Ricuccianti

Run the Park

Forumer storico
Sembra l'imitazione di Ricucci che potrebbe fare Guzzanti... ah giudice?!!? ma io e te... chessedovemodììììììììììì?! :lol:


(ASCA) - Roma, 1 giu - Stefano Ricucci ora sta ''benissimo''.
''Sono trattato con grande correttezza e professionalita'''.
Tuttavia si chiede con decisione ''perche' io sto in cella e
Luciano Moggi no?''. ''Perche' solo per me le intercettazioni
sono state sufficienti a spiccare un mandato di cattura e a
farmi finire in carcere?''. In un articolo che uscira' domani
su ''L'Espresso'', il settimanale ricostruisce l'incontro a
Regina Coeli tra il patron della Magiste ed il deputato della
Margherita, Cinzia Dato.
Ricucci sostiene di aver detto tutto ai magistrati: ''Ma
che cosa vogliono sape' de piu'. Ma io quello che c'avevo da
di' l'ho detto. Ma loro continuamo a chiedermi cose che
nemmeno riguardano i fatti di cui mi accusano. Mi fanno
domande su intercettazioni di telefonate che non ho mai fatto
e con persone che nemmeno conosco''.
In ogni modo, Ricucci afferma che quando uscira' dal
carcere tornera' a fare quello ''che ho sempre fatto nella
vita, quello a cui mi sono preparato studiando tanto da
quando avevo 19 anni, l'imprenditore. Mi sono sempre dato da
fare. Ho una famiglia da mantenere e 200 dipendenti. Spero
che non si distrugga tutto quello che ho fatto''.
 
ma perchè l'hanno messo dentro?

credo che non abbia tutti i torti
la legge italiana è = per tutti


per qualcuno però è + =
 
Questo è un articolo di aprile:

Ultimo tango a zagarolo

Bananas di Marco Travaglio

Facile, adesso, ridere di Stefano Ricucci, l'ex odontotecnico di Zagarolo che voleva scalare il Corriere della Sera, l'uomo che ballò una sola estate. Facile e maramaldesco, visto che da due giorni risiede a Regina Coeli. Era decisamente più difficile un anno fa, quando pochi giornali e pochi imprenditori domandavano dove avesse preso i soldi, mentre gran parte della classe politica di destra e di sinistra denunciava la "puzza sotto il naso" con ui i "salotti buoni" guardavano la nuova Razza Mattona, invidiosi della vitalità e della liquidità dei nouveaux riches, e arrivava a equiparare la produzione industriale alla speculazione immobiliare.

All'epoca il giovine Stefano e la sua corte di Coppola (quello coi capelli a triangolo) e Statuto avevano il vento in poppa e le spalle coperte dallo sgovernatore Fazio e dallo sgoverno Berlusconi, col contorno di furbetti rossi, bianchi, azzurri e verdi targati Unipol, Hopa, Bankitalia, Bpl, Fininvest, Confcommercio e Credieuronord. E in fin dei conti era molto meglio lui dei suoi compagni d'arme.

Nella celebre telefonata col commercialista Fransoni, quella dei "furbetti del quartierino" si lamentava della disinvoltura di Fiorani e del suo "concerto" occulto per scalare l'Antonveneta: lui avrebbe fatto tutto alla luce del sole, "ma che cazzo me frega a mme de 'sto concerto", "tutta 'sta roba, tutte 'ste cazzate nun servono a gnente. Uno deve seguì 'a strada maestra, no? P'anna' a Napoli tocca pija' 'a autostrada der Sole, Roma-Napoli, nun è che tocca anna' si 'a Casilina, no? Se io avessi rubbato, sai uno se deve nasconde, ma che cazzo, io nun ho fatto gnente" E quando Fransoni gli parlava degli "hedge found", rispondeva: "Hedge found? Ma io nun so manche che cazzo so', ' sti hedge found".

Se la cavò con un'incriminazione a piede libero, mezza dozzina di capi d'imputazione fra Milano e Roma, il sequestro delle azioni e un paio d'interrogatori. Ora però s'è scoperto che aveva ripreso a delinquere, o forse non aveva mai smesso. E, astutamente, continuava a farlo al telefono. L'hanno arrestato. Magari ora gli verrà in mente una spiegazione plausibile della sua scalata impossibile alla Rizzoli-Corsera, cioè a una società blindata da un patto di sindacato fra 15 soci che controllano la maggioranza delle azioni. Magari spiegherà anche perchè mai il banchiere Fiorani, a caccia di liquidità per mangiarsi l'Antonveneta, gli avesse prestato 850 milioni (oltre 1500 miliardi di lire), di cui 570 per quella missione impossibile.

Finora non l'hanno spiegato nè Ricucci nè Fiorani. Hanno risposto a quasi tutte le domande degli inquirenti, ma a quella no. Come se temessero di svelare il nome del regista dell'operazione Corriere. E chi potrebbe mai essere? Bellachioma ha sempre smentito, ci mancherebbe. Però l'advisor di Ricucci è Ubaldo Livolsi, già amministratore delegato di Fininvest, artefice della quotazione in Borsa di Mediaset, ora banchiere ma tuttora membro del CdA della holding berlusconiana. Una coincidenza. Fra gli amici più cari di Stefano c'è Romano Comincioli ("zio Romy", nelle telefonate), già compagno di scuola del Cavaliere, poi prestanome del Cavaliere per gli affari in Sardegna, ora deputato di FI.

Alla festa di nozze di Stefano e Anna all'Argentario, fra i 28 selezionatissimi invitati, c'era anche lui, lo zio Romy (che, tra Natale e Capodanno, è andato a trovare Fiorani a San Vittore per portargli i conforti civili e religiosi). E c'era anche Salvatore Cicu, pure lui deputato forzista, sottosegretario alla Difesa. Combinazioni. Il suo primo avvocato è stato Giuseppe Valentino di AN, sottosegretario alla Giustizia, sospettato di aver avvisato i furbetti delle indagini in anteprima. Ma sarà un caso.

Dalle telefonate intercettate fra Stefano e zio Romy si arguisce che l'estate scorsa Ricucci incontrò Berlusconi in Sardegna; e che Livolsi doveva imbarcare nell'affare RCS Tarak ben Ammar, socio arabo di Berlusconi; e che, nelle sue scorribande in Costa Smeralda, Stefano parlava della scalata con Alejandro Agag, genro di Aznar che ebbe come testimone di nozze Berlusconi. Senza dimenticare l'altro intellettuale del gruppo, Flavio Briatore, che prometteva a Ricucci di "darti una mano con RCS" e lo invitava a "una cena con Aznar, il Cavaliere e galliani". Coincidenze, s'intende.

Ma chissà che prima o poi Ricucci non si decida a tradurre in italiano un altro celebre ipse dixit: "Ahò, che volete fa' i froci cor culo de l'altri?". Il popò è il suo. Resta da capire chi fosse lo screanzato che voleva usarlo per scopi così poco nobili.

(l'Unità - 20.4.2006)
 
Run the Park ha scritto:
Questo è un articolo di aprile:

Ultimo tango a zagarolo

Bananas di Marco Travaglio

Facile, adesso, ridere di Stefano Ricucci, l'ex odontotecnico di Zagarolo che voleva scalare il Corriere della Sera, l'uomo che ballò una sola estate. Facile e maramaldesco, visto che da due giorni risiede a Regina Coeli. Era decisamente più difficile un anno fa, quando pochi giornali e pochi imprenditori domandavano dove avesse preso i soldi, mentre gran parte della classe politica di destra e di sinistra denunciava la "puzza sotto il naso" con ui i "salotti buoni" guardavano la nuova Razza Mattona, invidiosi della vitalità e della liquidità dei nouveaux riches, e arrivava a equiparare la produzione industriale alla speculazione immobiliare.

All'epoca il giovine Stefano e la sua corte di Coppola (quello coi capelli a triangolo) e Statuto avevano il vento in poppa e le spalle coperte dallo sgovernatore Fazio e dallo sgoverno Berlusconi, col contorno di furbetti rossi, bianchi, azzurri e verdi targati Unipol, Hopa, Bankitalia, Bpl, Fininvest, Confcommercio e Credieuronord. E in fin dei conti era molto meglio lui dei suoi compagni d'arme.

Nella celebre telefonata col commercialista Fransoni, quella dei "furbetti del quartierino" si lamentava della disinvoltura di Fiorani e del suo "concerto" occulto per scalare l'Antonveneta: lui avrebbe fatto tutto alla luce del sole, "ma che pace e bene me frega a mme de 'sto concerto", "tutta 'sta roba, tutte 'ste parole parole parole nun servono a gnente. Uno deve seguì 'a strada maestra, no? P'anna' a Napoli tocca pija' 'a autostrada der Sole, Roma-Napoli, nun è che tocca anna' si 'a Casilina, no? Se io avessi rubbato, sai uno se deve nasconde, ma che pace e bene, io nun ho fatto gnente" E quando Fransoni gli parlava degli "hedge found", rispondeva: "Hedge found? Ma io nun so manche che pace e bene so', ' sti hedge found".

Se la cavò con un'incriminazione a piede libero, mezza dozzina di capi d'imputazione fra Milano e Roma, il sequestro delle azioni e un paio d'interrogatori. Ora però s'è scoperto che aveva ripreso a delinquere, o forse non aveva mai smesso. E, astutamente, continuava a farlo al telefono. L'hanno arrestato. Magari ora gli verrà in mente una spiegazione plausibile della sua scalata impossibile alla Rizzoli-Corsera, cioè a una società blindata da un patto di sindacato fra 15 soci che controllano la maggioranza delle azioni. Magari spiegherà anche perchè mai il banchiere Fiorani, a caccia di liquidità per mangiarsi l'Antonveneta, gli avesse prestato 850 milioni (oltre 1500 miliardi di lire), di cui 570 per quella missione impossibile.

Finora non l'hanno spiegato nè Ricucci nè Fiorani. Hanno risposto a quasi tutte le domande degli inquirenti, ma a quella no. Come se temessero di svelare il nome del regista dell'operazione Corriere. E chi potrebbe mai essere? Bellachioma ha sempre smentito, ci mancherebbe. Però l'advisor di Ricucci è Ubaldo Livolsi, già amministratore delegato di Fininvest, artefice della quotazione in Borsa di Mediaset, ora banchiere ma tuttora membro del CdA della holding berlusconiana. Una coincidenza. Fra gli amici più cari di Stefano c'è Romano Comincioli ("zio Romy", nelle telefonate), già compagno di scuola del Cavaliere, poi prestanome del Cavaliere per gli affari in Sardegna, ora deputato di FI.

Alla festa di nozze di Stefano e Anna all'Argentario, fra i 28 selezionatissimi invitati, c'era anche lui, lo zio Romy (che, tra Natale e Capodanno, è andato a trovare Fiorani a San Vittore per portargli i conforti civili e religiosi). E c'era anche Salvatore Cicu, pure lui deputato forzista, sottosegretario alla Difesa. Combinazioni. Il suo primo avvocato è stato Giuseppe Valentino di AN, sottosegretario alla Giustizia, sospettato di aver avvisato i furbetti delle indagini in anteprima. Ma sarà un caso.

Dalle telefonate intercettate fra Stefano e zio Romy si arguisce che l'estate scorsa Ricucci incontrò Berlusconi in Sardegna; e che Livolsi doveva imbarcare nell'affare RCS Tarak ben Ammar, socio arabo di Berlusconi; e che, nelle sue scorribande in Costa Smeralda, Stefano parlava della scalata con Alejandro Agag, genro di Aznar che ebbe come testimone di nozze Berlusconi. Senza dimenticare l'altro intellettuale del gruppo, Flavio Briatore, che prometteva a Ricucci di "darti una mano con RCS" e lo invitava a "una cena con Aznar, il Cavaliere e galliani". Coincidenze, s'intende.

Ma chissà che prima o poi Ricucci non si decida a tradurre in italiano un altro celebre ipse dixit: "Ahò, che volete fa' i froci cor culo de l'altri?". Il popò è il suo. Resta da capire chi fosse lo screanzato che voleva usarlo per scopi così poco nobili.

(l'Unità - 20.4.2006)

Resta sempre il fatto che l'unico in cella è ricucci. Che in cella ci è andato Fiorani e Fazio no.
E alla faccia di tutti, ieri, il buon Benetton si è portato a casa in regalo il 5% delle azioni rcs che erano di ricucci... mah!
:down:
 
beh che cercasse di vendere le azioni che sono sue

lì non c'è nulla di isider

ha solo cercato di entrare nel salotto buono
che non l'ha proprio considerato in quanto è proprio burino


è di ieri la notizia che ora il paccetto di RCS è stato escusso dalla BPI che a sua volta l'ha venduto a "persone accettabili" tipo Benetton
 
Guarda, io non ci capisco molto di giustizia, ma penso che quando ti pendono sulla zucca alcuni capi d'imputazione e allegramente ti rimetti a fare quello per cui sei indagato, è inevitabile che ti mettano dentro.

Fiorani è un cucciolo dell'oratorio, per quanto senza scrupoli ha di certo più furbizia di Ricucci che a tutti gli effetti sembra carne da cannone della finanza.
 

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