Renzi, è un tacchino ripieno

tontolina

Forumer storico
“Delusa da Renzi, è un tacchino ripieno”. La Zanicchi chiede scusa a Forza Italia


Sul palco dell’apertura della campagna elettorale per le europee di Forza Italia a Milano è andato in scena il consueto avvicendarsi di candidati. La palma per l’intervento più pregnante spetta all’europarlamentare Iva Zanicchi che dal palco chiede scusa e ritira il proprio apprezzamento per Matteo Renzi, espresso in occasione della visita del sindaco di Firenze ad Arcore: “E’ stato una grande delusione, vorrei dargli un consiglio, lo vedo talmente impettito… è tronfio come un tacchino ripieno, è pericoloso, bisogna stare attenti” ha detto la Zanicchi di Alessandro Madron e Francesca Martelli


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?Delusa da Renzi, è un tacchino ripieno?. La Zanicchi chiede scusa a Forza Italia ? Video Il Fatto Quotidiano TV
 
iva chi?, una delle europarlamentari + assentiste ?

ti prego non riportare i pensieri del partito dei ladri
 
il barone di munchausen renzi, obbediente e servile davanti agli ordini del padrone! compriamo degli aerei da guerra......
hai visto mai che i veneti preparino un altro tanco per occupare piazza san marco? almeno saremo pronti a bombardarli!



Obama ordina, “Dudù” Renzi obbedisce: “Dall’Italia nessun taglio al piano di acquisti degli F35”
La conferma, riporta l’Huffington Post, arriva direttamente dal Pentagono. È ufficiale insomma. E siamo di fronte all’ennesima balla del cucciolotto Renzi, da sempre...
infiltrato.it|Di Huffingtonpost.it
 
Salario minimo: La prova del nove per gli economisti

7 aprile 2014 Di Francesco Simoncelli



«“Si potrebbe fare alla svelta una legge sul salario minimo che preveda il carcere per i datori di lavoro che non la rispettano». È la proposta del viceministro per l’Economia Enrico Morando, intervenuto al workshop Ambrosetti di Cernobbio. Morando pensa a «un accordo di secondo livello che possa derogare su tutto,tranne che sulle disposizioni di legge, rispetto al contratto nazionale.” [...]
La proposta di Morando si inserisce nel secondo pacchetto di misure del Jobs act del governo Renzi. ddl di delega al Governo per la riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, il riordino dei contratti e il sostegno alla maternità e alla conciliazione è stato infatti presentato al Senato.
È l’altro tassello, dopo il decreto su contratti a termine e apprendistato, già in discussione alla Camera. La delega, come tale, fissa i principi e i criteri degli interventi da realizzare. Il governo avrà poi sei mesi di tempo per i decreti legislativi. Tra gli obiettivi indicati, la revisione della cig (quella in deroga andrà ad esaurirsi, come già previsto dalla riforma Fornero), l’introduzione dell’assegno universale di disoccupazione, del contratto a tutele crescenti, del compenso orario minimo, l’istituzione dell’Agenzia nazionale per l’occupazione fino ad un “tax credit” per le mamme.»

Morando: “Ora legge su salario minimo, in carcere i datori che non la rispettano”, La Stampa, 5 aprile 2014.
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di Gary North
Nel corso dell’ultimo mezzo secolo ho imparato che esistono due criteri per capire se un economista ha davvero a cuore l’idea di scambio volontario come mezzo per aumentare la produttività ed i proventi netti. Uno di questi è il libero scambio. L’altro è il salario minimo come fonte di aumento della disoccupazione.
Il primo di questi criteri risale a The Wealth of Nations di Adam Smith (1776), e prima di lui, più di 20 anni prima, agli scritti del suo amico David Hume. Entrambi si opposero a quello che oggi viene chiamato mercantilismo: la coercizione dello stato per aumentare la ricchezza nazionale.
Entrambe queste posizioni — libero scambio tra le frontiere e libero scambio nei rapporti di lavoro — vanno a favore di contratti volontari tra individui.
La tesi del libero scambio di solito viene presentata in termini di commercio oltre i confini nazionali, ma si può dire lo stesso se assistiamo a transazioni oltre qualsiasi confine. A nessuno importa se le merci attraversano le frontiere statali, i confini provinciali e i CAP, ma se ne discute quando abbiamo a che fare con i confini nazionali. Questo perché gli oppositori del libero commercio discutono solo dei confini nazionali. Questa limitazione giurisdizionale è illogica, proprio perché il protezionismo è illogico.
Il salario minimo ostacola i contratti volontari tra datori di lavoro e dipendenti. Riduce il numero di tali contratti perché aumenta il costo della contrattazione. Rende illegale la contrattazione dei salari al di sotto del salario minimo, esattamente nello stesso modo in cui le quote sulle importazioni rendono illegali eventuali contratti fra individui che vivono su lati opposti di un confine nazionale. I costi vengono aumentati dalla burocrazia, cioè dalla minaccia di sanzioni negative. Pertanto viene chiamata in causa una della leggi economiche fondamentali: a parità di condizioni, un prezzo superiore diminuirà la richiesta di un determinato bene. Se si nega questa legge, si nega ogni ragionamento economico. Se il rapporto prezzo-quantità richiesta non è vero, allora l’intero corpus della teoria economica non è vero. Non esiste una teoria economica coerente se suddetta legge non è vera.
GRUPPI CON INTERESSI PARTICOLARI
I gruppi con interessi particolari assumono economisti che sostengono che, in certi casi, questo rapporto prezzo-domanda non è vero. Alcuni gruppi di imprese vogliono tariffe più alte e quote sulle importazioni più elevate affinché possano assicurarsi un mercato interno protetto, e quindi prezzi più alti, e quindi maggiori profitti. Assumono economisti che sostengono che le tariffe e le quote non limitano la crescita economica. Non dicono il motivo per cui vengono richieste tariffe e quote (e cioè, per limitare il commercio), ma sostengono che queste restrizioni siano un bene per la nazione nel suo complesso.
Al contrario, quegli economisti che difendono un aumento del salario minimo sostengono che questa legge va ad aumentare la scelta individuale ed il benessere dei lavoratori in generale, senza danneggiare i datori di lavoro. Questa è una follia. Non vi è altro modo per descriverla in modo più preciso. Questa è una follia. Ciò significa che l’economia non sarebbe più coerente. Eppure scopriamo, anno dopo anno, che sempre più economisti giungono alla conclusione che il salario minimo sia una buona idea. Negli ultimi 35 anni la percentuale di economisti che crede che il salario minimo crei disoccupazione per i lavoratori a basso salario, è diminuita di circa il 90% fino a raggiungere circa il 50% di tutti gli economisti.
Grazie ad un recente documento del Congressional Budget Office sugli effetti di un salario minimo a $10 l’ora, che secondo il CBO crea disoccupazione per mezzo milione di persone, coloro che difendono il salario minimo sono andati su tutte le furie negando la legittimità di tale documento. Si tratta di una questione importante, perché Obama vuole aumentare i salari minimi a $10 l’ora. Si tratta di una questione politica molto calda. Per Obama sarà una grande vittoria, se riuscirà a convincere la maggioranza dei repubblicani alla Camera dei Rappresentanti a votare questa modifica.
UN DIFENSORE DEL SALARIO MINIMO
Il seguente è un fatto importante. Lo apprendiamo da un articolo pubblicato sul sito Politico. “Michael Reich è professore di economia e direttore dell’Institute for Research on Labor and Employment presso l’Università della California, Berkeley.”
Chi è costui? Ce lo dice la voce su Wikipedia. Nel 1968 è stato uno dei fondatori dell’Union of Radical Political Economists, l’ala New Left/marxista all’interno della professione economica. Apprendiamo anche questo:
Negli anni ’60 e ’70, Reich ha lavorato con David Gordon, Richard Edwards ed altri economisti marxisti e neo-marxisti ben noti. Concentrandosi sull’economia del lavoro, il gruppo ha ristretto il proprio campo sui mercati del lavoro segmentati . . . .
Reich è stato un insegnante presso la Boston University per tre anni, e poi nel 1974 è diventato assistente professore di economia presso l’Università della California a Berkeley. Nel 1989 è stato promosso a professore ordinario. Reich ha tenuto corsi sull’economia marxista, sull’economia politica e sulla storia del pensiero economico.
Cos’è l’Institute for Research on Labor and Employment? Si tratta di un’appendice di estrema sinistra a Berkeley che è all’opera da 60 anni. Ottiene soldi dalle fondazioni di sinistra. Attualmente svolge attività di ricerca in queste aree: California Living Wage, Green Economy, Health Care Reform, Job Creation, Minimum Wage. (http://www.irle.berkeley.edu)
A differenza dell’Hoover Institution, che è giuridicamente distinto dalla Stanford University e finanziato privatamente, l’IRLE è parte integrante dell’Università — finanziato dalla California. Ottiene notevole prestigio da questa connessione legale.
Niente di tutto questo viene menzionato su Politico.
In un articolo di Reich, che è stato proprio pubblicato su Politico, apprendiamo quanto segue.
Qui non siamo nel mondo semplice dell’ABC dell’economia, in cui un prezzo più elevato, cioè un salario minimo più alto, significa automaticamente meno domanda di lavoratori.
Fin dall’inizio, l’autore dice che quello che sta per presentare non è ciò che viene insegnato dall’ABC dell’economia. Ma ciò che viene insegnato dall’ABC dell’economia è considerata la base della teoria economica moderna. Di solito è materiale keynesiano. Può essere neoclassico. Non è della scuola austriaca. Ciononostante rappresenta il cuore dell’istruzione formale nella teoria economica, e fin dall’inizio dell’articolo apprendiamo che quello che leggeremo non è ciò che viene insegnato dall’ABC dell’economia.
Problema: “Perché dovremmo credere alle sue conclusioni?” Inoltre, se dovessimo credergli, perché dovremmo credere nell’ABC dell’economia? In altre parole, se ha ragione, allora l’ABC dell’economia non è corretta — per niente. Ad un prezzo più alto, qualcosa sarà richiesta di più. Ma se l’ABC dell’economia non è corretta, che cos’è economia? E’ ovvio quello in cui vuole farci credere: l’economia New Left o addirittura il marxismo.
Perché sarebbe buono un aumento obbligatorio del salario minimo? Ci dice questo:
Per esempio, l’offerta di lavoro può anche rispondere facilitando ai datori di lavoro l’assunzione di lavoratori ed il prolungamento del loro impiego. I lavoratori più esperti sono i lavoratori più produttivi. Le imprese possono anche aumentare i loro prezzi piuttosto che ridurre il numero dei dipendenti. Gli economisti considerano l’effetto di un aumento di salario minimo come una questione da definire attraverso prove empiriche.
Se per i datori di lavoro è possibile assumere lavoratori e prolungarne il tempo dell’impiego grazie al salario minimo, allora è altrettanto possibile che raggiungano tale esito se aumentassero i salari unilateralmente. Questo presuppone che siano disposti a pagare salari più elevati al fine di ottenere un certo risultato: meno turnover. Se è possibile ottenere un vantaggio seguendo tale pratica, sarebbe ancora più vantaggioso se solo le società imprenditoriali verificassero questa teoria. In seguito le altre imprese potrebbero copiarle. In questo modo ci sarebbero un sacco di casi di studio sui benefici dell’aumento dei salari.
Ma l’autore non raccomanda tutto ciò, anzi non lo menziona affatto. Quello che dice è che ci dovrebbe essere una legge nazionale che imponga questo cambiamento, e solo allora, sotto la minaccia di sanzioni negative, le aziende scopriranno che salari più alti imposti per la legge produrranno questi benefici. In altre parole, lo stato è tenuto ad imporre sanzioni negative affinché gli uomini d’affari riconoscano gli enormi benefici dervati da un salario superiore ai livelli di mercato. E’ un processo che passa per una sola strada: rendere illegale il sistema dei prezzi di mercato in quei settori dell’economia che sono sotto la legislazione del salario minimo.
Non si ferma qui. Sprofonda ancora di più nelle paludi dell’irrazionalità economica. In ginocchio nel fango, il Dr. Reich continua così.
I miei co-autori ed io dimostriamo che i confronti tra gli stati che hanno aumentato i salari minimi, non rappresentano un campione casuale di tutti gli stati. Si differenziano in base alle loro tendenze occupazionali. Poi mostriamo che in quegli stati con salari minimi più alti, rispetto a tutti gli altri, la disoccupazione tra gli adolescenti stava già crescendo (seppur lentamente) due anni prima che fossero introdotti tali aumenti. In altre parole, salari minimi più alti sono correlati ad una crescita minore dell’occupazione, ma non ne consegue che ne siano la causa.
Quindi la disoccupazione tra gli adolescenti stava crescendo più lentamente in quegli stati con salari minimi più alti. Questo è esattamente ciò che insegna l’ABC dell’economia, ed è esattamente ciò che insegna l’economia della scuola austriaca. Ma ci viene detto che l’aumento del salario minimo non ne è la causa. Quale sia la vera causa non si sa, ma viene sottolineato che non è colpa del salario minimo.
Questo è l’approccio standard degli economisti quando trovano qualcosa che conferma empiricamente la teoria economica, ma che non vogliono che sia confermata. Danno la colpa a qualcos’altro. Deve essere stato qualcos’altro, perché se esiste causa-effetto nella teoria economica, allora gli elettori possono resistere all’intervento dello stato. Quindi se il risultato di una legge statale o federale è esattamente ciò che insegna l’ABC dell’economia e se questo risultato è negativo per la crescita economica, allora l’economista dirà che le statistiche sono solamente correlate a questo risultato negativo. La correlazione è solo una di tante cose, una di tante cose folli. Ma non è la causa.
In breve, sostengono che non esista causa-effetto in economia. Ma in questo caso, l’assenza di causa ed effetto è la prova del nove. Questo economista afferma la legittimità del controllo dei prezzi — un minimo ai prezzi — per migliorare l’economia.
MASCHI ADOLESCENTI NERI
Sappiamo dove si manifestano con molta probabilità i principali effetti del salario minimo: nell’impiego di maschi adolescenti neri. Qui è dove l’economista dovrebbe iniziare il suo studio statistico. Perché? Perché i dipendenti meno desiderabili sono i maschi adolescenti neri. Sono discriminati dai datori di lavoro. Questa è stata una realtà sin dal dopoguerra. Questo è il motivo per cui gli studi passati sugli effetti del salario minimo si sono concentrati sulla disoccupazione maschile degli adolescenti neri. La correlazione statistica è così stretta che questo è stato l’esempio preferito da coloro che si oppongono al salario minimo. Ogni volta che è stato aumentato il salario minimo, dopo un breve lasso di tempo è salito anche il tasso di disoccupazione dei maschi adolescenti neri. Ciò è stato studiato per più di mezzo secolo. Non ci sono state eccezioni a questo risultato. Conclusione: le statistiche confermano la teoria dei prezzi.
Quindi gli economisti che non vogliono accettare questa correlazione vanno alla ricerca di altri tipi di correlazioni, in modo che possano negare che la suddetta correlazione abbia qualcosa a che fare con la causalità. Questo è ciò che hanno fatto i difensori del salario minimo per oltre mezzo secolo. Il problema è che la maggior parte degli economisti è giunta alla conclusione che questa destrezza di mano sia addirittura legittima; non solo, ma che riesca anche a smentire l’ABC dell’economia.
Viviamo in un mondo dove c’è una quantità crescente di persone che consegue un dottorato in economia, eppure non capisce la materia che ha studiato. Non credono nell’ABC dell’economia. Non credono nell’assioma fondamentale dell’economia (es. quando aumentano i prezzi, a parità di condizioni, diminuisce la domanda). Non credono che questo assioma si possa applicare in quei settori dell’economia in cui hanno un impegno ideologico: mantenere vivo il potere del governo federale sullo scambio di mercato.
Sto aspettando che uno di questi non-economisti produca uno studio, completo e dettagliato, che dimostri come la disoccupazione maschile degli adolescenti neri non aumenti entro 12 mesi dall’approvazione di un incremento del salario minimo.
CONCLUSIONE
In definitiva, o l’economia è logica oppure non lo è. O porta ad intuizioni sul modo in cui le persone si comportano, oppure no.
Se gli aumenti del salario minimo non portano ad un aumento della disoccupazione tra quei gruppi che non sono favoriti dai datori di lavoro, allora l’ABC dell’economia e l’economia in generale non sono vere. L’economia non è quindi una scienza. Non vale la pena andare all’università per studiarla. Non vale la pena guadagnare un dottorato di ricerca, a meno che non vogliate curare le pubbliche relazioni di quei gruppi con interessi particolari.

[*]
traduzione di Francesco Simoncelli
Ai nostri lettori è piaciuto anche Indice degli Osservatori trimestrali sui dati econ
 
ottimo l'articolo qui sopra :up::up:

peccato sia prolisso: pochi lo leggeranno

pollice verso invece per il (mancato) filosofo MORANDO :down::down:
 
“Delusa da Renzi, è un tacchino ripieno”. La Zanicchi chiede scusa a Forza Italia


Sul palco dell’apertura della campagna elettorale per le europee di Forza Italia a Milano è andato in scena il consueto avvicendarsi di candidati. La palma per l’intervento più pregnante spetta all’europarlamentare Iva Zanicchi che dal palco chiede scusa e ritira il proprio apprezzamento per Matteo Renzi, espresso in occasione della visita del sindaco di Firenze ad Arcore: “E’ stato una grande delusione, vorrei dargli un consiglio, lo vedo talmente impettito… è tronfio come un tacchino ripieno, è pericoloso, bisogna stare attenti” ha detto la Zanicchi di Alessandro Madron e Francesca Martelli


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?Delusa da Renzi, è un tacchino ripieno?. La Zanicchi chiede scusa a Forza Italia ? Video Il Fatto Quotidiano TV

IVA Zanicchi che negli ultimi anni ci ha rappresentato in europa
eccola qui

https://www.youtube.com/watch?v=xNbuBjUE6do&feature=youtu.be
 

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