale ma evidente perdita di potere e influenza ha fatto diventare isterica la leadership statunitense. E tra l’isteria e la pulsione suicida basta un passo. I leader politici americani dovrebbero essere messi sotto osservazione per istinti suicidi. La prima e più importante cosa che facciamo è quindi lanciare un appello ai comandanti delle Forze Armate Statunitensi perché seguano l’esempio dell’ammiraglio William Fallon che interrogato su una possibile guerra all’Iran replicò: “No, finché ci sono io”. Sappiamo che non siete dei suicidi e che non avete intenzione di morire per un’arroganza imperiale che ha perso i contatti con la realtà. Se possibile, vi preghiamo di dire al vostro staff, ai vostri colleghi e, specialmente, ai vostri superiori civili che una guerra con la Russia non avverrà finché voi sarete in carica. Se proprio non potete, almeno mantenete voi questa promessa, e dovesse mai arrivare il giorno in cui quell’ordine suicida verrà dato, rifiutatevi semplicemente di eseguirlo, con la motivazione che è criminale. Ricordatevi che per il Tribunale di Norimberga «Iniziare una guerra di aggressione … non è solo un crimine internazionale; è il supremo crimine internazionale che differisce dagli altri crimini di guerra solo in quanto accumula in sé il male del tutto». Da Norimberga in poi lo “stavo solo eseguendo gli ordini” non è più una difesa valida. Per favore non diventate criminali di guerra.

Facciamo anche appello al popolo americano perché intraprenda azioni pacifiche ma decise per opporsi a ogni esca provocatoria contro la Russia da parte di qualsiasi politico o qualsiasi partito che legittimi e sostenga una politica di inutile scontro con una superpotenza nucleare che è capace di distruggere gli Stati Uniti in un’ora. Parlate, rompete la barriera della propaganda dei mass media e fate che i vostri compatrioti americani siano consapevoli dell’immenso pericolo di uno scontro tra la Russia e gli USA. Non c’è nessuna ragione effettiva perché gli USA e la Russia si debbano considerare avversari. Lo scontro attuale è interamente il risultato della visione estremista del movimento neoconservatore i cui membri si sono infiltrati nel governo federale statunitense e che considerano ogni nazione che rifiuta di obbedire ai loro dettami un nemico da schiacciare. Grazie ai loro sforzi senza sosta, più di un milione di innocenti sono già morti nella ex Jugoslavia, in Afghanistan, in Libia, in Iraq, Siria, Pakistan, Ucraina, Yemen, Somalia e in molte altre nazioni - tutto per la loro insistenza maniacale che gli USA devono essere un impero mondiale, non una nazione regolare e normale, e che ogni leader nazionale deve inchinarsi a loro o essere spodestato. In Russia la forza irresistibile del movimento neocon ha alla fine incontrato un oggetto inamovibile. Devono essere costretti a fare marcia indietro prima che ci distruggano tutti.

Siamo assolutamente e categoricamente certi che la Russia non attaccherà mai gli USA o nessun membro della UE; che la Russia non ha interesse a ricreare l’Unione Sovietica e che non c’è nessuna “minaccia russa” o “aggressione russa”. Molti dei recenti successi economici russi hanno molto a che fare con lo scioglimento delle vecchie dipendenze sovietiche, cosa che ha permesso di perseguire una politica di “prima la Russia”. Ma siamo altrettanto certi che la Russia se attaccata, o anche solo minacciata di un attacco, non recederà e la leadership russa non starà a guardare. Con grande tristezza e con cuore pesante onoreranno il dovere su cui hanno giurato e scateneranno una barriera nucleare dalla quale gli Stati Uniti non si riprenderanno mai più. Anche se tutta la leadership russa fosse uccisa da un first strike, la cosiddetta “Mano Morta” (Dead Hand, cioè il sistema “Perimeter) lancerebbe automaticamente sufficienti bombe nucleari da cancellare gli USA dalla mappa politica. Crediamo che sia nostro dovere fare tutto ciò che possiamo per prevenire una simile catastrofe.

Eugenia V Gurevich, PhD thesaker.ru/ Dmitri Orlov cluborlov.blogspot.com/ The Saker (A. Raevsky) thesaker.is/
Fonte: http://thesaker.is

Link: A Russian warning | The Vineyard of the Saker

Traduzione per Megachip a cura di Piotr



Nota del traduttore Il sistema Perimeter è un po’ come il famoso “Ordigno Fine Del Mondo” (Doomsday machine) immaginato dal genio di Stanley Kubrick in “Il dottor Stranamore”. L’esistenza di questo sistema in epoca sovietica non venne reso pubblico. Ad esso si poteva adattare perfettamente il dialogo surreale tra il dottor Stranamore e l’ambasciatore sovietico: Stranamore: «Perché? Insomma, lo scopo dell’ordigno “Fine del mondo” è perduto se si tiene segreto. Perché non lo avete detto al mondo, eh?» Ambasciatore: «Doveva essere annunciato al congresso di Partito, Lunedì. A Kisov piace fare sorprese!» Riesumato nel 2009 e ammodernato nel 2011 prevede che in caso di attacco e di isolamento di Perimeter dal resto del Paese (le due condizioni necessarie e sufficienti per armarlo), sia lanciato un contrattacco nucleare automatico. Il sistema è in grado di analizzare non solo la situazione militare mondiale ma anche quella politica.
 
in USA 200.000 nuovi ingegnare ogni anno
in Russia 400.000
in cina 600.000
e la qualita' degli ingegneri USA non e' quella di 30 anni fa

la Russia si sta preparando alla guerra quello che non capisco e' il ritardo della Cina
 
L'Europa ora se la prende con la "cattivissima" squadra di calcio russa..... e promuove i"buonissimi" hooligans di Inghilterra


ma che schifo!
 
Frenesie belliciste di Nuland & Neocon
Di Maurizio Blondet , il 12 giugno 2016 4 Comment

Ecco l’ultima: il Comando operazioni speciali de Pentagono (SOCOM) sta cercando ditte americane che fabbrichino armi russe: ne ha parlato il Washington Post, edizione Tampa Bay. Alle “operazioni speciali” servono armi “non conformi agli standard Usa e NATO” – ovviamente kalashnikov, il fucile di precisione SVD (per cecchini), mitragliatrici di medio e grosso calibro, cannoncino 14,5 mm aeromontato. Perché? “Ciò avrà impatto positivo nelle relazioni coi partner stranieri familiari con quelle armi”; ha detto il portavoce del SOCOM, Matt Allen. Certo, i “nuovi alleati” dell’ex Patto di Varsavia, attualmente impegnati nelle più grandi manovre militari anti-russe da decenni, sono “familiari” con quelle armi. Ma qualcosa resta inspiegabile: i nuovi partner, polacchi o cechi, hanno fabbriche che producono kalashnikov, da cui si possono acquistare. Chissà perché i produttori devono essere americani.


Sniper russi col loro SVD
Ciò fa temere ad una nostra fonte di Washington che ”qualcuno” in Usa prepari “una colossale provocazione contro la Russia, usando armamento russo”. Una “atrocità, magari, per aiutare Hillary Clinton (e il suo governo-ombra guidato d Victoria Nuland e vari neocon) contro Donald Trump, che qui è visto come pronto alla distensione con Putin”. Sono ipotesi; che però a Washington si inseriscono nell’ansiosa aspettativa della “October Surprise” che dovrebbe rovesciare le sorti di Trump e dare la Casa Bianca a Hillary, fortemente voluta dal partito della guerra. I membri di quel “partito”, annidati nei ministeri-chiave (Esteri e Pentagono) sotto Obama dove hanno continuato la politica neocon di Bush r., sicuramente perdono il posto se vince Donald; invece se vince Hillary, Victoria Nuland (Nudelman in Kagan), la destabilizzatrice dell’Ucraina, quasi certamente spera in una ascesa di carriera: da assistente segretaria di Stato a segretaria di Stato, ossia titolare degli Esteri. Ne sono sicuri – oltre la nostra fonte – un po’ tuti a Washington, da Paul Craig Roberts a Philip Giraldi, ex agente della Cia diventato analista politico: sarebbe, dice, l’andata al potere di una intera famiglia di neocon sfegatati e giudei di ascendenza trotzkista, guerrafondai antirussi, appunto i Kagan, di cui dà le biografie ( per una traduzione del suo articolo, si veda qui: La squadra della Clinton potrebbe includere una figura tristemente nota agli europei - World Affairs - L'Antidiplomatico)

Esperta in atrocità
La Nuland, che ha riferito personalmente al Congresso di aver speso 5 miliardi di dollari per portare l’Ucraina nella sfera occidentale destabilizzando il governo Yanukovich, ha una esperienza nella fabbricazione di “atrocità false flag”: Si ricorderà che in piazza Maidan, il rovesciamento di Yanukovich e l’andata al potere della giunta golpista filo-americana (Yatseniuk-Poroshenko) fu precipitato – il 20 febbraio 2014 – da misteriosi cecchini che spararono su dimostranti e su poliziotti, facendo strage: una cinquantina di morti, fra cui diversi poliziotti. Ora, è accertato che quella fu una operazione della Cia in combutta coi servizi polacchi: lo ha documentato anche la BBC (The untold story of the Maidan massacre), e un europarlamentare polacco Janusz Korwin-Mikke, ha raccontato che quegli snipers “sono stati addestrati in Polonia” (si veda qui:

CIA’s Maidan False Flag)

Forse qualcuno ricorderà che il ministro degli esteri Estone, Urmas Paet, che era in piazza Maidan quel giorno tragico, si accorse che gli snipers erano con l’opposizione “democratica” (e non come si disse mobilitati dal governo Yanukovich) e ne parlò al telefono con Catherine Ashton la rappresentante Ue per gli esteri, in una telefonata che fu intercettata e diffusa da quale servizio (moscovita, probabilmente)

Ukraine crisis: bugged call reveals conspiracy theory about Kiev snipers

In quell’occasione, dalle autopsie degli uccisi risultò che i cecchini avevano sparato proiettili NATO. Ecco uno dei motivi per cui possono essere utili, certe volte, Kalashnikov e SVD fabbricati in Usa.

Anche negli ultimi giorni di Obama, le attività sovversive anti-russe della Nuland hanno preso un ritmo frenetico. Il 7 giugno scorso, in un’audizione davanti a due commissioni del Congresso Usa, la signora ha informato i senatori che “gli Usa hanno addestrato 17 mila soldati ucraini, fornito radar per contro-artiglierie a contro-mortai e oltre 3 mila radiotrasmittenti sicuri” a quelle truppe (che stanno attaccando il Donbass in violazione della tregua di Minsk); e inoltre, che sta spendendo 100 milioni di dollari l’anno per la disinformazione: notiziari di propaganda in lingua russa in Ucraina e nei paesi baltici, ma anche in Russia; dove, ha detto, gli Usa operano programmi di addestramento segreti per giornalisti russi, e fondi a organizzazioni interne alla Russia (di cui non ha fornito particolari). In realtà, la sovversiva Nuland-Kagan può spendere molto di più per la propaganda: può attingere anche al fondo Broadcasting Board of Governors, che per la propaganda diretta ed ufficiale Usa all’estero ha una dotazione di 700 milioni di dollari.

http://www.bbg.gov/wp-content/media/2015/03/FY2016Budget_CBJ_Final_WebVersion.pdf



Soros compra giornale polacco
Un enorme sforzo è dedicato in questi mesi alla propaganda chiamata giornalismo occidentalista, perché la tv Russia Today in inglese sta efficacemente ‘bucando’ la muraglia del pensiero unico diffuso dai networks occidentali. “La Russia continua a sputare la sua disinformazione e le sue menzogne, minando gli Stati Uniti e i suoi interessi in paesi come l’Ucraina”, ha spiegato un parlamentare americano di nome Adam Kinzinger. Il quale, insieme al collega Ted Lieu, ha presentato un progetto di legge (Countering Foreign Propaganda and Disinformation Act – Lotta alla propaganda e disinformazione estera) volto a istituire un Ministero della Verità di stampo orwelliano. Lo scopo del ministero sarebbe di “identificare le tendenze emergenti della propaganda e disinformazione straniera, (…) anche con l’utilizzo di operatori stranieri speciali segreti o clandestini per influenzare le popolazioni e i governi presi a bersaglio, al fine di coordinare e conformare lo sviluppo delle tattiche, delle tecniche e delle procedure per smascherare e smentire la disinformazione estera”. Non stupirà sapere che il noto Georges Soros, parimenti preoccupato, sta contribuendo all’operazione: in Polonia st per acquistare la testata dello storico giornale Gazeta Wyborcza, oggi fallito.

Tutto ciò, senza trascurare i mezzi della guerra vera e propria: sei delle dieci portaerei americane, molte delle quali bisognose di riparazioni, sono state mandate in mare co l’esplicito scopo di provocare e intimidire Mosca. La “Harry Truman” è stata spostata dal Golfo Persico al Mediterraneo orientale, di fronte alla Siria, dove ora le portaerei sono due…”Per contenere i russi”, ha detto una fonte anonima del Pentagono al Wall Street Journal: “L’imprevedibilità di quel che abbiamo fatto con la Truman li obbligherà a pensarci due volte”. Da cui si capisce che fonte anonima non può che essere molto vicina al ministro Ashton Carter, a cui ancora brucia “l’imprevedibilità” con cui le forze aeree russe sono comparse in Siria con totale sorpresa del Pentagono. Se si tratti di un ultimo, irrazionale spasmo bellicista, o di una preparazione a qualche operazione “speciale” per cui servono armi che appaiano di fabbricazione russa, ci dirà il mese di ottobre.





L’articolo Frenesie belliciste di Nuland & Neocon è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
 
Tontolina considera una mia intuizione: Russia alleata con inghilterra se Brexit!
sarebbe una svolta epocale uno sbarco di Normandia senza l'afroamericano USA
 
Nato: “ora abbiamo motivo di attaccare la Russia”
22 giugno 2016, di Laura Naka Antonelli
:( :( :(
ROMA (WSI) – Mentre tutto il mondo si concentra sul pericolo Brexit, dal fronte geopolitico si assiste all’escalation delle tensioni tra la Nato e la Russia. La Nato sarebbe pronta infatti a invadere la Russia, e la presenza della flotta Usa nel Mar Nero non farebbe altro che dimostrarlo. E’ di pochi minuti fa inoltre la notizia secondo cui ora l’Alleanza Atlantica riterrebbe di “avere i presupposti per attaccare la Russia”.

LEGGI QUI . NATO Says It Might Now Have Grounds to Attack Russia


I presupposti sarebbero rappresentati dall’accusa di alcune ore fa, secondo cui hacker russi avrebbero violato il computer, tra gli altri, della stessa candidata democratica alle elezioni degli Stati Uniti Hillary Clinton.

Facendo qualche passo indietro, le tensione Nato-Russia si sono intensificate con il dispiegamento da parte della Marina Usa del cacciatorpediniere USS Porter nel Mar Nero. Dispiegamento motivato con la necessità di lanciare “una serie di esercitazioni con gli alleati, in quello che gli Stati Uniti chiamano dispiegamento di routine”, come affermato dalla Marina Usa.

Ma la Russia di Vladimir Putin ha capito bene il messaggio, tanto che nei giorni scorsi il ministero degli Esteri aveva reso noto che Mosca avrebbe risposto con misure non specificate, aggiungendo che la presenza della nave e eventuali altri dispiegamenti non fossero altro che un tentativo di Washington di alimentare le tensioni, in vista della riunione della Nato, attesa il mese prossimo a Varsavia. E Mosca non si sbagliava, dal momento che proprio un funzionario Usa ha ammesso nei giorni scorsi che la presenza del cacciatorpediniere “assicura una qualche presenza di cui c’è necessità nel Mediterraneo, al fine di controllare…i russi”.

Sempre negli ultimi giorni si è parlato del desiderio di Romania e Turchia di creare una flotta di navi permanente nel mar Nero, a cui partecipassero anche Germania, Italia, Turchia e USA. A frenare tuttavia la Nato è stata la Bulgaria, per voce del premier Bojko Borisov, che lo scorso 16 giugno ha chiaramente detto, dopo l’avvertimento della Russia, che non aderirà al piano.
Così Borisov:
“Ho sempre detto di voler vedere nel Mar Nero pescherecci, yacht, navi da crociera, turisti sulle spiagge e non fregate militari… Non ho bisogno di una guerra nel mar Nero”. Un no netto – “Posso dichiarare categoricamente che rifiutiamo il gruppo navale, nella forma in cui è stato proposto” – che per qualche giorno ha portato la stampa a parlare anche di possibile fallimento del piano della Nato.

Qualche ora fa, Bloomberg riporta la notizia secondo cui la Bill, Hillary and Chelsea Foundation sarebbe tra le organizzazioni colpite da sospetti hacker russi, facendo riferimento quanto appreso da tre fonti.

Nel sito Reseau International, si segnala come lo scorso 14 giugno, la Nato abbia annunciato che, se un paese membro della Nato cade vittima di un attacco cibernetico da persone di paesi non-Nato, come Russia e Cina e decide di reagire, ogni paese dell’Alleanza debba sostenerlo. E’ quanto stabilisce una norma dell’articolo V della Nato sulla “difesa collettiva”.

Hacker russi avrebbero attaccato non solo la fondazione Clinton, ma anche il Partito Democratico e il network della stessa campagna elettorale, alimentando nuove preoccupazioni sulla sicurezza digitale in cui opererebbe la candidata alle elezioni Usa, mentre l’Fbi continua a indagare sul caso delle e-mail scambiate attraverso il suo account privato di posta elettronica.

Le autorità Usa hanno reso noto nei giorni scorsi che, ad aver subito attacchi cibernetici, sono stati sia il Partito Democratico Usa che quello Repubblicano, le reti delle campagne presidenziali di Donald Trump e Bernie Sanders.

E che nei sette mesi fino alla metà di maggio, i pirati informatici avrebbero rubato dati relativi ad almeno 4 mila persone legate alla politica americana.
 
bisogna vedere se gli europei sono cosi' stupidi da farsi una guerra per gli interessi della elite USA
pero' non capisco l'Alaska confina con gli USA perche' non si fanno una guerricciuola di la invece di rompere i zibedei all'europa?
 

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