Renzi si schiera a favore del ladro?

tontolina

Forumer storico
Lo Stato sta con i ladri? Ovvio, sono colleghi





Mi si chiede di scrivere un pezzo sulla vicenda di Vaprio d’Adda in quanto figlio del tabaccaio milanese che nel 2003 sparò e uccise un rapinatore.

E’ successo già diverse volte nel corso degli anni e quando accade significa purtroppo che qualcuno ci ha rimesso la vita, sia esso il ladro o il cittadino onesto.
Se accetto sempre, nonostante rivangare sempre quella storia faccia male, è perché da qualche parte, dentro di me, si annida ancora l’illusione che un foglio di carta e una penna possano contribuire a cambiare questa nostra società in meglio.
A CASA MIA
Di fronte ad episodi di questo tipo, il copione che si recita a casa mia è sempre lo stesso. Ci si siede a tavola per la cena, io, mio padre, mia madre, mia sorella e mio fratello e qualcuno, più spesso mio papà, butta lì la solita domanda: avete sentito del tabaccaio/gioielliere/benzinaio/pensionato che ha ucciso il ladro? Tutti facciamo un cenno affermativo con il capo e continuiamo a mangiare.

Appena dopo il servizio del tg, però, non si riesce a resistere e riparte la consueta discussione.

1.“In questo caso il delinquente era disarmato, quel poveretto passerà delle rogne”.

2. Oppure: “Qui lo assolvono sicuramente, è evidente la legittima difesa”.
3. Ancora: “Lo ha rincorso, questa volta dipenderà dall’interpretazione del giudice”.
Finito il primo atto, parte il secondo.
Discutiamo di diritto, di modello culturale USA, di proporzionalità della reazione e altro ancora. Finché qualcuno, generalmente mio padre, chiede che al poveretto di turno venga inviato un telegramma a nome della famiglia.
IL CASO SICIGNANO
La vicenda di Vaprio d’Adda è ancora tutta da chiarire nella sua dinamica, anche se per me è il succo che conta più che il contorno. E il succo è che un ladro che non doveva nemmeno trovarsi in Italia ha tentato di derubare un onesto cittadino che si è difeso come ha ritenuto opportuno.
Punto.
Tutto il resto è chiacchiera.

Quel che è certo però è che, comunque vada, il povero Sicignano, oltre a convivere con il dramma umano di aver ammazzato una persona, inizierà anche a vivere un calvario giudiziario che durerà circa una decina d’anni.

Perizie su perizie, giornali che scriveranno ogni genere di falsità basandosi su rilievi scientifici che mai, e lo dico per esperienza, ricostruiranno esattamente ciò che sia realmente accaduto, giornalisti sotto casa a qualsiasi ora del giorno e tutto il resto.

Non so se il pensionato fosse o meno un uomo di Chiesa. Se sì, si prepari: se è fortunato il prete della comunità gli offrirà conforto e sostegno, ma i giornali cattolici non avranno pietà. Forse fu proprio questo che fece più male a mio padre tant’è che lo dice ancora oggi. Si sentì abbandonato proprio dai mass media dai quali invece si aspettava maggior comprensione. Nonostante provassi a fargli capire che la vera chiesa, quella con la “c” minuscola, non è quella roba lì, purtroppo da quella storia la sua fede ne uscì compromessa in modo irreparabile.

Tornando a Sicignano, se è fortunato troverà un Pm dotato di buon senso, altrimenti si sentirà attribuire accuse e aggettivi di ogni tipo. Il dibattito politico ovviamente sarà feroce e il suo caso verrà tirato in ballo ogni volta che accadrà un fatto simile almeno per i prossimi 10 anni.
Il consiglio che posso dargli è quello di non arrendersi e di concentrarsi sul fatto che non saranno perizie, pm e giudici a definirlo come uomo.

E che alla fine, dopo tante sofferenze e sacrifici, ne uscirà vincitore.

Nel caso non andasse così sono pronto a scendere in piazza personalmente.

E credo con me molti altri italiani onesti.


VI RACCONTO UN EPISODIO
Tre o quattro anni fa, a notte fonda, mi affacciai casualmente alla finestra. Vidi all’interno del mio cortile due uomini che stavano tentando di forzare la porta di casa di mia sorella. Sapevo che in quel momento lei non era in casa, così andai quatto quatto a svegliare mio padre. “Papà adesso chiamo la Polizia e li facciamo arrestare, tanto Maria non è in casa. Questa volta li facciamo beccare”. La reazione del mio vecchio mi colpì incredibilmente, tanto da farmi pentire di averlo svegliato. Era buio, perché non avevo acceso di proposito le luci, ma lo vidi iniziare a tremare. Mi rispondeva quasi balbettando e aveva il respiro corto. Non lo avevo mai visto così. “Chiama la Polizia, veloce”, mi disse in qualche modo portandosi a fatica verso la finestra. Ubbidii. Purtroppo non riuscimmo nel nostro intento per pochissimo. E i ladri riuscirono a dileguarsi.

Ma nel tempo ho pensato e ripensato parecchio a quell’episodio.

Come avrei reagito se mia sorella fosse stata in casa e avessi avuto una pistola?

Sarei stato così lucido da sparare dei colpi in aria, o così esperto da mirare alle gambe da molto lontano, oppure avrei pensato solo all’incolumità di mia sorella e avrei fatto fuoco ad altezza uomo?

Non lo posso sapere.
Magari, se avessi avuto un’arma, oggi sarei anch’io sotto processo.


COME LA PENSO
L’ho scritto tante volte e lo ripeto. Sono favorevole all’interpretazione della legittima difesa all’americana, che a sua volta dipende da una visione culturale liberale/libertaria della vita. Non chiedo più Stato perché piazzare un soldato in ogni casa è impossibile oltre che terribile, ma soprattutto perché ritengo che lo Stato non sia la soluzione ma semmai il problema. Auspico, invece, che sia data a tutti la possibilità di difendersi proprio come avviene al di là dell’oceano. Con tutti i rischi che questo comporta, ovviamente. D’altra parte la libertà non è per sua stessa essenza più rischiosa della schiavitù? (Guarda caso, proprio ieri, in Svezia, un uomo armato di spada ha ucciso due persone in una scuola. Mettiamo al bando anche spade, coltelli e forchette?). Si potrebbe ad esempio decidere di tenere dei corsi che addestrino il privato cittadino che acquisti un’arma a gestire, per quanto possibile, quel tipo di situazioni. Ma sono tutti discorsi che lasciano il tempo che trovano. Purtroppo è più facile che siano gli Usa ad europeizzarsi, fenomeno che in parte sta già avvenendo, che noi a diventare come loro. In conclusione, invito tutti a riflettere su un punto. Che è secondo me quello fondamentale.
Provate a pensare a chi è il ladro per eccellenza. Quello cioè che ci deruba tutti di oltre la metà del nostro guadagno non restituendoci quasi nulla in cambio. E’ presto detto perché ci voglia tutti disarmati. Per il fatto che, in ultima istanza, potrebbe essere lui a cadere sotto i colpi di chi tutela i propri beni. Gli statunitensi lo capirono ai tempi di Re Giorgio ed è per questo che difendono con le unghie e con i denti il loro secondo emendamento. Mentre qui da noi, la culla della civiltà come dice qualcuno, vengono processati i cittadini onesti.
Colgo l’occasione per esprimere la mia totale solidarietà alla famiglia Sicignano e per dire loro che se dovessero mai aver bisogno di qualche consiglio da parte di chi ci è già passato, noi siamo qua.
P.s. A chi obietterà che parlo così sull’onda dell’emozione, perché personalmente coinvolto e quant’altro, rispondo leopardianamente. Non attribuite alla mia condizione ciò che è responsabilità del mio intelletto. Contraddite piuttosto le mie tesi, se ci riuscite.
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Non ha il coraggio di sparare al ladro. Massacrato di botte e testa spaccata



PAESE (Treviso) È stato svegliato nel cuore della notte dalle urla e dai calci sulla porta di due rapinatori ubriachi. Volevano: «Soldi e sigarette». Accanto a sé la moglie, che da anni vive con un respiratore. Nascoste in casa alcune armi, regolarmente detenute. Eppure Italo De Lazzari, 72enne di Paese nel Trevigiano, sabato notte non ha pensato neppure per un momento di impugnare una di quelle armi per difendere sé e la sua famiglia. Una scelta netta, che quasi stride in un momento in cui sparare per legittima difesa o per difendere i propri beni sembra sia, per l’opinione pubblica, non solo giusto ma quasi doveroso. Sentimenti che trovano sponda e si alimentano con la notizia della richiesta di assoluzione per Franco Birolo, il tabaccaio di Civè di Correzzola nel Padovano che il 26 aprile 2012 ha ucciso con un colpo di pistola un ladro che si era introdotto nel suo negozio. O nella proposta di legge della Lega Nord che dopo la Lombardia punta a istituire anche in Veneto un fondo regionale per il patrocinio gratuito a sostegno dei cittadini colpiti dalla criminalità, per fornire assistenza legale gratuita a chi si difende sparando.
Ma l’imprenditore 72enne di Paese la pensa diversamente e dice: «Uccidere un uomo per 10 euro o delle sigarette? No, ci avrei pensato due volte, forse solo se fossero entrati in casa. Ma non me la sono sentita».

Eppure quella che ha subito è stata una rapina violenta, di cui a tre giorni di distanza porta ancora i segni. Uno dei rapinatori gli ha rotto una sedia in testa, provocandogli una ferita profonda che gli è stata poi suturata in ospedale. E De Lazzari ha temuto soprattutto per la moglie malata. Perché i due malviventi, due magrebini, hanno tentato di entrare nella loro abitazione proprio dalla camera da letto della coppia. Il 72enne e la moglie Mirella, 71 anni, sono i gestori del laghetto di pesca sportiva «Laghetti Azzurri» di via Levante a Paese, e vivono all’interno dell’impianto protetto di notte da un grande cancello chiuso con il lucchetto. Poco dopo le 2 di sabato notte sono stati svegliati dalle urla dei due stranieri che, dopo aver mandato in frantumi il lunotto dell’auto della famiglia parcheggiata fuori casa, stavano prendendo a calci la porta della loro camera da letto. «Mi sono svegliato e sono balzato in piedi perché ho capito che la porta stava ormai per cedere sotto i colpi. Avevo paura che entrassero, soprattutto per mia moglie che non sta bene.
Ho preferito uscire e affrontarli ma loro mi sono subito saltati addosso. Uno dei due mi ha colpito con una sedia da giardino e ho pensato che avesse un coltello, per quello ho reagito. Ma era ubriaco e sono riuscito a reagire e a bloccarlo insieme a mio figlio Luca che è corso ad aiutarmi».
È stato proprio il figlio 40enne a ricordare al padre che in casa c’erano le armi: «Mi ha detto “Papà prendiamo le pistole”. Ma io gli ho detto di no. Uccidere un uomo per quattro soldi? Non ne ho avuto il coraggio. E poi se spari finisci in galera. Ho preferito non sparare ».
Padre e figlio invece, sono riusciti a far arrestare dai carabinieri uno dei due aggressori mentre l’altro si dileguava. Si tratta di un marocchino che loro conoscono bene. In manette è infatti finito Aziz Samami, clandestino di 38 anni, che varie volte era andato da De Lazzari a chiedere qualcosa da mangiare o un lavoretto. «So che ne ha combinate tante e gli ho sempre detto di no. L’altra sera era ubriaco, come probabilmente il suo compare che è scappato. Ho avuto paura soprattutto per mia moglie» ripete De Lazzari che subito dopo l’aggressione ha chiesto aiuto ai carabinieri di Montebelluna, prima di essere accompagnato in pronto soccorso. Dall’aggressione è uscito con sette punti di sutura in testa, tanta paura ma un unica consapevolezza che ripete più volte: «Sparare no, non ne vale la pena »
fonte: Corriere della Sera
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LA STANGATA= il furto della belva


Le 100 tasse che paghiamo ogni anno

Il costo complessivo, secondo lo studio Cgia, è di ben 8 mila euro a testa. C’è un’imposta sui rumori degli aerei e sui sacchetti non biodegradabili L'ELENCO COMPLETO DELLE TASSE

Le 100 tasse che paghiamo ogni anno - Economia - iltempo
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Sul portafoglio di ogni italiano ogni anno gravano ben cento tasse che valgono circa 8 mila euro. Se a queste si aggiungono i contributi previdenziali la zavorra che sale a 12mila. La Cgia di Mestre ha stilato un lungo elenco di voci che include addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute. E si scopre che paghiamo anche una tassa sui rumori degli aerei e sui sacchetti di plastica non biodegradabili. A pesare di più sulle tasche sono Irpef e Iva che da sole danno più della metà del gettito (il 53,1%). Dall’Irpef arrivano allo Stato oltre 161 miliardi di euro (il 33,2% ovvero un terzo del gettito) mentre dalla seconda 97 miliardi di euro (19,9% del gettito). Il sistema tributario, così come emerge dalla fotografia della Cgia, è molto frammentato ma di contro il gettito è estremamente concentrato: le prime 10 imposte valgono 417,7 miliardi di euro e garantiscono l'86% del gettito tributario complessivo che nel 2014 si è attestato a 486,6 miliardi. Per le aziende le imposte che pesano di più sono l'Ires (Imposta sul reddito delle società), che nel 2014 ha dato un gettito di 31 miliardi e l'Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) che ha assicurato 30,4 miliardi (di cui 20,9 miliardi dalle imprese e il restante dalle Pubbliche Amministrazioni).
Mentre i vari governi annunciavano il calo della pressione fiscale, le tasse aumentavano. Dallo studio della Cgia emerge che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie pro-capite sono aumentate di 76 punti percentuali, molto più dell'inflazione che, invece, è salita del 47%. Risulta poi che la pressione tributaria in Italia (30,1%) è la terza più elevata dell'Area Euro dopo Finlandia e Belgio, superiore del 7% rispetto a quella tedesca (22,9%).
Scorrendo l’elenco delle tasse emergono alcune curiosità. L'imposta quella più elevata è l'Irpef; quella che paghiamo tutti i giorni è l'Iva; la più pagata dalle società è l'Ires. Le più stravaganti sono le imposte sugli spiriti (distillazione alcolici), quelle sui gas incondensabili e sulle riserve matematiche di assicurazione (tasse su accantonamenti obbligatori delle assicurazioni). Ci sono poi la tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili e, infine, tutte le sovraimposte di confine applicate dalla dogana vale a dire quelle sugli spiriti, sui fiammiferi, sui sacchetti di plastica non biodegradabili.
«Non se ne può più - sbotta un irato Flavio Tosi - questi dati sono inaccettabili». Il sindaco di Verona che è anche il fondatore e segretario del nuovo movimento politico «Fare! poi annuncia che il suo partito presenterà presto un disegno di legge per inserire in Costituzione un tetto massimo alla pressione fiscale.
Laura Della Pasqua
 
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Ecco come funziona il prodotto pubblitario "Renzi"














Luisella Costamagna non ha paura di dire la verità! Diffondete questo video!
"Stiamo vivendo un mix esplosivo maledetto tra il marketing renziano, la strategia ...
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Olio extravergine: rimandata discussione del decreto legislativo “salva truffatori”

Olio extravergine: nuova legge in discussione entro il 31 gennaio


ne dubitavate? ... se c'è un ladro, un truffatore, un banchiere disonesto... ecco che tutti trovano appoggio nel governo


ma gli onesti chi li difende?


auguri di Buon natale
anche con questo decreto
il governo Renzi ha preferito derubare i risparmiatori ma ha premiato le banche






lo schiaffo dell'Europa a Renzi: "C'è la prova: poteva salvare i conti"
Adesso c' è la prova. Il decreto salva banche, che poi come si è visto sembra più un salva-papà, non era l' unica strada per mettere in sicurezza i conti correnti…
Piovegovernoladro
 

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