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DAL TERRITORIO
Gasdotto Tap, in Salento sospeso l'espianto degli ulivi. I manifestanti hanno bloccato le strade
Lavori fermi nel cantiere di Melendugno, anche perchè le forze dell’ordine non avrebbero la disponibilità del gran numero di uomini e mezzi utilizzati nei giorni scorsi. Da qui la decisione di fermare il cantiere
di CHIARA SPAGNOLO
30 marzo 2017
I blocchi lungo le strade
LECCE - Strade interpoderali bloccate con pezzi di muretti a secco, cassonetti della spazzatura e materiale di risulta: inizia così a Melendugno il quattordicesimo giorno di protesta contro la realizzazione del gasdotto Tap, che porterà in Europa il gas dell’Azarbaijan. I blocchi artigianali sono comparsi nella notte, sulle diverse vie che collegano l’area di cantiere in località San Basilio alla marina di San Foca e alla strada regionale 8, dalla quale nei giorni scorsi sono arrivati sia i blindati delle forze dell’ordine che i mezzi delle ditte incaricate dell’espianto degli ulivi e del trasporto nel sito di stoccaggio.
Il cantiere dovrebbe restare chiuso perchè le forze dell’ordine non avrebbero la disponibilità del gran numero di uomini e mezzi utilizzati nei giorni scorsi e dunque non sarebbe possibile garantire lo stesso tipo di presidio. Dopo
gli scontri con i manifestanti di martedì 28 marzo, il giorno successivo la zona di San Basilio
è stata militarizzata in maniera pesante, tanto che il sindaco di Melendugno, Marco Potì, ha espresso disappunto per i pressanti controlli a cui lui stesso è stato sottoposto ogni qualvolta è entrato nella “zona rossa”, ritenendo “eccessivo” lo spiegamento di forze in atto. Potì ha anche ribadito che non ha alcuna intenzione di incontrare Tap né di accettare alcuna compensazione per la realizzazione del gasdotto nel suo territorio.
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Sono 130 in tutto gli alberi spostati finora, rispetto ai 215 che Tap ha programmato di trasferire dal tracciato dell’opera alla masseria del Capitano. I lavori veri e propri di espianto si sono svolti nell’arco di quattro giorni, due dei quali (martedì 28 e mercoledì 29 marzo) caratterizzati da forti tensioni.
Ilntanto, i sindaco di Squinzano, Mino Miccoli, che ha smentito la possibilità che la sua amministrazione abbia già dato parere favorevole a un eventuale approdo dell’opera,
così come paventato dal governatore Michele Emiliano. "Non abbiamo mai detto sì alla Tap - ha chiarito - Abbiamo detto che siamo disponibili a parlarne a patto che si proceda prima alla riconversione da carbone a gas della
centrale di Cerano che sta provocando un aumento dei morti di tumore in tutta l'area a nord del Salento".
"Capisco che Emiliano davanti ai manganelli cerca una via d'uscita - ha aggiunto Miccoli -. Ma con lui non c'è mai stato nessun accordo e la nostra delibera del 25 novembre 2013 dice che siamo disponibili a dire ok a questa possibilità solo se gli aspetti tecnici lo consentiranno e a condizione che la centrale di Cerano sia riconvertita. Ma prima, non dopo".