IL LUPO CAMBIA IL PELO MA NON IL VIZIO
Piazza Affari debole, Mediaset sotto pressione
17-10-2005 17:50
Rialzi frazionali per Milano e le Borse europee. L'S&P/Mib ha chiuso le contrattazioni con un guadagno dello 0,02% a 33.219 punti, mentre il Mibtel dello 0,06%, a 25.539 punti. Nella stessa direzione, quindi, i principali indici del Vecchio Continente: Parigi (+0,16%), Londra (+0,22%), Francoforte (+0,06%). A trinare piazza Affari e compagni sono stati i petroliferi che hanno beneficiato del ritorno del greggio a New York nuovamente vicino ai 64 dollari (63,75 dollari).
Giornata no per Mediaset. Il titolo della società quotata all'S&P/Mib ha chiuso lasciando sul terreno il 2,02% a 9,20 euro, dopo che venerdì scorso è stato aperto un nuovo fascicolo da parte della magistratura italiana nell'ambito dell'indagine del 2001 sulle presunte irregolarità sull'acquisto dei diritti Tv da parte della società. L'ipotesi di reato sarebbe quella di appropriazione indebita, la stessa già formulata per l'indagine su Finivest. Mediaset avrebbe comprato diritti Tv e con una serie di passaggi infragruppo, ne avrebbe accresciuto il valore con l'obiettivo di gonfiare i costi di ammortamento e di frodare quindi il fisco. Al momento non è noto l'ammontare della frode fiscale ma solo il periodo di riferimento che dovrebbe essere il 2000-2002.
Ing ha mantenuto comunque un punto di vista positivo su Mediaset. Gli analisti hanno sottolineato come Mediaset offra un mix unico di crescita organica, generazione di cassa, rendimento e potenziale di re-leveraging in un contesto operativo stabile con una eccellente visibilità nel medio periodo. Ing ha stimato una crescita della pubblicità core in Italia del 4% per il 2005 (+5% la guideline del management) e del 4,7% per il 2006. La sim ha confermato un rating sul titolo di buy (comprare) e un target price a 12,3 euro.
Sempre tra gli editoriali, debole Rcs (-0,48%). Nell'ambito delle operazioni che porteranno al riassetto di Rcs, l'imprenditore Stefano Ricucci, primo azionista del gruppo editoriale, rischia di essere messo all'angolo dalla decisione di Banca Popolare Italiana (-0,78%) di liberarsi della propria esposizione verso l'immobiliarista, rappresentata da un pegno per il 14,9% di Rcs. E' quanto ha scritto il quotidiano il Giornale spiegando che una delle ipotesi al vaglio di Bpi riguarda "un'operazione sui derivati che permetta di collocare la quota attutendo l'impatto della vendita sulle quotazioni".
In questo modo, con l'ausilio di alcune banche, al momento circolano i nomi di Intesa (-0,64%) e Capitalia (-0,48%), "i soci stabili di Rcs riuscirebbero così a sistemare il 21% nelle mani di Ricucci, ristabilendo nel contempo un flottante adeguato". Intanto gli analisti di Kepler ritengono che la soluzione finale della questione Ricucci sia vicina. Una volta rimosso il rischio di overhang, l'attenzione ai fondamentali tornerà prioritaria. Gli esperti hanno confermato un rating reduce con target price a 4,5 euro.
Male anche il gruppo L'Espresso (-1,33%), dopo che Caboto ha confermato il target price di 5,5 euro ed il rating buy, in attesa dei risultati dei primi nove mesi dell'anno in calendario per il 19 ottobre. Risultati che dovrebbero mostrare una prosecuzione del trend visto nel primo semestre.
Ma a fare veramente la differenza sono stati i titoli del comparto petrolifero. Eni ha chiuso tra le migliori dell'S&P/Mib, registrando un progresso del 1,92% a quota. Indiscrezioni di stampa hanno indicato che il Tesoro intenda cedere quote di Eni. Secondo gli analisti di RasBank la questione era "cosa nota, ma ciò che non si sapeva è che la cessione potrebbe coinvolgere fino al 10% del capitale già entro il 2005 ed in assenza di una forma di tutela come quella garantita da una golden share o dall'introduzione di poison pills, strumenti destinati a limitare il rischio di scalate ostili".
Sono volate anche Erg, con un rialzo del 6,52%, e Tenaris (+4,06%). Bella figura pure per Socotherm (+1,14%). Quanto alla prima, gli acquisti sono stati a piene mani: ha beneficiato, infatti, della decisione di Merrill Lynch di riavviare la copertura con un rating di buy (comprare) e un target price a 30 euro. In luce, con oltre il 2% del capitale passato di mano, anche Trevi (+8,63%). Sempre tra gli energetici, Enel (-1,07) ha chiuso in rosso anche se il Ministero dell'Economia slovacco ha approvato il piano di investimenti del gruppo italiano su Slovenske Elektrarne, relativo al completamento di 2 reattori nucleari all'impianto di Mochovce ed al repowering di 2 impianti a carbone.
Su Enel è circolata poi la voce secondo cui avrebbe presentato un'offerta per rilevare il 49% della francese Usine d'Electricite de Metz (Uem). Secondo alcune fonti bancarie, l'operazione rientrerebbe nella strategia di espansione che il gruppo guidato da Fulvio Conti sta portando avanti. Enel avrebbe assunto Bnp Paribas come advisor per la transazione. Sullo stesso comparto sono andate male, invece, le utility, Snam (-0,96%) e Terna (-0,37%) che hanno sofferto per le novità relative alla tassa sul tubo. Entrambe hanno registrato giudizi negativi da parte di Goldman Sach e Morgan Stanley.
Passando alle tmt, da segnalare che l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha dato il via libera all'acquisizione da parte di Telecom Italia Sparkle, gestore delle infrastrutture internazionali di tlc di Telecom Italia (-0,43%), del ramo d'azienda di Tiscali international Network France (Tinet), subholding francese del Gruppo Tiscali. Alla flessione della controllata di Telecom ha avuto seguito invece una seduta brillante per Tiscali (+3,62%) che ha chiuso una giornata all'insegna degli acquisti. Il titolo ha ripianato le perdite della scorsa ottova grazie all'ipotesi di un interesse per eventuali acquisizioni in Italia del numero uno di News Corp. Rupert Murdoch.
Fastweb (-1,06%), invece, ha chiuso in ribasso, dopo che Kepler ha confermato un rating buy con target price a 53 euro. Secondo gli analisti, in merito all'indiscrezione di stampa secondo cui alcuni fondi di private equity (Clessidra, Permira, Goldman Sachs e Macquarie Bank) potrebbero voler comprare delle quote del gruppo guidato da Silvio Scaglia, ritiene che se da un lato Scaglia non è interessato a cedere quote sino a quando la società non raggiunge il breakeven, dall'altro è ampiamente risaputo che Carlo Micheli è attratto dal vendere. Secondo gli esperti, per Micheli l'interesse dei fondi potrebbe comunque essere una solida opportunità per eliminare il rischio di "overhang".
Sempre sull'S&P/Mib il titolo Stm (-0,58%), incapace di beneficiare dei risultati superiori alle aspettative pubblicati da Philips che ha chiuso il terzo trimestre riportando un utile netto di 1,436 miliardi ed un fatturato in crescita del 5% a/a a 7,626 mld contro attese di 7,063 miliardi.
Male anche Finmeccanica (-0,31%) dopo che durante il fine settimana, alcune indiscrezioni di stampa
segnalavano l'intenzione del Governo italiano ad accendere mutui per 2 miliardi per finanziare il progetto Fremm, che prevede la realizzazione di 10 fregate per la Marina Militare italiana e 17 per la Marine Nationale francese. RasBank ha ritenuto che "il Governo italiano abbia assunto l'impegno a rinnovare il naviglio della Marina Militare, ormai datato, e sembra ci sia una forte volontà politica a rispettare gli impegni". Gli analisti di questa casa d'affari hanno confermato un rating sul titolo di buy con target price a 17,2 euro.
Balzo in avanti di Fiat che ha chiuso con un incremento dell'1,54% a 7,05 euro. Il titolo aveva registrato una mattina in territorio negativo. Dopo la debolezza della mattinata ha ripreso quota spinto al rialzo dalla partenza brillante del titolo del colosso americano General Motors che ha raggiunto l'accordo con i sindacati in merito ai tagli sulle spese sanitarie.
Tra i bancari in evidenza Bpu (+1,88%), dopo le indiscrezioni di stampa secondo le quali la banca starebbe valutando il dossier Banca Etruria nonostante le smentite giunte da entrambi gli istituti. Bene B.P.Milano (+1,42%). In territorio negativo anche Capitalia (-0,34%), mentre il patto di sindacato potrebbe riunirsi mercoledì 19 per definire la struttura dell'azionariato dopo l'integrazione con Fineco.
Intanto su Parmalat (-1,38%) la Consob ha reso noto che Hardert Distressed Investment Master Fund Ltd detiene in gestione del risparmio il 2,936% del capitale di Parmalat dal 6 ottobre, giorno del ritorno a piazza Affari della societa' di Collecchio. Harbert Distressed I.M.Fund figurava detenere il 2,74% di Parmalat già nel supplemento al prospetto informativo" pubblicato sui quotidiani il 4 ottobre scorso.
Tra le mid-cap in evidenza Aisoftw@re (+1,82%), che ha siglato questa mattina l'atto di fusione con Abaco Information Services. Bene anche Mondo TV (+0,71)che ha siglato un accordo preliminare vincolante con l'americana Elg Media Group per la distribuzione esclusiva di "cartoons" della propria library (per un ammontare complessivo di oltre 1.000 ore di animazione) per il prossimo decennio. Positiva anche Recordati (+1%), grazie all'apertura di un nuovo stabilimento in Irlanda e alle trattative per un'acquisizione in Spagna che dovrebbe concludersi entro il primo semestre del prossimo anno.
Nicola Capodanno