Anita ha scritto:
Allora, pb, non avrai qualche remora nell'illustrare le tesi di Faurisson.
Immagine sostituita con URL per un solo Quote: http://www.vocinelweb.it/faccine/varie/pag5/68.gif
Il punto che voglio chiarire è che tutti hanno il diritto di esprimere il proprio pensiero anche il più strampalato e di non essere perseguitati per questo.
Tizio può benissimo sostenere che la terra è un cubo senza rischiare di finire in galera o bastonato da turbe fanatiche ,sta agli altri ,se è il caso e l'argomento ne vale la pena, smentirlo e confutarlo con prove reali.
"....Perché, e qualcuno me lo deve spiegare, per quale motivo degli storici che hanno di fronte anni di potenziale ed invidiabile carriera universitaria decidono, un giorno di suicidarsi accademicamente, toccando l’intoccabile? Dicendo l’indicibile?
Perché Faurisson, Zuendel, Irving e centinaia di altri, meno noti ma non per questo meno impegnati e meno perseguitati, non possono studiare, ricercare, confrontarsi come ogni altro studioso e ricercatore con il resto del mondo accademico? Cosa ha trasformato Ariel Toaff – mai destinatario di critiche per il suo lavoro accademico - in un intollerabile cialtrone?....." (Dacia Valent)
http://cloroalclero.blogspot.com/2007/05/meglio-faurisson-di-pacifici.html
Ti lascio alcuni coppia ed incolla.
Vita e carriera
Nato a Shepperton (Inghilterra) da padre francese e madre scozzese, si laureò alla Sorbona e dal 1974 cominciò ad insegnare letteratura presso l'Università di Lione; nel corso di quel decennio pubblicò alcune monografie di critica letteraria.
Tra il dicembre 1978 ed il febbraio 1979 scrisse tre lettere al quotidiano Le Monde, nelle quali dichiarava di essersi persuaso delle tesi che sollevavano dubbi circa l'Olocausto, e chiedeva agli storici di dibatterle; in particolare, Faurisson negava la possibilità che fossero esistite camere a gas omicide nei campi di concentramento tedeschi, ed invitava chiunque a presentare prove incontrovertibili della loro esistenza e funzionamento. Da allora ha pubblicato una lunga serie di articoli e libri criticando la storiografia "ufficiale" sulla Shoah. Dopo le prime risposte, quasi tutti gli storici scettici circa le tesi negazioniste cessarono di confrontarsi con gli scritti di Faurisson. Nel 1990 Robert Faurisson fu rimosso dall'insegnamento e privato della pensione. Egli ha inoltre subito diversi processi per avere negato dei crimini contro l'umanità, ricevendo in alcuni delle assoluzioni ed in altri delle condanne a pene pecuniarie (oltre a tre mesi in libertà in vigilata, il 3 ottobre 2006).
Robert Faurisson è stato anche fatto oggetto di aggressioni fisiche. Nella più grave ha riportato la frattura della mascella. In Italia, a Teramo, dove il 18 maggio 2007 era stato invitato a tenere una conferenza presso la locale Università, durante una dimostrazione di protesta per la sua presenza, egli è stato strattonato ad opera dei manifestanti. [1]
La tesi dell'impossibilità tecnica delle camere a gas naziste
Secondo Faurisson, contrariamente alle acquisizioni storiche[2], non esisterebbero né documenti né testimonianze attendibili in grado di dimostrare l'esistenza di camere a gas omicide nei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale. I resti delle camere a gas e le descrizioni pervenuteci del loro funzionamento non reggerebbero a suo dire ad un'analisi critica; sarebbe dunque stato tecnicamente impossibile utilizzarle a scopi omicidi, soprattutto secondo le modalità note. Il punto più critico, secondo il francese, sarebbe la ventilazione delle camere a gas, procedimento che egli descrive come molto lungo e complesso (in particolare nel caso si sia utilizzato lo Zyklon B, universalmente indicato come strumento per lo sterminio degli Ebrei), e che quindi secondo le sue valutazioni risulterebbe incompatibile con i racconti dei testimoni e con le specifiche tecniche delle camere a gas. Faurisson ha anche curato la prefazione a The Leuchter Report: An Engineering Report on the Alleged Execution Chambers at Auschwitz, Birkenau, and Majdanek Poland, il libro sulle camere a gas di Auschwitz pubblicato nel 1989 dallo statunitense Fred Leuchter [3], tecnico nel campo della progettazione e riparazione di camere a gas, sedie elettriche e sistemi per l'iniezione letale; similmente a Faurisson, Leuchter afferma che le camere a gas naziste di Auschwitz non sarebbero state strutturalmente adatte ad uccidere degli esseri umani, e che l'analisi chimica di campioni delle pareti non rivelerebbe oggi tracce significative di gas. Le tesi di Leuchter sono state severamente criticate dagli stessi chimici che hanno eseguito le analisi [4], come mostrato dal documentario di Errol Morris, intitolato "Il signor Morte (ascesa e caduta di Fred A. Leuchter)".
Le tesi negazioninste hanno trovato ampia smentita anche nelle aule di tribunale oltre che nella storia e nelle testimonianze [5].