Max Breakeven
Forumer attivo
Questo post è riservato alle considerazioni di natura psicologica attinenti all'operatività.
Riporto di seguito una mia riflessione del 25 marzo 2001, poi pubblicata anche su IO il 13 agosto 2001 e alla quale tengo molto. Alcuni di voi probabilmente la hanno già letta ...
Spero sia un utile spunto di riflessione.
Max
___________________________________________
C'era una volta ...
I mercati finanziari sono la sintesi estrema dei pregi e dei difetti dell'essere umano. Creatività e ottusità, coraggio e paura, buon senso e follia, pragmatismo ed improvvisazione si riflettono non solo quotidianamente ma persino ogni ora, anzi ogni secondo nell'apparentemente indistinta somma di quantità "lettera" e "denaro" che si dirige verso i singoli titoli azionari quotati nelle borse di tutto il mondo.
Dietro quei numeri si nascondono però uomini e donne che hanno storie molto diverse tra loro, pur essendo tutti accomunati dall'aver fatto delle ipotesi e quindi compiuto una precisa scelta: quella di vendere o acquistare un certo numero di azioni ad un certo prezzo.
Forse, e sottolineo forse, un tentativo anche grossolano di riassumere le caratteristiche principali di tutta questa folla di protagonisti può aiutare a capire il perché del verificarsi di andamenti di mercato altrimenti difficilmente comprensibili.
In buona sostanza, i protagonisti della nostra storia sono questi:
1. I bambini.
I bambini, è noto, credono nelle favole. Il titolo xxx è salito vertiginosamente e si diffondono le voci secondo cui l'ascesa sarà miracolosamente inarrestabile? Ecco che i bambini seguono in fila il pifferaio magico di turno comprando il biglietto, anche caro, di questo viaggio nei sogni. Il titolo xxx è invece caduto rovinosamente e aumentano le voci secondo cui si è prossimi alla fine del mondo? Ecco che tutti insieme si spaventano del lupo cattivo e, ad occhi chiusi, vendono tutto per riuscire a svegliarsi il più in fretta possibile da quest'incubo.
2. I furbi.
I furbi raccontano o costruiscono le favole. Conoscono bene i comportamenti dei bambini e ne approfittano senza scrupoli. Decidono quando iniziare il racconto e quando metterci la parola fine. Per questo sanno bene quando iniziare a comprare il titolo xxx (prima dell'inizio della fiaba e/o quando è definitivamente conclusa) e quando venderlo (normalmente a metà storia). Il loro guadagno è quindi assicurato dal prevedibile comportamento dei bambini e su questo fanno la loro fortuna finanziaria.
3. Gli adulti.
Gli adulti non credono alle favole, ma sono coscienti che nella vita può capitare di incontrare bambini e furbi. L'acquisto o la vendita del titolo xxx è quindi motivato da ragioni estremamente concrete pur nella piena consapevolezza che questo non implica necessariamente di aver effettuato le scelte giuste, ma solo che l'esito finale dipende dal verificarsi o meno di alcune precise circostanze e non da fattori contingenti.
Nelle bolle speculative è possibile riconoscere i volti di molti bambini e molti furbi. E' così che l'andamento dell'economia reale conta poco o nulla, mentre rilevantissimo è il tasso di emotività. Solo quando nei mercati finanziari aumenterà il numero di adulti si potrà ritornare a vedere nelle quotazioni dei titoli il valore reale delle imprese, la loro capacità di produrre utili e di rendere concretamente il mondo migliore.
Attenzione però perché l'uomo non vive senza sogni e quindi la storia si ripeterà ancora.
E forse è giusto così.
Riporto di seguito una mia riflessione del 25 marzo 2001, poi pubblicata anche su IO il 13 agosto 2001 e alla quale tengo molto. Alcuni di voi probabilmente la hanno già letta ...
Spero sia un utile spunto di riflessione.
Max
___________________________________________
C'era una volta ...
I mercati finanziari sono la sintesi estrema dei pregi e dei difetti dell'essere umano. Creatività e ottusità, coraggio e paura, buon senso e follia, pragmatismo ed improvvisazione si riflettono non solo quotidianamente ma persino ogni ora, anzi ogni secondo nell'apparentemente indistinta somma di quantità "lettera" e "denaro" che si dirige verso i singoli titoli azionari quotati nelle borse di tutto il mondo.
Dietro quei numeri si nascondono però uomini e donne che hanno storie molto diverse tra loro, pur essendo tutti accomunati dall'aver fatto delle ipotesi e quindi compiuto una precisa scelta: quella di vendere o acquistare un certo numero di azioni ad un certo prezzo.
Forse, e sottolineo forse, un tentativo anche grossolano di riassumere le caratteristiche principali di tutta questa folla di protagonisti può aiutare a capire il perché del verificarsi di andamenti di mercato altrimenti difficilmente comprensibili.
In buona sostanza, i protagonisti della nostra storia sono questi:
1. I bambini.
I bambini, è noto, credono nelle favole. Il titolo xxx è salito vertiginosamente e si diffondono le voci secondo cui l'ascesa sarà miracolosamente inarrestabile? Ecco che i bambini seguono in fila il pifferaio magico di turno comprando il biglietto, anche caro, di questo viaggio nei sogni. Il titolo xxx è invece caduto rovinosamente e aumentano le voci secondo cui si è prossimi alla fine del mondo? Ecco che tutti insieme si spaventano del lupo cattivo e, ad occhi chiusi, vendono tutto per riuscire a svegliarsi il più in fretta possibile da quest'incubo.
2. I furbi.
I furbi raccontano o costruiscono le favole. Conoscono bene i comportamenti dei bambini e ne approfittano senza scrupoli. Decidono quando iniziare il racconto e quando metterci la parola fine. Per questo sanno bene quando iniziare a comprare il titolo xxx (prima dell'inizio della fiaba e/o quando è definitivamente conclusa) e quando venderlo (normalmente a metà storia). Il loro guadagno è quindi assicurato dal prevedibile comportamento dei bambini e su questo fanno la loro fortuna finanziaria.
3. Gli adulti.
Gli adulti non credono alle favole, ma sono coscienti che nella vita può capitare di incontrare bambini e furbi. L'acquisto o la vendita del titolo xxx è quindi motivato da ragioni estremamente concrete pur nella piena consapevolezza che questo non implica necessariamente di aver effettuato le scelte giuste, ma solo che l'esito finale dipende dal verificarsi o meno di alcune precise circostanze e non da fattori contingenti.
Nelle bolle speculative è possibile riconoscere i volti di molti bambini e molti furbi. E' così che l'andamento dell'economia reale conta poco o nulla, mentre rilevantissimo è il tasso di emotività. Solo quando nei mercati finanziari aumenterà il numero di adulti si potrà ritornare a vedere nelle quotazioni dei titoli il valore reale delle imprese, la loro capacità di produrre utili e di rendere concretamente il mondo migliore.
Attenzione però perché l'uomo non vive senza sogni e quindi la storia si ripeterà ancora.
E forse è giusto così.