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Da http://www.tgcom.mediaset.it/
Pagato senza lavorare, si denuncia
Milazzo, medico teme di truffare Stato
Stufo di percepire uno stipendio senza svolgere alcuna attività, un medico si è autodenunciato. Arriva da Milazzo questa storia che ha dell'incredibile. Il medico in servizio all'Ufficio registro cause di morte si è rivolto ai carabinieri per verificare se esistono i presupposti di un eventuale reato di truffa allo Stato. L'uomo dice di aver chiesto più volte ai superiori di conoscere le sue mansioni senza ricevere risposta.
Il medico, Pietro Mondì, 42 anni, reintegrato in servizio il 20 giugno con ordinanza del giudice del lavoro del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, è stato destinato dall'Ausl 5 all'ambulatorio di salute mentale di Giammoro, con compiti, dice, "sanitari e burocratici". Una definizione generica che in pratica lo obblugava a restare "con le mani in mano": "Ho chiesto più volte per iscritto ai superiori di conoscere le mie mansioni - ha spiega l'uomo -, senza ricevere alcuna risposta. Ritengo che questa mia inutilizzazione oltre a dequalificarmi e a stressarmi, peggiorando le condizioni della mia ischemia coronarica, possa configurarsi come truffa ai danni dello Stato".
Trasferito d'ufficio, lo scorso 25 agosto, presso il Rencam di Milazzo, anche lì però, di lavorare non se ne parlava proprio. Non è riuscito a sapere quali sono le sue funzioni. "Fra l'altro - ha aggiunto Mondì - non ho preparazione specifica per il settore di cui si occupa questo ufficio".
Dal canto suo, il direttore amministrativo dell'Ausl 5, Salvatore Colavita, assicura che "ad ogni impiego del medico è stato fornito un ordine di servizio completo di mansioni". Poi ha aggiunto che per motivi di privacy non può aggiungere altro.
Pagato senza lavorare, si denuncia
Milazzo, medico teme di truffare Stato
Stufo di percepire uno stipendio senza svolgere alcuna attività, un medico si è autodenunciato. Arriva da Milazzo questa storia che ha dell'incredibile. Il medico in servizio all'Ufficio registro cause di morte si è rivolto ai carabinieri per verificare se esistono i presupposti di un eventuale reato di truffa allo Stato. L'uomo dice di aver chiesto più volte ai superiori di conoscere le sue mansioni senza ricevere risposta.
Il medico, Pietro Mondì, 42 anni, reintegrato in servizio il 20 giugno con ordinanza del giudice del lavoro del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, è stato destinato dall'Ausl 5 all'ambulatorio di salute mentale di Giammoro, con compiti, dice, "sanitari e burocratici". Una definizione generica che in pratica lo obblugava a restare "con le mani in mano": "Ho chiesto più volte per iscritto ai superiori di conoscere le mie mansioni - ha spiega l'uomo -, senza ricevere alcuna risposta. Ritengo che questa mia inutilizzazione oltre a dequalificarmi e a stressarmi, peggiorando le condizioni della mia ischemia coronarica, possa configurarsi come truffa ai danni dello Stato".
Trasferito d'ufficio, lo scorso 25 agosto, presso il Rencam di Milazzo, anche lì però, di lavorare non se ne parlava proprio. Non è riuscito a sapere quali sono le sue funzioni. "Fra l'altro - ha aggiunto Mondì - non ho preparazione specifica per il settore di cui si occupa questo ufficio".
Dal canto suo, il direttore amministrativo dell'Ausl 5, Salvatore Colavita, assicura che "ad ogni impiego del medico è stato fornito un ordine di servizio completo di mansioni". Poi ha aggiunto che per motivi di privacy non può aggiungere altro.
