se vendono l'ORO

tontolina

Forumer storico
se riuscono a vendere l'oro d'Italia
io non compererò mai più un BTP un CCT
e neppure un BOT


Che voi sappiate la CC&G accetta anche i BUND tedeschi a copertura delle posizioni con i derivati?



Programmato il saccheggio del popolo Italiano





http://www.etleboro.com/read.php?id=1370
Date: 31.07.2007
Time: 18:16:261.08.2007 - Approvata oggi in Senato la risoluzione della maggioranza che dà il via libera all'approvazione del Dpef che fissa i saldi e dà le indicazioni per la predisposizione della Finanziaria 2008. Tra le direttive una grave affermazione, che dà disposizione al Governo di ridurre il debito pubblico attraverso "un utilizzo concordato delle eccedenze delle riserve delle banche centrali". Si legge infatti testualmente che il documento impegna il Governo ( Punto 8 lett.B ) " ad effettuare, anche nei rapporti con l'Unione europea, una ricognizione di tutti gli strumenti utili a determinare una significativa riduzione del debito pubblico sia con riferimento a forme concordate di utilizzo delle riserve delle banche centrali, in oro e in valuta, eccedenti quanto richiesto dal concerto con la BCE per la difesa dell'euro, anche sulla base delle esperienze di altri paesi, sia con riferimento alla classificazione delle operazioni patrimoniali e delle partite finanziarie, nonché ad aprire nuovi spazi per forme più qualificate di spesa pubblica" .

Una tale decisione è giunta nel relativo silenzio dei media che non hanno attribuito il giusto peso alla questione, e solo alcuni quotidiani hanno rilanciato la notizia evidenziando in particolar modo l'implicazione dell'approvazione della risoluzione. L'evento "cult" era la votazione segreta per le dimissioni irrevocabili di Previti, che non ha monopolizzato giornali e media, togliendo all'approvazione del DPEF quell'attenzione che merita in relazione alle importanti e gravi implicazioni future. L'approvazione di questo documento apre infatti un iter legislativo che potrebbe portare alla decisione di vendere le riserve auree della Banca di Italia, nell'illusione di ripagare così il debito pubblico. In particolare il Governo dovrà ad analizzare tutti i possibili strumenti a disposizione per la riduzione del debito pubblico con il pagamento mediante valute e oro eccedente rispetto a quanto richiesto come riserve obbligatorie presso la Banca Centrale Europea, per garantire sicurezza e stabilità al sistema monetario. In realtà tale provvedimento farebbe oscillare di pochi punti percentuali il rapporto Pil-Debito Pubblico, riuscendo a soddisfare su una soglia limite i parametri di stabilità imposti da Maastricht, senza apportare un significativo e percepibile miglioramento all'economia. Con dati alla mano, a fronte di un debito pubblico pari che oltrepassa la quota record di 1609,12 miliardi di euro ( come risulta dai dati del mese di aprile 2007) vi sono riserve pari a 62 miliardi di euro, in un rapporto massimo - senza dunque considerare esclusivamente le eccedenze - di circa il 3 % : una percentuale critica per il rispetto dei parametri di Maastricht ma non sufficiente a dare attualmente al sistema economico italiano un sollievo tale da garantirne poi lo sviluppo. Se la politica economica italiana continuerà su questo trend, e la politica monetaria dell'Europa spingerà al rialzo i tassi di interesse, l'Italia potrebbe aumentare il debito pubblico del 3% nel giro di pochi anni solo a causa del sistema di ricapitalizzazione degli interessi. Sappiamo bene che in un sistema di usura, che va ad autogenerare il debito pubblico in funzione dell'emissione di moneta, una decisione di questo tipo non risolve il problema alla base, ma indebolisce ancora di più l'economia di un Paese che cerca di emergere.
Avremmo tuttavia ceduto ai Banchieri una ricchezza soprattutto simbolica che funge oggi da semplice contropartita negli interscambi commerciali - sono comunque ricchezze accumulate dalla comunità in quanto derivano dai surplus nelle partite correnti, cioè risparmio della nazione - avendo perso quel valore come pilastro all'interno del sistema monetario. Si tratta pur sempre dell'oro italiano, ereditato dalla nostra storia, e per tale motivo potrebbe spiegare molto sull'evoluzione del sistema economico-monetario dello Stato italiano. È ovvio che, in virtù del suo valore intrinseco, i Banchieri vogliono appropriarsene per terminare definitivamente il saccheggio del popolo italiano. Infatti, tale decisione, potrebbe rientrare perfettamente nei piani dei Banchieri, azionisti di Bankitalia Spa, di mettere le mani definitivamente su quel patrimonio dello Stato che viene ancora difeso con molte difficoltà.

Sono osservazioni che più volte sono emerse in sede di discussione sulla vendita o meno dell'oro italiano, lo stesso Fazio si trovò dinanzi a questa scelta, poco tempo prima di essere deposto dalla posizione di potere che ricopriva. Tuttavia, nessuno ha accolto questa posizione, e persino le Associazioni di consumatori, come Adusbef, hanno sostenuto, se non addirittura proposto, la vendita dell'oro italiano per ripagare il debito pubblico. Testuali parole di Elio Lannutti: "Il debito pubblico italiano, uno dei più elevati del mondo e il più alto d'Europa, è pari a 24 mila euro a cittadino (neonati compresi). Potrebbe essere ridotto se il Governatore di Bankitalia, approfittando del rialzo dell'oro, vendesse le riserve auree come fanno la maggior parte delle banche centrali europee [...] Le riserve auree italiane, pari a 79 milioni di once, dalle quali si potrebbero ricavare agli attuali prezzi di mercato ben 26 miliardi di euro, equivalenti al 30% di tutte le privatizzazioni fatte, non sono della Banca d'Italia, ma dei cittadini, che le hanno risparmiate consumando meno di quanto sia stato prodotto". Queste dichiarazioni, da parte di un'Associazione di consumatori, che crede di essere un organismo rappresentativo del popolo sovrano, sono pericolose, costituiscono un vero attentato alla Costituzione, considerando che questi personaggi firmano patti e accordi con le Banche in nome degli utenti e dei cittadini italiani.

La tentazione di mettere le mani su ciò che era rimasto della ricchezza italiana è stata troppo forte per una classe politica fallita, che sta portando lo Stato italiano verso il più grande rischio di fallimento degli ultimi 30 anni. E' evidente che l'Italia sembra non avere più altre alternative, e che i Pirati hanno ormai depredato tutto ciò che vi era, persino le ultime lenticchie del popolo. Uno scenario vicino al "Crack Argentina" oggi non è poi così lontano .
 
credo che la vendita dei "gioielli " di famiglia sia ormai una cosa inevitabile, siano essi le riserve auree, o suggerisco io, una parte di tutte quelle "opere d'arte e reperti archeologici" che restano "seppelliti" in certi sotterranei.....d'altronde il debito supera quanto siamo in grado di produrre in 1 anno già da molto tempo...e non ci sono segnali d'inversione....l'operazione è la replica di quanto si era già fatto con le privatizzazioni....ma quanto avevano incassato se lo sono già mangiato tutto

....ma bisogna fare un 'operazione prima: cambiare gli "amministratori"

problema: come si fà???!!
 
dimaraz ha scritto:
credo che la vendita dei "gioielli " di famiglia sia ormai una cosa inevitabile, siano essi le riserve auree, o suggerisco io, una parte di tutte quelle "opere d'arte e reperti archeologici" che restano "seppelliti" in certi sotterranei.....d'altronde il debito supera quanto siamo in grado di produrre in 1 anno già da molto tempo...e non ci sono segnali d'inversione....l'operazione è la replica di quanto si era già fatto con le privatizzazioni....ma quanto avevano incassato se lo sono già mangiato tutto
....ma bisogna fare un 'operazione prima: cambiare gli "amministratori"

problema: come si fà???!!

appunto
gli "onorevoli" percepiscono 21 mila euro al mese
vanno a puttane
si drogano
e i partiti (alla faccia del referendum che serve come carta igienica) percepiscono almeno 10 volte di finanziamenti rispetto all'anno in cui il referendum negò l'approvazione ai finanziamenti dei partiti


Fanno Schifo questi puttanieri
 
BOLLINE, BOLLE, BOLLONE

di *Alessandro Fugnoli

Sono tre: credito, bond, azioni. Non e' un mercato per vedove incaute e orfani ingenui. Se non siamo alla vigilia di un bear market drammatico, non siamo però nemmeno a un banale incidente di percorso. Attenti a non usare gli stop loss: non servono.
28 Luglio 2007 19:49 MILANO


*Questo documento e' stato preparato da Alessandro Fugnoli, strategist di Abaxbank ed e' rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come definiti nell'art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita' alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita' di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.

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(WSI) - La prima bolla di cui parliamo è quella dei crediti. E’ una bolla che ha raggiunto nel suo punto massimo proporzioni consistenti e che sta sgonfiandosi sotto i nostri occhi a grande velocità. Il mondo dei crediti è composto da tante cose. Ci sono i corporate bond tradizionali, i bond emergenti, gli asset backed (tra i quali i famigerati subprime).

Poi ci sono, cresciuti come funghi negli ultimi tempi, i finanziamenti (più o meno cartolarizzati) legati a operazioni di fusione e acquisizione di aziende (o a project financing), tra cui quelle promosse, in genere a leva elevata, da fondi di private equity, fondi hedge eccetera.

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Tutto questo mondo ha goduto in questi anni di condizioni sempre più favorevoli, con spread sempre più piccoli e tendenti a zero rispetto ai tassi dei titoli governativi e disponibilità molto abbondante di liquidità. Di queste condizioni si è usato e abusato. Molto si moraleggia in questi giorni sull’avidità dei prenditori, ma se si vuole metterla sul piano delle colpe ci sembra che ne abbiano di più i finanziatori. Tra questi non ci sono infatti vedove incaute e orfani ingenui bensì istituzioni finanziarie real money di ogni tipo, sicuramente maggiorenni e dotate di uffici studi a volte sontuosi.

Tra i finanziatori il mercato sta punendo in questa fase soprattutto le banche d’investimento, perché sono l’obiettivo più facile. In realtà, come dicevamo, è il real money finale che alla fine risulterà colpito. Le banche d’investimento sono soprattutto originatori che collocano sul mercato. Certamente avranno qualcosa in magazzino e certamente subiranno un certo rallentamento di alcune loro attività nei prossimi mesi, ma non per questo le loro prospettive sono diventate improvvisamente fosche.

Lo scoppio della bolla dei crediti sta avvenendo comunque con una certa razionalità. Gli emergenti, che godono di fondamentali eccellenti, sono meno colpiti e chi gode di un flusso di notizie particolarmente positivo, come in questi giorni Islanda e Turchia, ne beneficia come in tempi normali. Anche nel mondo corporate c’è una certa selettività, anche se si nota qua e là un certo accanimento, per esempio sui finanziari. L’emotività prevale invece tra i collateralizzati e, in queste ore, nel mondo dei buyout a leva, dove l’avversione al rischio è completa e i finanziatori, fino a tempi recenti ansiosi di comprare a qualsiasi spread, sono spariti nella foresta.

Il senso di quello che avviene ci sembra questo. Non siamo al capolinea dei crediti. Non siamo alla vigilia di un bear market drammatico come quello seguito allo scoppio della bolla del 2000. Non siamo però nemmeno a un banale incidente di percorso, a un’ondata di paura momentanea destinata a rientrare completamente. Siamo a un repricing una tantum, più che dovuto, destinato a restare ma non ad aggravarsi oltre. Nelle aree più colpite, a partire dai famigerati subprime, c’è probabilmente da rovistare per comprare, non per vendere.

Quanto al mondo delle fusioni e acquisizioni, il blocco attuale è assolutamente temporaneo. Certo, le condizioni ideali di liquidità abbondante e a buon mercato non si daranno più fino al prossimo ciclo, ma quella che si apre è una fase più normale in cui viene reintrodotta una sana selettività nelle operazioni che verranno impostate.

Qualcuno si sta certamente facendo male, ma nel grande schema delle cose quello che sta avvenendo, come ha detto Trichet, è salutare. Le bolle del credito provocano un’allocazione altamente inefficiente delle risorse. Capitali che potrebbero essere impiegati in investimenti produttivi o restituiti agli azionisti vengono gettati in operazioni di profittabilità sempre più dubbia. Una stretta data adesso, per dolorosa che sia, è infinitamente meglio di quello che sarebbe accaduto più avanti se la mancanza di selettività si fosse protratta.

La seconda bolla di cui vogliamo parlare è quella dei bond governativi. Questa bolla è più grande nelle dimensioni, perché insiste su un mercato più ampio di quello dei crediti, ma è di intensità meno pronunciata. Rispetto al grado di maturità dell’espansione i bond governativi, in particolare la parte lunga della curva, rendono ancora poco. Dato che l’inflazione è ancora sotto controllo e dal momento che i rendimenti reali quest’anno sono saliti la sopravvalutazione non è drammatica, ma c’è.

La pesante correzione dei crediti ha spinto liquidità sui governativi. Nel breve ha senso, ma non appena la situazione dei crediti si sarà normalizzata la pressione riprenderà. Non parliamo di un bear market lungo e doloroso, ma di correzioni one-off, come quella di maggio/giugno, di entità sopportabile e distanziate nel tempo tra loro. In mancanza di un term premium significativo i bond governativi lunghi dovrebbero continuare a essere sottopesati. Cash e equity rimangono preferibili.


La terza bolla da considerare è quella azionaria. E’ piccola e qualcuno ne contesterà subito l’esistenza. In realtà si tratta di una bolla iniziale, con pochi mesi di vita e non pericolosa. Quello che vogliamo sottolineare e che, per quanto graziosa e minuscola, sempre bolla è. Gli utili che stanno uscendo in America, pur essendo al di sopra delle stime, sono del 7.0% superiori a quelli di un anno fa a quest’epoca, quando l’S&P 500 era del 19% più basso. L’espansione dei multipli è evidente.
Non bisogna spaventarsi per questa situazione. E’ assolutamente fisiologica e può benissimo essere cavalcata ancora per qualche trimestre a condizione di essere consapevoli della possibilità crescente di correzioni fastidiose ma temporanee.

Detto questo, in questa fase estiva e nel primo autunno difficilmente vedremo rialzi significativi. Saranno semmai più probabili momenti di paura, sbandamenti e consolidamenti. Lavorare con gli stop loss in un mercato così significa perdere soldi più che guadagnarne. In caso di correzioni pronunciate bisognerà però avere il coraggio di comprare, anche se si è già investiti.

Il mondo, infatti, sta continuando a vivere una condizione di crescita impetuosa, a tratti esaltante. La produzione industriale cinese nel secondo trimestre è cresciuta a una velocità annualizzata del 29% (parliamo della seconda potenza manifatturiera del mondo). Il Fondo Monetario ha alzato oggi le stime della crescita globale per il 2007 e per il 2008, portando entrambe al 5.2%. Quanto all’inflazione, il Fondo prevede una crescita impercettibile nei paesi avanzati (il 2.1 nel 2008 contro il 2.0 di quest’anno e il 2.3 dell’anno scorso) e una discesa nel resto del mondo.

Nei giorni bui, quando azioni e crediti scendono spaventati, bisogna riguardarsi queste cifre. Con un’espansione di queste dimensioni c’è quasi da meravigliarsi che le borse quotino 15 volte gli utili 2008 e non 18 o 20. Meglio così, naturalmente. Più è occhiuta la sorveglianza dei policy maker su crediti e borse e maggiore è l’autocontrollo dei mercati più a lungo ci terremo lontani da crash e default di tutti i tipi.

Il Rosso e il Nero, settimanale di strategia di Abaxban
 
appunto
gli "onorevoli" percepiscono 21 mila euro al mese
vanno a puttane
si drogano
e i partiti (alla faccia del referendum che serve come carta igienica) percepiscono almeno 10 volte di finanziamenti rispetto all'anno in cui il referendum negò l'approvazione ai finanziamenti dei partiti


Fanno Schifo questi puttanieri



tontolina, quello che scrivi e' tutto ok. purtroppo e' solo la punta dell'iceberg.
o si fa una bella rivoluzione, e non esiste solamente la rivoluzione armata, o si accetta questa situazione.
p.s.: a me piacerebbe un ritorno dei filosofi, ma quelli veri non tipo bottiglione :)
 
sirio ha scritto:
appunto
gli "onorevoli" percepiscono 21 mila euro al mese
vanno a puttane
si drogano
e i partiti (alla faccia del referendum che serve come carta igienica) percepiscono almeno 10 volte di finanziamenti rispetto all'anno in cui il referendum negò l'approvazione ai finanziamenti dei partiti


Fanno Schifo questi puttanieri



tontolina, quello che scrivi e' tutto ok. purtroppo e' solo la punta dell'iceberg.
o si fa una bella rivoluzione, e non esiste solamente la rivoluzione armata, o si accetta questa situazione.
p.s.: a me piacerebbe un ritorno dei filosofi, ma quelli veri non tipo bottiglione :)



non possono tirarla ancora tanto lunga quei mantenuti al governo...
secondo me c'è già qualcuno che ha individutato il punto debole di questa catena d'omertà, mafia e scandali...
e se si parla di rivoluzione sarei in prima linea...
 
IO sono d'ACCORDO per la la rivoluzione, tanto destra o sinistra non cambia niente, il problema è che serve uno stato più efficente, con meno burocrazia, meno deputati e senatori, meno regioni, le Provincie non servono a niente, insomma uno stato più moderno, ma questo nessun partito può farlo perchè nessuno è disposto a dire siamo in troppi ora andiamo a casa!
 
barnaba ha scritto:
IO sono d'ACCORDO per la la rivoluzione, tanto destra o sinistra non cambia niente, il problema è che serve uno stato più efficente, con meno burocrazia, meno deputati e senatori, meno regioni, le Provincie non servono a niente, insomma uno stato più moderno, ma questo nessun partito può farlo perchè nessuno è disposto a dire siamo in troppi ora andiamo a casa!


ma tu l'hai sentito l'ultimo nuovo aumento di 500€ mensile dei deputati e senatori?
dovuto a cosa?
siamo migliorati in qualche settore?
no...
ma finirà sta storia..
deve finire
 
Uè nonni, la rivoluzione l'avete già "fatta" nel '68 ed è venuta fuori una skifezza epocale.

Lasciate perdere.

:cool: :ciao:
 
ricpast ha scritto:
Uè nonni, la rivoluzione l'avete già "fatta" nel '68 ed è venuta fuori una skifezza epocale.

Lasciate perdere.

:cool: :ciao:

se non ci provate voi giovani a farne una migliore...

va a finire che ci proviamo un altra volta;

l'esperienza precedente dovrebbe aiutarci...forse. :)
 

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