giuseppe.d'orta
Forumer storico
Pdl Class Action. L'Aduc chiede di incontrare il presidente e i membri della commissione Giustizia della Camera: non vanifichiamo il diritto di ognuno di ricorrere alla giustizia
Il segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni, relativamente alla proposta di legge preparata dall'associazione medesima e depositata dagli on. Donatella Poretti (Rosa nel Pugno e segretaria commissione Affari Sociali) e Daniele Capezzone (Rosa nel Pugno e presidente commissione Attività Produttive), ha inviato la lettera che segue all'on. Pino Pisicchio (presidente commissione Giustizia) e a tutti gli altri membri della medesima commissione.
Onorevole Presidente, On.li membri della commissione,
Mercoledì prossimo, 8 Novembre, inizia alla Camera, in commissione Giustizia, la discussione dei progetti di legge attualmente presentati sull'introduzione dell'azione collettiva risarcitoria, nota come Class Action. Si tratta di un provvedimento molto importante per i milioni di "cittadini-consumatori", ma anche per l'efficienza del sistema economico e giudiziario italiano.
Le tre funzioni essenziali di questo strumento giuridico sono:
- la prevenzione degli illeciti plurioffensivi, poiché lo strumento, correttamente introdotto, può costituire un formidabile deterrente;
- il risarcimento dei danni causati dagli illeciti plurioffensivi;
- lo sgravio del carico dei Tribunali da azioni seriali tutte di identico contenuto, con conseguente incremento della certezza del diritto, evitando il rischio di giudizi difformi sullo stesso tema.
Il progetto di legge presentato dal Governo (AC 1495), così come i progetti simili AC 1289 Maran e altri AC 1662 Buemi ed altri, non raggiungono, a nostro avviso, compiutamente nessuno di questi tre scopi essenziali, poiché:
- il risarcimento effettivo ai danneggiati implica comunque un’ulteriore azione giudiziaria individuale, dopo la vittoria dell'azione collettiva;
- affida la possibilità di avviare l’azione collettiva esclusivamente ad un ristretto gruppo di associazioni, riconosciute dal Ministero allo Sviluppo economico, alle Camere di Commercio e alle Associazioni dei professionisti.
Nelle proposte Governo-Maran-Buemi, sarebbero esclusa la possibilità di avviare azioni collettive dai singoli cittadini e dalle associazioni specializzate nella tutela di interessi collettivi specifici, patrimoniali o meno, (ad es. nel caso del crack della Parmalat sarebbe inibita la possibilità di avviare una azione collettiva da parte di una associazione di risparmiatori costituita ad hoc).
Si otterrebbe, quindi, una sorta di "statalizzazione" della azione collettiva con un evidentissimo impoverimento del potenziale deterrente dello strumento e con un forte profilo di incostituzionalità (in contrasto con gli artt. 3, 18 e 24 Cost. Già in passato la Corte Costituzionale ha censurato la illegittimità costituzionale di una norma analoga - Cort. Cost., Sentenza n. 309/1996).
In Parlamento sono stati depositati altri tre progetti di legge organici, coerenti con le finalità dello strumento, volti ad introdurre in Italia una vera class action. I tre progetti, AC 1443 Poretti-Capezzone (elaborata dalla nostra Associazione), AC 1330 Fabris ed altri, AC 1834 Pedica, prevedono che siano legittimati tutti i soggetti che hanno un interesse e che siano i giudici, di volta in volta, a selezionare l'azione più meritevole di rappresentare l'intera classe in base al caso specifico. I tre progetti, inoltre, prevedono un meccanismo di risarcimento automatico, basato sull'introduzione della figura del curatore amministrativo della Class Action.
Questi progetti, infine prevedono un complesso organico di norme che disciplinano anche gli aspetti secondari, ma non meno importanti, della procedura come ad esempio, il caso dell’avvio di più azioni concorrenti; i problemi di eventuali conflitti d'interesse, ecc.
Le chiediamo, pertanto, un incontro urgente per illustrarLe in modo più dettagliato ed esauriente la nostra iniziativa.
In attesa di un gradito riscontro cogliamo l’occasione per inviarLe i più cordiali saluti.
Il segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni, relativamente alla proposta di legge preparata dall'associazione medesima e depositata dagli on. Donatella Poretti (Rosa nel Pugno e segretaria commissione Affari Sociali) e Daniele Capezzone (Rosa nel Pugno e presidente commissione Attività Produttive), ha inviato la lettera che segue all'on. Pino Pisicchio (presidente commissione Giustizia) e a tutti gli altri membri della medesima commissione.
Onorevole Presidente, On.li membri della commissione,
Mercoledì prossimo, 8 Novembre, inizia alla Camera, in commissione Giustizia, la discussione dei progetti di legge attualmente presentati sull'introduzione dell'azione collettiva risarcitoria, nota come Class Action. Si tratta di un provvedimento molto importante per i milioni di "cittadini-consumatori", ma anche per l'efficienza del sistema economico e giudiziario italiano.
Le tre funzioni essenziali di questo strumento giuridico sono:
- la prevenzione degli illeciti plurioffensivi, poiché lo strumento, correttamente introdotto, può costituire un formidabile deterrente;
- il risarcimento dei danni causati dagli illeciti plurioffensivi;
- lo sgravio del carico dei Tribunali da azioni seriali tutte di identico contenuto, con conseguente incremento della certezza del diritto, evitando il rischio di giudizi difformi sullo stesso tema.
Il progetto di legge presentato dal Governo (AC 1495), così come i progetti simili AC 1289 Maran e altri AC 1662 Buemi ed altri, non raggiungono, a nostro avviso, compiutamente nessuno di questi tre scopi essenziali, poiché:
- il risarcimento effettivo ai danneggiati implica comunque un’ulteriore azione giudiziaria individuale, dopo la vittoria dell'azione collettiva;
- affida la possibilità di avviare l’azione collettiva esclusivamente ad un ristretto gruppo di associazioni, riconosciute dal Ministero allo Sviluppo economico, alle Camere di Commercio e alle Associazioni dei professionisti.
Nelle proposte Governo-Maran-Buemi, sarebbero esclusa la possibilità di avviare azioni collettive dai singoli cittadini e dalle associazioni specializzate nella tutela di interessi collettivi specifici, patrimoniali o meno, (ad es. nel caso del crack della Parmalat sarebbe inibita la possibilità di avviare una azione collettiva da parte di una associazione di risparmiatori costituita ad hoc).
Si otterrebbe, quindi, una sorta di "statalizzazione" della azione collettiva con un evidentissimo impoverimento del potenziale deterrente dello strumento e con un forte profilo di incostituzionalità (in contrasto con gli artt. 3, 18 e 24 Cost. Già in passato la Corte Costituzionale ha censurato la illegittimità costituzionale di una norma analoga - Cort. Cost., Sentenza n. 309/1996).
In Parlamento sono stati depositati altri tre progetti di legge organici, coerenti con le finalità dello strumento, volti ad introdurre in Italia una vera class action. I tre progetti, AC 1443 Poretti-Capezzone (elaborata dalla nostra Associazione), AC 1330 Fabris ed altri, AC 1834 Pedica, prevedono che siano legittimati tutti i soggetti che hanno un interesse e che siano i giudici, di volta in volta, a selezionare l'azione più meritevole di rappresentare l'intera classe in base al caso specifico. I tre progetti, inoltre, prevedono un meccanismo di risarcimento automatico, basato sull'introduzione della figura del curatore amministrativo della Class Action.
Questi progetti, infine prevedono un complesso organico di norme che disciplinano anche gli aspetti secondari, ma non meno importanti, della procedura come ad esempio, il caso dell’avvio di più azioni concorrenti; i problemi di eventuali conflitti d'interesse, ecc.
Le chiediamo, pertanto, un incontro urgente per illustrarLe in modo più dettagliato ed esauriente la nostra iniziativa.
In attesa di un gradito riscontro cogliamo l’occasione per inviarLe i più cordiali saluti.