Rendite finanziarie al 26%

tontolina

Forumer storico
se tutti gli italiani vendessero le azioni che sarebbero acquistate da persone con residenza all'estero

queste NON PAGANO il 26% allo Stato italiano vero?
ma pagano la tassazione della nazione ove risiedono; per es. a Malta è ZERO.


quindi se tutti noi italiani usciamo dal mercato

lo Stato si ritrova un un pugno di mosche però è riuscito a regalare la ricchezza italiana allo straniero


ecco perchè stanno entrando nella nostra borsetta.... poi quando saranno gli azionisti di maggioranza faranno come la Fiat
 
Alla Fine il Fumo si Dirada (Brutte Notizie Renzi…)

9 aprile 2014 Di FunnyKing



Dobbiamo ringraziare tutti Internet e la possibilità di trovare analisi fuori dai media sussidiati (con soldi pubblici) italiani, comincia a diradarsi la cortina fumogena creata da Renzi e Padoan sul DEF e qualcuno si è messo a fare i conti sul serio sia delle coperture sia dell’effetiva diminuzione delle tasse ( i mitologici 80€ al mese per i redditi più bassi ).
da Dagospia
1. IL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA (DEF) SCODELLATO DA RENZI E PADOAN E’ SOLO UN GIOCO DI PRESTIGIO DA 16 MILIARDI DI COPERTURE “BY MAGIC”……
Superbonus per Dagospia
Ai tempi della politica spettacolo il ministro Pier Carlo Padoan deve aver pensato che e’ meglio rischiare di passare per incompetenti che per tifosi della Lazio. Così ieri ha presentato un Documento di programmazione economica e finanziaria (Def) sforzandosi di non ridere quando descriveva le coperture (assai illusorie) per 16 miliardi, a fronte di mancati introiti (reali) per la stessa cifra.
Le dimissioni, l’aquilotto Padoan le ha minacciate solo quando Renzie ha alluso a una sua presunta fede biancazzurra. Uno sketch da Bagaglino ai tempi di Twitter che ha trovato il suo punto più alto quanto il premier ha detto: “Ci siamo mantenuti bassi sulle stime di crescita”, aumentando le proiezioni del Fondo monetario internazionale per il 2014 “soltanto” del 25%.
Il povero Lurch Cottarelli (addetto all’ormai mitologica Spending review) deve aver vissuto in diretta il film delle proprie dimissioni quando e’ stato annunciato un taglio della spesa di 4,5 miliardi nel solo secondo semestre 2014. Il governo di Lettanipote, dove pure c’era un certo Gelatina Saccomanni che quanto a ottimismo era messo bene, di miliardi ne aveva stimati solo tre.
Questi quattro miliardi e mezzo di Pittibimbo vorrebbero quindi dire un taglio di spese di 9 miliardi nel 2015 (2 semestri), una manovra finanziaria in piena regola che si basa tutta sulle spalle di un uomo che non e’ neanche stato eletto. Ma queste ormai sono sottigliezze da politologi, evidentemente.
Il sogno della Renzi-nomics si basa sulla velocità e sulla sfida continua da cartone animato, in perfetto stile Willy Coyote e Beep Beep. “Prova a prendermi!” è il grido di battaglia di Beep Beep Renzi. Cosi’ si inventa 12 miliardi di privatizzazioni fatte di partecipazioni in aziende di Stato con in testa le Poste e soprattutto gli immobili pubblici, probabilmente includendoci dentro anche laghi e spiagge. Un piano che si dovrebbe sviluppare in due anni, per ricavare più soldi di quanti se ne siano raccolti negli ultimi 20.
La congrega degli eletti, dei nominati, degli alti mandarini di Stato e dei commentatori liberi e accettati, già per propria natura poco propensa alle prove di forza, ha paura a contraddire più di tanto il Rottam’attore perché non vuole essere dipinta coma una banda di vecchi gufi menagrami.
…….
Poi sui mitologici 80€ al mese ci pensa Carla Ruocco (Deputato M5s) sul Blog di BeppeGrillo, e si scopre che (oltre all’aumento al 26% del capital gain), c’è una riduzione netta delle detrazioni per le famiglie.
Renzie continua a raccontare la balla degli 80 euro al mese, in complicità con giornali e tv di regime. Basterebbe andare a leggersi il testo della legge delega ora in discussione al Senato per scoprire che Renzie ha tolto, alle stesse categorie cui ha promesso gli 80 euro, le detrazioni per il coniuge a carico che valgono 700 – 800 euro all’anno, 65 euro al mese circa. La campagna pubblicitaria del venditore di pentole di Firenze finanziata con il sangue delle famiglie italiane. Un voto di scambio a 15 euro. La tua dignità vale così poco?
Niente più detrazioni per il coniuge a carico: è scritto tra le pieghe della più becera ambiguità del cosiddetto Jobs Act, LEGGE DI DELEGA al Governo, attualmente al vaglio del Senato. La lettera c) dell’art. 5 infatti recita così: “ introduzione del tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito complessivo della donna lavoratrice, e armonizzazione del regime delle detrazioni per il coniuge a carico
Cosa si nasconde dietro questa faziosa e ambigua dicitura? Un vero e proprio blitz sulla fondamentale detrazione per coniuge a carico, sostituito con un improbabile ed incostituzionalissimo tax credit! Oggi la detrazione per il coniuge a carico spetta a qualunque coniuge lavoratore/lavoratrice, uomo o donna che sia, che abbia moglie o marito a carico cioè che non abbia superato il reddito di 2.840,51 euro annuo, 5 milioni di vecchie lire. Questa detrazione ammonta all’incirca a 700/800 euro l’anno. Eliminarla sostituendola con questo cosiddetto tax credit significa ridurre enormemente la platea dei beneficiari!
Infatti la tax credit secondo la fuffa dell’articolo menzionato, spetterebbe come credito d’imposta alle imprese che assumono una donna alle seguenti condizioni, coesistenti:
– donne lavoratrici anche autonome;
– con figli minori;
– che si ritrovino al di sotto di un reddito complessivo;
Interpretando le pieghe di questa strana normativa si scopre che una donna che venisse assunta con questo meccanismo che avesse un coniuge a carico, oppure una coppia senza figli o senza figli minori, perderebbero la detrazione, che invece oggi spetta.
Queste categorie che si troverebbo scoperte, inoltre, sono per lo più proprio quelle alle quali sono stati promessi i famosi 80 euro in busta paga.” Carla Ruocco, M5S Camera
Dunque aspettiamo fiduciosi i testi aventi forza di legge.
Solo li potremmo fare commenti seri, per ora siamo al Truman Show.
p.s. ah il prossimo anno la copertura una tantum sulle plusvalenze delle banche da rivalutazione quote banch’Italia non ci sarà… ammesso che sopravviva in Parlamento.
 
Ultima modifica:
LA TASSA SULLE ''RENDITE FINANZIARIE'' VOLUTA DA RENZI COLPISCE SOLO I PICCOLI RISPARMIATORI: BANCHE & SPECULATORI NO!

giovedì 24 aprile 2014
Vuole il mito che il Matteo Renzi visto da sinistra andrà a colpire le rendite finanziarie e gli speculatori cattivi che vogliono distruggere la Patria. Lo strumento è quello della migliore retorica demagogica, ovvero l'aumento dell'imposta sostitutiva sui redditi da capitale, che preleverà denaro da ricchi rentier nullafacenti, banche, Bilderberg e Rockerduck.
Purtroppo la realtà ci dice che andrà diversamente, e ad essere colpiti saranno soprattutto i risparmiatori.
Per capire perché bisogna spiegare che non tutte le "rendite finanziarie" sono uguali. Una prima distinzione avviene fra gli interessi maturati sui titoli di Stato e i redditi provenienti da altri investimenti, dai depositi bancari alle azioni e ai derivati: mentre queste ultime saranno tassate da luglio alla nuova aliquota del 26 per cento, i titoli pubblici avranno un'aliquota agevolata al 12,5 per cento.
Ciò ha come conseguenza il fatto che il povero Mario Rossi con quattro euro in banca si vedrà le proprie tasse aumentate, mentre il "rentier", che magari ha milioni di euro ben stipati in BOT, BTP e CCT, non sarà minimamente toccato dall'inasprimento dell'aliquota.
Insomma, il povero è tartassato, il ricco è salvaguardato solo perché ha abbastanza denaro da poter acquistare il taglio minimo del BTP Italia (mille euro).
La seconda distinzione è quella fra lordisti e nettisti. I primi sono solitamente società di capitali, quindi anche i "malvagissimi" hedge fund, per esempio, ma non vanno poi dimenticati i grandi capitali che vengono gestiti da finanziarie varie e neppure i grandi capitalisti che pagano fior di commercialisti per pagare meno tasse è possibile, magari spostando tutto in Lussemburgo. Queste società incassano i redditi da capitale al lordo (da cui lordisti) delle imposte: questi redditi vanno a formare parte del reddito complessivo d'impresa, finiscono fra i ricavi del conto economico, cui vengono sottratti i costi e sulla differenza vengono pagate le imposte.
In poche parole i lordisti non pagano l'imposta sostitutiva che Renzi aumenterà da luglio, e pertanto non saranno toccati così come i milionari in BOT. Ad essere colpiti saranno invece i nettisti, solitamente le persone fisiche, che incassano i redditi da capitale al netto (da cui nettisti) delle imposte. Le tasse vengono prelevate direttamente dall'intermediario (per esempio la banca), e quindi sono soldi che il nostro Mario Rossi non vede neanche con il binocolo.


Guardando oltre la mitologia, la retorica e la demagogia, insomma, l'aumento dell'imposta sostitutiva lascerà fuori, tranquilli e beati, molti redditi (specie quelli più corposi) mentre andrà a colpire la massa di piccoli risparmiatori, anche se solo di pochi euro (ma, si sa, pochi euro moltiplicati per milioni di persone fanno un bel gruzzolo).
Questi poveracci pagheranno uno sproposito sui propri redditi da capitale: se all'inasprimento dell'aliquota aggiungiamo la superfallimentare (e impropriamente detta) Tobin Tax e la patrimoniale del due per mille sulle attività finanziarie, l'aliquota pagata sui redditi da capitale è intorno al 35 per cento.

Stando ai dati dell'Agenzia delle Entrate i redditi da lavoro dipendente sono tassati ad un'aliquota media poco superiore al 20 per cento (21,65 per cento nel 2011), mentre l'aliquota media per le imprese, ha detto l'ISTAT il mese scorso, è al 31,3 per cento.
Ma attenzione: non va poi dimenticato che nella stragrande maggioranza dei casi il denaro investito o depositato in banca è stato già tassato in precedenza: possiamo pensare, ad esempio, che il nostro Mario Rossi abbia messo in banca i soldi guadagnati col sudore della fronte e già tassati come frutto di lavoro dipendente. Quindi un reddito da lavoro viene tassato non solo in quanto tale, ma viene anche ben mazziato quando viene risparmiato (e ovviamente anche quando viene consumato, con l'IVA).
Insomma, l'ultima genialata di Matteo Renzi andrà a colpire soprattutto i piccoli risparmiatori su somme che, di solito, hanno già subito prelievi dal fisco, lasciando indenni molte rendite finanziarie "vere", le banche, i fondi speculativi e tanti altri nemici del popolo.
Perché siamo giunti ad una simile situazione? Le risposte sono due, e non sono alternative: la prima è semplice ignoranza. Renzi non sa come funziona la tassazione dei redditi da capitale, per cui tassa a tutto spiano pensando di colpire il grande speculatore e invece fa macelleria dei più piccoli.
La seconda spiegazione è "ci sono le elezioni".

Ciò che il popolo vuole, Renzi glielo dà: il popolo vuole l'aumento delle imposte sulle "rendite finanziarie"? Renzi glielo dà: poco importano gli effetti economici, se il popolo (a sua volta ignorante di come funziona la tassazione dei redditi da capitale) vuole che Renzi gli aumenti le tasse, Renzi gliele aumenta e spera di ottenere voti preziosi alle prossime europee.
Il popolo, dunque, resta schiavo di sé stesso e di demagoghi ignoranti che preferiscono parlare alla pancia piuttosto che alla testa. Il declino, insomma, è destinato a continuare.
Articolo scritto da Giovanni De Mizio per it.ibtimes.com - che ringraziamo.

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LA TASSA SULLE ''RENDITE FINANZIARIE'' VOLUTA DA RENZI COLPISCE SOLO I PICCOLI RISPARMIATORI: BANCHE & SPECULATORI NO! - I fatti e le opinioni del Nord - ilnord.it
 

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