Premessa: se oggi mi chiedessero un parere sull’attuale
classe politicarisponderei che andrebbero mandati tutti a casa per manifesta incapacità.
Ma dato che il quesito a cui gli italiani sono chiamati a rispondere il
20 settembre riguarda la riduzione del numero dei parlamentari, mi sento allora obbligato a ribadire il principio che non si può buttare via il bambino con l’acqua sporca. In questo caso il bambino sarebbe la rappresentanza dei cittadini nelle istituzioni.
Il taglio dei parlamentari infatti ha l’obiettivo di disgregare la Repubblica della Costituzione riducendo la rappresentatività del Parlamento. Si tratta di un progetto eversivo della forma di Governo. E’ il sogno della
P2 di
Licio Gelli fatto realtà.
Se vincesse il sì al referendum sparirebbero 115 senatori e 230 deputati portando il numero dei parlamentari da 945 a 600. Quindi con il pretesto di risparmiare 57 milioni di euro l’anno, ossia lo 0,006 % della spesa pubblica italiana, viene dimezzata la rappresentanza popolare in
Parlamento. Una limitazione inaccettabile della sovranità. Si tratterebbe di una scelta autolesionista, che comporterebbe nei fatti quasi il dimezzamento del valore e del peso di ognuno dei nostri voti.