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A Leonforte, per San Giuseppe, le famiglie che hanno fatto un voto allestiscono gli “Altari di San Giuseppe” la cui realizzazione è frutto della collaborazione di tutto il quartiere che si mobilita contribuendo con offerte di ogni tipo, dai veli da sposa per gli addobbi alle pareti alla frutta fuori stagione. Gli altari consistono in una grande tavolata a ripiani su cui, secondo un ordine preciso, trovano posto i cibi prescritti.
In alto, in posizione centrale, c’è un mazzo di spighe o un ostensorio raggiato, poi pietanze varie in misura di tre per ogni specialità e i pani, raffiguranti attrezzi (tenaglia, martello, sega), angeli, astri, animali, frutta e fiori.
Ci sono le verdure spontanee, le frittate vegetali, legumi, frutta, specialmente arance e le primizie di ogni genere, che nei riti classici di inizio d’anno venivano offerte a Demetra e ai defunti. Mai la carne. C’è anche il grano fatto germogliare al buio che ricorda il rito greco dei “giardini di Adone”.
L'altare viene completato dal "cielo", un drappeggio di veli da sposa disposti come un baldacchino, e da una immagine del Santo o della Sacra Famiglia.
Gli altari sono meta di un ininterrotto pellegrinaggio di visitatori per tutta la notte tra il 18 e il 19 marzo, ai quali vengono offerti cardi e finocchietti fritti. A mezzogiorno del 19 il capofamiglia conclude la cerimonia invitando alla mensa, come in una sacra rappresentazione, i “santi” impersonati da un bambino, un’adolescente e un anziano scelti tra i “poveri” del paese, e dà inizio al banchetto recitando una preghiera di ringraziamento. Dopo di loro possono mangiare tutti i presenti. E’ evidente la derivazione dai rituali greci classici.
In alto, in posizione centrale, c’è un mazzo di spighe o un ostensorio raggiato, poi pietanze varie in misura di tre per ogni specialità e i pani, raffiguranti attrezzi (tenaglia, martello, sega), angeli, astri, animali, frutta e fiori.
Ci sono le verdure spontanee, le frittate vegetali, legumi, frutta, specialmente arance e le primizie di ogni genere, che nei riti classici di inizio d’anno venivano offerte a Demetra e ai defunti. Mai la carne. C’è anche il grano fatto germogliare al buio che ricorda il rito greco dei “giardini di Adone”.
L'altare viene completato dal "cielo", un drappeggio di veli da sposa disposti come un baldacchino, e da una immagine del Santo o della Sacra Famiglia.
Gli altari sono meta di un ininterrotto pellegrinaggio di visitatori per tutta la notte tra il 18 e il 19 marzo, ai quali vengono offerti cardi e finocchietti fritti. A mezzogiorno del 19 il capofamiglia conclude la cerimonia invitando alla mensa, come in una sacra rappresentazione, i “santi” impersonati da un bambino, un’adolescente e un anziano scelti tra i “poveri” del paese, e dà inizio al banchetto recitando una preghiera di ringraziamento. Dopo di loro possono mangiare tutti i presenti. E’ evidente la derivazione dai rituali greci classici.
