OPA....vs....BANKITALIA !!!!!!!!!!!!!!!

SINIBALDO

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Un'opa contro Bankitalia.
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Gli olandesi del gruppo bancario Abn Amro sono pronti a un'opa amichevole su Antonveneta ma devono fare i conti con l'esplicito divieto di Bankitalia e dell'alleato di Antonio Fazio, Silvio Berlusconi
Bruno Perini.

Il gruppo bancario olandese, Abn Amro, socio tra l'altro di Capitalia, è pronto a lanciare un'opa amichevole su Antonveneta.

Il vicepresidente senior executive di Abn Amro, Gerard Hartsink, incontrando un gruppo di giornalisti in relazione al recente incontro tra i vertici dell'istituto olandese e il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio ha detto:

«Sull'Antonveneta procediamo per via diplomatica», ma non ha voluto scendere nei particolari delle prossime mosse dell'Abn Amro.

Le parole del top manager, dicono fonti vicine al colosso olandese, non vanno interpretate come una resa o un accettazione del diktat di Antonio Fazio ma come l'offerta di un ramoscello di ulivo per raggiungere un accordo che non penalizzi gli azionisti della banca.

D'altronde le stesse parole usate dai vertici del gruppo bancario l'altro ieri, stanno a indicare che gli olandesi, ben consigliati dal professor Guido Rossi, non hanno intenzione di mollare la preda e neppure di piegare la schiena in cambio di nulla.

«Siamo pronti a considerare - dicevano mercoledì i vertici dell'istituto - tutte le alternative per difendere gli interessi propri, degli azionisti e dei clienti della banca».

Perché gli olandesi insistono così tanto sugli interessi da difendere?

La risposta è piuttosto semplice, basta andare a vedere il piattino, alquanto indigesto, proposto al gruppo Abn Amro dal banchiere più protetto dal governatore della banca d'Italia: il numero uno della Popolare di Lodi, Giampierpo Fiorani.

Secondo i piani del banchiere, deus ex machina di una banca che in passato fu molto vicina a Silvio Berlusconi, la Popolare di Lodi, pur avendo bilanci piuttosto malconci, su consiglio del governatore dovrebbe inglobare, attraverso la controllata Reti Bancarie, l'Antonveneta,

che al contrario della Bpl ha ripianato gran parte delle perdite accumulate negli anni scorsi, risanando completamente i bilanci.

Il risultato di questo anomalo matrimonio sarebbe che la Popolare di Lodi controllerebbe la maggioranza relativa della nuova società con una quota superiore al 25%, mentre il colosso olandese resterebbe nella stanza dei bottoni con un pacchetto di circa il 10%.

Per quali ragioni il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, nella riunione di qualche giorno fa ha «vivamente» consigliato a Abn Amro di andare verso la fusione con Popolare di Lodi?

Per salvare il sistema bancario, si dice, che in gergo significa salvare la Popolare di Lodi da seri guai qualora restasse single, e per impedire agli olandesi di allargarsi troppo, secondo la linea concordata nel patto con Silvio Berlusconi e Roberto Maroni.

Così nell'affare Antonveneta si verifica lo stesso paradosso che si sta verificando in Bnl: per evitare che cresca azionariamente una banca straniera, nel caso di Bnl il Banco de Bilbao, la Banca d'Italia ha facilitato

la crescita della cosiddetta «banda del mattone», guidata dai Caltagirone e partecipata da immobiliaristi come Stefano Ricucci che con la cultura bancaria hanno ben poco a che fare.

Un progetto come quello di Giampiero Fiorani, sponsorizzato da Banca d'Italia, è difficilmente digeribile per un gruppo come Abn Amro.

Significherebbe non difendere quegli interessi che si dichiara di voler tutelare.

D'altro canto uno scontro frontale con Banca d'Italia non è sostenibile: Banca d'Italia può inibire preventivamente un'opa, offerta di pubblico acquisto, di Abn su Antonveneta.

E' nei suoi poteri e il governo Berlusconi ha detto esplicitamente che è bene che quei poteri li usi fino in fondo.

A meno che Guido Rossi, poco avvezzo alle soluzioni pasticciate, tiri fuori dal cappello una soluzione alternativa in grado di evitare lo scontro frontale e non scontentare gli azionisti di Antonveneta.

L'opa amichevole, pur essendo molto costosa vista l'incremento del prezzo dei titoli da agosto ad oggi, (da 13 euro a circa 22 euro), potrebbe

essere la strada giusta, visto che i vertici di Antonveneta, in parte nelle mani degli olandesi, non si opporrebbero all'offerta.

Ma per avviarsi verso questa strada irta di pericoli Abn dovrebbe sapere prima e con certezza, qual è la quota di capitale Antonveneta in mano alla Popolare di Lodi.

La Consob ieri, dopo un lungo silenzio, è riuscita a stanare la Bpl facendo emergere una quota del 5% ma i rumors maligni parlano di una quota del 40% frammentata in tanti pacchetti sotto il 2%.

Se così fosse la battaglia degli olandesi sarebbe persa in partenza.

L'unica loro scelta sarebbe quella di tornarsene ad Amsterdam.
(da Il Manifesto)
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SINIBALDO
 

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