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Cina/ Corruzione e appropiazione indebita: pena capitale per il presidente di un'azienda petrolifera
Lunedí 26.06.2006 10:07
Le autorità giudiziarie cinesi hanno condannato a morte l'ex presidente di un'azienda che gestisce il secondo giacimento petrolifero del Paese per corruzione e per appropriazione indebita di circa 37 milioni di yuan (l'equivalente di circa 3,7 milioni di euro). A rivelarlo, un quotidiano di Pechino. Li Rongxing ha usato la sua carica presso il Shengli Oilfield Daming Group, un'unità della Sinopec, per appropriarsi della somma tra aprile 1994 e dicembre 2003, scrive il Beijing News.
Il denaro veniva da una serie di fonti, tra cui i prezzi gonfiati di alcune proprietà. Li ha anche accettato beni per 4,83 milioni di yuan, scrive il giornale. La sentenza, decisa dal Tribunale intermedio del Popolo di Taian, ha privato Li dei suoi diritti politici, ma ha sospeso la pena per due anni. Di solito, in Cina, le sentenze a morte sospese vengono poi commutate in ergastolo.
Nel Paese asiatico sono una settantina i reati per cui è prevista la pena capitale. Nella metà dei casi si tratta di reati di natura non violenta, come appunto la corruzione o altri reati finanziari. I leader cinesi hanno avvertito che il governo rischia l'autodistruzione se non riesce a bloccare la corruzione, e il Paese ha lanciato una serie di campagne per individuare e punire i funzionari corrotti.
Lunedí 26.06.2006 10:07
Le autorità giudiziarie cinesi hanno condannato a morte l'ex presidente di un'azienda che gestisce il secondo giacimento petrolifero del Paese per corruzione e per appropriazione indebita di circa 37 milioni di yuan (l'equivalente di circa 3,7 milioni di euro). A rivelarlo, un quotidiano di Pechino. Li Rongxing ha usato la sua carica presso il Shengli Oilfield Daming Group, un'unità della Sinopec, per appropriarsi della somma tra aprile 1994 e dicembre 2003, scrive il Beijing News.
Il denaro veniva da una serie di fonti, tra cui i prezzi gonfiati di alcune proprietà. Li ha anche accettato beni per 4,83 milioni di yuan, scrive il giornale. La sentenza, decisa dal Tribunale intermedio del Popolo di Taian, ha privato Li dei suoi diritti politici, ma ha sospeso la pena per due anni. Di solito, in Cina, le sentenze a morte sospese vengono poi commutate in ergastolo.
Nel Paese asiatico sono una settantina i reati per cui è prevista la pena capitale. Nella metà dei casi si tratta di reati di natura non violenta, come appunto la corruzione o altri reati finanziari. I leader cinesi hanno avvertito che il governo rischia l'autodistruzione se non riesce a bloccare la corruzione, e il Paese ha lanciato una serie di campagne per individuare e punire i funzionari corrotti.