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alle sparate dei mangiapreti a priori, abituati ad offender+ che ragionare senza saper di cosa parlano.
Ricordo gli attacchi a Woityla nei primi anni, perchè non era allineato al comunismo mondiale.Solo negli anni si è capito le lotte che aveva fatto dalla parte degli operai e della gente, prima sotto la dittatura nazista e poi sotto quella rossa ed è diventato l'emblema della pace.E la chiesa è fatta di tanti uomini come lui inviati da 2000 anni
ciao, la liberta' di pensiero e' la cosa piu' importante del mondo,anche della vita.....l'idea, il poter esporre quello che uno ha dentro,se rispetta l'altro, e' la cosa piu' bella che possiamo fare.
Per parlare di religione bisogna rispettare sia la sensibilità di chi crede sia quella di chi è ateo.
Perchè se non essere religiosi o allineati con il Papa di turno significa essere comunisti allora è meglio non parlarne.
Di Berlusconi ce ne siamo appena liberati.......
C'è da dire che liberarsi di alcuni dogmi è, per un credente, un paradosso.
E questo può costituire un limite per un aperto confronto....
ciao, la liberta' di pensiero e' la cosa piu' importante del mondo,anche della vita.....l'idea, il poter esporre quello che uno ha dentro,se rispetta l'altro, e' la cosa piu' bella che possiamo fare.
Io, certamente da credente me lo sono domandato e le lacunose ed insoddisfacenti risposte che ho trovato mi hanno convinto a diventare non credente.
Naturalmente c'è stata una lenta transizione poichè è difficile scrollarsi di dosso delle idee inculcate fin dalla più tenera età.
Idee tra l'altro aventi insita l'autotutela, tipo la condanna del dubbio o per contro il dono della fede visto come premio. Oppure la dedizione totale a dio col dovere di amarlo senza se e senza ma, per cui pensare criticamente è già male.
Non parliamo dei dogmi assurdi (spero di non offendere nessuno: è semplicemente il mio pensiero) che se uno inizia a pensarci freddamente, ma al tempo stesso ha la conclusione preconfezionata ne esce pazzo. Infatti qualche santo consigliava di non pensare.
Da non credente le risposte mi soddisfano e permango pacificamente in questo stato.
E nella mia pacata convinzione non ho mai rimpianto, nemmeno nei momenti più brutti della vita, di non avere questo appiglio che hanno i credenti.
Essere credente o non credente
è il frutto di una storia umana
di un percorso che si è compiuto.......
io entrai in un gruppo cattolico
e da allora la fede mi è rimasta.
Una fede che però non esclude la ricerca.
Cerco però di approfondire
alcuni concetti.
Penso che la ricerca spirituale di un non credente
e di un credende abbiano lo stesso valore,
agli occhi di dio.
Vi sono poi non credenti che fanno tanto bene agli altri
più di molti credenti.
Quindi le "buone opere" scusa il termine
di un non credente significano
la sua fede pratica nell'umanità.....
Per parlare di religione bisogna rispettare sia la sensibilità di chi crede sia quella di chi è ateo.
Perchè se non essere religiosi o allineati con il Papa di turno significa essere comunisti allora è meglio non parlarne.
Di Berlusconi ce ne siamo appena liberati.......
C'è da dire che liberarsi di alcuni dogmi è, per un credente, un paradosso.
E questo può costituire un limite per un aperto confronto....
dipende come lo si dice.
Si può essere non religiosi e non essere comunisti.E se poi si è comunisti perchè non si deve discutere di religione?
Certo che se il comunista è trinariciuto e odia ogni idea diversa,odia il Papa, i preti e chi crede, allora il dialogo è impossibile.
Cominciare parlando di Berlusconi non serve molto mi pare anche se gli hanno affibiato dell'Unto dal Signore