Per fare un blackout ci vuole un albero...

gunter

Nuovo forumer
Varie fonti: "bla bla bla è ora di costruire nuove centrali... bla bla bla"
Mi chiedevo "a che pro" dal momento che il blackout si è verificato nel momento di minima richiesta di energia?

Cronista: "...ecco, questo è il punto in cui l'albero secolare è stato sradicato, provocando l'interruzione bla bla bla... l'albero non si vede perchè è stato incenerito dalla scarica ad alto voltaggio bla bla bla..."
Mentre sentivo queste parole non potevo fare a meno di pensare alla grigliata che ho fatto sabato sera.
Circa 3 o 4 chili di carbonella.
Domenica mattina ho lavorato due ore per pulire il camino dalla cenere...

Ma che strano, 'sto blackout...

il "gunter"
 
gunter ha scritto:
...
Cronista: "...ecco, questo è il punto in cui l'albero secolare è stato sradicato, provocando l'interruzione bla bla bla... l'albero non si vede perchè è stato incenerito dalla scarica ad alto voltaggio bla bla bla..."
Mentre sentivo queste parole non potevo fare a meno di pensare alla grigliata che ho fatto sabato sera.
Circa 3 o 4 chili di carbonella.
Domenica mattina ho lavorato due ore per pulire il camino dalla cenere...

Ma che strano, 'sto blackout...

il "gunter"

Si comincia a capire che non può essere stato solo l'albero la causa.
Dal Corriere della Sera di oggi:

La ricostruzione dei fatti che hanno bloccato la rete.
Ventiquattro minuti e un errore, poi il blackout.
La Svizzera: «Abbiamo avvisato l'Italia di aumentare la produzione interna». La replica: «Informazioni insufficienti»

ROMA - Ben 24 minuti.Tanto è passato dell’interruzione della prima linea svizzera fino a quando l’Italia è rimasta al buio. Che cosa è avvenuto in quei momenti? Il giorno dopo il blackout, prende corpo l’ipotesi di un errore compiuto dal gestore italiano o dagli svizzeri di Etrans. Una mancata risposta a un avviso inviato dalla Svizzera che comunicava l’interruzione di una linea elettrica che porta energia al nostro Paese, secondo la ricostruzione elvetica. O una comunicazione parziale, ribattono gli italiani. Le versioni ufficiali continuano a essere in contraddizione. Mentre le inchieste dovranno accertare se il guasto originario possa essere stato provocato da un sabotaggio, la ricostruzione di quei 24 minuti dimostra che c’era il tempo necessario per intervenire ed evitare il disastro.

Ore 3.01 - Si interrompe la linea elettrica del Lucomagno, una delle due dorsali che portano dalla Svizzera all’Italia corrente ad altissima tensione (380 mila volt), una linea da 1.320 megawatt. La causa ufficiale del guasto è il contatto tra il grosso ramo di un abete e i vicini cavi elettrici che fa partire una scarica che provoca un incendio. L’interruzione della linea determina un aumento di pari livello della potenza di tutte le altre dorsali alpine che portano elettricità in Italia: quelle svizzere ancora in funzione, ma anche quelle francesi, slovene e austriache.

Ore 3.02 - Dalla centrale di Laufenburg, al confine con la Germania, i tecnici di Etrans (coordinatore dell’import-export di energia elettrica per buona parte dell’Europa) cercano di riattivare la linea interrotta. La procedura standard di controllo interno non porta ad alcun risultato. Secondo Etrans il fallimento di queste manovre rende chiaro che la causa è un incidente esterno.

Ore 3.11 - Un funzionario di Etrans chiama i colleghi italiani di
Grtn. Comunica il problema, ma sul tenore della conversazione le versioni non concordano. «Abbiamo spiegato - assicurano gli svizzeri - che un incidente aveva interrotto la linea a 380 mila volt del Lucomagno e ordinato a quella italiana di aumentare la produzione interna della quantità necessaria a compensare interamente il mancato import. La loro reazione è stata invece troppo lenta e insufficiente». «Ci hanno chiesto di intervenire riducendo l’importazione di energia dall’estero - afferma il portavoce di Grtn Luca Dal Pozzo - spiegando che c’era un assestamento. Non hanno aggiunto altro ed è stato proprio questo a provocare i problemi.Se ci avessero detto che la situazione era grave, noi avremmo avuto tutto il tempo di provvedere. Avremmo spento temporaneamente alcune zone dell’Italia ed evitato che l’intera rete andasse in tilt». Perché non è stato fatto comunque? «Non era necessario rispetto alla situazione che ci è stata prospettata. Non potevamo immaginare che la Svizzera fosse in così seria difficoltà».

Ore 3.13 - Grtn interviene «secondo le modalità previste per guasti di lieve entità». L’importazione di energia dall’estero viene ridotta da 6.400 megawatt a 6.200 megawatt. «Troppo poco», accusano gli svizzeri. «Rispetto a quanto ci era stato comunicato - ribattono gli italiani - la quantità era più che sufficiente».

Ore 3.23 - Tra le relazioni inviate al ministero delle Attività produttive da vari enti, ce n’è una secondo la quale Grtn contatta l’Enel: «Preparatevi a staccare una parte del sistema di pompaggio per ridurre il consumo di energia». La versione ufficiale dice però che in quel momento non c’era alcun allarme, né sentore di problemi in arrivo. Dunque, perché fu chiesta questa diminuzione? «A quell’ora - assicura Dal Pozzo - non ci fu alcun contatto con l’Enel. La richiesta è successiva al blackout. Quando ci siamo resi conto che la rete era in tilt, abbiamo cercato ogni soluzione possibile per risolvere il problema in tempi brevi».

Ore 3.25 - Due linee ad altissima tensione da 400.000 volt si interrompono in Francia. «Non ci sono stati cortocircuiti - dichiara André Merlin, presidente del gestore francese Rte -, l’alimentazione in provenienza dalla Francia è stata interrotta per una messa fuori tensione dal lato italiano». In quello stesso istante l’Italia rimane al buio. «In 4 secondi - spiegano a Grtn - c’è stato un calo nell’apporto di energia pari a 6.000 megawatt e i sistemi si sono spenti. È una procedura automatica, a quel punto non c’era possibilità di effettuare un intervento manuale».

Ore 3.30 - La Protezione civile fa scattare il piano di emergenza. Mentre nella sala operativa di Grtn si contattano i tecnici e si decide di avvertire il ministero, si attiva la procedura per la messa in sicurezza dei cittadini e delle «postazioni strategiche». L’Italia resta al buio per oltre dodici ore.

Paolo Biondani
Fiorenza Sarzanini

30 settembre 2003
 
Stando alle ultime news sembra che per fare un blackout un albero non basti... ne servono almeno due!
Questo ovviamente cambia tutto!
Scoprire invece che la potenzialità produttiva italiana è di 70mila megawatt, di cui 54mila utilizzati nel "picco" agostano (colpevoli i consumatori con tutti quei condizionatori accesi! cattivi! cattivi!), questo no, non cambia un bel niente!
E vai così!
Petrolio, asfalto e cemento.
E chi non consuma con noi, peste lo colga! che non da slancio all'economia :(

il "gunter"
 

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