Rischio e volatilità

ciiiiip

Forumer storico
PREMESSA

l'elemento critico nell'attività di trading sembra essere la gestione di un rischio, in cui la priorità è preservare il capitale e quindi, ma solo in subordine, incrementarlo nel tempo con un'attività di movimentazione, più o meno veloce, assumendo rischi ritenuti sostenibili, con un rapporto rischio/rendimento adeguato

le variabili da prendere in considerazione sono molte, tra cui


tempo a disposizione
orizzonte temporale
rischio sostenibile
volatilità mercato nell'orizzonte definito
strumento finanziario utilizzato (indice, titolo, future)

il secondo aspetto è che le variabili indicate si influenzano a vicenda..definito il tempo a disposizione, bisognerà individuare quali combinazioni orizzonte tenporale. volatilità.strumento risultino, di volta in volta, coerenti tra loro e con il nostro personale profilo di rischio

da dove partiamo?

se il rischio rendimento é la variabile critica, bisogna partire da qualcosa che ci consenta di misurare, per poi gestire tale rischio/opportunità, in altre parole occorre partire da un'analisi della volatilità. e soltanto dopo passare ad un'analisi della tendenza per completare poi il quadro con un'analisi di tipo statico dei punti critici di supporto e resistenza

( p.s. : stasera ho deciso di propinarvi un mattone :-D
e naturalmente...

- continua :-D :-D :-D )
 
MA CHE COS'E' LA VOLATILITA'?

(beh lo sappiamo tutti no????!!!! :-D .. o quasi :rolleyes: )

cmq un ripassino terre a terre (ma proprio terre a terre eh :rolleyes: )non fa mai male, non tanto per rievocare noiosissime formule o stravaganti distribuzioni gaussiane (intanto io stessa non ci capirei una mazza :-D ), ma per coglierne taluni aspetti pratici... nella gestione del rischio e nell'operatività

interessa????

:-?
 
bene a gran richiesta procedo :-D

Volatilità

(ripassino preliminare per Totem :D )

la dinamica dei prezzi nel tempo, oltre a formare varie tendenze di vrio ordine, dal trend intraday a quelli mensili o annuali, può essere letta in termini di volatilità, la volatilità, come i prezzi, si muove in trend, e può essere più o meno volatile.. esiste cioé la volatilità della volatilità :rolleyes:

per volatilità storica si intende la dispersione dei prezzi intorno ad un prezzo medio, definito il peirodo di oservazione considerato
in altre parole, l'ampiezza di variazione dei prezzi di un determinato strumento finanziario in un detrminato periodo temporale passato

oltre alla volatilità storica, quando si parla di opzioni viene individuata un'altra tipologia di volatilità, relativa ai periodi futuri, chiamata implicita
la volatilità implicita é la volatilità futura ( a 1 giorno, 1 settimana, 6 mesi ecc.) che viene stimata sul mercato delle opzioni dagli operatori

la volatilità implicita é un'ipotesi, ma anche quella storica, seppur riferita a dati storici, può venire calcolata in modi differenti. Non solo perché si possono prendere in considerazione serie di dati relativi a periodi passati più o meno lunghi (10,20,50,100 giorni, o qualsiasi altro orizzonte) ma anche perché i dati utilizzati possono essere differenti (chiusure giornaliere, oppure tutti i prezzi scambiati, o il prezzo medio della seduta ecc.) e la stessa media può cambiare sia in base alla scelta dei dati che si vogliono utilizzare sia in abse al calcolo della media stessa 8semplice, ponderata ecc.)

un'altra misura di volatilità é l'escursione massimo-minimo in un certo orrizonte temporale (ad es. il range giornaliero), di cui calcolare uan media storica passata, ad ese. le 5 sedute precedenti, oppure le 10,20 ecc.) (perchè l'ho messo in grassetto. si capirà un pò più in là :rolleyes: )

una dei più utilizzati indici di variabilità é la cosidetta deviazione standard (conosciuta come scarto quadratico medio) e si ottiene come radice quadrata della media aritmetica dei quadrati degli scarti assoluti della media aritmetica dei valori di partenza, il dato che si ottiene é quindi espresso nella stessa unità di misura dei dati utilizzati...ecc. ecc. ecc. (la distribuzione gaussiana me fa venì il mal de testa..ve spiace se a tal proprosito interrompo l'incolla qui????!!!! e annamo avanti? :rolleyes: )
 
per semplificare concentriamoci solo su due aspetti

1) ampiezza del range medio nel periodo definito
2) stabilità di tale valore nel tempo


prima di effettuare i calcoli, dobbiamo però definire l'orrizzonte temporale su cui vogliamo lavorare. se siamo interessati al trading intraday ci interesserà conoscere il range giornaliero medio
Dovremo quini iniziare a raccogliere su un foglio excel i massimi ed i minimi di seduta calcolano cosi l'escursione giornaliera di ciascuna seduta.
Su quale dominio temporale calcoleremo il range medio? la scelta é discrezionale, coem sempre.
Potremmo calcolare la media delle 5, 10 e 20 sedute precedenti, per avere un'idea della volatilità giornaliera media nei vari periodi

A cosa ci serve conoscere l'escursione media giornaliera?

supponiamo che l'obiettivo sia fare TRADING INTRADAY SUL FUTURE S&PMib.
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Sapere che il range giornaliero che possiamo attenderci é di 300 punti, piuttosto che 180 o 500, é un'informazione essenziale per individuare l'ampiezza dei take profit e degli stop loss, oltre che per fare un'ipotesi sui minimi e sui massimi che possiamo attenderci per la seduta e quindi individuare i livelli di apertura posizione a basso rischio (es. se il range giornaliero che possiamo attenderci per la seduta é di 300 punti..posizionarsi long 300 punti sotto i massimi o short 300 punti sopra i minimi, significherà assumere posizioni a basso rischio)

Potremmo anche impostare uan formula che ci fornisce l'ampiezza del take profit in automatico, in base all'ampiezza del rnge medio giornaliero.
Per es., ponendo che il take é pari a 0.8 * range medio. In tal modo la nostra operatività sarà tarata in abse alla volatilità dl mercato, che rimane un pre-requisito essenziale per lavorare bene.
 
una volta conosciuta l'ampiezza del range medio giornaliero, abbiamo la necessità di sapere quanto questo valore é stabile nel tempo. A parità di range medio su un certo periodo (per es. 300 punti su 10 sedute) ci ineteressa sapere quanto questo range sia stabile

Potremmo avere una situazione limite in cui tutte le 10 sedute hanno un'escursione pari a 300 punti, o molto prossima a tale livello - massima stabilità - oppure uan situazione in cui le 10 sedute presentano le escursioni più diverse (per es. 100. 600. 250, 450, 150... con media pari a 300 ) - massima instabilità.
A cosa ci serve conoscere il range medio se questo non é stabile??????!!!!!!!!

Come possiamo misurare la stabilità del range medio?

Anche qui al statistica ci viene in aiuto. calcoleremo sul nostro foglio excel, la Deviaizone Standard dei range giornalieri.
la funzione si chiama =DEV.ST(X:Y) dove X e Y sono le celle iniziali e finali conteneti i dati dei rangfe medi giornalieri. Il valore che otterremo sarà pari a zero quando tutti i range sono uguali tra loro (il acso limite di massima stabilità) con un valore man mano crescente quanto più i dati sono dispersi attorno alla media

Mentre il range medio ci fornisce un'informazione sulla volatilità, la deviazione standard del range ci fornisce un'informazione sulla volatilità della volatilità. Se noi prendiamo il valore della dev. standard del range e lo dividiamo per il range medio, otterremo un valore in percentuale

facciamo un esempio
 
Supponiamo che le ultime 10 sedute del future S&PMib abbiano avuto le seguenti escursioni

250, 200, 180, 350, 270, 300, 450, 220, 320, 300

il range medio sarà pari a 284. funzione excel = MEDIA (X:Y)

la dev. standard del range sarà pari a 80. funzione excel= DEV.ST (X:Y)

la volatilità della volatilità sarà quindi pari a 80/284 cioé il 28,17%

Questo valore é alto o basso?

Alto e basso sui mercati sono parole che hanno poco senso. Non esiste una risposta univoca, si può dare un giudizio in termini relativi.
Possiamo costruire un database in cui raccogliere l'evoluzione di questi dati nel tempo. In tal modo potremmo arrivare a dire che, in un certo periodo, un range emdio inferiore a 200 punti é basso, tra 200 e 350 punti é medio, superiore ai 350 è alto

analogamente potremmo dire che, in un certo periodo, una volatilità della volatilità inferiore al 20% è bassa, tra il 20 ed il 40% é media, superiore al 40% é alta

come combinare queste informazioni?

possiamo costruire una matrice, in cui sul lato verticale abbiamo tre condizioni di volatilità ,alta. media, bassa (dove al posto degli aggettivi possaimo avere i numeri sopra indicati) e sul lato orizzontale abbiamo tre condizioni di volatilità della volatilità ,alta, media, bassa (anche qui individuate da numeri ben precisi)

in tal modo si creano 9 incroci di volatilità e volatilità della volatilità: ognuno rappresenta caratterestiche specifiche, differenti criticità , da gestire in modo differente
 
passimao in rassegna velocemente le varie fasi del mercato numerate da I (scenario migliore) a IX (scenario peggiore)

una prima considerazione da fare é che al crescere della volatilità (ampiezza del range medio di periodo) e della volatilità della volatilità (ampiezza della deviazione standard del range rapportata al range medio) l'operatività diventa sempre più difficile, a causa di un crescente rischio di falsi segnali, che rende necessario un timing chirurgico, con conseguente rischio di stop loss elevati

un caso limite é la fase IX, caratterizzata da volatilità alta e molto instabile. E' la peggiore fase in cui ci si può trovare, con rischi molto elevati e difficili da gestire,a nche psicologicamente. Il rischio di grosse perdite, i tempi brevi, consiglia di evitare tale scenario, da considerare come il peggiore in assoluto.

al'estremo opposto é la fase I con volatilità molto bassa e decisamente stabile. E' uno scenario in cui mancano i rischi ma mancano anche le opportunitò; l'unico elemento certo rimangono i costi di transazione, ovvero spread e commissioni. Sono fasi logoranti che pesano sui risultati con uno stillicidio lento ma iensorabile sull'equity line, prorpio a causa dei costi di transazione.

(e' lo scenario che ha caratterizzato il mercato azionario europeo ed italiano nel corso dell'estate 2004. I cassettisti tutto sommato hanno fatto bene, visto un trend di fondo mdoeratamente rialzista. L'assenza di volatilità ha però logorato i trader, costretti a continui stop loss, piccoli in termini percentuali, ma aggravati da elevati costi di transazione, in termini relativi, e da un risk.reward decisamente ridotto.)
 

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