Pensione, integrativa è per pochi (1 Viewer)

Monsignore

Forumer attivo
Diffuse soprattutto al nord e al centro e ancora appannaggio delle famiglie più ricche. Stando a un’indagine della Banca d’Italia, presentata dalla relazione annuale dell’Ania, solo l’8% delle famiglie italiane ha una pensione integrativa. Inoltre, continua lo studio, il 74% dei contratti, è di tipo individuale. Nel 2004 erano in possesso di pensioni private circa 1,8 milioni di famiglie, cioè l8% del totale, in calo quindi rispetto all’8,9% del 2002.

Le pensioni integrative risultano particolarmente diffuse al nord, dove risiedono il 10,9% delle famiglie titolari, rispetto al 13,3% del 2002. Al centro, invece, risiedono il 9,2% delle famiglie: anche in questo caso in calo rispetto a due anni prima, quando la percentuale si attestava all’11,5%.

In controtendenza, invece, il sud dove si assiste a un aumento dall’1,2% del 2002 al 3%. La diffusione delle pensioni private è più elevata nelle famiglie in cui chi percepisce il reddito più elevato ha un’età compresa fra i 41 e 50 anni (13,5%). Dal 2002 al 2004 si constata “un deciso calo nella diffusione delle polizze fra le famiglie con capofamiglia fra i 31 ed i 40 anni, compensato però da un vistoso aumento fra le famiglie più giovani”.

L’indagine della Banca d’Italia sottolinea come la percentuale di famiglie che investe nelle pensioni private cresce con il livello di istruzione del capofamiglia: nel 17,2% dei casi, infatti, è laureato, contro il 13,2% dei diplomati e il 6,7% di chi possiede la licenza media. I prodotti previdenziali sono diffusi in “maniera più rilevante fra le famiglie più ricche: tra quelle appartenenti al quinto quintile della distribuzione del reddito (cioè il 20% più ricco), il 18,5% possiede una pensione privata, contro il 10,6% delle famiglie del quarto quintile.

La diffusione scende al di sotto del 10% per le famiglie con reddito più basso. Alle prese con il carovita, quindi, gli italiani hanno scarsa propensione ad investire i propri risparmi nelle assicurazioni, di qualsiasi genere. Uno dei motivi alla base potrebbe essere il costo, determinato anche da un’imposizione diretta sul premio che nel 2005 in Italia ha continuato ad essere elevata.

“Dal 2004 l’ingresso dei nuovi paesi membri nell’Ue, che si caratterizzano prevalentemente per l’assenza di imposte ed oneri parafiscali o, in taluni casi, per un modesto carico impositivo, rende evidente il divario con i Paesi ad aliquote più elevate come l’Italia”, afferma l’Ania, osservando come le imposte sull’Rc in generale si attestano nel Belpaese al 22,25%, collocandolo al primo posto nella classifica europea. Le imposte raggiungono il 22,25% anche per l’incendio, ponendo l’Italia al quarto posto nell’Ue, e al 23%, fra imposte ed oneri fiscali, per l’Auto.
 

aleggia

Forumer attivo
visto performance e commissioni è
come dire contadini scarpe grosse, cervello fine.
o sbaglio?
 

Joda

Nuovo forumer
Sbagli assolutamente :sad: .
O forse no :D .
Ci sono due angolazioni completamente diverse da cui guardare la questione. La prima è relativa alla percezione completamente sbagliata che hanno le persone della percentuale di reddito con cui andranno in pensione. Stando ai sondaggi nell'immaginario collettivo c'è la percezione di poter andare in pensione con un 60-80% dell'ultimo reddito, mentre è molto più verosimile il 40%. Considera che la causa vera della crisi del sistema previdenziale è l'innalzamento continuo della vita media. Nel 1901 la vita media delle donne in Italia era 41 anni, nel 2001 era di 82 anni. Ed il trend non si è nemmeno interrotto: la riforma Dini del 1995, quella che ha introdotto il contributivo prevedeva dei meccanismi di autocorrezione. In particolare, dopo 10 anni, nel 2005 scattava l'obbligo di correggere i coefficienti in rapporto all'andamento della vita media. Vita media che si è ulteriormente innalzata nel decennio in esame. Con la conseguenza di far scattare l'obbligo di modificare i coefficienti, abbassando ulteriormente gli importi degli assegni che andranno ai pensionati (per la cronaca la modifica dei coefficienti non è stata resa operativa perchè il vecchio governo preferì, con un rinvio, scaricare la questione sul governo che sarebbe uscito dalle politiche dell'inizio 2006 :rolleyes: ).
Sbagli assolutamente perchè, in sostanza, al contrario dell'avere cervello fino non hanno la minima percezione di quanto magri saranno i loro vitalizi con la sola pensione pubblica :sad: .

In compenso hai perfettamente ragione a porre la questione dei costi :D , ed anche dei sovraccosti dei premi ricorrenti rispetto a quelli unici. Resta il fatto che se non metti denaro da parte poi non ti puoi giocare neanche l'opzione del premio unico. E resta il fatto che la cultura del risparmio in Italia sta andando a farsi friggere proprio in un'epoca in cui ce ne sarebbe maggiore necessità. Anche tutte queste pubblicità televisive di Credial e Strozus (pardon, Forus :rolleyes: ) non ci sarebbero se non andasse di moda più l'indebitamento del risparmio. C'è un tool molto interessante del network di Yahoo! Search che è http://inventory.it.overture.com/d/searchinventory/suggestion/ . Misura, con ragionevole approssimazione, le parole più cercate in quel network di ricerca. Il fatto che "investimenti" abbia dato 69.719 ricerche a maggio, contro 12.072 per "calcolo pensioni" ed addirittura 623.774 per "prestiti" dà il senso di come gli italiani si candidino non ad essere un popolo di pensionati, ma di pensionati poveri.
 

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