Macroeconomia Quale Futuro per le banche? (4 lettori)

mostromarino

Guest
nel pieno del panico
tre mesi fa (cribbio come passa il tempo)
scrivevo questo:


----------------------------------------------------------
le borse stan perdendo il 20%

le banche perdon credibilità

la nuova economia ha fallito

prodotti lucrativi per il loro conto economico non riusciranno ,o saranno piu`autorizzati ,a venderli

già solo il valore dei titoli a deposito e relative commissioni ,per diminuzione dei controvalori si ridurrà

banche come la siderurgia anni 80?????
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il 3ad,a parte un commento di negus che lo valorizzava,era caduto nel dimenticatoio e lo ripropongo
sotto questi aspetti:

bancari e finanziari

.saranno regolamentati e controllati piu`strettamente?
.questo toglierà necessariamente il "grasso" a certe operazioni ??
.le banche continueranno a sguazzarci e se la caveranno?
.sapranno e vorranno adempiere la vecchia funzione di intermediare il denaro ,ormai diventata,rispetto ad altre attività ,rischiosa e non appagante????
.CONVIENE PERTANTO acquistare titoli delle suddette??
SOLO AZIONI (penso di no:D)????
OBBLIGAZIONI ??? anche quandro scadrà la "tutela" governativa??
. oggi voi giocate con le bencarie perchè contate sulla garanzia -stato (che,per iscritto,non ho ancora visto-argomento da riaprire:D)??? o per fiducia intrinseca nell`istituto???
 

mostromarino

Guest
e NEGUS:cool::cool:

rispondeva:


Bella discussione, secondo me c'è del vero in entrambe le posizioni.

Che si vada verso una cura dimagrante è evidente, penso che l'anno prossimo i dividendi distribuiti saranno irrisori (quando non azzerati) rispetto a quest'anno.

Penso anche che un certo modo di intendere questo lavoro sia morto. Secondo me nei prossimi anni una buona metà degli addetti che lavorano nelle reti piramidali dovrà cambiare mestiere.

Le banche (e le assicurazioni) tenteranno un recupero, spalleggiate come sempre dalla politica, ma niente sarà più come prima.

La gente fino ad ora si è in gran parte meritata tutto ciò, per pigrizia, ignoranza, ingenuità, ma ci sono i primi segnali che qualcosa sta cambiando.

Non ho mai ricevuto tante telefonate di gente preoccupata che vuole un consiglio sulla propria situazione. I nodi stanno venendo al pettine, la festa è finita.

Posto tre esempi limite, ma sono estremamente rappresentativi, purtroppo, di quello che si trova nei portafogli degli italiani.

1) il milionario: ha il c/c a Milano, presso la sede di una grande banca svizzera. Negli anni il suo portafoglio è stato investito sempre di più in un fondo di fondi hedge, tramite diversi versamenti aggiuntivi, fino a raggiungere il 90% del totale. A giugno mi chiama, il fondo fino ad inizio anno aveva performato bene, poi era scivolato nelle ultime posizioni in classifica. Il banchiere private tranquillizzava dicendo che era un ottimo momento per investire e che ricevevano nuovi versamenti tutti i giorni
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. Dopo una rapida ricerca scopro, fra le altre cose, che il patrimonio del soggetto rappresentava più del 15% delle consistenze totali del fondo! In dieci minuti decidiamo di fare partire la raccomandata, da allora il fondo ha perso un altro 7%, ma mancano ancora i dati di settembre e, soprattutto, di questo mese. Non mi stupirei che bloccassero i riscatti, ma per fortuna siamo fuori.

2) il professionista, cliente di una famosa (e aggressiva) rete di promotori. Ha decine di prodotti assicurativi, per più di un terzo del proprio portafoglio. Spiccano un PIP i cui costi a scadenza saranno il triplo del risparmio fiscale accumulato (per ogni euro di tasse risparmiate ne avrò pagati 3 alla compagnia), una gestione patrimoniale, a rischio moderato
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, che investe due terzi del patrimonio su titoli "sottili" facenti parte dello stesso gruppo, fra cui una convertibile non quotata di cui sono state emesse poche decine di milioni di euro
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, fondi di fondi e altri prodottini del genere. La perla è un certificate emesso da ML a giugno scorso, collocato dalla rete in questione: se nessuno degli indici rompe la barriera paga (nella migliore delle ipotesi) una cedola dell'8% (ma può essere il 6%, o anche 0%, nella peggiore delle ipotesi). Il bello è che negli stessi giorni si poteva comprare su TLX una banalissima plain vanilla ML di durata uguale al certificate con rendimento 8%. Un 8% certo per sei anni contro un risultato incerto (uno degli indici ha già raggiunto quota -38%, la barriera è a - 40%
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), stessa durata, stesso rischio emittente. Ma comprare una obbligazione costa al massimo lo 0,50%, il certificate aveva commissioni del 12%...
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3) la professoressa in pensione: cliente di una delle più antiche reti di promotori, si fa gestire da più di dieci anni i soldi della liquidazione, che le servono per pagarsi le cure senza dipendere dai figli. Da inizio anno perde il 40%. Non ha titoli di stato, nè obbligazioni. Solo un fondo azionario asia (50% del portafoglio), un azionario europa (30%) ed un monetario "enhanced" (20%, gli enhanced sono quelli che rendono più dei monetari normali perchè investiti in ABS, MBS, CDO, etc.
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). Curiosamente l'azionario Asia è quello che ha il TER più alto fra tutti i fondi cugini (2,90%), che sia stato scelto per quello?

Concludendo. Il sistema sarebbe da rivedere completamente, i casi che ho postato secondo me dimostrano il fallimento completo di un certo modello.

Condivido però il pessimismo di slow
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e temo che la politica, tanto per cambiare, interverrà nella direzione sbagliata. Magari rendendo ancora più difficile gestire i propri risparmi da soli, facendo ricorso all'acquisto diretto di titoli, bypassando l'industria del risparmio gestito.

Mi aspetto interventi dirigisti, tipo la proibizione di acquistare certi titoli, o la decisione di fare garantire per 12 mesi le nuove emissioni, che di fatto hanno portato all'impossibilità di trovare una banca disposta a trattare quei titoli.

D'altronde i politici hanno le mani troppo in pasta (da una parte e dall'altra) o sono troppo ignoranti di queste cose (nella migliore delle ipotesi
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) per approfittare della situazione per riscrivere le regole in senso favorevole ai risparmiatori.

L'unica possibilità di cambiamento, allora, deve partire proprio dalla gente. Senza una maggiore consapevolezza, informazione, cultura, non si va da nessuna parte.

Qualche timido segnale, però, secondo me si sta cominciando a vedere. Basta vedere quanto sono aumentate le presenze sul forum nelle ultime settimane. Speriamo solo che non sia un fuoco di paglia
 

Argema

Administrator
Membro dello Staff
Vi faccio una domanda, spero non stupida: il sempre maggiore avvento delle banche online, non porta un elemento positivo?
Io ho ad es Fineco, e se non sono io a muovermi per andare da un loro promotore, non ho alcun modo per venire in contatto con la mia banca, ed è proprio il contatto fisico, la vicinanza, l'amicizia persino o la fiducia legata al rapporto fisico che fa, a mio parere, da preludio al piazzare i prodotti che fanno loro comodo.
Il mondo potrebbe cambiare anche grazie all'avvento di Internet. Poi è ovvio che pian piano anche dalle banche online potrebbero provenire chiamate a casa per proporre prodotti, etc, ma mancherebbe la componente "faccia a faccia", che è molto importante per piazzare il prodotto.
Ditemi cosa ne pensate.
 

mostromarino

Guest
Vi faccio una domanda, spero non stupida: il sempre maggiore avvento delle banche online, non porta un elemento positivo?
Io ho ad es Fineco, e se non sono io a muovermi per andare da un loro promotore, non ho alcun modo per venire in contatto con la mia banca, ed è proprio il contatto fisico, la vicinanza, l'amicizia persino o la fiducia legata al rapporto fisico che fa, a mio parere, da preludio al piazzare i prodotti che fanno loro comodo.
Il mondo potrebbe cambiare anche grazie all'avvento di Internet. Poi è ovvio che pian piano anche dalle banche online potrebbero provenire chiamate a casa per proporre prodotti, etc, ma mancherebbe la componente "faccia a faccia", che è molto importante per piazzare il prodotto.
Ditemi cosa ne pensate.




mi verrebbe spontaneo fare qualche facile battuta superficiale e sardonico-polemico-anedottica
sul risultato del faccia a faccia in questi anni
non ti posso-voglio rispondere ,da ex bancario e poi "indipendente",perchè mi vien da ridere

ti trasmetto pero`questo....ieri in un cantone che non ricordo ,discutevano se e come tagliare certi fondi per la scuola
hanno deciso di tentare di investire sulla cultura economico-finanziaria dei bambini,per metterli in grado di capire quelle scelte che dovranno fare in un futuro

le banche online sono sicuramente il futuro,anche MOLTO GRADITO...in quanto estremamente economico da gestire
vi ricordate che ad ogni spigolo di incrocio stradale c`era (adesso mi pare sian diminuite) una agenzia bancaria???
domani NIENTE CESPITI DA ACQUISTARE E GESTIRE
una volta queste agenzie pullulavano di clientela urlante in coda....e di impiegati sudaticci dall`altra parte
oggi vado di rado,ma mi paion un deserto dei tartari e le poche operazioni di sportello mi sembrano lunghissime
MENO DIPENDENTI .......per quello che possono pagare tassi interessanti,credo
 

negusneg

New Member
Vi faccio una domanda, spero non stupida: il sempre maggiore avvento delle banche online, non porta un elemento positivo?
Io ho ad es Fineco, e se non sono io a muovermi per andare da un loro promotore, non ho alcun modo per venire in contatto con la mia banca, ed è proprio il contatto fisico, la vicinanza, l'amicizia persino o la fiducia legata al rapporto fisico che fa, a mio parere, da preludio al piazzare i prodotti che fanno loro comodo.
Il mondo potrebbe cambiare anche grazie all'avvento di Internet. Poi è ovvio che pian piano anche dalle banche online potrebbero provenire chiamate a casa per proporre prodotti, etc, ma mancherebbe la componente "faccia a faccia", che è molto importante per piazzare il prodotto.
Ditemi cosa ne pensate.

Sono assolutamente d'accordo, fra l'altro una comunità come quella che si è sviluppata intorno alla sezione obbligazioni del FOL (e che speriamo di ritrovare in gran parte qui, alla fine della transumanza :D) non avrebbe potuto esistere senza le banche online.

Non sopravvaluterei però il fenomeno, che probabilmente richiederà generazioni per coinvolgere una quota maggioritaria della popolazione. Il deficit cognitivo e culturale da riempire è veramente enorme, purtroppo non basta avere gli strumenti a disposizione, occorre anche imparare ad usarli.

Gli esempi che citavo nel mio post, gentilmente riproposto da mostromarino
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, ne sono un esempio lampante. Tieni presente che rappresentano persone di un certo livello sociale, culturale e professionale. E dalla mia esperienza sul campo ti posso assicurare che si tratta più della regola, non dell'eccezione :(

Comunque su questi temi tornerò sicuramente nei prossimi giorni, anche solo per aggiornare la situazione di quelle tre persone che nel frattempo ha avuto delle evoluzioni... ;)
 

Broker88

Senior Member
Vi faccio una domanda, spero non stupida: il sempre maggiore avvento delle banche online, non porta un elemento positivo?
Io ho ad es Fineco, e se non sono io a muovermi per andare da un loro promotore, non ho alcun modo per venire in contatto con la mia banca, ed è proprio il contatto fisico, la vicinanza, l'amicizia persino o la fiducia legata al rapporto fisico che fa, a mio parere, da preludio al piazzare i prodotti che fanno loro comodo.
Il mondo potrebbe cambiare anche grazie all'avvento di Internet. Poi è ovvio che pian piano anche dalle banche online potrebbero provenire chiamate a casa per proporre prodotti, etc, ma mancherebbe la componente "faccia a faccia", che è molto importante per piazzare il prodotto.
Ditemi cosa ne pensate.

Diciamo che si corre di meno il rischio di ritrovarsi nel portafoglio ciofeke come polizze vita, fondi comuni con commissioni da paura, obbligazioni strutturate & co.

Certo che la rete è rischiosa, vuoi resistere a diventare ricco con le obbligazioni General Motors? Oppure Lehman? O ancora Merrill Lynch (non parlare male di ML perchè è la mia ciofeka preferita :D)

Quindi se da una parte la libertà delle banche online evita un tipo di rischio, ne porta un altro, quello della eccessiva fidacia nella propria capacità di fare "il colpaccio".
 

Imark

Forumer storico
nel pieno del panico
tre mesi fa (cribbio come passa il tempo)
scrivevo questo:


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le borse stan perdendo il 20%

le banche perdon credibilità

la nuova economia ha fallito

prodotti lucrativi per il loro conto economico non riusciranno ,o saranno piu`autorizzati ,a venderli

già solo il valore dei titoli a deposito e relative commissioni ,per diminuzione dei controvalori si ridurrà

banche come la siderurgia anni 80?????
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il 3ad,a parte un commento di negus che lo valorizzava,era caduto nel dimenticatoio e lo ripropongo
sotto questi aspetti:

bancari e finanziari

.saranno regolamentati e controllati piu`strettamente?
.questo toglierà necessariamente il "grasso" a certe operazioni ??
.le banche continueranno a sguazzarci e se la caveranno?
.sapranno e vorranno adempiere la vecchia funzione di intermediare il denaro ,ormai diventata,rispetto ad altre attività ,rischiosa e non appagante????
.CONVIENE PERTANTO acquistare titoli delle suddette??
SOLO AZIONI (penso di no:D)????
OBBLIGAZIONI ??? anche quandro scadrà la "tutela" governativa??
. oggi voi giocate con le bencarie perchè contate sulla garanzia -stato (che,per iscritto,non ho ancora visto-argomento da riaprire:D)??? o per fiducia intrinseca nell`istituto???

Bell'argomento davvero, e molto vasto, di quelli che si prestano a più chiavi di lettura...

Riprendo dalla sequenza delle tue domande solo uno dei tanti spunti possibili: seguivo sul FOL, tramite l'evoluzione della vicenda di CIT Group, il destino delle finanziarie USA...

Premesso che non ho affatto abdicato all'idea di riportarmela qui quella discussione, perché la vicenda l'ho seguita per intero quasi da solo, con l'occhio vigile di Researcher a supporto (e quindi in due facciamo il 95% dei post significativi :lol:), lì la domanda di fondo era questa: qual'è la sorte di queste finanziarie, cresciute tutte come funghi negli anni della cartolarizzazione andante di ogni credito e dell'accesso facile alla liquidità ?

Ed in particolare: saranno in tutte o in parte lasciate andare, con le banche che recupereanno spazio nella intermediazione del credito, mentre ridimensionano fortemente l'esposizione sull'investment banking, che oggi appare declinante ?

Ricordo che già molto prima del collasso di Lehman, le quotazioni dei bond di CIT Group erano su livelli molto bassi, per poi passare a quotazioni distressed, pur essendo fra le finanziarie USA ritenute più solide e di maggiori dimensioni.

E questo per via del problema del funding: il mercato dei capitali aveva timore a fornire alle finanziarie la materia prima per poter prestare...

Le vicende successive, che hanno visto CIT Group ed altre finanziarie, fra cui anche alcune dai bilanci decisamente malconci come GMAC, ottenere lo status di holding bancaria sembrano aver visto risolta la domanda di partenza nella direzione per cui non sono le banche USA (per ora parliamo di USA) a recuperare nella intermediazione del credito lo spazio ceduto alle finanziarie ... si cerca invece di salvare le finanziarie conferendo loro lo status di banche.

L'assunto di fondo è quello per cui, così facendo, la garanzia statale sulle nuove emissioni obbligazionarie della finanziaria/holding bancaria consente a queste di "stare sul mercato" dei capitali...

Situazione singolare: da un lato si può dire che cambiando l'ordine degli addendi, il risultanto non cambia. Se voglio banche che tornino a fare il vecchio mestiere di prestare soldi, non fa differenza che le banche preesistenti "tornino all'antico" oppure che dia status di banca a chi quel mestiere lo faceva già, sotto altro nome... :)

Però è un po' come per quei malati gravi che vengono stabilizzati in come farmaceutico :) perché il funding dipende esclusivamente dal sostegno pubblico (oltre alla garanzia pubblica, la partecipazione ai repo FED anche con i titoli delle cartolarizzazioni come collaterale ecc.) mentre soldi dai depositi bancari penso ne arriveranno pochi ancora per un po': questi signori sono organizzati per prestare, non per raccogliere capitali per tramite di reti...

Vedremo come evolverà la cosa nel lungo termine... :cool:
 

mostromarino

Guest
[FONT=arial,elvetica]Banche: un 2009 all'insegna del riscatto? Le prospettive sono poco incoraggianti [/FONT][FONT=arial,helvetica]Di Alberto Susic[/FONT]


[SIZE=-1]
[/SIZE][SIZE=-2]i[/SIZE][FONT=arial,helvetica]La crisi economica e finanziaria che ha dominato la scena nel corso del 2008 ha mantenuto alta l'attenzione sul settore bancario, che è stato certamente uno dei sorvegliati speciali degli ultimi 12 mesi. Il comparto finanziario del resto è stato quello che ha pagato pegno più di altri per la crisi dei mutui subprime scoppiata nell'estate del 2007.


I TEMI DEL GIORNO[/FONT]

Parlando del sistema bancario italiano, il presidente dell'ABI, Corrado Faissola, ha dichiarato nelle ultime settimane che il 2009 sarà ancora più difficile del 2008. Le maggiori difficoltà saranno rappresentate dal fatto che bisognerà da una parte sostenere l'economia e dall'altra contenere le perdite entro limiti accettabili. La redditività dovrà infatti essere difesa su livelli tali che, pur essendo più bassi di quelli del passato, non dovranno portare alla disaffezione di soci e azionisti.
Anche spostando l'attenzione sul comparto a livello europeo, le prospettive non appaiono certo più incoraggianti. Una conferma in tal senso giunge da Merrill Lynch (NYSE: MER - notizie) che vede nero soprattutto per le banche tedesche, tanto da ritenere che i vari titoli saranno destinati a sottoperformare il mercato. Per il comparto infatti si schiudono scenari negativi anche per il 2009, e la prudenza suggerita dagli analisti di Merrill Lynch è da ricondurre anche ad un possibile deterioramento della qualità degli asset.
Non molto diversa la posizione dei colleghi di Deutsche Bank (Xetra: 514000 - notizie) per i quali il 2009 sarà un anno all'insegna dell'incertezza per le banche del Vecchio Continente. Uno dei principali problemi per il comparto è rappresentato dalle perdite sui crediti e di fatto non sono stati eliminati ancora i fattori chiave alla base della crisi. Questo nonostante si stia registrando un progressivo ritorno alla normalità con riferimento all'accesso alla liquidità, basti pensare che l'Euribor a tre mesi si è riportato sui livelli più bassi segnati verso la fine di aprile 2006.
Gli analisti di Deutsche Bank sono convinti che le banche europee riporteranno forti perdite anche nel 2009, con conseguente contrazione degli utili in media nell'ordine dell'85%. Relativamente al trasferimento ai Governi nazionali dei problemi di liquidità delle banche, la casa tedesca ritiene che questa sia solo una soluzione di breve termine, considerando che un simile sentiero potrebbero condurre verso un'impennata dell'inflazione nel tentativo di ridurre il reale valore del debito dei vari istituto di credito.
A lanciare un allarme sul settore europeo è stata anche Citigroup (NYSE: C - notizie) che proprio quest'oggi, nell'ambito della revisione delle sue strategie suggerite per vari comparti, ha riservato una bocciatura a quello finanziario, consigliando ora di sottopesare. Questa mossa trova giustificazione in diverse ragioni, a partire innanzitutto dall'aspettativa di nuove difficoltà per le banche nel corso del 2009. Gli istituti di credito dovranno infatti farei i conti con una crescita più asfittica sul fronte degli utili, senza trascurare il fatto che inizierà ad essere più limitata anche la distribuzione dei dividendi, visto che questi ultimi in molti casi sono già saltati in riferimento all'esercizio appena concluso.
Gli analisti sonno pertanto persuasi che anche il 2009 sarà un anno di sfide per il comparto bancario, tenendo conto del maggior costo del capitale, della crescente debolezza della crescita e dell'incremento degli accantonamenti in prospettiva.
Non tutti però vedono nero sul settore finanziario e ad esulare un po' dal coro dei pessimisti o quantomeno di coloro che invitano ancora alla prudenza, sono gli esperti di Ladenburg Thalmann. Per questi ultimi le banche hanno previsto una crisi più lunga e profonda di quella che si avrà in realtà, ricordando che i livelli di capitale sono elevati se si considerano anche le riserve accantonate in relazione alla crisi economica. Anche per questo motivo gli analisti invitano a guardare con rinnovato interesse al settore, da rivalutare in vista di un apprezzamento che si potrà avere nel corso dei mesi a venire.
 

businessman

Guest
Sono assolutamente d'accordo, fra l'altro una comunità come quella che si è sviluppata intorno alla sezione obbligazioni del FOL (e che speriamo di ritrovare in gran parte qui, alla fine della transumanza :D) non avrebbe potuto esistere senza le banche online.

Non sopravvaluterei però il fenomeno, che probabilmente richiederà generazioni per coinvolgere una quota maggioritaria della popolazione. Il deficit cognitivo e culturale da riempire è veramente enorme, purtroppo non basta avere gli strumenti a disposizione, occorre anche imparare ad usarli.

Gli esempi che citavo nel mio post, gentilmente riproposto da mostromarino
bow.gif
, ne sono un esempio lampante. Tieni presente che rappresentano persone di un certo livello sociale, culturale e professionale. E dalla mia esperienza sul campo ti posso assicurare che si tratta più della regola, non dell'eccezione :(

Comunque su questi temi tornerò sicuramente nei prossimi giorni, anche solo per aggiornare la situazione di quelle tre persone che nel frattempo ha avuto delle evoluzioni... ;)

più che altro la banca online non è ancora vista sicura al 100%... ad esempio la più grande (Fineco) nemmeno ha il token... :sad:

ho apprezzato andando per lavoro in una filiale unicredit che hanno messo una postazione pc in banca e che "dovrebbe" garantire la massima sicurezza per gestire il conto online... molto saggio a mio avviso
la gente si sente psicologicaemnte più protetta perchè opera in banca... :)


Diciamo che si corre di meno il rischio di ritrovarsi nel portafoglio ciofeke come polizze vita, fondi comuni con commissioni da paura, obbligazioni strutturate & co.

Certo che la rete è rischiosa, vuoi resistere a diventare ricco con le obbligazioni General Motors? Oppure Lehman? O ancora Merrill Lynch (non parlare male di ML perchè è la mia ciofeka preferita :D)

Quindi se da una parte la libertà delle banche online evita un tipo di rischio, ne porta un altro, quello della eccessiva fidacia nella propria capacità di fare "il colpaccio".

è vero... qualcuno perderà tanti soldini come fu quando scoppio la moda del trading on line... (che ha contagiato pure me per 6 mesi e dalla quale sono uscito in pari e detto... mai più azioni!) ;)

in effetti per i più sprovveduti in banca c'era il pf che gli diceva di non rischiare, prendete azioni di una banca solida come lehman oppure quelle della parmalat... lo bevete ogni giorno il latte.... :lol::lol::lol:
 

paologorgo

Chapter 11
While default risk has dropped dramatically for the financial companies listed below, it's still interesting to see how the firms compare with each other on the CDS front. Below we highlight current credit default swap prices for 24 financial firms across the globe. These prices represent the cost per year to insure $10,000 worth of debt for 5 years.
As shown, default risk is the highest for Morgan Stanley (MS), followed by Goldman Sachs (GS), American Express (AXP), UBS, and Citigroup (C). The premium against default for JP Morgan (JPM) is the lowest among US financial firms, with Wachovia (WB), Wells Fargo (WFC), and Bank of America (BAC) not far behind. BNP Paribas (BNPQY.PK) and Credit Agricole have the lowest default risk of the 24 financial firms shown.
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