ma POSTE IT è una banca????
Banche in netto rialzo a Milano. Ecco perché lo sconto rispetto a quelle europee non è giustificato
di Francesca Gerosa
tempo di lettura 5 min
I titoli bancari beneficiano del rialzo dei tassi e della revisione delle regole di finanziamento tra la Bce e il sistema del credito. La flessione del Roe all'8% nel 2022 non giustifica un rapporto tra capitalizzazione e patrimonio pari a 0,5 volte | Le banche volano in borsa in vista di una ripresa della redditività
In media Citi ha calcolato che ogni aumento dei tassi di 50 punti base aumenta gli utili per azione delle banche dell'Eurozona di circa l'8%. Le banche che ne beneficiano di più
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mettersi in luce sul listino milanese sono ancora i titoli bancari che hanno beneficiato la scorsa settimana e
beneficiano ancora non solo del rialzo dei tassi da parte della Bce di 75 punti base all'1,25%, ma anche della revisione, in senso positivo, delle regole di finanziamento tra la Banca Centrale Europea e il sistema del credito. Il titolo
Intesa Sanpaolo, miglior performer settimanale con un +5,5%, segna un +1,99%,
Unicredit un +2,43%,
Mediobanca un +1,91%,
Banco Bpm un +2,90%,
Bper Banca un +3,63%.
Mps è addirittura sospesa con un +13,87% perché Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d'Italia, ha detto a Bloomberg che la banca senese dovrebbe rinviare l'aumento di capitale in attesa del nuovo governo. Nel frattempo,
Animasi è detta disponibile a partecipare all'aumento di capitale da 2,5 miliardi, ma al momento non ci sono trattative in merito. La società di risparmio gestito potrebbe contribuire con 150-250 milioni di euro, secondo una fonte citata da Reuters.
Ecco quando ha senso che la capitalizzazione di borsa sia inferiore al patrimonio netto
In questo scenario perché le banche italiane trattano a uno sconto maggiore sul rapporto prezzo/book value (P/BV) rispetto alla media delle banche europee? Le ragioni sono diverse, spiega Antonio Tognoli, responsabile macro analisi di Corporate Family Office Sim. La prima e più ovvia: previsione di perdite nette che riducano il patrimonio netto. Se le banche realizzano utili netti, dopo aver svalutato crediti non performanti (Npl) e crediti unlikely to pay (Utp), per l'esperto ha senso economico e finanziario che la capitalizzazione di borsa sia inferiore al patrimonio netto, ma solo nell'ipotesi che la redditività media, misurata dal Roe (redditività del capitale proprio) sia stabilmente inferiore a quella del settore.
Lo stesso confronto si può fare tra i diversi paesi europei. In particolare, se la media del rapporto P/BV delle principali banche italiane sul 2022 è 0,5 volte (la media delle banche europee è 0,81 volte), sembrerebbe che il mercato si attenda perdite che vadano a ridurre il patrimonio grosso modo della metà, ovvero del 50%. A quel punto la capitalizzazione sarebbe vicina al patrimonio netto a parità di tutte le altre condizioni, il Roe infatti è sostanzialmente simile.
Le stime degli analisti sulle prime quattro banche italiane indicano al momento una contrazione media degli utili del 18% quest'anno rispetto al 2021. "Siamo a settembre e la visibilità delle stime dovrebbe essere discreta pur nella situazione attuale. Il minor utile o le perdite nette di bilancio potrebbero arrivare dalle rettifiche su crediti, Npl e Utp, che riducano l'utile netto, oppure dall'applicazione del principio contabile Ifrs 9, che riguarda le rettifiche sui crediti, e delle raccomandazioni dell'Eba", prevede Tognoli.
Gli Npl lordi a giugno delle banche italiane ammontavano a 120 miliardi di euro (erano 350 nel 2015)
Se, tuttavia, si va a vedere gli Npl lordi a giugno 2022, questi ammontavano a circa 120 miliardi di euro (erano 350 nel 2015), a cui si aggiungono circa 300 miliardi in bonis stadio 2 (come richiesto dall'Ifrs 9). Questi sono i crediti le cui esposizioni hanno manifestato un aumento significativo del rischio di credito dal momento della rilevazione iniziale, ma che non hanno evidenze oggettive di riduzione del valore. Quindi, non è assolutamente detto che si trasformino in deteriorati, mentre quelli netti ammontano a circa 50 miliardi (186 miliardi nel 2015).
Il patrimonio netto a 380 miliardi
Considerato che secondo i dati dalla Banca d'Italia il patrimonio netto (i mezzi propri) dell'intero sistema bancario italiano ammontava a giugno di quest'anno a 380 miliardi di euro, significa prevedere perdite per l'intero sistema per 120/140 miliardi di euro, ammontare enorme e non ipotizzabile, secondo Tognoli. Decisamente maggiore degli Npl e Utp netti, posto che questi vengano interamente tutti svalutati in un esercizio, ma non è così. Dall'altra parte, le banche europee non sono sicuramente messe meglio in termini di Npl/Utp e rettifiche su crediti (cambiando poi tipologia di rischio, va detto che alcune banche hanno anche in pancia un ammontare di derivati pari un multiplo significativo del Pil del proprio paese. E pur sempre di rischio si tratta, soprattutto nel momento in cui la Bce sta aumentando i tassi).
Il modello di valutazione delle banche basato su un flusso costante dei dividendi non è più attendibile
Inoltre, sembra che siano saltati i tradizionali sistemi di valutazione delle banche. Una delle metodologie di calcolo del valore di una banca è il DDM, Dividend Discount Model, ovvero lo sconto del flusso dei dividendi. Siccome il Covid-19 ha portato a uno stop dei dividendi e la attesa recessione potrebbe portare ad altri stop, è chiaro che il modello valutativo basato su un flusso costante dei dividendi diventa non significativo. Proprio perché il dividendo non è costante. Eppure le stime di rendimento legate al dividendo delle principali cinque banche analizzate indicano un rendimento medio del 7,4% e 8,1% per il 2022 e 2023 rispettivamente, continua Tognoli.
La flessione del Roe all'8% nel 2022 non giustifica un rapporto tra capitalizzazione e patrimonio pari a 0,5 volte
Quindi, il mercato non si aspetta uno stop ai flussi di dividendi, al contrario, si aspetta una loro crescita. "La discriminante potrebbe allora essere nel rischio di percepire o meno il dividendo stesso. In altre parole, il rendimento potrebbe essere elevato proprio perché è elevato il rischio. E questo avvalorerebbe il fatto che il DDM non offre al momento un valore attendibile. La redditività misurata dal Roe nel 2021 sempre delle prime cinque banche è pari al 9%. La flessione del Roe all'8% nel 2022, non sembra tuttavia essere tale da giustificare un rapporto tra capitalizzazione e patrimonio pari a 0,5 volte, soprattutto perché nel resto dell'Europa la situazione è molto simile", chiarisce Tognoli.
La lenta e costante disintermediazione libera significative risorse
L'esperto nota anche una forte disintermediazione dell'attivo, unita a uno spread fra tassi attivi e passivi che comprima il margine di interesse. A questo proposito occorre rilevare che la disintermediazione dell'attivo è sicuramente un tema (Psd 2 e Fintech mordono sempre di più), ma a fronte di questa, l'aumento dei tassi di interesse tende ad aumentare lo spread fra tassi attivi e passivi, beneficiando il margine di interesse. Inoltre, le banche più avvedute stanno aumentando i ricavi da servizi che, uniti al crescente margine di interesse, consente una positiva performance del margine di contribuzione, spiega Tognoli. La lenta e costante disintermediazione libera significative risorse, visto che la tendenziale flessione dei crediti alla clientela riduce il rischio e quindi gli accantonamenti ai fini del patrimonio netto ai fini di vigilanza e riduce al tempo stesso il rischio di un aumento di Npl e Utp. Quanto ai tassi, "non so come questi saranno fra tre anni, ma è probabile che saranno strutturalmente più alti di quelli attuali, favorendo un allargamento dello spread fra tassi attivi e passivi e per questa via un ulteriore aumento del margine di interesse", prevede l'esperto di Cfo Sim.
Con un ritorno a un ratio tra capitalizzazione e mezzi propri pari a quello delle banche europee, netto recupero dei prezzi delle banche italiane
Quanto al cost income ratio, l'altro elemento da tenere sotto controllo, questo dipende unicamente da quanto la singola banca vuole investire in innovazione di processo e di prodotto. Esattamente al pari di tutte le imprese, solo gli investimenti sono in grado di consentire una crescita della redditività. "Pur rilevando dei rischi, con una guerra alle porte dell'Europa e una recessione che si fa sempre più concreta come non vederli, ci sembra, tuttavia, che il mercato stia sovrastimando il rischio complessivo del sistema bancario in questo momento. È possibile, quindi, stimare nel medio periodo un graduale ritorno a un rapporto tra capitalizzazione e mezzi propri almeno pari a quello medio delle principali banche europee. Che significherebbe", conclude Tognoli, "ipotizzare un recupero di prezzo, a parità di tutte le altre condizioni, importante". (riproduzione riservata)
Ultimo aggiornamento:
12/09/2022 10:00
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