Il rebus dei debiti
- Includendo tutta una serie diimpegni fuori bilancio e poste finanziarie riclassificate,Centrosim arriva a calcolare in 3,515 mld il debito
finanziario netto a fine giugno 2003 contro un patrimonio
netto di circa 1,5 mld e quasi doppio quindi rispetto alla
classificazione ufficiale fornita dal gruppo. Considerando i
cambi medi 2002, il debito finanziario netto dell'anno
scorso di Parmalat, sarebbe quindi pari a circa 3,547 mld.
Ancora piu' difficile valutare l'effettiva liquidita'.
"Assumendo che Parmalat non abbia cash - scrive ancora
Intermonte - il valore dell'azione e' inferiore a zero a
meno che i suoi asset siano valutati almeno 8,5 volte
l'Ebitda 2003". La stessa sim milanese ipotizza quattro
scenari per il futuro del gruppo: una ristrutturazione con
cessione di asset (giudicata molto improbabile), una
ristrutturazione industriale accompagnata da un aumento di
capitale (probabile), una ristrutturazione industriale e del
debito piu' un aumento di capitale sul modello Montedison
(molto probabile). Quarto e ultimo scenario: la bancarotta
sull'esempio Cirio (molto improbabile). Intermonte stima in
una forchetta tra 1,3 mld e 2,8 mld l'entita' della
possibile ricapitalizzazione, ma non esclude un'intervento
tra 3,5 mld e 5 mld nello scenario peggiore.