Spike V
Forumer storico
Francesca Tanzi e il commercialista Fabio Branchi in libertà, Romano Bernardoni - l'uomo dei rapporti con i politici - agli arresti domiciliari. Il Tribunale del riesame di Bologna infligge un duro colpo ai magistrati della Procura di Parma, proprio mentre gli stessi inquirenti sembrano essere sulla pista giusta per ricostruire il ruolo delle grandi banche nel crack della Parmalat. Una pista che avrebbe un indirizzo ben preciso: Avenida Millan 4551, Montevideo, Uruguay, sede della Wishaw Trading, società finora solo lambita dalle indagini ma che emergerebbe come il vero crocevia delle operazioni lecite e illecite realizzate da Calisto Tanzi in Sud America, il continente nel quale l'ex patron della Parmalat sparì misteriosamente per alcuni giorni poco prima di essere arrestato. Le scarcerazioni. Francesca Tanzi è arrivata ieri mattina nella villa di famiglia, vicino a Langhirano, dove ad attenderla c'era la madre, Anita Chiesi. Il Tribunale del riesame di Bologna ha ritenuto infondate le esigenze cautelari riconoscendone un ruolo subalterno a Calisto Tanzi nel buco di 900 milioni di euro di Parmatour. Ritenuta responsabile di distrazioni per 500 milioni, Francesca Tanzi era stata arrestata lo scorso 17 febbraio. Ma la sentenza dei giudici di Bologna ha il sapore di una libertà amara, perché aggrava di fatto la posizione di Calisto Tanzi, riconosciuto come il deus ex machina di tutte le distrazioni nel settore turistico. La sentenza, dice il procuratore di Parma, Vito Zincani, «ha pienamente riconosciuto la consistenza del quadro indiziario e non ha smentito il nostro lavoro», ma adesso anche altri indagati corrono ai ripari. I legali di Roberto Tedesco, ex ad di Parmatour, hanno già presentato istanza di scarcerazione, come i difensori di Angelo Ugolotti, mentre oggi sarà la volta di Franco Gorreri e tra breve di Claudio Baratta. Un campanello di allarme per la Procura di Parma. La svolta uruguayana. Ma la svolta nelle indagini potrebbe arrivare dalla pista sudamericana, che conduce (da qualsiasi parte la si guardi) sempre in Uruguay. Gli inquirenti e gli investigatori stanno passando al setaccio le operazioni di emissioni di bond e le decine di acquisizioni effettuate in America latina dalla Parmalat: analizzando i flussi di denaro avrebbero individuato il pozzo nero nel quale sono scomparsi centinaia di milioni di euro. I soldi letteralmente affondati nella Whisaw Trading negli ultimi anni sarebbero 794 milioni di euro: 294 frutto di operazioni varie e di collocamento di bond, e altri 500 milioni spariti in un colpo solo. L'Uruguay, paradiso fiscale sede delle famigerate Sifa (si veda l'articolo in basso), tanto da essere scelto in passato da Licio Gelli come "base operativa" e oggi dai narcotrafficanti colombiani come terminale per il riciclaggio, emerge come il Paese-chiave di tutte le operazioni sudamericane del gruppo di Collecchio, soprattutto con il Brasile: collocamenti di obbligazioni e altre decine di acquisizioni realizzate negli ultimi anni su pressioni (sono le parole di Calisto Tanzi) delle grandi banche internazionali. Creata da Giuseppe Grisendi (uomo-chiave nelle vicende Parmalat in America latina), ufficialmente per usufruire di vantaggi fiscali, la Whisaw si sarebbe via via trasformata in un crocevia di operazioni illecite, utilizzata per consentire agli istituti di credito di rientrare dalla loro esposizione verso la multinazionale di Collecchio. Oppure per custodire parte del "tesoro" di Tanzi. Il rapporto della PricewaterhouseCoopers aveva già evidenziato (almeno in parte) il ruolo svolto dalla Whisaw ricostruendo alcune uscite sospette dalle casse della Parmalat. Il dossier parlava di 474 milioni di euro finiti alla società uruguayana tra il 1998 e il 2003. In particolare, 17 milioni dei 335 incassati dall'emissione del bond da 350 milioni collocato dalla Deutsche Bank nel settembre 2003, e poi trasferiti alla società olandese Parmalat Finance Corporation (Pcf), sono finiti direttamente nelle casse della Whisaw verso la quale però, inspiegabilmente, «la Pfc non risulta avere crediti, in quanto apparentemente trasferiti alla Bonlat». Le banche. E intanto, mentre i magistrati continuano a lavorare sul fronte bancario, ieri i legali di Gianpiero Fiorani (indagato per bancarotta preferenziale) hanno depositato in Procura una memoria difensiva. E nel pomeriggio i Pm emiliani hanno ricevuto la visita inaspettata del sostituto procuratore milanese Francesco Greco, che si è trattenuto a lungo con il procuratore Zincani e con il magistrato Vincenzo Picciotti. All'incontro avrebbe dovuto partecipare anche il sostituto milanese Luigi Orsi, che nell'inchiesta sul crack Cirio ha indagato il presidente di Capitalia, Cesare Geronzi.
ANGELO MINCUZZI
http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&codid=22.0.1678180761&chId=30
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