tontolina
Forumer storico
PNRR, un Sistema Feudale da smantellare
Programmi blindati, Cordate ad hoc, Norme europee inderogabili...
Passo dopo passo, spesa dopo spesa, il PNRR si sta dimostrando un esercizio quanto mai poco coerente con i principi di democraticità nella allocazione delle risorse e di trasparenza dell'azione amministrativa.
Un punto deve essere chiaro: sono soldi che spettano all'Italia, o come rimborso del contributo finanziario pagato alla Unione europea, i Grants che non devono essere restituiti, o come Loans, debiti per somme che ci vengono anticipate. E che dovremo restituire.
Sono state messe una quantità inverosimile di condizioni che sovente non hanno nulla a che vedere con il Programma, focalizzato sulla transizione energetica e sulla digitalizzazione, mantenendo forte il valore della coesione sociale e territoriale: che cosa c'entrano le concessioni balneari, la cui liberalizzazione sta tanto a cuore a chi vuole mettersi in tasca un altro asset finanziario da cui estrarre valore investendo in Italia?
Il PNRR è solo uno strumento per condizionare le scelte dell'Italia.
Il PNRR è una sorta di contratto: la Ue "ci dà i soldi" e noi li investiamo secondo gli accordi raggiunti.
Ma è stato costruito sulla base di programmi che si dice siano immodificabili, dove alcune cordate si sono assicurate ritorni economici consistenti: dietro ogni programma ci sono lobby, interessi che fanno finta di competere alla pari sul mercato, mentre si sono aggiudicati lotti di miliardi di euro.
Il sistema è ben diverso dai soliti appalti pubblici, dove c'è uno stanziamento di spesa, un capitolato di gara ed i partecipanti: ci sono i programmi, gli affidamenti, i consorzi, gli affidatari. Una rete di relazioni che sta "a monte" rispetto alla gare.
La classica gerarchia delle norme è saltata: vale la costruzione bruxellese, che non è neppure stabilita a priori in modo generale ed astrato: sono le singole decisioni della Ue che di volta in volta stabiliscono le procedure da seguire, i vincoli che ne derivano, le condizioni di ammissibilità.
Tutto è stato deciso per metter l'Italia in condizioni di soggezione, ivi comprese le procedure amministrative che devono conformarsi a quanto deciso da Bruxelles, in termini di gestione, reporting e audit.
Bisogna rivendicare il principio di sussidiarietà: visto che ci sono già le regole italiane, sono quelle che si applicano. Se non applichiamo le leggi italiane, le nostre procedure, i fondi saranno utilizzati solo da coloro che si sono addestrati negli anni ad accaparrarsi i fondi europei.
Più ritardi si accumulano, per via di questo sistema "estraneo" che ci viene imposto, più si ricorre a sistemi arbitrari, a commissariamenti, a deroghe eccezionali: è esattamente quello che serve a chi se lo è costruito su misura, pezzo per pezzo, per arraffarsi tutto.
F.to Guido Salerno Aletta
Programmi blindati, Cordate ad hoc, Norme europee inderogabili...
Passo dopo passo, spesa dopo spesa, il PNRR si sta dimostrando un esercizio quanto mai poco coerente con i principi di democraticità nella allocazione delle risorse e di trasparenza dell'azione amministrativa.
Un punto deve essere chiaro: sono soldi che spettano all'Italia, o come rimborso del contributo finanziario pagato alla Unione europea, i Grants che non devono essere restituiti, o come Loans, debiti per somme che ci vengono anticipate. E che dovremo restituire.
Sono state messe una quantità inverosimile di condizioni che sovente non hanno nulla a che vedere con il Programma, focalizzato sulla transizione energetica e sulla digitalizzazione, mantenendo forte il valore della coesione sociale e territoriale: che cosa c'entrano le concessioni balneari, la cui liberalizzazione sta tanto a cuore a chi vuole mettersi in tasca un altro asset finanziario da cui estrarre valore investendo in Italia?
Il PNRR è solo uno strumento per condizionare le scelte dell'Italia.
Il PNRR è una sorta di contratto: la Ue "ci dà i soldi" e noi li investiamo secondo gli accordi raggiunti.
Ma è stato costruito sulla base di programmi che si dice siano immodificabili, dove alcune cordate si sono assicurate ritorni economici consistenti: dietro ogni programma ci sono lobby, interessi che fanno finta di competere alla pari sul mercato, mentre si sono aggiudicati lotti di miliardi di euro.
Il sistema è ben diverso dai soliti appalti pubblici, dove c'è uno stanziamento di spesa, un capitolato di gara ed i partecipanti: ci sono i programmi, gli affidamenti, i consorzi, gli affidatari. Una rete di relazioni che sta "a monte" rispetto alla gare.
La classica gerarchia delle norme è saltata: vale la costruzione bruxellese, che non è neppure stabilita a priori in modo generale ed astrato: sono le singole decisioni della Ue che di volta in volta stabiliscono le procedure da seguire, i vincoli che ne derivano, le condizioni di ammissibilità.
Tutto è stato deciso per metter l'Italia in condizioni di soggezione, ivi comprese le procedure amministrative che devono conformarsi a quanto deciso da Bruxelles, in termini di gestione, reporting e audit.
Bisogna rivendicare il principio di sussidiarietà: visto che ci sono già le regole italiane, sono quelle che si applicano. Se non applichiamo le leggi italiane, le nostre procedure, i fondi saranno utilizzati solo da coloro che si sono addestrati negli anni ad accaparrarsi i fondi europei.
Più ritardi si accumulano, per via di questo sistema "estraneo" che ci viene imposto, più si ricorre a sistemi arbitrari, a commissariamenti, a deroghe eccezionali: è esattamente quello che serve a chi se lo è costruito su misura, pezzo per pezzo, per arraffarsi tutto.
F.to Guido Salerno Aletta