Economia internazionale >Financial Times: dalla recessione alla depressione? Perché l’Italia ha bisogno di un cambio generazionale
Pubblicato il
11 03 2013 alle
13:28 da
Erika Di Dio
Dopo il risultato inconcludente delle elezioni politiche del mese scorso,
le voci influenti nei media italiani ora chiedono - non per la prima volta -
un governo "tecnico". Il compito di tale governo sarebbe semplice: riformare l’intero sistema politico, introdurre nuove regole di voto, e nel tempo libero che rimane, attuare tutte le riforme economiche e ripagare tutti i debiti.
Se l’Italia percorrerà quella strada, la
probabilità di un grave incidente sarà alta, perché
il governo agirebbe senza legittimità politica. Io
chiedo un approccio diverso. In primo luogo, l’Italia
dovrebbe accettare i risultati delle elezioni, piuttosto che cercare di superarli. L’aspetto più importante del risultato non è la situazione di stallo, ma il
cambiamento generazionale che rappresenta. Il parlamento italiano precedente aveva un’
età media tra le più alte tra tutti i parlamenti dell’UE - 54 anni nella camera dei deputati, il nuovo ha il più giovane, a 45 anni.
Ancora più scioccante è la
distribuzione d’età del numero assoluto di voti
che il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo ha ottenuto. Circa il 45% dei giovani italiani ha votato per lui, mentre i connazionali più anziani hanno sostenuto i partiti tradizionali.
Quindi è come se l’Italia stesse
fondendo due rivoluzioni precedenti - il passaggio generazionale dei primi anni ’70 e lo sconvolgimento politico dei primi anni ’90 - per creare, potenzialmente, un
massiccio cambiamento di regime con un esito ancora incerto. Se i partiti vorranno governare, dovranno trovare un modo per essere parte di questo cambiamento.
Compromesso migliore
Il
miglior risultato sarebbe un passaggio di potere ad una
nuova generazione di leader, da cui Matteo Renzi, 38 anni, sindaco di Firenze, è il più probabile ad emergere come primo ministro. Nel contesto della politica italiana, il signor Renzi, un leader politico del Partito Democratico di centro-sinistra, è ancora più radicale di quanto non lo fosse Tony Blair nei primi anni ’90, quando riformò un riluttante Labour Party nel Regno Unito. Renzi si scaglia
contro ciò che è essenzialmente un sistema politico corrotto con non meno forza rispetto a Grillo - ma con l’unica differenza che Renzi è un membro di un reale partito politico e ha un reale lavoro politico.
Sembra consapevole del
politico trade-off fra riforme economiche ed austerità, che non si possono perseguire contemporaneamente, almeno non in paesi grandi e complessi, e che la
priorità deve essere la politica delle riforme, non il consolidamento. In quanto capo di una grande città con un bilancio sociale di grandi dimensioni, è anche direttamente coinvolto dall’impatto catastrofico dell’austerità.
Il problema di Renzi è che ha
perso le primarie del Partito Democratico contro Pier Luigi Bersani, segretario generale del PD, e quindi non ha alcun mandato politico per formare un governo. Per ora, sembra che l’onorevole Bersani sia deciso a formare un suo governo di minoranza, cercando di creare una coalizione improbabile al Senato, dove il suo partito non ha la maggioranza.
Questo potrebbe non funzionare ancora tecnicamente, ma se lo fa, probabilmente non sarebbe sostenibile. Se l’onorevole Bersani non riuscirà a formare un governo, probabilmente
emergerebbe una gestione tecnica, ma sarebbe difficile capire che cosa potrebbe realizzare.
Se si finirà con nuove elezioni, il signor Grillo potrebbe finire con la maggioranza assoluta. In tal caso, l’adesione dell’Italia alla zona euro non potrebbe più essere data per scontata. Egli ha promesso di indire un referendum sull’euro. Fino ad allora, mi aspetto che l’Italia continuerà ad essere
bloccata in un peggioramento della recessione per la semplice ragione che nessuno andrebbe ad investire in un paese soggetto a tale incertezza.
Dalla recessione alla depressione?
In questo momento, l’Italia, che costituisce quasi un quinto dell’intera economia della zona euro, è
ancora in contrazione. Le famiglie italiane hanno difficoltà a pagare le bollette, molti hanno esaurito le loro riserve. I tassi di interesse sui prestiti delle società sono di nuovo in aumento. Le elezioni di Febbraio si sono svolte nel bel
mezzo di una recessione. Il prossimo appuntamento si terrà nel bel
mezzo di una depressione.
Il miglior risultato sarebbe che Bersani e Silvio Berlusconi consegnassero le
sorti del paese ad una nuova generazione di leader. Sarebbe il modo migliore per arrestare preventivamente Grillo.
La priorità di un tale governo dovrebbe essere quella di porre fine immediatamente all’austerità, e contemporaneamente iniziare con un numero selezionato di riforme - ......
Il nuovo governo probabilmente
non dovrebbe sprecare capitale politico per un’ulteriore deregolamentazione in materia di
leggi su assunzioni e licenziamenti- un problema emotivo nella politica europea, con incerto guadagno economico, ma certo e grande costo politico. Non sono inoltre sicuro che un cambiamento nel sistema di voto porterebbe i benefici sperati. L’Italia ha avuto vari sistemi in passato - nessuno perfetto.
A parte questo, mi riesce difficile pensare a risultati benigni. Il peggiore in assoluto che potrebbe accadere è che alla fine
prevarranno gli istinti del vecchio establishment e che l’Italia cercherà rifugio in un altro governo tecnico - un "Monti senza Monti". Abbiamo visto tutti
dove è finita la tecnocrazia l’ultima volta.
Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte:
Financial Times